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Autore: jaspeg    30/12/2015    2 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Cosa? 
Ci fu qualche secondo di silenzio tra i due, quando.....
- Non sapevo che fosse lei la bambina degli esperimenti, fino a quando non sentii il suo nome al debutto in società durante la festa a palazzo
Il giovane scostò lo sguardo dal demone guardando il soffitto, perdendosi nei suoi pensieri e in quei ricordi che aveva cercato di dimenticare per anni 
- Però.... lei non ricorda nulla
- Se è per questo è meglio così, ma devi sapere che io non ho accettato questo incarico solo perché me lo ha ordinato la vecchia
- Allora.... qual'è il tuo obiettivo? 
Il ragazzo infilò la mano nell'interno giacca ed tirò fuori un biglietto da visita e lo lanciò al maggiordomo che lo lesse
- "Dottor Vander Hellsing" Primario psichiatrico e chirurgo? Se non ricordo male è uno dei nomi nella lista
- Esatto, ma.... è anche l'uomo che ha insistito perché io ed Alys finissimo in quell'istituto
- COSA!? 
In quel preciso istante il biglietto si carbonizzò tra le dita del maggiordomo 
- Ehi, sta attento o rischi di incendiare tutto. Comunque sia, sono qui per chiederti di non interferire con la mia missione
- Se non volevi che interferissi allora non avresti dovuto dirmelo!!!
- Si invece. Perché ho intenzione di usare Alys come esca per quell'uomo. 
Gli occhi del maggiordomo si incendiarono. Il solo fatto che volesse mettere in pericolo la sua padrona ancora una volta lo mandava in bestia
- Quando eravamo là, aveva un'ossessione per lei, tanto che le notti che si fermava nell'istituto, lui la fissava dormire anche per giorni interi. Se non sfruttassi questa opportunità non riuscirei più a prenderlo
- Per quale motivo? 
- Perché quando il progetto fallì è scappato in America cercando protezione laggiù
- Perché cercava protezione? 
Il ragazzo; puntò il suo sguardo iniettato di sangue
- La cosa non ti ruguarda
- Come sarebbe....
- SEBASTIAN!!!!
La voce innervosita di Ciel si sentì fino alla stiva e il demone se ne dovette tornare al suo ruolo di maggiordomo, ma prima di andarsene Shade poggiò la mano sulla sua spalla fermandolo 
- Se vuoi un consiglio; smettila di fingere di essere un'umano. Perché rischi di diventare come loro
Lui scostò la spalla parecchio infastidito dalle sue parole. Sembrava quasi che Shade avesse toccato un tasto dolente, però questo non lo fece vacillare nemmeno per un secodo 
- Ma figurati se io soffra per la perdita di un'insignificante umano 
Dopo quelle parole corse verso le scale per raggiungere il conte, mentre Shade rimase lì a pensare a quel discorso di poco fa. Era vero. Stava usando Alys come un'esca; inevitabilmente se le cose sarebbero andate storte avrebbe fatto la fine della carne da macello. Doveva pensare a come agire senza intralciare la missione ufficiale e anche a come tenere Alys al sicuro e sopratutto all'oscuro di tutto ciò.
Decise di avviarsi su per le scale andando a prendere una bella boccata d'aria fresca, in quel momento gli ci voleva proprio, ma quando stava per raggiungere l'uscita....
- Oh! Mi scusi
Un'uomo con gli occhiali tondi sulla cinquantina bloccò il passaggio al ragazzo in quella rampa di scale strette e Shade lo riconobbe subito; era lui
L'uomo che aveva fatto scempio del suo corpo e quello di Alys era lì davanti ai suoi occhi. In quel momento avrebbe potuto ucciderlo, ma c'era troppa gente e lo avrebbero notato. Abbassò lo sguardo per non far scorgere all'uomo i suoi occhi cremisi 
- Di nulla signore. Prego, passi pure
- Oh! Grazie mille giovanotto 
Questo gli diede una pacca sulla spalla, ma una volta allontanatosi il giovane gurdò il punto in cui lo aveva toccato con disgusto e si tolse la giacca lanciandola fuori bordo, dandola al madre. 



Poco dopo tornò alla sua cabina e con grande sorprese appena prì la porta vide tutta la sua roba sparpagliata e un cuscino completamente sventrato lasciando tutte le piuma in giro
- Ma che diavolo sta succedendo? 
Chiuse la porta e da sotto il gilé tirò fuori un pugnale dirigendosi verso all'armadio, l'unica cosa chiusa nella stanza e quando lo aprì scattò immediatamente
- TI PREGO NON FARLO!!!!
