Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    01/01/2016    2 recensioni
….la piccola tolse le mani dalla ferita, strinse in un ultimo abbraccio Ben e chiuse gli occhi, il suo amico se ne era andato per salvare lei; triste pensò che, se non lo avesse conosciuto, lui sarebbe ancora vivo e questo la fece stare ancora peggio. L’aveva protetta fino all’ultimo, ma non era servito a niente. Niente. Poi un’arma sparò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de “la stanza dei specchi”
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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SALTO NEL VUOTO

La BMW grigia sfrecciava a velocità sostenuta e a sirene spiegate per le strade di Colonia.
All’interno Semir e Ben, dopo le ultime scoperte e considerazioni fornitegli da Hartmut si stavano dirigendo verso il luogo indicatogli dal tecnico.
L’aria che si respirava all’interno dell’abitacolo era tesa e una miriade di pensieri più o meno ottimisti passavano per le menti dei due occupanti.
Appena giunti sul luogo indicatogli da Hartmut i due ispettori scesero dall’auto.
Ben si diresse verso la cappella al centro del parco, l’unica costruzione rimasta ancora in piedi, decidendo di non prendere in considerazione l’enorme edifico ormai ridotto ad un rudere.
Il giovane ispettore entrò nella chiesetta facendosi luce con la torcia elettrica e pochi istanti dopo lo raggiunse anche Semir che si era attardato per fare un piccolo giro di perlustrazione attorno alla cappella.
Dopo una rapida occhiata in giro i due poliziotti si diressero verso i pochi gradini che conducevano alla cripta, che a sua volta era l’entrata di un altro lugubre posto.
I due amici si ritrovarono in mezzo ad un lungo cunicolo, Ben andò da una parte mentre Semir si diresse dall’altra parte.
Pochi istanti dopo Semir ritornò sui suoi passi per raggiungere il collega che era entrato in una specie di cella.
 Il cancelletto d’entrata era aperto e per terra c’era un lucchetto aperto.
“Troppo lucido per essere qui da tanto tempo” pensò tra sé entrando.
Semir si avvicinò al suo socio “Ben, da quella parte non ci sono stanze…”  il piccolo turco si bloccò a metà frase, Ben aveva in viso un’espressione come se avesse visto un fantasma.
Il ragazzo aveva la bocca socchiusa, gli occhi spalancati e Semir non seppe dire se era per la paura o per lo stupore.
Lo sguardo del poliziotto più anziano si posò sulle pareti illuminate dalla luce delle torce elettriche.
“Cosa sono quelle scritte e quelle lettere …e quei segni…sembrano…delle piccole grate disegnate…” il piccolo turco fu interrotto da Ben.
“Accordi Semir…sono accordi e quelle frasi…è il testo di ‘Almost you’…si è disegnata una chitarra virtuale …mio Dio…dove sarà ora?” disse con un filo di voce rotta dall’emozione.
Mentre Ben era a dir poco incantato a guardare i muri di quell’angusta stanza, Semir si guardò un po’ attorno.
Se la ragione aveva ‘momentaneamente’ abbandonato Ben, lui doveva usarla  per entrambi e in fretta.
Il suo istinto, mischiato a una buona dose di ottimismo gli diceva che la bambina era ancora là.
Bastava solo trovarla…
“Ben …” richiamò l’attenzione Semir “Guarda per terra…ci sono delle tracce sulla polvere…con un po’ di fantasia…potrebbero essere piccole impronte…dai proviamo a seguirle…” e come un segugio proseguì lungo il corridoio.
“Dai Ben, muoviti” Semir era sempre più fiducioso.
 “Sem…” cercò di dire Ben, ma Semir lo bloccò con un rapido gesto.
“Shhhh…Ascolta, sembrano dei scricchiolii…”
Semir estrasse la pistola e piano fece scattare la sicura, lo stesso fece Ben, le precauzioni non erano mai troppe.
Pochi istanti dopo un forte boato fece sobbalzare i due ispettori, subito dopo si sentì una voce di bambina che chiedeva disperatamente aiuto.
“Livyana!!!”urlò Ben richiamato dalle urla “E’ lei ne sono sicuro”
“Aiuto!!!” si sentì in lontananza urlare ancora.
I due poliziotti percorsero di corsa il corridoio poi davanti a loro si aprì una specie di caverna e fu allora che Ben la vide.

