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Autore: gaccia    04/01/2016    11 recensioni
Sono la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger, salvatori del mondo magico. Ho una famiglia numerosa e tutta con la voglia di avventura.
Solo perché non sono loro a essere in pericolo di vita! Il mio ragazzo, Scorpius Malfoy, rischiava di morire ma siamo riusciti a sconfiggere la maledizione. Lui mi ha regalato l'anello di famiglia, io credevo fosse per fidanzarsi ma non si toglie più. Adesso abbiamo solo un anno per scoprire come liberarci di questo anello oppure ci dovremo sposare, pena la morte. Sono troppo giovane per sposarmi! Non sono neanche incinta!
Sono Rose Weasley e questa è la mia storia.
SEQUEL de “LA PUNIZIONE DI SCORPIUS MALFOY”.
Genere: Commedia, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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capitolo 2, ciao a tutti!

Gente! 14 recensioni al primo capitolo? Davvero? Quasi piango! Grazie, grazie, grazie!

Ringrazio subito chi ha inserito la storia nei preferiti, nei ricordati e nei seguiti e, soprattutto chi ha recensito e apprezzato il capitolo precedente e anche chi ha letto senza lasciare il segno se non nel mio account. Grazie, spero abbiate apprezzato.

Adesso vi lascio, BUONA LETTURA!


---ooOoo---

Balzai subito in piedi. «Scorpius ha trovato qualche cosa al Manor. Vado subito da lui» annunciai e corsi al camino del salotto dei nonni. Presi una manciata di polvere e la gettai dicendo a voce alta «Malfoy Manor».

In un turbinio di cenere e polvere verde atterrai su un preziosissimo tappeto, inzaccherandolo.

Perfetto! La mia prima visita al maniero del mio ragazzo cominciava con una figuraccia!


Scorpius mi aveva mandato un messaggio dove scriveva di aver trovato qualche cosa a casa sua. Non avrei mai immaginato di risolvere la situazione nel giro di poche ore dalla scoperta della magia legata all'anello.

Sarebbe stato meraviglioso. Avrei festeggiato con il mio ragazzo in un luogo appartato... con suono di violini e candele profumate... cuscini... tende leggere e impalpabili... un'oasi tipo quella dei deserti, con una luna piena immensa sopra le nostre teste... io e lui senza vestiti e...

«Buonasera, signorina Weasley» disse una voce matura con un tono strascicato.

Spalancai gli occhi che non ricordavo di aver chiuso e mi trovai davanti un Draco Malfoy abbastanza stizzito che mi squadrava dall'alto in basso.

Basso... oddio! La cenere! Subito presi la bacchetta e mormorai un gratta e netta di pulizia, arrossendo di vergogna.

La mia mente ripeté: la mia prima visita al maniero del mio ragazzo cominciava con una figuraccia! Aggiunsi un miseriaccia alla fine.

«Rose... posso chiamarti, Rose?» chiese il padre di Scorpius, poi, senza aspettare risposta indicò il tappeto tornato pulito «Non era necessario, i nostri elfi domestici sono più che in grado di svolgere il loro lavoro e li offenderesti se li privassi di questo» disse serioso.

Nella mia mente ci fu un attimo di vuoto. Mi aveva offeso dandomi dell'elfo domestico o semplicemente mi aveva spiegato come una rozza ragazzotta di campagna doveva comportarsi tra i purosangue? Già cominciavo a capire mio padre.

«Mi scusi, non succederà più» assicurai, cercando di tenere un tono educato. Se quello era un cafone non dovevo esserlo anche io per forza.

Draco sorrise «Non preoccuparti. Ma guarda che non volevo offenderti. Se ti volti vedrai che quello che ti dicevo era la verità» disse indicando qualcosa dietro le mie spalle.

Mi voltai di scatto e vidi un esserino magro, coperto con un asciugamano legato ai fianchi e una cuffia in lana con i lati lunghissimi, tanto che gli arrivavano quasi in vita. Il naso lungo e fino quasi spariva nell'espressione dei grandissimi occhi marroni, che adesso erano lucidi e pieni di lacrime trattenute a stento.

«Padron Malfoy non è contento di Barty che ha pulito il tappeto? Barty non pulisce bene il tappeto? Uhuuuuu...» e cominciò a piangere e sbattere la sua testa contro il pavimento.

