Raggomitolato sul suo letto, ben
abbracciato alle sue ginocchia, Kageyama guardava con disinteresse la
televisione. Aveva deciso di dichiararsi a Cassandra, ma più ci pensava e più
si rendeva conto di non sapere cosa dire, dove farlo e come comportarsi, ma
soprattutto non sapeva a chi chiedere consiglio. Chiamare i suoi nonni solo per
informarsi su come si fossero conosciuti gli sembrava inappropriato ed
imbarazzante. Così, ricordandosi qualche conversazione tra ragazze che aveva
colto a scuola, aveva deciso di cercare consiglio in qualche film o telefilm
romantico. Trovarne uno non era stato per niente difficile, gli era bastato
fare qualche minuto di zapping e così, per ingannare l’attesa fino al ritorno
dell’amica, si era messo a guardarlo, ma tutte quelle situazioni poco credibili
e melense lo avevano stancato dopo pochissimo.
A quanto pare quello che aveva
trovato era un telefilm abbastanza lungo, infatti non capiva niente della
trama, ed in più la puntata che stava andando in onda non conteneva nessuna
dichiarazione, solo un disperato tentativo di un ragazzo di non farsi mollare
dalla sua fidanzata.
“Non
puoi lasciarmi!”, gridava l’attore sotto la pioggia ad una ragazza che stava
entrando in una limousine, “Tu sei tutto
il mio mondo!”.
Reiji sbuffò, poco impressionato:
come poteva qualcuno restringere il proprio mondo ad una sola persona? Gli
sembrava qualcosa di stupido ed una vera esagerazione, per rendere possibile
qualcosa del genere bisognava smettere di uscire di casa, di fare ed
interessarsi a qualsiasi cosa ed escludere dalla propria vita chiunque tranne
la persona amata, per poi basare ogni azione della propria giornata sul
pensiero del proprio interesse romantico.
Non è esattamente quello che stai facendo tu?
Kageyama avvampò a causa di quel
pensiero che sembrava essersi formato spontaneamente nella sua testa. Ma no, la
sua era una situazione completamente diversa! Si era sì isolato, ma non certo
per Cassandra. Era vero però che tutti le decisioni che aveva preso negli
ultimi tempi le aveva prese per la ragazza o grazie a lei. E poi che c’era di
sbagliato nel rendere la castana il suo mondo? Lei era gentile con lui,
comprensiva e paziente come nessun altro era mai stato, non aveva bisogno delle
altre persone, Andrei era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Certo, lei può essere il tuo mondo, ma tu non sei il suo.
Reiji si morse il labbro: era vero
anche quello, la sua stessa presenza lì confermava quel suo pensiero. A differenza
sua Andrei aveva degli amici, degli interessi e delle attività da mandare
avanti, nonostante le attenzioni che gli riservava Kageyama era sicuro che la
ragazza non aveva occhi solo per lui. Ma in fondo era anche per questo che si
voleva dichiarare, così da avere con lei un legame più solido che non venisse
minato da altre “distrazioni”. Questo però lo riportava al punto di partenza:
come fare, cosa dire?
Andrei,
tu sei il mio mondo, mettiti con me!
No, una cosa del genere era troppo
patetica, non avrebbe mai funzionato. In quel momento il ragazzo sentì che la
porta della camera si stava aprendo e, preso dal panico, afferrò alla velocità
della luce il telecomando e spense la televisione giusto un attimo prima che
Cassandra entrasse nella stanza.
-Oh, ti ho disturbato?
Kageyama scosse la testa, mostrando
un sorriso nervoso.
-No, no, figurati! Voi avete finito
di parlare delle vostre cose?
Cassandra annuì, sorridendo in
maniera molto più naturale rispetto al suo amico.
-Sì, sono venuta a prenderti per
andare a cena. Gli altri sono andati a prendere un tavolo, li raggiungiamo?
Reiji trattenne a malapena un sospiro
e si alzò dal letto, avvicinandosi alla compagna.
-Va bene, andiamo…
La castana iniziò a fare strada e
il ragazzo ne approfittò per guardarsi intorno: anche quel grande e lussuoso
hotel gli ricordava quanto il mondo di Cassandra fosse vasto e a lui
sconosciuto. Tutto lì era in stile occidentale, molte cose per Kageyama erano
strane e bizzarre, eppure quella erano le cose a cui la sua amica era abituata.
