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Autore: Cristin_94    28/12/2015    1 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è la mia prima fan-fiction che scrivo su Arrow! E' da poco che guardo questa serie tv e non ho potuto far almeno di adorare Oliver e Felicity insieme! Pur seguendo la programmazione americana, ho deciso di scrivere una ff che racconta le avventure del team Arrow tra la fine della seconda serie e l'inizio della terza serie.
Dalla fine del quinto capitolo racconto qualcosa che farà sì che ciò che è successo nella terza stagione non possa accadere! Ho mischiato un po' le carte, diciamo così! :)
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oliver continuava a camminare avanti e indietro al Verdant. Veniva attanagliato puntualmente dall'agitazione ogni qual volta doveva andare "in missione" vestendo i panni di Oliver Queen e non quelli verdi, di pelle, di Arrow. 
- "Oliver. Noi siamo pronti." lo avvertì Diggle, raggiungendolo con Roy al suo fianco. 
- "Bene! Ottimo!" rispose Lui, iniziando nuovamente ad andare avanti e indietro.
- "Oliver.. va tutto bene?" gli domandò Roy.
- "Sì, naturalmente. Sta andando tutto secondo il piano."
- "E allora perchè sei così.. agitato? Si tratta di Felicity, vero?" lo smascherò Diggle.
Oliver si fermò. - "Lo sai che sono più tranquillo quando so che è dietro la sua scrivania, qui, al covo. Saperla sul campo..."
- "Andiamo.." lo interruppe una voce. Era Felicity. Li aveva appena raggiunti. Indossava una camicetta beje sblusata sopra una gonna rossa che le arrivava sopra al ginocchio. Naturalmente non mancavano un paio di decoltè color carne. Ovviamente con tacco alto. "Oliver ti ricordo che io e te ci siamo già infiltrati in un edificio. Ed è stato divertente al Merlin Global Group!"
- "Divertente? Sì! Soprattutto quando ti stavano per beccare." le rispose Oliver.
- "Che ottimismo! Dai.. questa volta tutto andrà bene." lo rassicurò Lei. "Andiamo?"
- "Andiamo." risposero Diggle e Roy che si avviarono alla macchina.
- "Signorina Smoak, prego." le disse Oliver, porgendole il braccio.
Felicity gli sorrise. - "Grazie, signor Queen!" e si avviarono per raggiungere i loro compagni. 



Questa volta il team Arrow entrava in scena nella "TD Bank Financial Group", una delle più rinomate banche con sede a Vancouver. Oliver e Felicity sarebbero entrati lì con il pretesto dell'apertura di un conto segreto: non sarebbe stata un'operazione che avrebbe destato sospetti nel direttore. Oliver Queen rimaneva sempre l'erede della famiglia Queen. Nel frattempo Roy e Diggle avrebbero creato un diversivo per attirare l'attenzione del direttore: l'obiettivo era lasciare a Felicity il tempo per accedere al computer per prelevare i dati di un conto indicatole da Lyla. 
La missione, infatti, era proprio della ex moglie di Diggle. Lyla, però, si era dovuta tirare indietro. Era svenuta poco prima della partenza per Vancouver e il ginecologo le aveva prescritto assoluto riposo. Nè questa giustificazione nè nessun altra erano state comprese dalla Waller. Per questo Diggle si era proposto di occuparsi lui della faccenda. Ma a modo suo. E con i suoi metodi.
Per questo i quattro erano appena entrati alla TD Bank, pronti per ottenere ciò che volevano.



