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Autore: Deline    05/01/2016    1 recensioni
“Vuoto di ogni essenza perché possa catturare la vostra”
Recita una incisione sul retro di un antico specchio.
Una ammonizione che la giovane Nere ha voluto ignorare per sfuggire, anche solo per qualche giorno, alla noia della routine.
Così ha inizio il suo viaggio nella Chicago distopica di Divergent alla ricerca del tenebroso Intrepido che le ha rubato il cuore attraverso le pagine della saga scritta da Veronica Roth.
Una ragazza come tante e uno specchio magico che le permette di attraversare il confine tra realtà e fantasia e la trasporta, come solo un libro saprebbe fare, in un mondo nuovo, sognato e temuto allo stesso tempo.
Nere, una ragazza normale, distante anni luce dalle eroine dei libri, una di noi, insicura e fragile ma anche caparbia e fiera, che lotterà per la salvezza del suo amato e della dimensione alla quale ormai sente di appartenere.
*** *** *** *** *** *** *** *** *** ***
Il racconto si basa solo sui primi due libri e film della saga, Divergent e Insurgent.
Età e aspetto dei personaggi sono quelli dei film, per tutto il resto "salto" da libri a film, soprattutto per Divergent. Per quanto riguarda le parti di Insurgent resto fedele al libro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tori
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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     Siamo nel mio vecchio appartamento che ora è di Martina. Lei è in camera e sta preparando la sua borsa da viaggio. Prima di venire qui ha fatto fare la stessa cosa a Eric e a me. Non è stato facile convincerlo, continuava a guardarci e a ripeterci di smetterla, che ormai il nostro scherzo era stato scoperto e non aveva senso continuare.
Non ci crede, non ha tutti i torti, nessuno crederebbe a una storia così assurda. L’unico modo per convincerlo è quello di fargli attraversare lo Specchio Vuoto.
Non abbiamo mai portato qualcuno di una dimensione di fantasia nella nostra e non so cosa potrebbe accadergli. Probabilmente nulla come è accaduto a me e Martina, ma in me si sta facendo largo il terrore che una volta dall’altra parte Eric potrebbe dissolversi. Lui non esiste nella realtà, o meglio, esiste nella mente della sua creatrice e nel corpo dell’attore che ha interpretato il suo personaggio nel film. Magari si ritroverà nel corpo dell’attore….spero che mantenga la sua mente intatta perché l’attore non mi ispira fiducia, come tutti gli attori del resto. So che non devo fare di tutta l’erba un fascio ma, anche se ne avessi l’opportunità, non uscirei mai con un personaggio del mondo dello spettacolo, non è il mio genere di uomo.
Martina entra nel salotto con due enormi borsoni, viaggia leggera. Da uno prende una lattina della mio energy drink e me la lancia.
«Che cos’è?» mi domanda Eric fissando incuriosito quella lattina sconosciuta.
«Caffeina, taurina e guaranà. E’ una bevanda energetica, io l’adoro» rispondo mentre la apro.
Il suo aroma dolce e frizzante fa storcere il naso a Eric. Ne bevo un sorso e poi la offro a Eric. Lui osserva le goccioline di liquido rosato che sono rimaste imprigionate nella scanalatura sulla parte superiore della lattina e poi ne beve un sorso.
«Sembra una medicina effervescente e dolciastra» dice disgustato mentre mi passa la lattina.
«Non ti preoccupare tesoro, lo sai che ci vuole il momento giusto per apprezzarti» dico alla lattina mentre l’accarezzo ridacchiando.
«Non credo che lui avrà mai le mestruazioni in estate con l’umidità alle stelle» scherza Martina.
«Adesso parliamo di cose serie» dice tornado seria e facendo uno dei suoi profondi respiri da monologo di un’ora. Mi siedo sulle ginocchia di Eric e appoggio la mia testa contro la sua. Se devo sorbirmi un’ora di noia preferisco farlo con qualcosa di piacevole molto vicino.
