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Autore: mavima    03/01/2016    1 recensioni
Sergio è un medico anestesista, deluso dal fallimento del suo matrimonio. Vive un'esistenza di emozioni sopite. Una mattina in ospedale incontra Laura, una bella ragazza, malata di leucemia, che si rivelerà essere la professoressa di suo figlio.
"Sergio fermò lo sguardo sulla foto di classe dell’anno precedente del figlio
Sul lato sinistro c’era Laura, la riconobbe dallo sguardo. Era una persona completamente diversa: aveva lunghi capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo; il viso era tondo; gli occhi erano sempre luminosi; era persino leggermente sovrappeso, la maglietta rivelava qualche rotolino e il seno era prosperoso; era vitale e bella con i jeans e con le scarpe da ginnastica.
Quando andò a dormire non riuscì a smettere di pensare a quell'immagine, rappresentava il tipo di donna che avrebbe voluto trovarsi a casa la sera. Se la immaginava insieme al profumo della caffettiera che saliva al mattino….un attimo di eternità".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO  XII - UNA NASCITA AVVENTUROSA
 
Quella mattina c’era già qualcosa di insolito nell’aria.  Marta, che di solito arrivava già alle sette e trenta e che nell’ultimo periodo quasi non si staccava mai da Laura, era dovuta andare con il marito dal notaio;
Marco doveva andare con Emma alla casa famiglia e Sergio stava per iniziare il turno in ospedale; Laura trafficava in cucina come al solito.
Sergio: “ Mmm che profumo, che cosa stai preparando?”
Laura: “Lasagne e verdure gratinate, Marco ed Emma mangiano qui questa sera”
Sergio: “Non mi sento tanto tranquillo a lasciarti da sola, mi sembra che il pancione sia un po’ sceso…proprio oggi che non c’è Marta”
Laura: “Ma io sto benissimo e poi Elvira mi ha visitata la settimana scorsa e mancano ancora quindici giorni”
Sergio: “ In una settimana può cambiare tutto in una gravidanza”
Marco: “ Rimarrò a casa io, accompagnerò Emma alla casa famiglia e poi ritornerò qui ...tranquo pà… la lascerò da sola soltanto una mezzoretta”
Sergio: “Grazie Marco e se succede qualcosa fammi avvisare, anche se sarò in sala operatoria, mi farò sostituire da Luca”
Laura: “Ma voi vi preoccupate troppo …sto benissimo vi dico e poi casomai chiamerei un taxi e mi farei portare in ospedale”
Marco scherzando: “ Silenzio qui decidono gli uomini…e poi io lo faccio solo per mia sorella…quando uscirà fuori dovrà capire subito chi comanda e guardare subito il mio bel visino…”
Laura: “…visino da schiaffi! Comunque grazie Marco!”
Nel breve lasso di tempo che Laura rimase da sola iniziò subito ad avere dei doloretti alla pancia.
 Pensò di essersi suggestionata con il discorso precedente e non gli diede peso. Continuava a disporre le lasagne , alternandole con sugo e besciamella in una pirofila da forno.
Ma i doloretti si trasformarono ben presto in delle fitte fortissime che si irradiavano dalla schiena a tutto l’addome.
Quando Marco entrò dalla porta della cucina la trovò piegata per il dolore.
“Laura come stai, non mi dire…no stai male ?”
“Mi stanno arrivando le prime contrazioni, ma non ti preoccupare, telefona a tuo padre…tanto ci vorrà ancora un bel po’ di tempo”
Marco si precipitò verso il telefono e quasi  gli sembrava un’ impresa impossibile digitare il numero dell’ospedale sulla tastiera, dall’agitazione che gli si era scatenata.
“ Sono Marco , il figlio del dottor Antinori…lo potrebbe avvisare che sua moglie…che sua moglie ha le doglie”
L’impiegata della reception conosceva benissimo sia Sergio che Laura, ma sapeva anche che Laura era seguita da Elvira: “Sì certo lo avviseremo al più presto,  anche se l’ho visto dirigersi mezz’ora fa verso la sala operatoria. Rimani in linea,  intanto cerco di farti parlare con la dottoressa Ciacci”.
“ Ooottima iiidea” rispose Marco un po’ balbettando.
I minuti che attese che Elvira gli rispondesse al telefono, gli parvero interminabili.
Elvira: “Che succede Marco… ho capito bene, Laura ha le doglie?
