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Autore: Yami_No_Alice    29/12/2015    2 recensioni
Spesso Dio può cambiare la nostra vita, ma sta a noi decidere se in meglio o in peggio.
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Sette adolescenti, vite diverse, situazioni differenti, destini che si mescolano tra di loro. Troveranno la risposta ai loro quesiti. Come andrà a finire?
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Un viaggio all'interno delle vite più disastrose della nostra società.
Occhi che hanno visto di tutto, mani che hanno doccato di tutto e labbra che hanno detto di tutto.
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Quanto si può essere egoisti nel corso propria vita?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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«Kookie... Perchè hai questo livido?» tutta la felicità viene smorzata. Si avvicina cautamente verso di me e con un pollice mi sfiora la guancia.
Faccio un balzo «Ahi!»
« Kokkie, sei messo davvero male!» mi prende la mano e mi trascina dentro la chiesa «Adesso ti porto in sacrestia.» Raggiungiamo quella fatidica stanza e Jimin inizia a frugare con agitazione in un armadietto. Non dico una parola, sto semplicemente in piedi come un idiota a guardarlo piegato davanti a me. Quel vestito nero gli sta maledettamente bene...Aspetta, ma a cosa sto pensando? Dovrei darmela a gambe, se non voglio un livido da qualche altra parte.
«Dovrei avere un kit medico.»
Muovo un piede lentamente. Con la coda dell'occhio calcolo la distanza fra me e la via d'uscita. Saranno circa due metri; con una falcata raggiungo la porta e faccio per andarmene, quando una stretta si fa forte sulle mie spalle.
«Se proprio vuoi te ne vuoi andare... Ma lasciami almeno medicarti.» senza aspettare una risposta da parte mia Jimin mi fa sedere con la forza su una sedia, premendo con veemenza sulle mie spalle. Cerco di divincolarmi, ma lui mi blocca la testa afferrandomi per i capelli e, dopo essersi messo una strana pomata su due dita me la spalma dolcemente sulla guancia. Tutta la forza che aveva prima è sparita. Strano che non mi chieda come me lo sono fatto...Forse non vorrà mettermi a disagio.
Dopo aver finito di medicarmi si siede nella sedia di fianco a me, c'è una leggera aria d'imbarazzo tra noi, forse per la scena appena successa. Tiro su col naso, mi fa male la testa.
«Come mai eri fuori?» chiedo per iniziare la conversazione.
«Pensi che noi preti viviamo dentro la chiesa?» mi parla divertito «Questa è bella!»
«E allora dove vivi?»
«Vivo a cento metri da qui insieme a Jin e a il prete Eun-soo...E' una casa piccola per noi tre, ma non è niente male.»
«Come fai a vivere con quel Jin? Non ti stressa?»
«Jin non è cattivo...» sorride «E' solo pieno di preoccupazioni; Eun-soo è sempre via per qualche cerimonia e tutta l'amministrazione è in mano a lui. Ci ho fatto l'abitudine.»
Annuisco. Jimin è un ragazzo ammirevole, pensavo di essere sfigato ma nessuno si può trovare in una situazione peggiore della sua: vivere con una persona pedante come Jin e con un vecchio decrepito, inoltre, rimanere un verginello a vita. Io al suo posto sarei morto. Non sono mica un Casanova, anzi, ma le mie esperienze le ho avute anche io.
«Ora posso farti io una domanda?»
«Certo...»
«Che ci facevi fuori a dalla chiesa? Non è che vuoi diventare prete» afferma in modo sarcastico, dandomi una gomitata sul braccio.
«No hahaha, sto cercando un lavoro...Ma a quanto pare non c'è nessuno disposto ad accogliere un ragazzino che non ha neanche finito la scuola.»
Rimaniamo in silenzio per qualche minuto e ad un certo punto:
«Ho un'idea Jungkook!» mi afferra entrambe le mani con le sue, tutto contento «Che ne dici di lavorare qui? Potresti pulire i mobili e i pavimenti; inoltre potresti sistemare anche la casa dei preti, che è tutto un disastro!»
Non riesco a non contenere la mia gioia, iniziando a saltare come un pazzo per la sacrestia, per essere poi imitato da Jimin. Lo abbraccio forte. Mi ha salvato. Sento il profumo dei suoi capelli, sa di frutta. Vorrei che questo momento non finisca mai. Il suo caldo contatto su di me mi fa sentire protetto.
«E come farai con la mia paga?» continuo ad abbracciarlo « Dove li troverai i soldi?»
«Non preoccuparti, guadagno abbastanza soldi, inoltre la mia famiglia è benestante.»
Il nostro momento di intimità viene smorzato da un falso colpo di tosse. Entrambi ci voltiamo verso la figura che, a mani conserte, troneggia sulla porta della sacrestia.
«E così Jimin invece di fare i tuoi doveri stai qui con, com'è che ti chiamavi tu? Seong Kook? Ah no, Jungkook...Sia come sia, adesso inizia la messa delle undici e tu Jimin farai l'omelia.»
«Perdonami Jin, adesso vado.» si china di fronte al più grande e io faccio lo stesso in segno di rispetto, nonostante abbia una gran voglia di picchiarlo. «Kookie ti fermi sta volta?»
«Volentieri.» Voglio conoscere il suo mondo, voglio conoscere le sue passioni e voglio conoscere lui. Voglio instaurare un legame tra noi due...Lui mi ricorda mio fratello, alto, bello, sempre pronto ad aiutarmi...L'unica differenza è che non mi picchia. Sono sempre stato convinto che l'affetto comportasse la violenza, eppure Jimin mi dimostra il contrario.