- "Signor Queen. Che piacere poterla finalmente conoscere." esordì un uomo entrando nell'ufficio dove Lui e Felicity erano stati appena fatti accomodare. "Sono il direttore della  TD Bank Financial Group, Robert Lewis."
- "Signor Lewis, le presento la mia assistente, Felicity Smoak."
- "Signorina Smoak.. Signor Queen. Prego, accomodatevi pure e ditemi pure cosa posso fare per voi."
Oliver guardò Felicity. - "Prima cosa.. mi garantisca tutta la sua discrezione."
- "Naturalmente Signor Queen." fu la pronta risposta del direttore della banca.
Oliver sin da subito aveva provato una sorta di repulsione riguardo quell'uomo. E il fatto che quell'uomo non staccasse gli occhi di dosso a Felicity di certo non aiutava a fargli cambiare idea. 
- "Bene. Vorrei procedere all'apertura di un conto segreto." annunciò Lui, guardando poi Felicity con un sorriso.
- "Signor Queen. Mi lasci dire che Lei e' al poso giusto al momento giusto. Mi attivo subi.."
- "Signor Lewis.. Mi scusi se la disturbo. Ma abbiamo urgente bisogno di Lei." lo interruppe la sua assisente, entrando nell'ufficio senza nemmeno bussare.
- "Signorina Gold le avevo detto che non volevo essere disturbato per nessuna ragione." fu la risposta irritata del direttore.
- "Direttore Lewis.. Abbiamo immediato bisogno di Lei. Adesso." scandì la segretaria, molto agitata. 
Il Direttore parve valutare la situazione. - "Signor Queen, mi dia qualche minuto." disse prima di raggiungere la sua segretaria e chiudere la porta alle sue spalle. 
- "Ma si figuri. Si prenda pure tutto il tempo di cui ha bisogno." fu la risposta pronta di Felicity che era già scattata in piedi per raggiungere il computer da hackerare. 
Oliver la guardò e sorrise. Felicity era propria una persona fantastica. "E'la migliore." pensò.



Quando il signor Lewis scese nell'atrio era evidentemente sorpreso dallo spettacolo a cui potè assistere. Diggle e Roy si stavano semplicemente.. prendendo a pugni. 
- "Chiamate la sicurezza! Subito!" furono le uniche parole del direttore. 
- "Dottor Lewis." lo raggiunse il capo della sicurezza. "Ci pensiamo noi!"
- "Lo spero. Perchè altrimenti potete anche considerare concluso il vostro rapporto di lavoro con la TD Bank Financial Group. Intesi?"
- "Sì, signor Lewis." 
- "Bene. Portateli subito nell'ufficio del vice-presidente. Voglio parlare con questi due idioti!" concluse il direttore, scusandosi con i clienti presenti all'interno della banca,



