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Autore: Mayth    01/01/2016    2 recensioni
Ambientata in quel post Days of a Future Past che non esisterà mai: in cui Charles ed Erik si incontrano per Capodanno.
❖ «Era una promessa» rispose l’altro, alzando il gomito per sbirciare l’orario. «Potrebbe diventare una consuetudine»
Charles annuì. Lasciò che l’atmosfera lo rilassasse, poggiandosi con più comodità sulla sedia e lasciando che le onde dei pensieri di Erik lo cullassero. Mancava ormai poco tempo all’inizio del nuovo anno.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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-  s o t t o   l e   s t e l  l e   d i    B o s t o n  -

 

 

 

I miss your early morning company

If you get me

You are my favorite “what if”  

You are my best “I’ll never know”

- Fall Out Boy; 4th of July -

 

 

 

 

Una ventata piena di salsedine lo distolse dai propri turbolenti pensieri, scomponendogli le ciocche di capelli che da poco tempo avevano trovato di nuovo un loro ordine. Si strinse maggiormente nel cappotto, maledicendosi per non aver portato con sé un paio di guanti e una sciarpa, nonostante conoscesse alla perfezione quanto il freddo e l’aria umida di mare lo facessero rabbrividire.

Il panorama di Boston gli illuminava il volto; piccoli bagliori di luce si riflettevano sulla superficie del mare, mentre i palazzi oltre l’Harborwalk si estendevano sino al cielo e salutavano dall’alto l’ennesimo gelido inverno. Charles guardò impazientemente l’orologio, seguiva con gli occhi la lancetta dei secondi e si chiedeva se sarebbe mai arrivato, se avrebbe mantenuto la sua promessa. Alle sue spalle, da alcuni bar un poco più lontani, lo raggiungevano una miriade di voci e menti febbricitanti, colme delle più svariate esclamazioni e gremite di una felicità che, Charles lo sapeva, era tanto effimera quanto importante. Per una sera tutte quelle persone attendevano la mezzanotte, e bisognava accogliere con un sorriso il futuro.

Il futuro, pensò lui sorridendo. La sola idea gli sembrava bizzarra, e nella solitudine si riscopriva a pensare alle possibilità che aveva scorto nella mente di Logan e nella sua, lontano in un futuro oramai passato. Si chiedeva se gli errori di Washington, se la scelta di Raven e la disfatta del piano di Erik avessero avuto un impatto migliore negli anni a venire. E arrivato ad Erik si faceva sfuggire il principio di un sorriso, mai pentendosi di averlo fatto evadere, non veramente. Sapeva che era inutile continuare a chiedersi del perché delle azioni di Erik, preferendo quindi concentrarsi su quel piccolo barlume di speranza che nei ricordi di Logan lo aveva abbracciato.

(Perché tu ed Erik mi avete mandato indietro insieme.)

Era impaziente, il cuore gli martellava nel petto e la consapevolezza di trovarsi da solo ad osservare l’acqua gli apriva una voragine vicino al cuore. Sul suo polso, la lancetta dei minuti scattò un’altra volta, segnando i due minuti prima della mezzanotte.

«Stai tremando dal freddo, vecchio amico», alla voce spiccia e roca dietro di lui seguì una mano sulla spalla. Charles fece scattare il capo alla sua destra, dove la figura di Erik slittava su ogni altra cosa e il ronzio chiuso della sua mente vibrava nell’aria. Una grossa sciarpa purpurea gli lambiva il collo e le mani erano ben coperte con dei guanti in pelle. Charles scrollò le spalle, non davvero toccato per il suo benessere, e lo invitò ad osservare le stelle luminose che quella sera riempivano il cielo.

Non c’erano nuvole, quel capodanno, solo una lunga distesa di punti scintillanti.

«Non pensavo saresti venuto» gli confidò, sinceramente. Nella tasca del cappotto aveva ancora la lettera che qualche settimana prima Erik gli aveva inviato. Erano solo poche parole, ma Charles aveva letto in quella frase l’apertura di una nuova porta.

«Era una promessa» rispose l’altro, alzando il gomito per sbirciare l’orario. «Potrebbe diventare una consuetudine»

Charles annuì. Lasciò che l’atmosfera lo rilassasse, poggiandosi con più comodità sulla sedia e lasciando che le onde dei pensieri di Erik lo cullassero. Mancava ormai poco tempo all’inizio del nuovo anno.

«Non pensavo avresti accettato» disse Erik con calma, reclinando la testa. Charles scrollò le spalle. Per un attimo, quando aveva stretto la lettera fra le dita e alle sue spalle aveva sentito il peso dello sguardo di Hank, aveva creduto anche lui che non sarebbe andato.

«Professore, forse non è sicuro-» gli aveva consigliato Hank, ma lui aveva fermato quel pensiero sul nascere e infine, dopo qualche bicchiere di scotch e delle occhiate torve ad una partita di scacchi mai conclusa, aveva deciso di acconsentire.

Qualcuno dalla finestra di una casa gridò, «Meno dieci!» e altre voci seguirono il conto alla rovescia.

Charles volse lo sguardo al suo fianco, incontrando quello scuro di Erik. «Non lo credevo neanche io, ma non importa. Siamo qui. Va tutto bene». Erik sorrise, e un po’ di tensione sulle sue spalle si volatilizzò.

«Buon anno nuovo, Charles» disse, mentre un fragore di urla e contentezza si espandeva per tutta la città e i cronisti alle radio e alla televisione esclamavano lo zero.

«Buon anno, amico mio»

E sotto le stelle di Boston, Charles Xavier alzò il mento, incontrando a metà strada le labbra del suo amante.

 

 

 

 

 

Buon 2016! Sperando che sia nettamente migliore al 2015. L’anno scorso non ero riuscita a scrivere qualcosa per l’uno, ma quest’anno ho voluto rimediare con tanto fluff e un po’ di OOC – o questa, perlomeno, è stata la mia impressione.

Ad ogni modo auguro a tutti voi delle bellissime vacanze e spero che questo fandom possa continuare ad essere l’angolo meraviglioso che è.

  
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