Non ricordavo questo aspetto, e dire che mia madre mi aveva fatto una testa come una palla a forza di parlare di Dobby, l'elfo domestico dei Malfoy che aveva salvato zio Harry e i miei genitori durante la guerra e che era morto, e la situazione dei suoi pari, per i difendere i quali aveva fondato il C.R.E.P.A.

«No, Barty!» mi lanciai a salvarlo dall'auto punizione. «Non farlo! È stata colpa mia, non del signor Malfoy. Ti prego, non punirti» lo pregai.

A sentire la mia preghiera accorata, si fermò e mi guardò, dopo si voltò verso il suo padrone a cercare conferma e questi annuì soddisfatto. «E' vero, Barty. Tu sei sempre perfetto e io non ho da lamentarmi di te. Fai contenta la fidanzata del signorino Scorpius e scusala se ha pensato di fare qualche cosa al posto tuo, non era sua intenzione offenderti».

A sentire quello spassionato complimento, Barty sorrise e sparì oltre la porta in fondo al salotto, lasciandomi sola e imbarazzata davanti al mio quasi suocero. Avevo fatto una gran figuraccia. Dove caspita era Scorpius quando serviva? Il mio fidanzato non cominciava bene…


«Le chiedo ancora scusa per il mio comportamento» ricominciai. Non sapevo più che pesci pigliare. Mi aveva ripreso e io pensavo che mi avesse offeso. Invece ero stata io ad offendere. Incredibile. Cosa dovevo fare per togliermi da quell'impiccio?

Il signor Malfoy sorrise e mi indicò una poltrona, mentre lui, elegante, si sedeva sull'altra. «Ti prego, accomodati, Rose. Mio figlio sta terminando le sue ricerche nella biblioteca di famiglia, dove sono custodite tutte le storie dei nostri avi. Pare che abbia trovato qualche cosa di interessante. Mia moglie è con lui. Arriveranno tra breve» disse tranquillo.

Io quasi avrei chiesto dove si trovava questa biblioteca per poter contribuire alla ricerca.

«Ti posso offrire qualche cosa? Un liquore? Un te? Un succo di zucca?» chiese ancora. Sembrava fossimo a una visita di cortesia e non a un incontro che speravo risolvesse e salvasse la mia vita.

«No, la ringrazio. Crede che possa andare anche io ad aiutare a cercare tra i vostri libri?». Ero seduta sulla punta della poltrona, pronta a scattare non appena mi avesse dato il permesso.

«In realtà volevo parlarti dell'anello» esordì il signor Malfoy e questo mi tolse ogni voglia di muovermi. Finalmente qualche cosa di interessante. Mi sedetti più comoda e feci un gesto per invitarlo a continuare nel suo racconto.

«L'anello è molto antico. Non credo di sbagliare se ipotizzo almeno cinquecento anni, ma forse qualcuno in più».

Guardai l'anello al mio dito. Una pietra verde, probabilmente uno smeraldo, aveva al suo interno quello che sembrava una piccola perla opalescente di colore bianco. Lo smeraldo, ovale, era incastonato su una fascia di metallo bianco, e circondato da piccoli nodi dell'infinito. Era maschile ma quella linea secca e morbida allo stesso tempo, piaceva anche a me Si capiva che era antico e prezioso eppure sembrava moderno.

«E' platino. Un anello creato dai folletti. Un mio antenato ha incantato questo manufatto che è diventato l'anello di famiglia insieme al sigillo che porto io. Quello che hai tu, viene tramandato da padre in figlio e nei secoli, la sua magia è servita più di una volta, per questo non viene più usato come anello di fidanzamento», sorrise senza ilarità e continuò. «So per certo che trecento anni fa, è servito per impalmare una donna recalcitrante. Il mio avo non era esattamente un bell’uomo, ma si era intestardito nel voler sposare la più bella della contea, anche se non era ricca ma solo di nobili natali. Con la minaccia di morte sulla testa, capisci che lei acconsentì subito. Un’altra volta, invece, successe come con voi. L’anello su messo al dito della ragazza quasi per gioco… no, proprio per gioco, visto che avevano dodici anni. Entro i tredici furono costretti a sposarsi prima di morire. Un lontano zio, non credeva alla maledizione e si rifiutò di sposarsi. Morì allo scadere dell’anno come se fosse stato colpito dall'anatema che uccide».

«Sono storie tristi» commentai assorta.