Lui si bloccò a pochi millimetri dalla sua fronte
- Katrin? 
- Ci... ciao
- Che diavolo ci fai tu qui? 
- Ecco.... Volevo venire anche io in America e così mi sono nascosta in una delle tue valigie
- In una delle mie....
A quel punto gli venne in mente le valigie dove teneva i suoi "attrezzi da lavoro" e corse a controllarle. Una era inevitabilmente vuota e l'altra c'erano degli abiti per lei 
- Dove sono le armi? 
- Ecco.... per l'appunto... Mi chiedevo perché ti portassi tanta ferraglia dietro
- Tu... Tu non hai idea di quello che hai combinato!!!
- Perché? Dopo tutto era una gita a New York
- Tu non... Ahrg! Non sono qui per una gita di piacere!!!
A quelle parole solo dopo un po la bambina metabolizzò che quella era una dei suoi famosi incarichi sotto copertura e questo la metteva in una posizione piuttosto scomoda
- Oh.... quindi; avevi una missione in Amarica
- Non in Amerca
- E allora dove? 
Lui incrociò le braccia e con una vene pulsante sulla fronte la guardava rimanendo in silenzio. Ci volle ancora qualche secondo prima che la ragazzina capisse che la missione non era a New York, ma sulla nave
- ODDIO!!!! E adesso che faccio? 
- Forse ho la soluzione



Dalla parta si sentì bussare insistentemente e visto che Sebastian era occupato a lavare il signorino Alys aprì al posto suo
- Si, chi è? 
Appena aprì la porta vide Shade di umore a dir poco nero e anche se con un po di disagio nella voce decise di chiedere lo stesso cosa gli fosse successo, ma solo dopo che la ragazzina uscì, la contessa capì la situazione 
- Ciao Alys
- Katrin? Ma che ci fai qui? 
- Si era nascosta in una della mie valigie
- Come? 
- Già....
Ci fu un profondo disagio fra i tre, fin che....
- Alys, chi è alla porta? 
Dal bagno non uscì Ciel con indosso solo l'accappatoio e un'asciugamano in testa con l'intento di asciugare i capelli 
- Ka... Katrin?!
La piccola salutò 
- Ma... ma.. ma che ci fai tu qui? 
Era diventato completamente rosse, mentre lei felice di vederlo entrò superando i due ragazzi e gli diede una pacca sulla schiena
- Haha! Sei sempre il solito scemo. Se non calcoli le cose alla fine ti ritrovi nel pallone. Che facevi di bello? 
- Io....
- Ah! Che domanda stupida. Però ora che ci penso tra noi due quella che ha più bisogno di un bagno sono io. Ti va di farlo insieme? 
- Co... come? 
A quella richiesta il conte indietreggiò inciampando, finendo a terra 
- Se vuoi puoi farlo qui
- Come? 
Dal bagno in quel momento uscì Sebastian e senza troppi problemi si offrì di preparare un'altro bagno, ma quando vide Sahde il suo sguardo si fece torvo, come quello di Shade del resto, ma i presenti se ne accorsero e così Alys prese il giovane e lo portò fuori. Lo trascinò fino al ponte e poi si fermò 
- Dalla vostra faccia direi che più di chiarirvi vi siate deliberatamente dichiarati guerra
- In un certo senso è così 
Il suo sguardo era deluso, ma ben presto si risollevò cambiando discorso
- Sono contenta che ci sia anche Katrin, sarà bello vederla andare con Ciel al ballo
- Non doveva andarci Lizzy? 
- Si, ma vista la situazione non possiamo cambiare i nostri piani. Sono quasi sicura che lei sappia della missione e che tu l'hai istruita a dovere sul da farsi
Sfortunatamente pensava male, ma su una cosa aveva ragione; Katrin sapeva come muoversi in certe situazioni e probabilmente se Ciel l'avesse avuta accanto avrebbe avuto più possibilità di successo, senza contare che il maggiordomo avrebbe dovuto occuparsi, non di uno, ma ben due persone, in questo modo lui avrebbe potuto usare Alys per attirare Hellsing.
Inizialmente il suo piano era cavarsela da solo col dottore, ma visto che la stuazione aveva volto in una direzione diversa non aveva altra scelta che sfruttare la situazione a suo vantaggio, anche se implicava mettere in pericolo più un'innocente.
Doveva solo fare in modo che collaborasse sapendo il meno possibile.
- Si infatti
- Capisco. Domani sera c'è il ballo hai qualche preferenza di abito per la festa? 
- No, metti pure quello che ti pare
- Ne sei sicuro? 