«Noi veniamo da un’altra dimensione. Il mondo è lo stesso in cui vivi tu ma è ancora tutto intero, non c’è ancora stata la guerra che, da quello che sappiamo, ha stravolto completamente l’intero mondo»
«Quindi mi stai dicendo che venite dal passato?» domanda Eric ridendo.
«Sì e no. Questo porrebbe benissimo essere uno dei futuri che ci attende ma non è reale, è frutto della fantasia di una giovane donna»
Eric la guarda come come se fosse pazza. Non ha tutti i torti, prima gli riveliamo di appartenere a un’altra dimensione e che Nere non esiste e adesso gli diciamo che neanche lui esiste.
«Lo so che è difficile da credere, ma per noi tu non sei reale, sei il personaggio di un libro»
«Complimenti per la delicatezza, Martina!» esclamo.
«Speri che ci creda davvero?» domanda Eric scoppiando a ridere.
«Non ha tutti i torti, detto così nessuno ti crederebbe» le faccio notare.
«Non è una cosa semplice da dire, non esiste un man…» si interrompe e corre verso le sue borse, prende il tablet e lo sventola vittoriosa.
«Però ho tonnellate di prove. Qui dentro ci sono i quattro libri che parlano di questa dimensione e di te»
Martina inizia a sfogliare l’ebook, non ho idea di quale dei quattro della saga.
«Dimmi se ti suonano familiari queste parole: “Hai una faccia da far schifo. Spero che quando perderai non l’userai come scusa perché ti batterei comunque”»
Ha citato una parte di Four: la mattina prima dell’incontro tra Eric e Quattro che finirà con Eric in ospedale.
«Potrebbe avervelo rivelato Quattro» sottolinea Eric con un tono da so-tutto-io. Ha ragione non prova nulla.
Martina ricomincia a sfogliare. Si ferma come se avesse trovato qualcosa ma poi scuote il capo e riprende a sfogliare.
«Il suo passato non ci aiuta, Non esiste un libro con la versione dei fatti raccontata da lui» si lamenta Martina lanciando il tablet sul divano accanto a me.
Ha ragione, il passato non ci aiuterà, è raccontato da Quattro e da Tris che possono averci spifferato tutto quello che è accaduto.
Il presente è la strada migliore. Eric nel libro parlava con Jeanine durante l’aggressione di Tris.
Prendo il tablet, apro Divergent e cerco la loro conversazione.
«Cosa mi dici di: “Come procedono le ricerche di Divergenti?”» dico imitando la voce fredda e monotona di Jeanine.
«Tu le rispondi: “Finora non abbiamo riscontrato nessun segno”» quella di Eric non mi viene come vorrei, lui cerca di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
«Jeanine: “Non potresti averne trovati molti comunque. Durante l’addestramento ai combattimenti non emerge niente. É dalle simulazioni, invece, che possiamo identificare i ribelli Divergenti, se ce ne sono. Dobbiamo esaminare le registrazioni più volte per esserne sicuri. Non dimenticarti il motivo per cui ho chiesto a Max di nominare te. La tua prima priorità è sempre scovarli. Sempre”» e infine aggiungo: «Tu: “Non me ne dimenticherò”»
Eric resta di sasso. Questo lo poteva sapere solo lui, era solo con Jeanine e io e Martina eravamo impegnate con Al. Sono certa di aver detto esattamente le stesse identiche parole della loro conversazione.
«É accaduto poco fa e voi eravate soli mentre io e Nere stavamo evitando che Al si mettesse nei guai» gli fa notare Martina.
«Potreste benissimo averci spiati»
Eric pare proprio non voler mollare.
«Eric, ti stai arrampicando sugli specchi, io e Tini eravamo vicinissime al Pozzo e tu vicino all’ingresso della residenza» gli dico sbuffando.