«Ma sono anche storie, senza le quali Scorpius non sarebbe qui con noi oggi, e neanche io» mi fece notare.

L’anello aveva obbligato i Malfoy a scelte che magari non condividevano ma che avevano generato figli, nipoti, pronipoti e tutto il tessuto generazionale, sino ad arrivare a oggi. Pur essendo una cosa barbara, non potevo non essere grata per quello che l’anello mi aveva portato.

«Quell’anello viene passato da padre in figlio con il conseguimento del diploma. In quel momento viene anche spiegato il suo oscuro potere e nessuno di noi ha più usato questo anello per fidanzarsi. Purtroppo, l’ho regalato a Scorpius durante l’anno, perché lo ritenevo un gesto di responsabilità e fiducia, ma non gli ho spiegato cosa significava davvero. Quello che è successo è anche colpa mia» terminò. «Vorrei che mi perdonassi per questo».

Era un padre che amava suo figlio, non uno che seminava morte come zuccherini.

«Non ho niente di cui perdonarvi, signor Malfoy. Scorpius non era a conoscenza di questa magia che ci ha legati, ma noi siamo legati oltre a quello che porto al dito. Il nostro è solo un tentativo, se non andrà a buon fine, non sarà un sacrificio sposare suo figlio».


«Sono estremamente felice di sentirlo, cara Rose» cinguettò Astoria, entrando nel salotto dove stavamo conversando. «In effetti avevo paura che non volessi avere niente a che fare con mio figlio, da come ti eri opposta».

«No... non...» balbettai.

Finalmente apparve anche Scorpius e venne subito in mio aiuto a sollevarmi da quel momento imbarazzante.

«Mi preoccuperei di più delle tue voglie di avere una ragazza per casa! Dovevi vederla come era felice di truccarmi, andare a comperare vestiti e prenotare un appuntamento con la magiestetista per due. Credo che non vedesse l'ora che mi fidanzassi per potersi sfogare» disse strizzandomi l'occhio, ma io fui percorsa da un brivido e feci un sorriso stentato. Aiuto! Astoria voleva una bambola da vestire? Avevo paura di quanto sarei stata costretta a fare per far piacere a mia suocera.

Chissà cosa si faceva dalla magiestetista?

«Non dargli retta. Andremo perfettamente d'accordo, noi due» fece chioccia, «A quale ragazza non piace un po' di sano shopping? O una seduta nel salone di angioletta al 2901 di Diagon Alley. Devi assolutamente provare il massaggio che sa farti GaiaPaola, ti porta al rilassamento totale!».

Mi espose le sue idee con occhio vagamente folle e cominciai ad avere un pochino di paura.

Io non ero mai andata in questi posti. Okay, sapevo che nel mondo babbano c'erano le estetiste per la pulizia dei visi, le abbronzature, i massaggi e altro ancora, ma nel nostro mondo bastava prendere un libro di incantesimi e ti trovavi con i guanti in lattice che ti facevano sciogliere i muscoli delle spalle come un vero esperto, oppure le forbici e i pettini che ti tagliavano i capelli e li acconciavano all'ultima moda, come potevi vedere su riviste tipo “I am like Blair” oppure “Magia1000”. La mamma non mi aveva mai accompagnata in questi posti ed io ero curiosa e atterrita allo stesso tempo. L'idea dello shopping, invece, non mi dispiaceva. Mi piaceva girare per negozi quando ero libera da impegni, ma certo non per ore.

Guardai la mamma di Scorpius con sospetto. Mi stava offrendo un giro in un posto di meraviglie o un baratro di noia? Nel dubbio non mi sbilanciai «Che bello!» dissi con il mio miglior tono entusiasta.


Scorpius mi diede un bacio sulla guancia e si sedette sul divano accanto a sua madre. In mano recava un libro non molto spesso ma dall'aria vecchissima. Sembrava che tutti e tre i Malfoy fossero soddisfatti di quello che avevano trovato e sperai davvero che questa storia terminasse in quello stesso momento.

«Dimmi, hai scoperto come liberarci di questo anello?» chiesi speranzosa.

Lui sorrise alla mia impazienza «Sempre diretta» commentò, prima di rabbuiarsi «In realtà no. Credo solo di aver scoperto di che cosa si tratta ed è una cosa molto più complicata di quanto possa sembrare».