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Finalmente la funzione è finita, è stata la cosa più straziante della mia vita. Noiosa, incomprensibile, mentre parlava Jin mi stavo letteralmente addormentando...Però, quando Jimin ha fatto quel bel discorso, ha catturato subito la mia attenzione. Energico, convincente e affascinante, solo queste parole non possono descrivere com'era in quel momento. Sono rimasto colpito.
Un'enorme massa di persone si precipita verso la porta e io tento disperatamente di raggiungere l'altare, dove Jimin sta conversando con Jin. Il più grande sembra arrabbiato...Che strano. Aspetto in disparte la fine della sua chiaccherata per poi precipitarmi verso di lui.

«Hey Jimin!» scuoto una mano in aria per farmi notare in mezzo alla folla.
«Jungkook! Sono qui!» lo raggiungo velocemente «Prendo il cappotto e ti accompagno fuori.» sale di corsa verso la sacrestia per poi tornare con addosso un cappotto nero (che fantasia...Non che io sia vestito meglio) che gli dona veramente molto; gli da un'aria da business man, anche se in realtà non è che un prete tutto preghiere e niente sesso. Passiamo per il lungo corridoio fianco a fianco. Usciamo dal portone e scendiamo a passo veloce la scalinata esterna.
«Ti accompagno a casa Kookie!» quanto mi piacerebbe, ma non posso, mio fratello è lì che mi aspetta e mi picchierebbe di sicuro se mi vedesse di nuovo con quel prete.
«Ehm, no...Meglio di no.» abbasso lo sguardo; mi vergogno.
Lui si avvicina a me e mi da una pacca sulla spalla. «Non fa niente.» parla in modo malinconico.
I miei occhi continuano a fissare il terreno.
«Domani presentasti qui alle nove...Poi ci accorderemo meglio sui turni. Giusto! Il lavoro!
«Certo Jimin.» mi ricordo improvvisamente della sua discurrione con Jin «Scusa se ti chiedo...E' a causa mia se Mr. Perfettino ti ha sgridato prima?
«Diciamo che vorrebbe che io spendessi i soldi che userò per darti lo stipendio in altro modo...L'idea del tuo lavoro non gli andava molto a genio.»
«Ho notato...»
«Però alla fine l'ho convinto!»

Mi sento...Amato.

«Jimin...Sei un grande amico; per me sei importante. Davvero.» lo abbraccio e affondo il mio viso nella sua spalla. Lo so che siamo davanti alla chiesa ma in questo istante non me ne può importar di meno. Lui in un primo momento rimane rigido, poi ricambia il mio gesto.
«Anche tu per me sei importane. Ti voglio bene Kokkie... Tu mi aprirai gli occhi verso il mondo.»

Tu mi aprirai gli occhi verso il mondo...E va bene Jimin, sarò la tua luce come tu sei stato la mia.
«Certo Jimin che a volte parli proprio come un vecchio.»
«Ehehe...Forse.»


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Raggiungo velocemente casa mia, appena entrato mi pervade l'odore di nicotina e marijuana. Sento un voce femminile, è lei.