- "Diggle. Tutto secondo il piano?" domandò Oliver, mentre Felicity premeva una quantità enorme di tasti.
- "Stavi per rompermi il naso, farabutto!" fu la risposta di Diggle. 
Oliver guardò Felicity. Andava tutto secondo il piano. - "Però... bella l'idea di trovare una frase in codice per comunicare! Anche questa l'hai sentita in un film? Che so: Mission impossible? 007?" la prese in giro Lui.
Lei gli sorrise, staccando per un attimo gli occhi dal computer. - "No! E' stato un suggerimento di Lyla. Forse, però, è lei che l'ha sentito in un film."
- "Forse... A che punto sei?" le domandò Lui, avvicinandosi e fermandosi dietro le sue spalle, come era solito fare al covo. 
- "Un minuti e ho finito!" gli fece l'occhiolino Lei.
- "Bene.. Felicity ascolta." Oliver ormai aveva deciso. Voleva chiederle di andare a cena insieme. Aveva battuto Slade: ora niente gli impediva di essere Oliver Queen e The Arrow. "Ti andrebbe di..."
- "Ci vediamo fuori.." urlò ad un tratto Roy.
Oliver e Felicity si guardarono. Il direttore stava tornando. 
- "Di quanto tempo hai bisogno?" le domandò Oliver, correndo alla porta per sbirciare i movimenti di chi si avvicinava all'ufficio. 
- "Venti secondi!" gli rispose Lei.
- "Non abbiamo venti secondi, Felicity." l'avvertì Lui, chiudendo la porta e raggiungendo la scrivania. 
- "Fatto! Metti il tablet nella borsa e torniamo a sederci." propose Lei, spegnendo il computer, proprio come lo aveva lasciato il direttore. 
- "Non c'è tempo!" le bisbigliò Lui, afferrandole il braccio.
- "Oliver.." disse Lei.
Oliver non sapeva se quella di Felicity fosse una domanda o un'esclamazione. Seppe solo cosa fare in quel momento. - "Ti fidi di me?" le domandò. 
- "Sì!" gli  rispose Lei, con un filo di voce.
Lui la guardò e le sorrise. Poi le passò un braccio dietro la sciena e le posò la mano sulla guancia e, facendo ciò che il cuore gli diceva di fare da quella sera alla villa, quando le aveva detto di amarla, la baciò. 
Fu un bacio tenero, dal gusto della sorpresa e dell'attesa. 
Fu un bacio dato con il cuore. 
Fu un attimo. 
Un attimo soltanto prima che il direttore entrasse nell'ufficio. 
- "Signor Queen sono desolato per..." si interruppe poi, visibilmente imbarazzato. "Oh. Sono terribilmente desolato anche per.. aver interrotto.."
- "Direttore.. "scandì Oliver, allontanandosi da Felicity. "Vogliamo riprendere il discorso che abbiamo interrotto?" concluse Oliver, cercando di ricomporsi. 
- "Certo!" fu la risposta del direttore che continuava a spostare lo sguardo da Lui e Felicity. "Posso offrirvi qualcosa da bere?" propose poi, per rompere il ghiaccio.
- "Un Vesper Martini con ghiaccio." rispose Lui, sedendosi sulla stessa poltrona che aveva scelto quando era entrato in quell'ufficio.
- "E Lei, signorina Smoak?"
- "Un bicchiere d'acqua, grazie." rispose Lei, stando molto attenta a non incrociare lo sguardo di Oliver. 
- "Bene. Ed ora parliamo di affari." propose il Direttore, sedendosi alla sua scrivania.
- "Stiamo uscendo dalla banca. Tutto è andato come previsto." li avvertì Roy. 
- "Uscite subito di lì." li esortò Diggle. "Felicity ti sto chiamando."
Fu in quel momento che Felicity guardò nuovamente Oliver. Lui le fece l'occhiolino. 
Faceva finto di essere disinvolto. Fingeva che tutto andasse bene. Ma aveva paura che Felicity avesse potuto prendersela per l'iniziativa di prima. Così, quando Lei gli sorrise, Lui provò una strana sensazione. Era un mix di sollievo e gioia. Sentimenti che non provava da tempo e che solo Felicity era in grado di far rinascere in Lui.
- "Ops.. Scusatemi, è il mio cellulare." continuò la recita Felicity. "E l'avvocato della Queen Consoliteted. Devo rispondere." avvertì i due uomini, alzandosi e raggiungedo il corridoio.
Il Direttore fece un sogghigno che a Oliver non piacque affatto. - "C'è qualcosa che non va, Dottor Lewis?"
- "Nulla. E' che quando vi ho visto insieme prima, avevo intuito che il vostro non era solo un rapporto di lavoro. E infatti.."
- "< Infatti > nulla. Quello che c'è tra me e Felicity non è affar suo. Quello di cui dovrebbe interessarsi riguarda ciò che accade in questa banca. Nient'altro!"
- "Signor Queen le garantisco che quello che  successo oggi non è mai accaduto. La TD Bank Financial Group è la banca più affidabile che Lei possa trovare."
- "Questo lo lasci pure decidere a me." Oliver fu lapidario. Si alzò e strinse la mano al Direttore. "Ora io e la mia segretaria dobbiamo andare." Prese la borsetta di Felicity e uscì dallo  studio.
 Il signor Lewis rimase immobile, visibilmente dispiaciuto per aver perso un cliente come Oliver Queen.
- "Oliver!" lo chiamò Felicity. "Stavo per entrare e dire che dovevamo scappare.." Poi Lei lo guardò con più attenzione. "Va tutto bene?"
Lui la guardò. Era incredibile: riuciva a capirlo con un solo sguardo. - "Va tutto bene. Ho solo deciso di tagliare la corda un attimo prima. Quell'uomo è ripugnanate."
- "Va bene. Però io ho dimenticato.." 
Stava parlando della sua pochette, con dentro il tablet e i dati recuperati dal computer del direttore quando Lui gliela porse. 
- "Bene. Non ho dimenticato nulla..." sorrise Lei. 
- "Beh.. allora muovetevi a raggiungerci." concluse Roy.