«Vai in infermeria, troverai Peter e Drew conciati male dopo averle prese da Quattro…»
«Un momento, Quattro ha aggredito degli iniziati trasfazione?» Eric la interrompe.
«No, Quattro ha impedito che loro buttassero Tris nello strapiombo!» esclama Martina seccata dall’essere stata interrotta con una domanda del tutto fuori luogo.
«Se ora vai nell’appartamento di Quattro lo troverai sdraiato sul pavimento accanto al suo letto dove ora sta dormendo Tris con indosso un suo maglione» gli dico. Questo nessuno lo sa a parte Tris, Quattro e chi ha letto il libro o visto il film.
Eric scoppia a ridere, sembra divertito, ma credo sia sconvolto.
«É davvero patetico»
«Senti chi parla» lo punzecchia Martina.
Eric gli lancia un’occhiataccia.
«Basta chiacchiere, non ci portano a nulla. Passiamo ai fatti» dice Martina mentre mi lancia una delle collane fatte con un laccio di pelle legato intorno a una delle pietre di collegamento. La metto al collo di Eric.
«Cos’è?» mi domanda rigirandosi la pietra tra le dita.
 
«Serve per il viaggio, è una specie di navigatore che ti fa mantenere la giusta rotta» gli spiego.
Eric sembra perplesso ma si lascia mettere la pietra al collo.
Bene, ci siamo, si torna a casa. Dovrei essere contenta e sentirmi rilassata, finalmente avrò di nuovo tutte le mie comodità, ma invece sono agitata. Cosa accadrà a Eric? Si dissolverà o resterà tutto intero? Verrà risucchiato nel corpo dell’australiano? Tante altre ipotesi affollano la mia mente e stanno diventando sempre più assurde ogni secondo che passa.
«Martina, aspetta. Potrebbe correre rischi, è la prima volta che lo facciamo» 
«Non per me. In uno dei miei viaggi nei libri ho portato con me una bambina di diciotto mesi» confessa.
Apre il ciondolo a forma di cuore che tiene al collo e mi mostra la foto di una neonata.
«Sta bene, ora ha una famiglia, ma non è il momento di parlare di questo. Non ti preoccupare, non accadrà nulla al tuo Eric»
Ci alziamo, Eric ridacchia, continua a non crederci, presto cambierà idea.
Martina prende la pietra e traccia sul muro un cerchio grande più o meno quanto lo Specchio e poco dopo, all’interno di esso, il muro è svanito e al suo posto intravedo il magazzino del nostro negozio. E’ ora di tornare a casa.
Guardo Eric, ha gli occhi spalancati.
«Questo come lo spieghi, Lasso?» gli domanda Martina.
Eric non risponde, continua a fissare il portale incredulo. Deve essere difficile per la sua mente da Erudito accettare un fatto inspiegabile come un portale dimensionale.
«Martina, aiutami, se sviene non riuscirò a tenerlo» dico a Martina facendole segno di avvicinarsi.
«Eric, ci sei?» chiede Martina stringendo il braccio di Eric.
Lui annuisce e il suo sguardo non è più incredulo, è spaventato.
«Non sei abituato e potresti sentirti stordito, avere qualche capogiro. Se ti senti mancare siediti subito perché mi sa che sei troppo pesante per noi due, capito?» gli domanda in tono materno.
«Ok…» risponde Eric dopo aver fatto un profondo respiro.
Ci incamminiamo molto lentamente verso il portale. Eric mi stringe la mano e io strofino la mia sul suo avambraccio per fargli coraggio, nessun Intrepido sarebbe calmo davanti alla forte luce sprigionata dall’energia dello Specchio. Nessuno al mondo sarebbe calmo davanti all’ignoto. So che Eric è spaventato, ma il suo respiro resta lento e regolare anche quando la luce del portale ci avvolge e ci trasporta dall’altra parte dello Specchio.
   
 
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