- Si 
Gli sorrise e poi se ne andò in camera 
- Va bene 
Gli piaceva quando lei sorrideva, ma in quel momento aveva altro a cui pensare. Decise di lasciare Katrin nelle mani dei Phantomhive, mentre lui avrebbe potuto occuparsi dei preparativi per la sera dopo. Una volta in camera cercò in tutti i suoi abiti le armi nascoste che usava in caso di emergenza. 
Non erano molte, ma sufficienti per ammazzare una dozzina di uomini ad una certa distanza e difendere se stesso e la contessa. Aveva ben calcolato i tempi di azione: per prima cosa si sarebbe fatto vedere con Alys presentandola ai dottori; era sicuro che appena il dottore avesse sentito il nome della ragazza sarebbe venuto a cercarla, secondo; lo avrebbe portato il un luogo isolato durante l'esibizione. Però un problema rimaneva; come avrebbe tenuto fuori dal massacro la giovane Phantomhive?
Doveva pensarci molto attentamente; grazie alla rimozione chimica della memoria era riuscita ad avere una vita abbastanza normale, ma conosceva il rischio che un trauma violento avrebbe potuto far riemergere quei ricordi e mutare una parte della personalità della ragazza. 
Forse era il caso di prendere in considerazione il maggiordomo nel piano, ma sarebbe stato il caso? 
Non sapeva che fare. Era la prima volta che si preoccupava per qualcuno e la cosa non gli piaceva, non si era mai occupado di nessuno al di fuori di se stesso.
Fu allora che la sua mente tornò a navigare nei meandri dei suoi ricordi.... a quelle notti 








30 novembre 1879, periferia di Londra, istituto Asgarm 20:47
- I soggetti sono pronti? 
- Si dottore e in stanze separate come ha chiesto lei 
- Molto bene 
L'equipe medica seguì il primario in delle stanze a chiusura blindata sotto l'edificio. Serrarono tutte le porte raggiungendo le stanze dei due soggetti. 
Nella prima c'erano giocattoli e un letto in ferro verniciato di bianco. Sembrava una cella, ma tutti quri giocattoli colorati smorzavano quella sensazione di sterile che dava lo spazio in se.
Nella seconda a parte un letto non c'era altro, a differenza della precedente questa non aveva giocattoli; gli unici effetti erano un coltello, una scatola e un piccione morto e aperto con degli organi che fuoriuscivano, mentre le pareti un tempo sterili erano macchiate di un lieve rosato, segno che erano state più volte ripulite, anche se inutilmente. 
In queste vi stavano una bambina e un bambino della stessa età. Lei con gli occhi blu come l'oceano e lui rossi, come il sangue. Erano completamente opposti, ma col medesimo mistero che quei medici cercavano di scoprire
- Prendeteli e portateli nella stanza della sedia
- Si dottore


Per primo andarono dal ragazzino. L'uomo entrò, mentre il piccolo gli dava le spalle infierendo sul cadavere dell'animale 
- Soggetto 1 devi venire con me
- è morto
- Come? 
- Voglio un'altro animale. Questo non ha vissuto sufficientemente a lungo
- Forse non dovevi ucciderlo
- Io non volevo ucciderlo
L'uomo lo guardò con disgusto mentre teneva in mano degli strani strumenti proveniente dall'oriente per la tortura 
- Sta zitto mostro! è ora di andare 
Allungò la mano per afferrarlo, ma questo l'allontanò in malo modo con uno schiaffo
- Sè, sè! Come ti pare
I due uscirono e si avviarono lungo un corridoio umido e grigio fino ad una stanza con la porta in ferro spessa 10 cm. Appena l'aprì al centro della sala bianca c'era una sedia con attaccati delle cinghie in cuoio e molte cose in ferro che pendevano da dei ganci sul soffitto, mentre all'angolo della stanza c'erano delle anguille elettriche in una vasca collegata a dei cavi di rame fasciati tra di loro.
Il ragazzino strinse i denti e fece un passo indietro
- Dove credi di andare? 
Dandogli un calcio lo fece cadere in ginocchio, lo prese e lo mise sulla sedia cominciando legarli i polsi sui braccioli della sedia 
- Levami le mani di dosso!!!
- Stattene buono moccioso 
Mentre stava per legarle anche l'altro bracciò il bambino morse l'arto dell'uomo, ma fu allora che dalla porta entrò un'altro medico con la bambina. Appena i due si videro sbarrarono gli occhi. Non sapevano dell'esistenza ne dell'uno e ne dell'altra
- Che... che significa? 
La bambina non riuscì a pronunciare altre parloe. Non sapeva che oltre a lei ci fosse qualcun'altro in quel posto
- Chi... chi sei tu? 