Cercai di dominare la delusione e mi concentrai sulle sue parole.

«Quindi...». Non era facile. Avrei voluto piangere dal nervosismo e invece dovevo essere positiva. Aveva trovato qualche cosa. Magari se capivamo contro chi dovevamo combattere saremmo riusciti prima a sconfiggerlo.

«Quindi cosa hai scoperto?».

Anche i signori Malfoy erano concentrati su quanto il figlio avrebbe detto, pur sapendo già qualcosa.

«Questo è il diario di MalfoyAmalia, nata nel 1548. Racconta che da giovane, si era innamorata di un ragazzo che definisce bellissimo e ardito, ma il mio avo, con l'inganno le aveva messo l'anello al dito, dicendole che voleva sposarla. Nel momento che lei rifiutò e fece per toglierlo, l'anello si attaccò alla sua pelle e lei fu costretta a sposarsi con il Malfoy».

«Poverina. È una sensazione che conosco» mormorai sentendo tutta la simpatia per quella povera ragazza obbligata ad lasciare il suo amore per vivere una vita infelice con un altro.

«Mi dispiace» sospirò Scorpius, prima di proseguire il racconto «Ma divenne vedova dopo pochi anni di matrimonio e poté coronare il suo amore con il tizio che l'aveva sempre aspettata».

Beh, almeno aveva avuto il suo lieto fine.

«Comunque, negli anni in cui era sposata con il Malfoy, cercò sempre di liberarsi di questo incantesimo di obbligo e infine scoprì l'elemento».

La cosa si stava facendo interessante. Ancora più impaziente, feci cenno di proseguire e lui annuì.

«Scoprì che l'obbligo non derivava dall'anello in sé ma da una pietra. La pietra di Lalak» annunciò.

«Questa pietra se è incastonata in un gioiello, trasmette allo stesso il potere dell'obbligo e del divieto che il creatore desidera, a tutto il manufatto. Ma basta togliere questa pietra perché il manufatto non abbia più questo potere» concluse soddisfatto della scoperta.

«Allora basta togliere lo smeraldo e l'anello smetterà di funzionare come oggetto magico?» chiesi eccitata. Forse avevamo trovato la soluzione, tra poco sarei stata libera e avrei potuto specializzarmi per diventare Guaritore, avrei potuto amare Scorpius liberamente, avrei costruito una vita bellissima e avrei amato Scorpius. Mi vedevo con il camice verde, tornare a casa stanca e abbracciare il mio amore per poi dargli un bacio appassionato. Avrei potuto sposarlo anche subito, adesso che l'anello fosse stato rimosso dal mio dito, perché sarebbe stata una mia libera scelta.

«Purtroppo no» rispose Draco, con voce bassa, quasi timoroso di dare la brutta notizia. «Lo smeraldo tocca la tua pelle ed è ancorato ad essa, esattamente come tutto il resto dell'anello. Non può essere rimosso».

«Ma... ma lui ha detto che può essere tolto dall'incastro...» balbettai.

«Il manufatto deve avvolgere la pietra di Lalak senza che essa venga a contatto con la pelle dell'obbligato, altrimenti funge essa stessa da manufatto e non si può togliere» rispose Scorpius contrito.

Mi accasciai sulla poltrona, incapace di pensare. «Allora non c'è soluzione» mormorai.

Scorpius si alzò e dopo un passo si inginocchiò ai miei piedi e mi prese le mani, costringendolo a guardarlo in viso. «Cercheremo ancora. Abbiamo già trovato delle soluzioni nella biblioteca di Hogwarts. Magari potremo andare nuovamente là a vedere se troviamo qualche altra notizia. Adesso sappiamo cosa cercare, non sarà difficile trovare qualcosa. Non dobbiamo abbatterci».

Non ero così ottimista ma non potevo fare altrimenti. Lasciare che questa magia vincesse non era la soluzione.

«Dai» sorrisi «Fammi vedere cosa dice nel suo diario questa Amalia» e mi spostai facendo un poco di spazio sul cuscino della poltrona avvolgente.

Schiacciati insieme, sotto gli occhi dei suoi genitori, passammo un'altra ora a parlare e discutere di quanto c'era scritto nel diario.