«Sei tornato Jungkook!» Chae-rin, la ragazza di mio fratello, si avvicina a me sorridente
«Ciao! Dov'è mio fratello?»
«E' uscito con amici, per come lo conosco so che tornerà domani mattina...» la sua voce si fa cupa «Speriamo non combini niente...» Nota il mio livido e i suoi occhi si fanno tristi. E' a conoscenza degli abusi di mio fratello, ma se si mettesse contro di lui rischierebbe di essere picchiata. Chae-rin è come una madre per me e io ci tengo alla sua incolumità, non voglio che si faccia male, per questo l'ho convinta a non sgridarlo.
Annuisco.
«Ho saputo che stai cercando un lavoro...Com'è andata?» un sorriso si stampa sulle mie labbra, in ricordo della bellissima mattinata.
«L'ho trovato in una chiesa...Il prete è un tipo che conosco e il mio lavoro consisterebbe nel fare le pulizie a casa sua.»
«Sembra interessante!» mi afferra la guancia non ferita con la sua mano smaltata e mi da un buffetto in fronte.
«Non dirlo al Grande Capo però. Lui non vuole che frequenti i preti.»
«Va bene.» lo dice con una risatina malinconica «Dirò che hai trovato lavoro in un bar.»
«Grazie mille Chae-rin...Ah! Sta sera verranno Namjoon e Taehyung a bere qualcosa. Namjoon ha detto che ha guadagnato un bel gruzzoletto ieri sera.»
Il volto di Chae-rin si illumina «Namjoon...Da quanto non lo vedo! Sta sera salutalo da parte mia, mi raccomando!»

Namjoon e Chae-rin sono amici d'infanzia, e per molto tempo si sono esibiti insieme nei locali con il nome Rapmonster and CL... Erano davvero molto bravi e benvoluti, ma mio fratello dice che cantare è male e quindi ha costretto Chae-rin a smettere. Lei potrebbe non ascoltarlo, è di buona famiglia e potrebbe andarsene, ma non vuole lasciarmi da solo. Non vuole abbandonarmi.
Ricordo che per un po' ho provato dei sentimenti per lei, ci siamo pure baciati, ma alla fine avevamo deciso di non proseguire il nostro rapporto in quel modo per paura di mio fratello. Lui ama tanto Chae-rin e no posso fargli questo.

«Hey Jungkook, ho intenzione di preparare le frittelle. Mi dai una mano?»
«Subito!»



[TAEHYUNG]


Questi sono stati giorni veramente di merda per il mio Kookie, e mi dispiace davvero una cifra. Mi svacco sul divano nella mia casa lussuosa e sorseggio un po' della mia birra.

«Amorino di mamma! Oggi dobbiamo andare dal fotografo per il photobook del calendario, sii presentabile!»
«Si ma che palle!» questi fotografi di merda mi hanno veramente rotto il cazzo. Odio fare il modello, odio Dio per avermi creato con questa bella faccia che fa arrapare le ragazzine. Corro nella mia camera, lancio i vestiti che ho addosso sul letto, rimanendo nudo. Non me ne frega niente del disordine, tanto ci sono quelle donne di servizio. Mi vesto velocemente e mi dirigo alla macchina dove c'è quel manager scassapalle che mi sta aspettando.

«Allora spicciati...Quali sono i miei programmi per oggi?»
«Oggi nelle prossime due ore deve posare per il calendario, abbiamo anche degli scatti in intimo. Poi avrà una piccola intervista insieme al fotografo emergente che le farà il photobook. Tutto chiaro, signor Kim?»
«Basta che quegli stronzi si sbrighino, ho una appuntamento con gente alle sette. Tutto chiaro, essere insignifiante?» lo dico imitando il suo tono fastidioso.
Sento squillare il mio telefono. E' Namjoon!

«Ciao Namjoon, tutto bene?»
«Si si fratello. Volevo solo chiederti che tipo di snack volevi per stasera visto che sei schizzinoso hahaha...»
«Io? Schizzinoso? Ma hahahaha...Prendi quelli alla paprika. Comunque, hai sentito cos'è successo a Kookie?»
«Si fratello, poveretto. Vabbè dai, stasera gli tireremo su il morale con l'alcol!»
«Si certo, ci vediamo dopo allora. Stammi bene.»