Lui invece non sapeva nemmeno pronunciare correttamente il nome della sua
compagna.
-Cassandora Andurei…
-Mh? Mi
hai chiamata?
-No, non ho detto niente!
Reiji deglutì a fatica: non andava
bene, per quanto lui preferisse il silenzio alle chiacchiere, in quel momento
doveva parlare. Doveva trovare un appiglio per potersi dichiarare, inoltre
chiedere qualcosa alla sua amica non gli avrebbe fatto male.
-Allora… Questo posto ti piace?
-Certo! È così lussuoso e
sfavillante, non è un posto in cui si alloggia tutti i giorni!
-Casa tua è molto diversa da questo
posto? Intendo quella che hai in Italia…
-Beh, sì! Non abbiamo una vera e
propria casa, i miei nonni hanno un piccolo allevamento, quindi è tutto molto
rurale. Ma in Italia gli stili delle case cambiano da regione a regione, è
difficile da immaginare per chi non le ha mai viste! Comunque io la trovo una
casa fantastica, anche se non è un palazzo come questo.
Il ragazzo fece una smorfia: altre
cose che non condivideva con la sua amica, iniziava a pensare che forse tra
loro non avrebbe funzionato.
No,
Cassandra è la cosa più bella che mi è mai capitata nella vita, non voglio
perderla!
Kageyama cercò di non far morire la
conversazione, ma quando raggiunsero gli altri non si sentì più di dire nulla.
Durante la cena il castano non spiccicò parola, preferì ascoltare il gruppo di
amici che rievocava storie sulla loro infanzia, era comunque un modo per conoscere
meglio Cassandra, ma ad un certo punto quel suo silenzio attirò l’attenzione
degli altri.
-Scusa, ti stiamo annoiando?
Reiji sussultò, colto alla
sprovvista.
-No, anzi. È piacevole ascoltarvi…
Dalila si chinò in avanti,
sorridendo.
-Perché non ci racconti anche tu
qualcosa?
Il ragazzo aprì la bocca, cercando
qualcosa da raccontare, però gli tornavano in mente solo cose spiacevoli che
non voleva condividere.
-Una volta ha quasi rotto una gamba
ad un suo compagno di squadra.
Istintivamente Kageyama si girò
verso Andrei, che aveva parlato al posto suo, per risponderle come rispondeva a
tutti quando tiravano fuori quell’episodio.
-Non l’ho fatto apposta, mi
intralciava!
Il gruppo rimase in silenzio per un
secondo, per poi scoppiare a ridere.
-Cavoli, dall’aspetto non sembri
uno in grado di spezzare le gambe a qualcuno, devi essere forte!
-Oh sì, in campo è un fenomeno! Quando
lo fanno giocare…
Questa volta fu Nikolas a parlare.
-Quindi fai sport? A cosa giochi?
Reiji esitò prima di rispondere: di
solito quando diceva che giocava a calcio qualcuno diceva “oh, come tuo padre”,
mettendolo estremamente a disagio.
-Io… Io gioco a calcio.
Abigail sorseggiò un po’ di tè prima
di intervenire.
-Calcio, eh? In America non è molto
apprezzato, di solito è uno sport considerato da ragazze.
-È perché gli americani sono dei violentoni fissati con il football.
L’italiana venne guardata malissimo
da entrambe le sue amiche.
-Ehi, lo prendiamo come un insulto,
sai?
Il gruppo scoppiò nuovamente a
ridere e questa volta anche Kageyama abbozzò un sorriso: alla fine non era così
male stare con loro.
Finito di cenare i ragazzi
tornarono nelle rispettive camere per andare a dormire. Reiji però andò di
nuovo sul terrazzo a pensare: rendere una persona tutto il proprio universo
poteva sembrare un’idea romantica, ma era chiaro che non era una cosa sana.
Però Cassandra era felice nel suo mondo, con lei tutto sembrava più bello e
luminoso, da piccola aveva vissuto delle belle esperienze, aveva dei buoni
rapporti con i suoi parenti ed anche i suoi amici non erano male. Lui non
poteva chiudersi completamente intorno alla sua compagna, ma forse poteva
entrare a far parte del suo di mondo.
Andrei intanto in camera si stiracchiò.
