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Autore: Diletta_86    04/01/2016    2 recensioni
A volte per non soffrire bisogna solo non guardarsi indietro e buttare il cuore in stand by.
Quello che tenta di fare Gaetano Berardi per non rimanere in balia di un incertezza che aleggia su di lui da troppo tempo.
Questa è essenzialmente la sua storia.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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ACCOMPAGNAMENTO: https://www.youtube.com/watch?v=6Wk5hYSLvFI&index=1&list=PLHVAlBBRgABuQAHNbeiBKlfFRaNF4qn-V
 
Appoggiato contro lo stipite della porta, le braccia incrociate sul petto, un lieve sorriso, Gaetano le aveva guardate scrutarsi, un po’ come fanno le leonesse nel branco coi nuovi arrivi, e lentamente aveva visto le nubi dissolversi sopra le loro teste, e comparire un sole luminoso. 
Lentamente sua madre aveva perduto quell’aria da dama altolocata con cui lui l’aveva sempre veduta, bambino troppo giovane per comprendere che l’educazione di un certo rango pretende una dose d’anaffettività apparente.  Grazie agli occhi di Camilla scopriva finalmente che sua madre lo amava.
Le aveva sentite discutere di banalità, il meteo, tutti quei convenevoli inutili, ed addentrarsi pian piano nelle loro reciproche storie di vita, a passi lenti, come un valzer o forse un tango, di quelli che richiedono soltanto un oboe centrale, bianco e purissimo, per illuminare i protagonisti della danza.

Sedute sul divano, con due tazze di una qualche miracolosa tisana preparata in fretta, le aveva guardate con quei suoi occhi cerulei ed estasiati fin quando non s’erano trasformate da sconosciute a parenti.  Uno dei suoi sogni migliori, rimettere in piedi i cocci di una famiglia che credeva irrimediabilmente sparsa al vento.

“Puoi darmi del tu, ragazza…direi che ormai è fatta”

“Adesso capisco da dove arrivano alcune cose che non capivo di G.”

“Si. Capisco di cosa parli.”

Frammenti di conversazione che gli arrivavano alle orecchie a sprazzi, intervallati dalle sue riflessioni su come fosse cambiata, addolcita forse, sua madre dall’ultima volta, e da come sembrasse normale vederla conversare con Camilla, la sua Camilla, in una serata tranquilla.
Lentamente i pensieri di Gaetano si allontanarono da quella stanza e presero a vagare liberi, senza seguire un corso preciso. Immaginare il futuro era una cosa che non faceva da troppo tempo. Già sorrideva al pensiero della faccia di Tommy davanti a quelle novità. Era ancora abbastanza piccolo da divertirsi a giocare coi fratellini.
Già se li immaginava, i suoi figli, a Natale, che bisticciano su chi deve mettere le decorazioni più in alto, su chi avrà il regalo più bello. Gli par di vedere una piccola signorina in tulle rosso che smania perché i fratelli non la fanno giocare ai loro giochi segreti.

Lui, geloso come nessuno, avrebbe avuto una figlia. Incredibile a dirsi. Eppure era cosi. Ormai mancava poco…

“Hey. Ti sei incantato?!”

La voce di sua madre lo riporta alla realtà. Da quant’’è che si è perso nel suo confabulare? Non lo sa. Ma sua madre gli sorride ed era troppo tempo che le chiedeva tacitamente di farlo.  Scuote il capo e le sorride di rimando.

“Io e Camilla stavamo dicendo se ti va bene con il lavoro una cena per sabato prossimo...”

“Oh sisi! Certo! Va benone! “

“Allora direi che è ora che io vada, prima che tuo padre diventi pazzo in attesa di sapere le novità!”

Ancora imbambolato Gaetano annuisce, mentre le passa il cappotto con fare cortese, buone maniere talmente radicate da azionarsi in automatico.  Le due donne si abbracciano, sulla porta, come due amiche di vecchia data. Gaetano è felice.

“Ah. Mamma…mi sei mancata.”

“Anche tu ragazzo. Anche tu...”

Quando chiude la porta la prima cosa che incontra è il sorriso di Camilla, che adesso ha capito un bel po’ di cose in più. La donna gli tende le braccia e lui ci si fionda, come sempre. Perché davvero non vorrebbe mai staccarsi da lei.
I ricordi della cena del sabato successivo appaiono tutt’ora confusi nella mente di Gaetano, un sacco di chiacchiere ed un sacco di calore. Forse non era davvero il figlio reietto che credeva di essere, o magari era solo merito di Camilla.