Chiudo il telefono e mi guardo intorno sbuffando. Noto che siamo già arrivati a quell'edificio orrendo. Perché parlare con i miei amici è l'unica cosa che mi rilassa in tutta la giornata? Forse perché questo è un lavoro che odio. Entriamo nella casa e uno stuolo di stilisti e truccatori si fionda vero di me, senza neanche rivolgermi una fottutissima parola. Dopo venti minuti di pura tortura sono pronto e mi dirigo verso la stanza dove dovrei fare gli scatti, lì ci sono ad aspettarmi mia madre con il suo solito falso sorrisetto stampato in faccia, quel damerino del mio manager e un ragazzo di circa vent'anni.

«Signor Kim, questo è il nuovo fotografo, il signor Jung Hoseok.» afferma il mio manager.
«Piacere sono Hoseok.» mi tende la mano. Okay questo ragazzo mi sta già rompendo le palle. Quel sorriso, quelle labbra e quel fisico; vorrei saltargli addosso all'istante. Gli stringo noncurante la mano.
«Taehyung.»
«Bene Taehyung, adesso vai pure a metterti in posa.»

Gli scatti da vestito sono durati circa mezz'ora, una noia assurda. Quel ragazzo continuava a dirmi «Come sei bello!» o «Bravo continua così.» sembrava volerci provare con me, e questo ha fatto crescere la mia attrazione verso di lui. Ora è il momento degli scatti in intimo...Nulla di che, se non per la mia fottutissima erezione che ho tra le gambe a causa di quell'Hoseok.


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Ho passato l'inferno per fortuna. Né mia madre, né il damerino, né Hoseok si sono accorti del mio piccolo problema, a quanto pare. Mi rivesto con fretta e quardo l'orologio. Sono le 18.03, meno male, c'è ancora tempo. Adesso io e Hoseok abbiamo un'intervista con una giornalista. Solite cazzate, finti complimenti e congratulazioni, in dieci minuti avremo già finito.
Ci sediamo sulle sedie girevoli e la ragazza inizia a farci le domande stupide. Io rispondo a monosillabi, sono completamente scazzato, cerco di trattenermi dal guardare il volto di Hoseok.
Per distrarmi preferisco guardargli i piedi...Beh, magari anche le gambe...Beh, magari anche le braccia che sembrano muscolose...E le sue spalle...E il suo coll-


Il suo collo.



«Signor Kim?» la voce della ragazza mi richiama alla realtà.
«Prego?»
«Come vuole salutare tutte le sue fan?» sempre le solite cose.
Fingo un sorriso da bravo ragazzo. «Vi voglio un gran bene ragazze, siete l'aria che mi fa respirare e l'acqua che mi disseta.»

Finalmente è finita, mia madre mi invita verso la macchina e io faccio per raggiungerla, quando una mano forte mi afferra il braccio. Mi volto, è il fotografo.
«Taehyung, hai un minuto?» mi sta chiedendo se ho un minuto? Ma chi si crede di essere questo...
«Solo. Un. Minuto.» sottolineo, facendo cenno a mia madre di andarsene, facendole intendere che l'avrei raggiunta a casa in altro modo. Hoseok si siede in un tavolino bianco lì vicino. Faccio lo stesso sbuffando.
«Perchè menti?» rimango spiazzato.
«Riguardo a cosa?»
«Riguardo al tuo lavoro, si vede da un miglio che non ti piace.»
«Io faccio quello che mi pare. E tu chi cazzo sei per dirmelo?»
«Modera i toni.»
«Tu non dici a me di moderare i toni, froccetto.»
«F-froccetto?» boom, colpito e affondato.
«Il ciondolo che porti al collo rappresenta un arcobaleno. Lo danno in regalo con dieci birre in un bar per gay qui vicino per aiutare a riconoscere i propri simili.Di solito non lo si porta a lavoro. Scommetto che te lo sei messo perchè che stasera avevi in programma di scoparti qualcuno.»
Mi guarda spaesato, ho scoperto il suo segreto. I suoi occhi intimoriti si trasformano però in uno sguardo pungente e le sue labbra formano un sorriso perverso.
«E sentiamo Taehyung...Tu come faresti a sapere che questo arcobaleno simboleggia che sono gay?»
Mi alzo di scatto dal tavolo e afferro con forza quel ciondolo, tirando verso di me il volto di Hoseok. I nostri nasi si sfiorano e le nostre labbra si bramano a vicenda, il desiderio pervade i nostri occhi.

«Perché anch'io sono gay, froccetto.»
   
 
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