La bambina era a qualche metro da lui.
A separarli un’enorme voragine.
“Livyana, sono qui” le urlò.
“Ben non riesco a muovermi, ho una gamba incastrata sotto una trave…” urlò disperata la piccola.
“Arrivo…” poi tra sé pensò “Sì, ma come?”
Il posto dove erano arrivati sembrava uscito da un film d’avventura.
Alla fine del corridoio i due si erano ritrovati come in una specie di grotta sotterranea, dall’altro filtrava un po’ di luce e in lontananza si sentiva un rumore come se si fosse in presenza di un piccolo fiumiciattolo sotterraneo.
Sopra le loro teste c’erano delle enormi travi di legno messe lì da qualcuno per puntellare la volta della caverna.
I due poliziotti constatarono che parte del terreno aveva ceduto al passaggio di Livyana e alcune travi del soffitto erano crollate aprendo una voragine, sembrava che il sotterraneo fosse stato costruito sopra ad antiche grotte.
“Ben se andiamo verso di lei, il terreno è molto cedevole…rischiamo di cadere nella voragine…”
“Sì, ma se non la raggiungiamo…lo vedo anche io che qui a momenti può crollare tutto, ma non voglio vedermela morire sotto gli occhi, non adesso che l’ho trovata”
Ben si guardò attorno disperato  doveva trovare una soluzione e anche piuttosto velocemente.
Il ragazzo alzò gli occhi verso l’alto e studiò a fondo le vecchie travi che attraversavano il soffitto. Senza pensarci troppo si sfilò la cintura, altrettanto fece Semir e subodorando cosa voleva fare il collega ripercorse il corridoio tornando pochi istanti dopo con un pezzo di corda in mano che aveva visto all’entrata della piccola cripta.
“Tu sei pazzo, Ben …” riuscì solo a dire Semir consegnandogli la corda.
Ben legò tra loro le due cinture e la corda, se l’arrotolò nella mano come si farebbe con una frusta.
“E’ una pazzia Ben , te ne rendi conto vero?” disse serio Semir, ma negl’occhi di Ben il piccolo ispettore vide pura determinazione, non paura.
“Ben” continuò Semir “Mica vorrai fare come Luke Skywalker in Guerre Stellari? Se quella trave lassù non regge il tuo peso…” ma non ebbe il coraggio di finire la frase.
“Semir vedi un’altra soluzione per arrivare a Livyana? E comunque mi vedo più come Indiana Jones…guarda ho pure la sua mitica frusta…mi manca solo il cappello”
Semir giudicò quella battuta inopportuna e fuori luogo vista la drammaticità della situazione, ma sapeva che quello era anche il modo che aveva Ben per farsi coraggio.
“Sei un pazzo incosciente” pensò tra sé il piccolo ispettore, mentre assisteva ai preparativi del giovane socio, ma poi pensandoci bene si ricredette.
Se al posto di Livyana ci fosse stata Aida, Lily o Andrea, lui avrebbe fatto la stessa identica cosa.
Ben tirò indietro il braccio e come avrebbe fatto Indiana Jones la fece srotolare in aria in direzione della trave.
La frusta di fortuna mancò la trave.
“Maledizione” imprecò Ben, ma non si diede per vinto, riarrotolò la cintura e ripeté l’operazione, sempre sotto lo sguardo vigile di Semir.
Al secondo tentativo la frusta si arrotolò sulla trave.
“Perfetto Indy!” si complimentò Semir.
Un sorriso compiaciuto apparve sul volto del ragazzo.
Ben diede un leggero strattone poi fece qualche passo indietro, trasse un respiro profondo e poi  prese la rincorsa e saltò al di là della voragine.
Semir seguì la scena in apnea.
Purtroppo la trave deteriorata dal tempo dove Ben aveva ancorato le cinture cedette sotto il  peso del ragazzo e cadde nel vuoto.
Il giovane ispettore riuscì comunque ad atterrare pochi istanti prima che la trave lo travolgesse coi piedi sull’orlo della voragine, ma il terreno sottostante franò e Ben precipitò verso la voragine.
“No…Ben!!!” urlò disperato Semir e il giovane sparì dalla sua vista.
Fortunatamente nella caduta Ben riuscì ad aggrapparsi con una mano ad uno spuntone di roccia ritrovandosi con il corpo sospeso nel vuoto.
Calcinacci e detriti gli caddero addosso, ma il ragazzo non mollò la presa.
“BEN!!!” urlò ancora più forte Semir che, tra il polverone che si era alzato, non vide più la sagoma del collega.
“Sì…sono qui…” rispose tossendo il giovane e con cautela cercò di risalire verso la superfice della voragine.
“Benedetto ragazzo” sospirò tra sé Semir “Mi farai morire di crepacuore un giorno o l’altro”
Con l’altra mano Ben trovò un altro appiglio e sfruttando le sue doti atletiche e la sua passione per le arrampicate sulle pareti rocciose si issò verso l’apertura della voragine.
Verso la salvezza.
Verso Livyana.