ASCOLTO SUGGERITO: https://www.youtube.com/watch?v=KMzBXynXo68

Aveva una famiglia adesso. Era trascorsa una settimana e Gaetano e Camilla attendevano l’arrivo del volo che li avrebbe ricondotti a Torino. Perché lì era iniziato e lì doveva finire, quando il destino avesse posto fine al loro ultimo respiro.  S’era fatto una promessa la sera in cui lei gli aveva restituito il suo passato. Non avrebbe avuto paura. Mai più. Finché fossero rimasti assieme nulla avrebbe potuto scalfire il loro amore.
La guardava sonnecchiare seduta affianco a lui, la testa poggiata contro la spalla e si sentiva forte. Ci aveva messo molto poco ad organizzare il trasloco. Se possibile meno di quanto ci aveva messo a fuggire da lei.
Emozionato come un ragazzino vide comparire il loro volo sul tabellone e poggiandole una mano su di una guancia ebbe la tentazione di svegliarla a suon di baci, ma si contené, un'altra cosa nuova che stava imparando.

“Amore sveglia. Dobbiamo andare all’imbarco. “

Le sussurrò sfiorandola in una leggera carezza. Camilla mugugna prima di riemergere dal suo sonno. Al commissario manca un battito quando i grandi occhi color nocciola realizzano e si puntano nei suoi con quella loro luce tutta particolare.

“...di già? Stavo sognando.”

“Si bella addormentata. Di già.”

“Stavo sognando te…”

“Cami…”

Gaetano non ha ancora capito cos’è che gli impedisce di saltarle addosso ogni volta che gli piazza davanti quella sua espressione imbronciata. Dopo tutti quegli anni ancora non si è resa conto dell’effetto che gli fa. Inconcepibile.
Alza gli occhi al cielo, scuote la testa, che nel frattempo si è riempita di boccoli biondi lasciati ricrescere e sorridente si carica di tutti i bagagli.  Tre ore più tardi stà facendo la medesima cosa davanti al loro appartamento di Torino.

“Ricordami perché abitiamo al quarto piano con un ascensore così piccolo”

“Perché è divertente rimanerci incastrati dentro?!”

“Prof! Ma allora lo fai apposta!”

In risposta arriva solo la risata cristallina di Camilla. SI. Lo fa apposta, ma non lo ammetterà mai. La diverte troppo veder comparire quelle sue espressioni fintamente scandalizzate.  L’ascensore comunque decide di non bloccarsi, e il destino non ha ancora finito di colpire Gaetano con la sua ruota positiva.
L’uomo ha appena aperto le porte del cigolante aggeggio meccanico quando spalanca la bocca e rimane congelato. 

“Papà! “

Tommy spicca la corsa verso di lui, che lascia cadere tutto quello che aveva afferrato, si china e lo afferra al volo facendogli fare una giravolta per aria solo per sentirlo ridere e implorare di essere rimesso a terra.

“Tommy! Quando sei arrivato?!”

“Ieri sera. La mamma aveva un lavoro lontano.  Siccome Camilla non c’era… Ciao Camilla!”

Il piccolo sgrana gli occhi nel vedere l’enorme pancione di Camilla, come il padre rimane a bocca aperta, boccheggia, poi stringe i pugni e pone la domanda che tutti i bambini prima o poi pongono.
“Chi c’è li dentro?!”, accompagnando la richiesta con un ditino paffuto puntato.  Gaetano diventa color porpora, spostando freneticamente lo sguardo dal figlio a Camilla e viceversa. Per sua fortuna la donna non pare altrettanto a disagio, lenta si avvicina e lascia che il piccolo appoggi una manina accaldata sul pancione, ricevendo un debole calcio.

“Oh”
“Ecco. Loro sono i tuoi fratellini.”

Tommy spalanca a sua volta gli occhioni, voltandosi a cercare lo sguardo paterno che annuisce con un timido sorriso.

“Sorpresa”

“ YEEEEEEEEEEEEEEEEEEPPPPPPPPPPPPPPPPPPEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHHHHHHH”

Tommy grida saltando per l’intero pianerottolo come un indiano assetato di guerra, finendo per attirare l’attenzione di Livia che apre la porta, sorride vendendoli.

“Ce l’avete fatta eh !” 
   
 
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