La bambina strinse i pugni facendosi coraggio 
- A.. Alys Phantomhive e tu? 
- Sha...
- ORA BASTA!!! Vieni con me. Tuo padre è venuto a prenderti 
- Ma....
Il primario prese la bambina portandola via e lui......
- Azionate la macchina 
- AAAAAAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!


Una settimana dopo Alys era tornata alla clinica a farsi "curare" e come ogni volta. 
Il dottor Hellsing prese in custodia la bambina come ogni volta, ma questa volta Vincent lo fermò
- Dobbiamo parlare 
- Di cosa? 
Vincent prese la figlia da parte
- Tesoro aspettami qui. Io devo parlare col dottore
- Va bene papà
Stava per andare quando la bambina non gli prese una delle maniche 
- Non litigare, lo sai che non è una cosa giusta 
L'uomo le sorrise dolcemente accarezzandole la testa 
- Non ti preoccupare 
Dopo di che andò nell'ufficio del primario e chiuse a chiave 
- Mia figlia mi ha detto che in questa struttura non state curando solo lei 
Era quello che temeva il dottore, ma aveva la risposta pronta per evitare che Vincent le portasse via la piccola per sempre 
- è solo un povero ragazzo demente che usiamo come cavia per testare in modo sicuro le capacità di vostra figlia. Non ha famiglia ne niente, stia tranquillo; abbiamo preso questa precauzione in modo che sua figlia non crei problemi permanenti su degli innocenti 
- E per questo usate un ragazzo demente?
- Non è il primo. 
- Che cosa? 
L'uomo aprì uno dei cassetti della sua scrivania e tirò furi dei moduli di pazienti praticamente sconosciuti e li mise davanti a Vincent
- Che cosa sono?
- I fascicoli di tutte le persone che vostra figlia ha curato
- Che cosa? 
Il dottore sapeva benissimo che se il conte fosse stato messo davanti alla possibilità che la figlia fosse necessaria alla corona e che non avrebbe corso rischi non si sarebbe tirato indietro. Il padre della piccola li prese e li esaminò attentamente, intanto.....


- Uffa! Ma quanto ci mettono? 
La piccola scese dalla sedia che era accanto all'ufficio del suo dottore e comiciò a curiosare in giro tenendo stretto il suo draghetto di pezza cantando una canzone in quei corridoi vuoti, ma anche se non c'era anima viva per quel labirinto qualcuno la sentì.
La voce si stava avvicinando sempre di più alla stanza da Shade e mentre la piccola cantava non si rese conto di essersi persa. 
Spaventata cominciò a cercare una via d'uscita, ma non c'era nessuno, quando non sentì dei rumori che provenivano da una porta blindata, si avvicinò e notò che era chiusa da dei grossi chiavistelli. Poggiò l'orecchio su di essa e sentì che qualcosa all'interno della stanza si stava veramente muovendo, così decise di aprirli e chiedere aiuto. 
Una volta aperta quello che le si parò davanti era il ragazzino che aveva visto la settimana prima
- Tu? 
- Ma che.....
- NO!!! Fermala!!
Il ragazzino corse verso la porta per evitare che si chiudesse, ma non arrivando in tempo li rinchiuse entrambi
- MERDA!!! CAZZO!!!!!
Cominciò a dare pugni e calci alla porta per la rabbia di non essere scappato quando ne aveva potuto avere l'occasione. Una volta che si fu calmato a sufficienza fece un respiro profondo e si voltò verso di lei 
- Cosa ci fai qui? 
- Mi... mi sono persa e.... sono finita qui 
- Merda! 
Lei non capiva perché si agitasse tanto e così decise di dire qualcosa che avesse potuto calmarlo
- Non ti preoccupare. il mio papà verrà a tirarci fuori da qui 
- Tuo.... Ma che sei scema? Hai idea di quello che succederà se ci trovano insieme? 
- No
Il ragazzino sgranò gli occhi incredulo e anche un po rassegnato
Alys si guardò in torno e vide degli strani oggetti sporchi di sangue sul pavimento. Si avvicinò incuriosita e ne prese uno
- Cosa sono questi ferri? 
- Come? 
Lei glie ne mostrò uno per smorzare un po la frustrazione del suo coetaneo, lui abbassò lo sguardo per osservare attentamente quale fosse
- Sono strumenti provenienti dalla Cina. Servono a far parlare le persone
- Davvero?
Appena il ragazzino alzò lo sguardo su di lei, le vide gli occhi brillarle. Era la prima volta che qualcuno lo gauardava così, di solito i suoi cugini e gli zii lo guardavano con disgusto e paura, ma lei lo guardava affascinata. Probabilmente però non aveva ben capito a che senso di parlare si riferisse, però non voleva essere guardato con quegli occhi
- Si
- Cos'altro hai qui? 
