Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    05/01/2016    3 recensioni
….la piccola tolse le mani dalla ferita, strinse in un ultimo abbraccio Ben e chiuse gli occhi, il suo amico se ne era andato per salvare lei; triste pensò che, se non lo avesse conosciuto, lui sarebbe ancora vivo e questo la fece stare ancora peggio. L’aveva protetta fino all’ultimo, ma non era servito a niente. Niente. Poi un’arma sparò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de “la stanza dei specchi”
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Una lunga ed estenuante attesa

Ancora una volta Semir assistette alla prodezza del suo giovane amico in apnea, ma questa volta appena Ben atterrò sull’orlo della voragine lesto come un cobra Semir prese per un braccio il ragazzo e lo allontanò dal bordo del baratro tirandolo verso di sé.
Tutti e tre caddero a terra, prima Semir, che si ritrovò sopra Livyana e Ben.
Il giovane ispettore si alzò velocemente, con la paura di aver fatto seppur involontariamente del male alla bambina cadendole sopra.
Si alzò anche Semir che di fatto si ritrovò la bimba tra le braccia.
La piccola respirava in modo all’apparenza regolare, ma aveva una profonda ferita ad un polpaccio.
Senza pensarci tanto Ben si sfilò la camicia ne strappò un lembo e le fasciò la gamba. Semir notò che il collega rimasto con la sola canottiera aveva anche lui una profonda ferita dietro ad una spalla, ma sembrava che Ben non sentisse nulla, eppure, di questo Semir ne era sicuro, il dolore doveva essere forte anche per lui.
“Ecco ora portiamola fuori…” disse compito Ben alzandosi con la bimba in braccio, quando fu bloccato da Semir.
“Lasciala a me socio…” disse con tono quasi paterno Semir “Sei stato bravo e coraggioso, ma adesso lasciati, anzi lasciatevi aiutare” e dopo essersi tolto anche lui la camicia la porse al ragazzo “E fasciati quella ferita” disse indicandogli la spalla “Stai sanguinando e parecchio”
Ben non disse nulla, ma i suoi occhi erano pieni di gratitudine.
I due ispettori si avviarono verso l’uscita, nessuno percorrendo il corridoio ebbe il coraggio di dire niente.
Ogni tanto quando il terreno sdrucciolevole lo consentiva e la fioca luce della torcia elettrica lo permetteva Semir guardava Ben, aveva gli occhi letteralmente incollati al corpicino di Livyana.
Dolcezza, tenerezza e preoccupazione…queste erano le sensazioni che provava Semir per il suo socio e sicuramente questi erano gli stessi sentimenti che aveva Ben verso la piccola.
Finalmente i due poliziotti uscirono da quell’angusto posto.
Il sole era alto nel cielo e la luce abbagliante accecò per un attimo la vista ai due uomini.
Semir prese le chiavi della macchina, e Ben salendo nell’abitacolo nel lato passeggero prese in braccio la piccola.
Poi si diressero a sirene spiegate verso l’ospedale di Colonia.
Durante il tragitto Semir avvisò il comando del ritrovamento di Livyana e tutti al distretto tirarono un sospiro di sollievo.
“Ottimo lavoro signori” si complimentò il commissario Kruger, e sul volto di Semir comparve un sorriso.
Voltandosi però notò che il suo socio era molto preoccupato da non distogliere nemmeno per un attimo il suo sguardo dal corpicino di Livyana.