“Ben…” gridò la bambina terrorizzata “Ben ho tanta paura...”
“Livy non devi aver paura” la rassicurò Ben mentre si arrampicava  “Sto arrivando”
”Ben ho tanto male alla gamba…mi fa male…e ho tanta paura…” cominciò a piangere la bambina.
“Livy, ascoltami… chiudi gli occhi fra un po’ sarò lì da te” Ben contemporaneamente le parlava e piano si arrampicava,  ostentando una calma incredibile e tutto questo accadeva sotto lo sguardo vigile, attento e preoccupato di Semir.
“Livy” le disse ancora incoraggiandola Ben “Pensa…pensa ad una canzone che ti piace e cantala…chiudi gli occhi e concentrati sulle parole, vedrai …la paura ti passerà…”
Ben risalì finalmente in superfice, e gli si strinse il cuore nel sentire che Livyana era come gli aveva chiesto lui.
La piccola cercava di non piangere, aveva gli occhi chiusi, i pugni fissi come i bambini molto piccoli e ancora una volta stava cantando ‘Almost you’.
“Sono qui piccola, non temere” le disse avvicinandosi al corpicino e accarezzandole il viso. E alla vista del suo amico la piccola scoppiò a piangere di nuovo.
“Ben…sapevo che saresti venuto a salvarmi” gli disse singhiozzando, asciugandosi le lacrime col dorso della mano e tirando su col naso.
“Ragazzi muovetevi…a dopo le smancerie…” gridò Semir dall’altra parte della voragine “Qui sta per crollare tutto…”
“Ascolta, adesso sollevo la trave, ti farò un po’ male…ma tu cerca di venire fuori da lì sotto, al mio tre, okay?”
La piccola annuì e ognuno si perse negl’occhi dell’altro.
Ben si inginocchiò, contò fino a tre poi con uno sforzo sovraumano alzò la trave con le braccia aiutandosi anche con una spalla. Purtroppo la piccola cacciò un urlo di dolore e quasi nello stesso istante svenne.
“Mio Dio, Livy no…” gridò a sua volta Ben.
“Ben, che succede?” urlò Semir dall’altra parte, ma Ben non lo sentì.
Fece appello a tutte le forze alzò di nuovo la trave tenendola alzata con un braccio e la spalla, mentre con l’altra mano prese quello della piccola portandola verso di sé. Riuscì ad alzare la trave quel tanto che bastava per sfilarle la gamba.
Poi esausto lasciò cadere la trave.

Semir che dall’altro lato aveva assistito a tutta la scena trasse un sbuffo di sollievo, ma alzando gli occhi verso l’alto il cuore gli si fermò per un secondo.
“Ben” urlò “Dovete sbrigarvi…il soffitto sopra di voi sta crollando”
Il giovane d’istinto alzò gli occhi verso l’alto.
Calcinacci cominciavano a cadere, velocemente, ma con molta cautela prese in braccio la bambina priva di sensi.
Purtroppo questa volta non aveva nessun appiglio, nessuna corda, nessun mezzo per saltare dall’altra parte aveva solo le sue forze a disposizione e Livyana svenuta in braccio.
Doveva giocarsi il tutto per tutto.
L’unica forza che aveva era quella della disperazione.
Ben si alzò, diede un bacio in fronte alla bambina, poi guardò il suo migliore amico.
Semir dall’altra parte non osò dire nulla, sapeva già cosa avrebbe fatto Ben. Mentalmente e con un leggero cenno del capo gli  augurò con tutto il cuore che tutto andasse per il verso giusto.
Il giovane poi prese la rincorsa e con la piccola in braccio saltò verso l’altra parte della voragine.

Angolino musicale: Bene direi che una nota positiva in questo capitolo c’è…Livyana è stata ritrovata dai nostri due eroi. Come sempre un ringraziamento speciale va a Maty, Furia e Claddaghring , a tutti i lettori …e augurandovi ancora una volta un Buon 2016 vi lascio la colonna sonora: Adele ‘Skyfall’ (Lascia che il cielo cada)
Per ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=q-gLRp5bSpw
 
Questa è la fine Trattieni il respiro e conta fino a dieci Sentiti la terra tremare sotto i piedi e poi Ascolta il mio cuore scoppiare di nuovo Perché questa è la fine Sono annegata e ho sognato questo momento… Lascia che il cielo cada, quando si sbriciola Noi staremo proprio qui a testa alta O lo affronteremo assieme quando il cielo cadrà
Cominceremo proprio quando cadrà il cielo Dove vai tu vengo anche io Quello che vedi tu lo vedo anche io So che non sarò mai me stessa, senza la sicurezza delle tue braccia affettuose che mi tengono lontana dal male metti la tua mano nella mia mano
e resteremo in piedi



 

 
  
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