Questa donna aveva avuto due figli dal Malfoy prima di diventare una vedova e sposare il suo primo amore, con il quale aveva dato alla luce altri due figli. In tutta la sua vita, però, continuò a cercare notizie per sciogliere l'incantesimo dall'anello. Anche dopo la morte del primo marito, l'anello non si tolse dal suo dito, sino alla sua dipartita. Probabilmente aveva tentato alcune magie che avevano scatenato la peculiarità della colla del manufatto, altrimenti non si sarebbe spiegata perché non si fosse sfilato nello stesso momento della pronuncia dei voti nuziali, come succedeva in tutti gli altri casi.

Scoprimmo che l'anello aveva già trecento anni nel 1550, quindi doveva risalire alla metà del tredicesimo secolo. Era decisamente antico.

«E' molto tardi, ragazzi. Meglio andare a dormire. Avvisa i tuoi genitori che ti fermi a dormire da noi, Rose. Abbiamo già preparato una camera degli ospiti» intervenne Astoria.

Annuii ed evocai il mio patronus per comunicare il messaggio, in quanto più veloce di un gufo.

«Vieni, ti accompagno» disse poi il mio ragazzo, dopo aver visto sparire la mia leonessa con un sorriso molto soddisfatto. «Fa proprio a coppia con il mio leone».

Salutai i signori Malfoy e seguii Scorpius lungo le scale in marmo che portavano al piano superiore. Camminò deciso verso una porta sul fondo del corridoio e aprì deciso, spostandosi poi, per farmi entrare.


Era una stanza molto più grande della mia. Sulla sinistra, rispetto alla porta, illuminato dalla luce della luna che filtrava dall'immensa finestra, si trovava un grande letto a baldacchino dove avrebbero potuto dormire tranquillamente tre persone. Dalla parte opposta un armadio copriva la parete mentre una porta era dell'altra parete, accanto alla scrivania, probabilmente era l'accesso del bagno.

Molti poster sul quidditch e colori scuri e profili tek, mi fecero intuire che quella non era la camera destinata a me.

«Camera tua?» chiesi con un sorriso.

«Volevo restare solo con te» mi rispose per poi stringermi in abbraccio e gettarsi con me sul lettone. Rimbalzammo diverse volte, ridendo.

Ci spingemmo sui cuscini, coricati su un fianco uno di fronte all'altra.

«Mi sei mancata in questo mese. Da quando la magia si è spezzata e ho dovuto lasciare la torre di Grifondoro, non ho più dormito bene. Mi ero abituato ad averti stretta tra le braccia».

«Come un orsacchiotto?» chiesi sorridendo.

«No. Come la mia leonessa» rispose riferendosi al mio patronus.

«Anche tu mi sei mancato».

Ci sistemammo per la notte. Trasfigurai i miei vestiti in pigiama e lui si cambiò tenendo solo un paio di pantaloni.

«E il resto?» chiesi sbirciando il suo petto.

«Caldo» rispose scrollando le spalle, ma sapevo che la sua risposta nascondeva parecchia malizia.

«Posso andare nella mia camera?» replicai innocente, sbattendo le palpebre come avevo visto fare ad alcune ragazze che cercavano di farsi notare da Scorpius. Una cosa che davvero mi dava i nervi ancora adesso al solo pensarci.

«Non credere di poter uscire da quella porta prima di domani mattina! Mia cara promessa sposa, te lo proibisco!». Mi prese tra le braccia e mi ricacciò sul letto. Per tutta risposta presi un cuscino e glielo sbattei sul muso con una gran risata.

I quattro cuscini cominciarono a volare da una parte all'altra della stanza, finché non iniziarono a uscire piume a fiumi e a far sembrare la camera un campo di battaglia innevato e noi ad assomigliare a due polli.

«Meglio ripulire tutto, comincio ad aver voglia di grattarmi in posti... ehm. Lasciamo stare. Conosci l'incantesimo giusto?» chiese lui facendomi scoppiare a ridere.

«Senza i tuoi elfi domestici saresti perso» lo presi in giro e con gesto secco, cominciai ad aspirare le piume e a farle rientrare nei cuscini, sino a riparare e ripulire tutto.

«Bor è insostituibile» rispose lui e una voce lontana disse solenne: «Grazie, signorino Scorpius» che lo fece sorridere «E' la verità».

Se non altro mia madre sarebbe stata contenta di sapere come trattava i suoi elfi. Ben lontano dai tempi di Dobby.