- Nulla di particolare
- Ma non hai nemmeno un Peluche? 
- No
- I tuoi genitori non hanno i soldi per prendertene uno? 
Ci fu un'attimo di silenzio in quella stanza, l'un ca cosa che si udiva era i loro leggeri respiri, ma poi quella risposta arrivò
- Io non ho i genitori
Lei sgranò gli occhi incredula. La stanza piombò nuovamente nel silenzio, Shade alzò lo sguardo e quasi non cadde nel panico; lei aveva gli occhi gonfi di lacrime e poco dopo scoppiò in un copioso pianto facendolo pietrificare. Non era abituato a certe reazioni, non sapeva come comportarsi; di solito i suoi coetanei piangevano perché lui gli aveva fatto male o gli aveva fatto paura, ma questa volta non aveva fatto nulla e non sapeva quale fosse la causa di quella situazione 
- Pe... perché piangi? 
Era carinissimo con quel braccio alzato quasi da proteggersi sa quella tempesta di emozioni e con quella la gamba pronta a fare un passo indietro era proprio una scena che mai la regina Vittoria si sarebbe immaginata
- WAAHH!!!!! Tu... tu non hai i genitori!!!!
- Eh? Aspetta... è per questo che piangi? 
- SIIII!!!!!! WAAHH!!!!
In quel momento quasi non gli cascavano le braccia. Era la prima volta che qualcuno piangeva per lui e per la sua situazione, di solito tutti gli dicevano che se l'era meritata e che le persone come lui non sarebbero mai dovute nemmeno nascere, quini era spiazzato da quella situazione.
Si avvicinò a lei dandole un fazzoletto che teneva nei pantaloni
- Non devi piangere per me. Io sto bene
- Ma.... sei solo
Quelle parole lo colpirono in un punto che nessuno era mai andato a segno, nemmeno i dottori che cercavano di schiacciarlo sotto la loro volontà, ma quella bambina ci era riuscita
- Co... come hai detto di chiamarti? 
- Alys... sig! E tu? 
- Io sono Shade
Le porse la mano e lei anche se un po titubante la prese; quando la porta non si sbarrò ed entrarono il dottore e Vincent
- Alys!
- Papà!
La bambina lasciò la mano del suo nuovo amichetto e corse ad abbracciarlo, ma quando lei raggiunse il padre il dottore diede un calcio nello stomaco del piccolo
- NO!!!! CHE FA? 
- Le salvo la vita my lady
Indicando uno degli attrezzi cinesi che il bambino teneva in mano. Con uno schiocco di dita altri due medici lo presero portandolo via
- Dove lo portate? 
- Dove merita di stare
Il dottore seguì gli altri due suoi assistenti che lo portarono in una stanza. Alys si liberò dall'abbraccio del padre e li seguì fino a quella stanza. La stanza della sedia che la tormentava nei suoi incubi più vividi e quando vide che ci misero lui legato saldamente a quell'affare infernale non riuscì a trattenere le sue paure e così cercò di fermarli
- NO! Aspettate!!! Non possiamo lasciarlo lì
Il dottore la fermò portandola 
- Non preoccuparti tesoro. Lui merita quella sedia 
- No... no! NO!!! LASCIAMI ANDARE!!!!!!
Nonostante il bambino si dimenasse fino a farsi uscire il sangue dai polsi a causa dello sfregamento con le cinghie di cuoio, non riusciva a liberarsi 
- SHADE!!!!!
- SCAPPA STUPIDA!!!!!
E poi.... il buio. Quando Sahde si riprese dall'esperimento con la sedia, era nella sua stanza come ogni giorno, senza sapere se fuori fosse sorto il Sole o la Luna, ma in quello spazio vuota c'era qualcosa di diverso, in quello camera bianca e sterile c'era un peluche nero, una specie di lucertola salamandra..... un draghetto che era stato messo lì con cura da qualcuno. 
Si alzò un po barcollante e si avvicinò per guardarlo meglio e sotto il pupazzo c'era un biglietto scritto con una calligrafia infantile, ma con parole che nessuno gli aveva mai rivolto con sincerità prima di quel momento: "Spero che lui ti aiuti più di quanto ho fatto io. Buon Natale"
- Natale.....














Scusate lo stratosferico ritardo, ma uno stage mi ha portato via molto tempo e molte energie. Volevo augurarvi buon Natale (in ritardo) e buon anno nuovo
  
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