Oliver e Felicity raggiunsero l'ascensore. Dopo pochi secondi vi poterono entrare e premere, per il sollievo di tutta la squadra, il pulsante che li avrebbe portati al piano terra e quindi all'uscita. 
Oliver le voleva parlare. Le doveva una spiegazione per quello che era successo prima. Così, spense il suo auricolare.
- "Felicity..."
- "E' la seconda volta!" lo interruppe Lei.
Preso alla sprovvista, Oliver tentennò. - "Cosa?"
- "Il modo in cui lo hai raggirato!" spiegò Lei, senza guardarlo negli occhi. "Che poi, dico! Tutti ci cascano! Voglio dire: io e te! Stiamo parlando dell'impossibile.. dell'impensabile come ho già detto!"
- "Felicity..."
- "Però questa volta < io > non ci sono cascata! Voglio dire.. Il direttor Lewis sì." lo guardò e aggiunse: "Siamo stati bravi."
Lui la guardò, forse un attimo di troppo. Erano passati mesi da quella notte quando l'aveva baciata per la prima volta. E da quel giorno non aveva fatto altro che pensare ai suoi sentimenti per Lei. A cosa era giusto per la città. Alla cosa giusta che Arrow doveva fare per la città. Ma lì, in quel preciso momento capì una cosa. Le doveva dire la verità. La meritva Lui. La meritava Lei. La meritavano entrambi. 
- "Felicity! Io devo dirti una cosa. Si tratta di noi. Si tratta di quello che è successo quella notte a casa mia. E di quello che è successo prima.. Io.."
- "Signor Queen. Per fortuna è ancora qui!"
Eh già! Oliver non riusciva a crederci ma quella voce era proprio del direttor Lewis. Proprio quando aveva trovato il coraggio di aprire il suo cuore a Felicity, le porte di quel dannato ascensore si erano aperte e quel tale si era intromesso tra di loro. 
- "La prego. Mi dia qualche minuto. Posso mostrarle delle offerte interessanti che la TD Bank Financial Group poterbbe farle."
Oliver non aveva neanche per un secondo staccato gli occhi di dosso a Felcity. 
E Lei aveva fatto assolutamente la stessa cosa.
- "Se Lei e la signorina Smoak volete seguirmi nel mio ufficio..." continuò il Direttore.
- "Dottor Lewis. Dobbiamo scappare. Ci rivedremo nei prossimi giorni. < Forse >." furono le ultime parole di Oliver che poi, da gentlmen, accompagnò Felicity verso l'uscita per poi cederle il passo, aprirle la porta e accompagnarla fuori di lì.


- "Quel tale non ti voleva proprio lasciare andare!" commentò Felicity, per stemperare la tensione.
- "Dici? Non me ne ero accorto?" scherzò Oliver.
- "Non ci posso credere: Oliver Queen che fa una battuta! Dopo questa le ho viste tutte. O almeno credo."
- "Felicity!"
Oliver pronunciò quelle parole con un tono duro e risoluto.
- "Oliver, scusa. Stavo scherzando. Non volevo farti arrabbiare."
- "Eh? No, no. Non sono arrabbiato. E' che devo dirti questa cosa ma sembra che tutti mi remino contro!" Felicity lo guardava attentamente. "Ti devo una spiegazione per quello.."
- "Oliver.. non mi devi nulla! Per quanto è successo a casa tua, quella notte, ci siamo già chiariti. E quello che ci siamo detti quella volta, sull'isola minata, vale anche < questa volta >, no?" Quella di Felicity non era una vera e propria domanda. Era un'affermazione. Punto. Per questo aggiunse: "Torniamo a casa!" e si avviò al furgone.
Lui rimase lì, immobile. Anche Lei gli remava contro, purtoppo.
- "Oi! Ti dai una mossa? Sono io che indosso dieci centimetri di tacco e mi dovrei fermare ogni due secondi per riposarmi. Non tu!"
- "Eccomi!" la raggiunse, le pose il braccio e le disse: "Torniamo a casa."

 

Due ore dopo...