Ci coricammo nel letto e, come mi ero abituata in tutti quei mesi a Hogwarts, appoggiai la testa sulla spalla di Scorpius, mentre lui mi carezzava la schiena.

«Pensi che riusciremo a cavarcela anche questa volta?» chiesi.

«Non si tratta di una maledizione. In questo caso riguarda solo una imposizione. Cercheremo di contrastarla ma non metterò ulteriormente in pericolo la tua vita. Se non riusciremo a trovare niente, ci sposeremo».

Aveva ragione, pur essendo una cosa fastidiosa, non era la fine del mondo e in fin dei conti, sapendo quanto sapevamo, non rischiavamo niente per davvero. A questo pensiero mi rilassai ulteriormente e chiusi gli occhi, piombando in un sonno profondo in pochi istanti. Il primo sonno tranquillo da quando si era spezzata la maledizione di Scopius.


«Buongiorno, signorino Scorpius. Buongiorno, signorina Rose» esclamò allegro un elfo il mattino dopo, strappandomi dai sogni che stavo facendo. Mi sedetti di scatto spalancando gli occhi. Oddio! Ero nel letto di Scorpius, coperta solo dalla casacca del pigiama e senza pantaloni che mi ero tolta durante la notte a causa del caldo. Che figuraccia, sembrava che avessimo fatto chissà cosa, anche se non era vero e non poteva essere a causa dell'anello.

A questo pensiero mi rilassai. Tutti sapevano che io e lui non potevamo stare insieme, pena la morte, e visto che eravamo vivi, era ovvio che non fosse accaduto nulla.

Dopo aver trasfigurato il pigiama in maglietta e jeans, andammo a fare colazione.

Nel salone, seduti a un immenso tavolo scuro, stavano mangiando i genitori del mio ragazzo.

Ero ancora abbastanza nervosa per il fatto di conoscerli in queste circostanze. Sapere che loro sapevano che ero rimasta nel letto del figlio, abbracciata al suo corpo, mi fece arrossire in modo quasi violento.

«Dormito bene, ragazzi?» chiese il signor Malfoy e avrei giurato che il tono sardonico fosse tutto rivolto alla svergognata che ero.

«Benissimo, grazie» rispose Scorpius, tranquillo e sorridente. Io mi limitai a sorridere forzata.

Che situazione di cacca!

«Rose, cara, ti andrebbe di accompagnarmi a Diangon Alley, oggi? Dovrei fare alcuni acquisti e volevo la tua opinione» esordì Astoria.

Che potevo dire? Che non mi andava molto di girare per Diagon Alley come una trottola? Che un'ora di shopping era il massimo che riuscivo a sopportare per poi esplodere insofferente?

Quindi esibii il mio sorriso migliore e dissi: «Ma certo, ne sarò felice» mandando così in estasi mia suocera e lasciando perplesso il ragazzo al mio fianco che mi guardò come se mi fosse spuntata una testa nuova.

«Davvero? Sarà per tutto il giorno» sussurrò in modo che sentissi solo io.

A quell'avviso gelai, ma ormai avevo detto sì, cosa potevo fare?

«Tranquillo» risposi sommessamente e ripresi a fare colazione con la stessa voglia che avrei avuto a salire su un patibolo per farmi tagliare la testa da un boia.

Non appena posai la posata sul tavolo, Astoria si alzò e quasi mi corse incontro, obbligandomi subito ad alzarmi. «Dobbiamo prepararci. Vuoi avvisare anche tua madre? Magari le farà piacere e passeremo una giornata tra donne!» esclamò.

«Ma... veramente... okay» balbettai. Non credevo neanche per un istante che la grande Hermione si sarebbe piegata a girare per negozi e spendere un capitale, solo per passare un pomeriggio con me e la sua consuocera. «Vado a casa a cambiarmi» dissi quindi e dopo aver dato un bacio frettoloso sulla guancia a Scorpius (che sospirò per niente soddisfatto di passare così una giornata) entrai nel camino e in un turbinio di fiamme verdi e cenere, mi trovai immediatamente a casa mia.

«Ciao, tesoro. Dormito bene?» chiese mia madre girando tranquillamente il suo the del mattino.

«Benissimo, grazie. La signora Malfoy ci ha invitate a fare compere a Diagon Alley, oggi. Vuoi venire?». Mi sembrava di fare una domanda retorica.

In quel momento mio padre e Hugo entrarono in salotto e mi videro accanto al camino.