Giunti all’ospedale Ben scese dalla BMW e consegnò la piccola alle amorevoli cure del personale medico che era stato avvisato del loro imminente arrivo.
La piccola venne adagiata su di una barella e portata velocemente verso la sala operatoria, seguita a ruota dai due ispettori, che poi furono fatti gentilmente accomodare in sala d’attesa.
Semir si sedette su una sedia mentre il suo socio rimase in mezzo al corridoio davanti ad una porta.
Dietro a quella porta i medici si stavano prendendo cura di Livyana.
“Ben…” disse Semir avvicinandosi “Dovresti farti vedere quella brutta ferita alla spalla…”
“Spero che non sia nulla di grave…la ferita è profonda…e poi…quando saprà dei suoi genitori …” rispose come in trance Ben.
“Livyana guarirà, non è grave, vedrai…ora andiamo…qui non possiamo fare altro e tu devi farti mettere alcuni punti sulla spalla” e lo prese per un braccio.
Seppur riluttante il giovane seguì il suo collega, non aveva la forza di ribattere e si sentiva stanco.
Tutte le forze che prima credeva di avere lo avevano definitivamente abbandonato e quindi sorretto moralmente dal suo socio si avviò verso il Pronto Soccorso dell’ospedale.

Ormai era pomeriggio inoltrato e Semir era in ufficio a compilare il rapporto sull’operazione appena conclusa.
Ogni tanto quando scriveva il nome del suo socio si bloccava; conosceva diverse sfaccettature del carattere di Ben, ma questa volta ne aveva conosciuta una nuova.
Il ragazzo aveva sempre avuto un certa affinità con i bambini e le sue figlie ne erano una conferma, con loro era sempre dolce, premuroso e ogni desiderio delle piccole per lui era quasi un ordine.
Inoltre e questo lo sapeva già, per gli amici lui avrebbe messo a repentaglio se non sacrificato la sua stessa vita.
Per liberare e salvare Livyana Ben era diventato addirittura ‘spietato’ non trovava un termine che potesse essere più calzante.
Aveva messo in scacco i servizi segreti, fregandosene delle conseguenze ed aveva rischiato sanzioni disciplinari rispondendo in maniera non appropriata al commissario Kruger.
“Gerkhan, perché non va a casa? Il rapporto lo scriverà domani, vada a riposare, torni dalla sua famiglia” disse Kim Kruger comparendo sulla soglia dell’ufficio alle spalle di Semir e di fatto distogliendolo da quei strani pensieri e riportando alla realtà.
“Resto ancora un po’ commissario, tanto ho quasi finito e poi non penso che riuscirei a rilassarmi…” rispose il piccolo ispettore.
“Ho appena concluso una conversazione telefonica coi servizi segreti. Hanno escluso che nella squadra della SEC intervenuta in nostro aiuto sul ponte di Hohenzollern  ci fossero dei loro agenti, ma sappiamo benissimo che anche se fosse vero…non c’è lo direbbero mai. Comunque mi hanno appena informato che la bambina non verrà rimpatriata in Russia, lei risulta cittadina tedesca verrà data in affido al suo collega Jager, questo in accordo anche con i servizi sociali”
“Ah però…” replicò Semir anche se la cosa non gli sembrava poi così strana.
“Ha notizie dall’ospedale? Come sta la piccola? E il suo collega?” chiese poi entrando e andandosi a sedere alla scrivania di Ben.
“Ben non mi ha ancora chiamato, ma so che sta bene, si è ferito durante il nostro…rocambolesco salvataggio, gli hanno dato qualche punto, tornerà come prima. E la piccola…beh penso che anche lei tutto sommato stia bene, anche se quando saprà che i suoi genitori sono morti…” poi cercando di trovare le parole più appropriate “Commissario ecco io…so che Ben sa essere impulsivo, è giovane e …” ma la Kruger lo bloccò.
“Il suo collega a volte dovrebbe capire che ci sono delle regole da rispettare. Posso capire che in questo periodo e per come si sono svolte le cose si sia sentito arrabbiato, ferito nell’animo, e perché no stanco di essere continuamente messo alla prova da eventi…come dire personali…” replicò seria.
“Ben conosce benissimo le regole e sono sicuro che si è reso conto …” ma di nuovo il commissario lo interruppe.
“Per questa volta non avvierò nessun tipo di procedimento disciplinare a suo carico, Jager aveva a cuore le sorti della bambina, e tutti sappiamo come si trasforma quando uno della famiglia è nei guai giusto? Stia tranquillo, non dovrà cercarsi un altro collega e non dividerò la coppia d’oro dell’autostradale, ma è bene che lei dica al suo partner che non gli concederò un’altra possibilità. Ripeto e come lo dico per il suo collega voglio che lo tenga a mente anche lei, ci sono delle regole e devono essere rispettate, sempre. Comunque appena rientrerà una bella lavata di capo non gliela leva nessuno”
Semir non osò replicare.
Il commissario si alzò, salutò Semir ed uscì dall’ufficio per far rientro a casa.
“Ti è andata bene socio” disse Semir rivolto alla sedia vuota che aveva di fronte e pochi istanti dopo il suo cellulare suonò: tempismo perfetto era Ben.