Quando Diggle entrò al covo, gli bastò guardare Felicity per capire che Lei sapeva già tutto.
- "Avevo fatto una copia dei dati presi alla TD Bank. Lyla stava male e così pensavo che avremmo potuto aiutarla noi." spiegò Lei.
Diggle la capiva benissimo. Quello che la bionda IT si immaginava di trovare tra i file recuperati erano conti bancari che risalivano a criminali o mafiosi o a qualche setta di killer professionisti di cui si dovevano sbarazzare. Sarebbe stata normale amministrazione per il team Arrow.
Ma quello che aveva letto era stato del tutto sconvolgente. 
- "Oliver lo sa?" domandò Diggle.
- "No. Non ancora."
- "Dobbiamo dirglielo."
- "Lo so."
Felicity guardò il suo amico prendere il cellulare e chiamare Oliver. - "Raggiungici al covo. Dobbiamo parlare." furono le uniche parole che disse.



Quando Oliver arrivò trovò Felicity, Roy e Diggle seduti agli angoli del covo, immersi in un surreale silenzio. Aveva capito che la situazione era seria già dalla chiamata di Diggle e il comportamento dei suoi amici fu la conferma che il suo intuito non sbagliava. 
- "Dalle vostre faccie mi pare di capire che la situazione è abbastanza seria. Non che mi aspettassi una bella notizia." cercò di scherzare Oliver. I tre non gli risposero, per questo li incitò: "Volete dirmi cosa diavolo sta succedendo qui?"
- "Si tratta dei dati che abbiamo recuperato per la Waller." iniziò Felicity.
- "Spiegati meglio."
- "La Waller ci ha ingannati, Oliver. Quei dati non servivano all'A.R.G.U.S. Tutto ciò che è contenuto nel computer della TD Bank era già nelle mani della Waller. Amanda voleva che noi ne venissimo a conoscenza. Che ne venissi a conoscenza."
- "Che la Waller giochi sporco non mi sorprende. E' nel suo stile." affermò Oliver. "E.. cosa dovrei sapere?"
- "Oliver.. la situazione è molto complicata." cercò di avvertirlo Felicity.
- "Felicity..." scandì Lui. "Di cosa si tratta?"
- "Della famiglia Merlin."
Oliver non ebbe bisogno di voltarsi. Era cresciuto con quella voce. Si trattava di Sara Lance. 
- "Oliver.. so che quello che sto per dirti ti sembrerà folle, ma devi credermi. Dovete credermi." aggiunse poi, rivolgendosi a Felicity, Diggle e Roy. "Malcom Merlin è vivo. E' a Corto Maltese. Si prepara a tornare. In grande stile, come suo solito. E' stata Moira ad avvertire la lega degli Assassini poco prima che Slade la uccidesse del fatto che quel lurido bastardo fosse ancora vivo." 
Si fermò per dare il tempo a Oliver di digerire la notizia. Come al solito Oliver non fece trapelare alcuna emozione. Nè il suo viso, nè la sua espressione lo tradirono.
- "E c'è dell'altro." continuò Sara. "Si tratta di Tommy. E' vivo. E' con Malcom. E' con loro che si trova Thea in questo momento."




Nota dell'autrice
Salve a tutti! Prima di tutto.. scusate per il ritardo. Più che ritardo è stato un lungo silenzio non dipeso da me, però. Il mio computer mi ha lasciato per un po' e nell'ultimo mese l'università ha assorbito molte energie cosicchè, anche se il capitolo era pronto, è stato un po' lì fermo, ad aspettare, prima di essere pubblicato! ;)
Fino ad oggi ogni capitolo (tranne il terzo e il quarto, che erano legati) trattavano un'avventura diversa del team Arrow. Ma da questo capitolo inizia una nuova fase della storia. Rientrano in gioco Sarah, Tommy ed altri personaggi. 
La mia ff è ambientata tra la seconda e la terza serie ma, come poi avrete modo di leggere, ciò che accadrà nei prossimi capitoli farà sì che, nel mio "mondo" non ci sarà la terza serie che abbiamo visto sul piccolo schermo. Le cose andranno un po' diversamente! Con questo... Spero di non deludervi!
Quindi.. alla prossima!!
Cristin_94
   
 
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