“ Da coooome si cooontoooorce  direi di sì…aaaadesso chiaaamo un taaaaxi e aaarriviiiamo”
Elvira: “Stai calmo che non ci vole poco a nascere…ma ogni quanto ha le contrazioni?”
Marco: “Seeempre…le ha seeempre”
Elvira: “N’è possibile…ma te mi pari un po’ troppo agitato…salto su un ambulanza e vengo io”
Marco: “Sii maaaa preeeesto”
Quando Elvira arrivò trovò Laura sdraiata sul divano che gemeva per le doglie e Marco che gli camminava davanti, avanti e indietro borbottando frasi come: “ Va beh che bisogna crescere, maturare…ma tutt’assieme? Dove ce l’hai il borsone per andare in ospedale, che lo vado a prendere”
Laura: “Non l’avevo ancora preparato”
Elvira: “Tu va sopra a prenderle un camicia da notte e delle ciabatte che intanto noi si vede quello che succede”
Elvira visitò Laura e constatò che stava tutto procedendo in maniera molto più rapida del normale per essere una prima gravidanza.
Laura oltre che dolorante era presa dal panico di non arrivare in tempo in ospedale:
“Non voglio partorire qui…voglio Sergio”
“Oh bellina non ti preoccupare che ora si corre subito in ospedale, tu fai dei bei respiri profondi e stai tranquilla…tanto ci sono io, il tu marito non è specializzato a far nascere i figlioli…eccolo qua che già telefona, l’avranno già avvisato….”
Elvira afferrò il cellulare che squillava nella tasca del camice: “Stai lì non ti muovere che si arriva noi con l’ambulanza… va tutto bene, fin troppo bene direi…aspettaci già in sala parto e non ti cagare sotto come tutti gli omini che stanno per diventare padri”
Invece Sergio attese l’ambulanza nel cortile e quasi non respirò finché non la vide spuntare.
Laura gli gettò le braccia al collo, mentre le scendevano le lacrime dagli occhi in un misto di dolore e commozione.
 Marco scese dall’ambulanza un po’ goffamente, con i capelli tutti spettinati e trascinando un’enorme valigia, in cui aveva schiacciato tutta la biancheria di Laura, che aveva trovato: “Fiuu…ce l’abbiamo fattaaaa!!!!”
Sergio accarezzando il viso della moglie e asciugandole le lacrime: “Credo che adesso dobbiamo andare”
Elvira: “ Credi bene…se no qui s’è corso per nulla, il prossimo fatelo veloce, perché questi non son ritmi per una di più di cinquant’anni… mi piglia un infarto… andiamo carini”
Laura partorì con poche spinte, ma non ne volle sapere di aggrapparsi alle maniglie del lettino da parto, s’aggrappò invece al collo del marito.
Elvira, si commosse, ma non volle darlo a vedere, così iniziò  a tirar fuori frasette spiritose prendendoli un po’ in giro: “Manco un punto ti s’ha da dare…una sciacquata e a posto…dopo aver partorito con due sospiri”.
 Intanto Sergio aveva messo la bambina tra le braccia di Laura.
Dopo qualche minuto arrivò un ostetrica per portare la piccola dal neonatologo: “ Signora gliela riportiamo subito, le facciamo un bagnetto e dopo la visita starà sempre vicino a lei”
 Ma Laura continuava a stringere la bambina, mentre le scendevano delle lacrime di commozione.
Sergio : “ Il neonatologo lo conosco, è un mio amico…non ha mai rubato nessun bambino, poi la accompagnerò io”.
 Ma neanche con queste rassicurazioni Laura staccò le mani dal fagottino.
Allora Elvira ebbe un’idea geniale: “Senti Sergio…non dici sempre, durante quelle noiosissime riunioni , che fate tra primari, che non dovrebbero esistere protocolli standard, che ogni procedura va adattata al singolo  e alla situazione…beh ti sembra  che adesso le possiamo portare via codesta bambina… mo’  carichi la tu moglie con la tu figliola su una sedia a rotelle e le porti dal neonatologo”.
 Finalmente Laura sorrise.
La neo –mamma cominciò a staccarsi dalla piccola Gaia solo il giorno dopo, quando Marco irruppe nella stanza strappandogliela dalle braccia, volteggiandola in aria e passandola anche ai nonni, che erano accorsi da Lugano e a Marta.
Sergio tirò finalmente un respiro di sollievo e pensò che Marco aveva un talento innato nel risolvere le situazioni e che finalmente  la vita sembrava andare nel verso giusto.
 
 
   
 
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