«Sei appena arrivata o stai per uscire?» chiese mio fratello curioso, ma nessuno ebbe l'occasione di rispondere, visto che papà intervenne subito per puntualizzare il suo pensiero.

«Ricordati, signorina, che ti ho lasciato dormire a casa di quello, solo perché hai l'anello al dito che ti protegge, ma sappi che non intendo sopportare questo comportamento come se fosse una cosa normale».

«Ma, papà, è normale. Non facciamo niente di male e se anche lo facessimo, siamo fidanzati» replicai.

«Hai ragione, ma tu sei la mia bambina e io non mi abituerò mai al fatto che sei cresciuta. Anche quando sarai nonna e con i capelli bianchi, per me sarai vergine e con le treccine rosse, come quando ti insegnavo ad andare sulla tua prima scopa giocattolo» rispose lui incrociando le braccia e arrossendo alle orecchie.

Caro papà! Mi vennero gli occhi lucidi e mi gettai al suo collo con un balzo.

«Tu sarai sempre il mio papà, che mi consolava quando mi sbucciavo le ginocchia e che mi portava sulle spalle per fare cavalluccio» sussurrai al suo orecchio e sentii le sue braccia avvolgermi. «Non dormirò con Scorpius... non tanto spesso» concessi e lui ridacchiò annuendo.


Corsi a prepararmi per la giornata di shopping e quando scesi e mi avvicinai al camino del salotto, dove mi aspettava la mamma, con giacchino leggero, gonna al ginocchio e cappellino. Sembrava pronta per una cerimonia. Io avevo semplicemente cambiato jeans con dei pantaloncini di tela e una canotta per stare più comoda e, di sicuro, non elegante.

«Perfetto, possiamo andare. Ci troviamo a casa dei Malfoy oppure direttamente a Diagon Alley?».

Quasi non ci credevo: cosa ci faceva mia madre pronta per venire con me? Lei che non si guardava mai allo specchio più di una volta e che acquistava i suoi abiti ai grandi magazzini di Londra? Che stava succedendo?

«Ma... ma certo. Andiamo... ci dobbiamo trovare all'ingresso di Diagon Alley» risposi perplessa. Lei mi accecò con un sorriso splendente e si diresse risoluta verso il grande camino, dove io la seguii.

«Ciao, Rose. Buongiorno, cara Hermione» esclamò festosa Astoria quando spuntammo nel cortile interno del Paiolo Magico.

«Salve, Astoria» rispose allegra mia madre, poi si affiancò alla signora Malfoy e batté i mattoni con la bacchetta, in modo che si aprisse il passaggio.

«Da dove iniziamo? C'è così tanto da fare!» incalzò la mamma di Scorpius.

La mia rispose subito: «Ma da Madama McClain per il vestito da sposa».

Per Merlino! Erano impazzite!


---ooOoo---

Angolino mio:

abbiamo scoperto qualche cosa in più dell'anello. Non che la situazione sia risolta, ma è molto più chiara.

Le mamme invece sono partite per la tangente. Non credete che Hermione possa essere così per il matrimonio della figlia? Illuse. Qualsiasi mamma da di testa quando si tratta della sua bambina all'altare.


Riguardo ai nick delle recensioni, confermo il mio stupore per l'enorme afflusso in queste feste. Spero che l'uso delle nuove recensitrici sia di loro gusto. Ringrazio per l'idea grandiosa dello sviluppo che mi è venuta per consentire il loro inserimento, costringendomi a variare la mia traccia.

Per i nick già usati, ringrazio Rosewhite93 (ex Potterina93, famosissima marca di reggiseni del mondo magico), Nemy1990 Pad_19 e Vin94 (tre codici di libri della biblioteca di Hogwarts), stefaniad (incantesimo) Moontastic (parola d'ordine della torre dei Grifondoro) Darkviolet92 (autrice della prefazione di un volume di romanzi di Jane Austen), becca123 (password per entrare nel bagno dei prefetti), Trislot (giocatore di Quidditch dei Grifondoro).

Ricordo con piacere i vostri interventi, sia per la “punizione” sia per questa storia, così come spero che ancora apprezziate il modo in cui vi ho inserito dentro quella storia, qui vi ringrazio per questa.


Bene, finito. Adesso vi rimando alla prossima settimana e vi auguro buona conclusione delle feste.

Baciotti

  
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