-Che ne dici se andiamo a letto
Kageyama?
Il castano non aveva alcuna voglia
di andare a dormire, il giorno dopo sarebbero andati al mare e chissà quando
sarebbero riusciti a stare di nuovo da soli. No, doveva prolungare la serata e
riuscire a dirle ciò che provava per lei.
-Non lo so… Mi accompagni a fare un
giro?
Cassandra rimase sorpresa dalla
richiesta, ma acconsentì ed i due uscirono nel giardino dell’hotel. Per quasi
tutto il tempo nessuno dei due disse nulla ed Andrei, trovando l’atmosfera un
po’ pesante, cercò qualcosa per iniziare una conversazione.
-…Oh, guarda che bel gatto!
La ragazza si avvicinò al felino per farci amicizia, mentre Reiji rimase
indietro a guardarla. Ormai era sicuro: doveva dichiararsi in quel momento, era
un “ora o mai più”, doveva solo raccogliere tutto il suo coraggio e parlare.
-A-Andrei!
Cassandra si girò, colta alla
sprovvista dal tono di voce insolitamente alto dell’amico.
-Kageyama…? Cosa c’è?
Il ragazzo aveva chiuso gli occhi,
nervoso. Sentiva il cuore battergli all’impazzata ed aveva l’impressione che il
suo viso stesse per andare a fuoco, ma ormai aveva iniziato e non poteva, anzi,
non doveva tirarsi indietro.
-T-Tu mi piaci molto! Sei tutto il
mio mondo!
Reiji si maledisse mentalmente per
aver detto quell’ultima cosa, era terribilmente imbarazzante e gli riportava
alla mente tutti i discorsi ed i dubbi che gli erano venuti quella sera.
Cassandra intanto si era riavvicinata a lui e, delicatamente, gli diede un
bacio sulla guancia. Kageyama riaprì gli occhi e la sua mente si svuotò di ogni
pensiero di fronte alla vista della sua compagna imbarazzata e rossa quanto
lui.
-A-Anche tu mi piaci molto,
Kageyama…
Il ragazzo provò uno strano senso
di leggerezza sentendo quelle parole, ma poi si ricordò di dover chiedere a Cassandra
la cosa più importante.
-V-Vuoi essere la mia ragazza?!
La castana ridacchiò, divertita dal
fatto che, per l’imbarazzo, Reiji continuasse ad urlare, preso com’era dall’emozione.
-Sì, per me sarebbe un onore…
Kageyama era sicuro di non essere
mai stato così felice in vita sua, ma nonostante questo il suo corpo reagì male
all’emozione ed il ragazzo si piegò in due, cercando di contenere la nausea.
-Credo di star per vomitare…
Andrei gli accarezzò la schiena,
cercando di aiutarlo.
-Beh, cerca di non farlo qui o attirerai
una marea di gabbiani!
Il ragazzo si girò verso la sua neo
fidanzata, chiedendole con lo sguardo se davvero stava pensando ai gabbiani in
un momento del genere. Cassandra rise, sempre rossa per l’imbarazzo.
-Scusa, è che quando sono
emozionata tendo a fare battute stupide per sdrammatizzare…
-Mi piace quando cerchi di
sdrammatizzare… In realtà mi piace tutto di te…
La castana non commentò oltre, era
troppo elettrizzata per farlo. Aspettò semplicemente che
Kageyama si sentisse abbastanza
bene per stare di nuovo in piedi, poi lo prese per mano.
-Torniamo in camera? Non dovremmo
essere fuori a quest’ora e penso di aver già sopportato troppe emozioni per stasera!
Reiji annuì e si fece guidare da Cassandra verso la loro camera. Quella
vacanza era iniziata con il piede sbagliato, ma con ciò che era riuscito a fare
quella sera il ragazzo era sicuro di essere riuscito a trasformarla nella più
bella vacanza della sua vita.
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Angolino rotondo
Sì, ormai pubblico questa long due volte
all’anno. MA NON PENSIAMOCI, SI SONO MESSI INSIEME, FESTEGGIAMO! Io sono in
super ritardo per una festa quindi sarò super breve. Proposito per l’anno
nuovo: finire questa fic! Spero che il capitolo sia
piaciuto!
Ci sentiamo
presto,
-Lau ° 3 °