“Ciao socio” esordì il piccolo ispettore “Come stai? Anzi come state tu e la piccola?”
“Io sto bene e la piccola è qui accanto a me che sta dormendo…sono nella sua stanza, non voglio che si svegli e si ritrovi da sola, ne ha passate parecchie, non voglio …” il ragazzo non concluse la frase, sentiva che si stava emozionando e Semir non fece domande capendo benissimo lo stato d’animo del suo socio.
“Senti, lo sai che rischi di restare senza partner vero” continuò Ben cambiando decisamente discorso “La Kruger questo giro me la farà pagare, sono dispiaciuto nel modo in cui mi sono comportato con lei…domani cercherò di venire in ufficio, devo assolutamente chiederle scusa in qualche modo…” disse malinconico.
“Ho appena parlato con il commissario, non penso che avvierà sanzioni disciplinari nei tuoi confronti, in fondo sa che se hai agito così è perché eri molto coinvolto, una cosa è certa… ti lascerò solo, e sottolineo solo, quando si abbatterà su di te la sua ‘ira funesta’ e sai non penso che abbia tutti i torti…” e lasciò volutamente cadere il discorso.
“Vabbè dai in fondo me la sono andata a cercare, dovrei imparare ad essere meno impulsivo, ma sai come sono…prendere o lasciare… arrivato alla mia età …non penso di poter cambiare ora che mi sto avvicinando agli ‘anta’ ”
“Mi fai paura quando dici cose sagge…” lo canzonò Semir.
Ben non rispose alla provocazione, ma chiese al suo socio: “Senti sei a casa?” 
“No sto scrivendo il rapporto, ma fra poco me ne andrò via”
“Semir?”
“Sì?”
“Grazie, senza di te non ce l’avrei mai fatta, insieme siamo eccezionali…e se sono ancora vivo…ti devo la vita socio, ancora una volta” disse tutto d’un fiato Ben, sapeva che si stava emozionando.
“Tranquillo socio, ci sentiamo domani…Ah comunque mi devi una cintura in pelle e una camicia” sdrammatizzò Semir sentendo una leggera incrinatura nella voce dell’amico.
“Te ne comprerò più di una…promesso” e il giovane poliziotto chiuse la comunicazione, in attesa che la sua piccola amica si svegliasse.
Si preparò quindi ad una lunga ed estenuante attesa.

Angolino musicale: Ben che veglia la piccola mi ha ispirato una canzone oserei dire d’altri tempi, ma a volte ‘Smielilde’ prende il sopravvento su ‘Grimilde’. A proposito vi anticipo già che il prossimo (chilometrico) capitolo conterrà il ‘famigerato’ prologo…preparate i fazzoletti…Dunque ritornando a noi, non so quanti di voi abbiano visto la versione originale del Mago di Oz, ma tra le stupende canzoni c’è questa cantata da Judy Garland, ’Somewhere over the rainbow (Da Qualche Parte Sopra L'arcobaleno)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=PSZxmZmBfnU
Da qualche parte sopra l'arcobaleno proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto una volta durante la ninna nanna, da qualche parte sopra l'arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai fatto, i sogni diventano davvero realtà un giorno esprimerò un desiderio, su una stella cadente mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me, dove i problemi si fondono come gocce di limone lassù in alto, sulle cime dei camini è proprio lì che mi troverai da qualche parte sopra l'arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai osato fare, oh perché, perché non posso io? …
 
  
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