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Autore: Recchan8    04/01/2016    1 recensioni
[SEGUITO di "Chance"]
"La prima volta che accadde arrivai a concludere che mi fossi sognata tutto: il mio arrivo alla Wammy's House, l'assurdo e ambiguo rapporto con Mello, la visita di Elle, e la tavoletta di cioccolata trovata al mio "risveglio".
E allora perché? Perché successe di nuovo?
A quanto pareva, la mia "missione" non era finita. Avevo fallito il primo tentativo: non ero riuscita a persuadere Mello a rimanere alla Wammy's House dopo la morte di Elle. Sapevo come le cose si sarebbero evolute... Mello si sarebbe unito prima alla mafia americana, poi avrebbe continuato le indagini con Matt, e infine sarebbe morto. Evidentemente c'era una forza maggiore che non voleva che ciò accadesse. Forse la mia volontà? La mia fantasia? La mia immaginazione? Insomma, in poche parole, quello che sto cercando di dire è che un giorno mi ritrovai nel quartiere di una città a me sconosciuta.
Strano, no?
Allora come reagireste se vi dicessi che fino a pochi attimi prima mi trovavo nel bagno della mia scuola?".
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Chance'
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Che bel quadretto.
Io, Matt e Mello seduti attorno al tavolo della cucina a guardarci imbarazzati.
Matt si accese una sigaretta e incrociò le braccia al petto.

-"Te l'avrei detto subito, ma ho preferito aspettare"- disse rivolgendosi a Mello.
-"Perché?"- domandò Mello sprezzante.
-"Perché, come ho immaginato, ci sei rimasto di sasso"-. Aspirò una boccata di fumo e lo espirò dal naso.
-"E perché, tu no?"-.
-"Certo che sì. Pensavo si fosse suicidata"- rispose.
-"Ecco"- confermò Mello.
Picchiettai l'indice contro la superficie del tavolo.
-"Adesso voi mi spiegate perché continuate ad affermare che io mi sia suicidata”-.
-"No, non hai capito"- disse Mello. Mi lanciò un'occhiataccia. -"Sei tu quella che deve dare spiegazioni"-.
Guardai Matt in cerca di sostegno; lui, invece. assunse la stessa espressione di Mello.
Grandioso, semplicemente grandioso”.
-"Certo, posso darvi tutte le spiegazioni che desiderate, ma sono più che sicura che non mi credereste mai"-.
Dopo avermi lanciato un'occhiataccia in cagnesco, Mello si alzò dalla sedia e prese Matt per un braccio.
-"Che c'è?"-.
-"Matt, esci da qui e lasciami parlare con lei"-.
-"Ma..."- tentò di ribattere.
-"Esci e non rompere"- sbottò, e lo chiuse fuori dalla cucina.
Tornò al tavolo e si sedette. Tirò fuori da una tasca del cappotto una tavoletta di cioccolata della stessa marca di quella che mi aveva dato prima di andarsene. Mi guardò negli occhi. Lo guardai. Guardò dietro di me e io posai lo sguardo sulla cioccolata.
-"Sempre la solita, eh?"- dissi, spezzando il silenzio.
-"Cosa?"-.
-"La solita marca di cioccolata"- risposi.
Si bloccò un attimo e posò la tavoletta sul tavolo. Gli era passata la voglia di mangiarla.
-"Revi..."- disse a un tratto.
-"Che c'è?"-.
-"Revi..."-. Incrociò le braccia al petto e mi squadrò.
-"Che vuoi?"- dissi nuovamente.
-"Sei davvero tu?"- mi chiese tirandosi su il cappuccio del cappotto.
-"Ovvio. Che stai facendo?"- domandai.
Borbottò qualcosa di incomprensibile, si appoggiò allo schienale della sedia e guardò da un'altra parte.
-"Qual era la tua camera alla Wammy's House?"- domandò a un tratto.
-"45"- risposi prontamente. Avevo immaginato che mi avrebbe fatto delle domande del genere.
-"Il tuo compagno di camera?"-.
-"Non ce l'avevo"-.
-"Con chi sei andata al Ballo?"-.
Esitai. Me l'aveva chiesto davvero?
-"...Con te"-.
-"Tu hai parlato con Elle, vero?"-.
Spostò lo sguardo su di me e sussultai. I suoi occhi azzurro ghiaccio mi facevano sempre uno strano effetto. Non riuscii a sostenere il suo sguardo e abbassai gli occhi sul tavolo.
-"Sì, ma adesso questo cosa c'entra?"-.
-"Avete parlato di me e Near, giusto?"-.
Mello e Near, i successori di Elle. L'impulsività e la riflessione.
-"Già..."- mi arresi.
-"Be', anche io una volta ho parlato con lui. Mi disse che gli sarebbe piaciuto rivederti perché lo incuriosivi"-.
Che strana affermazione da parte sua” pensai.
-"Quindi...?"- lo incalzai.
-"Mi ha detto che aveva intenzione di darti il suo cognome. Ma io non ho mai saputo quale fosse, e mai lo saprò"-. Sospirò.
-"Okay...”- dissi cauta. -“Ma mi vuoi dire cosa c'entra questo discorso con...?"- chiesi per la seconda volta.
-"Non lo so"- rispose brusco.
Si alzò e andò ad appoggiarsi al muro della cucina. Mi squadrò per bene.
-"Dillo"- lo precedetti. Avevo capito cosa stava per chiedermi.
-"Quanti anni avevi quando eri con noi alla Wammy's House?"-.
Che fare? Dirgli la verità o mentire?
-"Allora?"- mi incalzò.
-"Quattordici"- risposi.
-"E adesso?"-.
-"Diciannove"- mentii spudoratamente.
-"Non dire cazzate!"- rise amaramente.
-"Lo vuoi proprio sapere?"- gli domandai.
-"Certo, altrimenti non te l'avrei chiesto"-.
Esitai.
-"Quindici"-.
Mi guardò negli occhi e un brivido mi percorse la schiena. Si avvicinò al tavolo e improvvisamente sbattè il pugno sulla sua superficie. Sobbalzai.
-"Ma che cazzo...?!"-. Detto ciò uscì dalla cucina senza dare ulteriori spiegazioni.
Semplicemente figo.


 

   
 
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