Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Vago    06/01/2016    5 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
------------
Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dovettero avvicinare i letti che i folletti gli avevano messo a disposizione per poter dormire comodi.
Anche se comodi era un eufemismo. I tre ragazzi quasi rimpiangevano le lastre di pietra su cui i nani li avevano legati, tanto quei materassi erano rigidi.
Certamente quei lettini erano davvero troppo grandi per un suddito di Foglietta, ma ci sarebbe stato giusto un bambino nano.
Ardof rimpianse il materasso di foglie che lo aveva ospitato sui Monti Muraglia, quando batté la testa contro la testiera del lettino. 
Il suono di un campanaccio svegliò i ragazzi. Ardof sperò che fosse già mattino inoltrato.
Davanti alla porta d’ingresso trovarono piegate tre vesti di colori diversi. 
I due Cavalieri si vestirono in fretta e furia e uscirono nel corridoio, dove un folletto armato e bardato da soldato li stava già aspettando. Ardof lo scambiò per una bambola per bambini. La piccola spada che gli pendeva al fianco non faceva neanche rumore quando sbatteva contro la piccola gamba protetta da una cotta di maglia. 
- Dove si sarà cacciata Frida?! Foglietta ci starà aspettando di sicuro!- Vago stava camminando avanti e indietro nervoso. Indosso aveva un paio di pantaloni larghi e flosci, con una specie di tonaca grigia e giallo canarino.

Ah! Le mode.
Mai capite. E quello sarebbe un abito formale?
Che fine ha fatto la buona vecchia giacca da pinguino?
A proposito, chissà che fine hanno fatto i pinguini… Dovrei farmi un viaggetto ai poli, quando ne avrò tempo.

- Si starà ancora preparando… non penso sia scappata.- I vestiti di Ardof non erano molto diversi da quelli del compagno, solo di colore marrone fango. 
Finalmente la porta della camera degli ospiti si aprì di nuovo.
Vago cadde a terra tanto le risate lo lasciarono senza fiato, ad Ardof cominciarono a lacrimare gli occhi per il ridere. 
Frida uscì dalla stanza come una dama medioevale, si vedeva appena in mezzo a quel vestito. - Che avete da ridere? Voi non sapete cosa vuol dire dover mettere sette gonne una sull’altra. Sono sette! Questo coso pesa addirittura di più della sella di Seisten!- 
La dichiarazione anziché fermare l’ilarità dei compagni la fece aumentare. Vago cominciò a piangere e ridere insieme. 
- Non si lamenti signorina. – disse la guardia urlando sopra le risate dei due ragazzi – La vera veste da ricevimento Berengar è molto più complessa. Quelle complete possono arrivare fino a dodici gonne e sette sopragonne. Ringrazi il nostro re per averla risparmiata.- 
- Bere… che?- chiese Vago rialzandosi da terra e asciugandosi gli occhi.
- Berengar. Di fattura Bereng. I Bereng sono una delle razze che fanno parte della nostra alleanza.- 
- Ah…- dissero all’unisono i due ragazzi. Intanto Frida cercava di prendere in mano tutte le gonne per potersi muovere con un po’ più di libertà. 
Ardof si chiese quante razze si potessero ancora nascondere nelle terre e quali di queste facessero parte di quest’alleanza che sembrava essere così tanto importante per i folletti.
I tre vennero portati in una specie di sala conferenze ottagonale, completamente vuota.
Intorno al lungo tavolo che occupava buona parte della stanza erano state disposte nove sedie, mentre sopra di questo ce n’erano altre sei a misura di folletto. Solo allora il Cavaliere rosso si accorse che tre di queste erano occupate dal re dei folletti, Rovere e da un altro rappresentante della loro specie che il ragazzo non aveva mai visto, o almeno non aveva notato il giorno prima. 
I tre ragazzi si sedettero sulle sedie più vicine ai loro ospiti, attirando un’occhiataccia da parte del folletto che non avevano ancora conosciuto. L’elfa dovette di nuovo spostare la stoffa per potersi sedere senza scivolare dalla sua sedia e finire per terra.
- Benvenuti a tutti e tre, benvenuti. Siete arrivati giusto in tempo, tra poco arriveranno anche i rappresentanti delle altre razze. Mio nipote Rovere lo conoscete già, vero?- 
- Piacere.- dissero tutti e tre al folletto, mentre Foglietta si sistemava la corona. 
- Mentre lui è suo fratello Ercoel. Entrambi fanno parte della casata degli Hougher.- 
- Piacere.- ripeterono i diciottenni ma questo, al contrario del fratello, non gli degnò neanche di uno sguardo. 
- Vedo che vi siete già accomodati… Come vi dicevo stanno per arrivare gli altri.- 
Da una porta della sala entrarono tre folletti dalla pelle marrone come la corteccia. Grazie a una scaletta a pioli riuscirono ad arrivare fino ai loro posti sul tavolo e a sedersi. 
Non passò molto tempo che arrivarono anche i rappresentati degli gnomi e dei Bereng.

Entrambi possono essere scambiati per nani, da lontano… Ma molto lontano.

Gli gnomi però erano più paffuti e con i muscoli meno marcati degli abitanti delle montagne.
I Bereng erano l’esatto opposto: erano quasi squadrati, avevano la mascella e la fronte marcate e i muscoli di tutto il corpo gonfi con le vene pulsanti, inoltre un paio di zanne spuntavano dal labbro inferiore e arrivavano fino all’altezza degli zigomi appuntiti. 
Tutte e tre le razze portarono in dono ai folletti di Foglietta un grosso libro, furono tutti presi e portati fuori dalla stanza da un folto gruppo di folletti. 
- Benvenuti a tutti voi. Il motivo per cui ho fatto convocare il consiglio è il seguente: questi ragazzi hanno qualcosa da sottoporre alla vostra attenzione.- 
Vago diede una gomitata al fianco di Ardof. 
Il Cavaliere rosso si alzò di malavoglia. - Secondo quello che abbiamo visto e sentito, il re che gli umani e gli elfi hanno eletto per governare le loro terre, ovvero le terre dell’ovest, sta impazzendo. Ha già radunato un nutrito esercito e abbiamo ragione di credere che voglia invadere anche il versante orientale, sottomettendo se non sterminando le razze che incontrerà sul suo cammino. Noi ora siamo qui per chiedere il vostro supporto nella guerra che vedrà coinvolte tutte le nostre terre.- 
- Ora che abbiamo sentito cosa questi ragazzi avevano da dirci possiamo andare ai voti.- concluse Foglietta.
- Tutte le decisioni che riguardano il destino delle quattro contee, piccole o grandi che siano, vengono prese votando. La maggioranza vince. Adesso vedrete capirete meglio come funziona.- spigò a bassa voce Rovere ai suoi ospiti. 
- Io, Foglietta I degli Hougher, attuale signore dei folletti del sud e decido di votare… – il re ebbe un attimo di esitazione – a favore di questi ragazzi.- Foglietta si sedette, sussurrando. - Non fatemi pentire della mia decisione e sappiate che non vi avrei mai appoggiato se la vostra storia non coincidesse in modo così preoccupante con le notizie delle nostre sentinelle nell’altro versante.- 
“Cominciamo bene, finiamo meglio. Spero.” Pensò Ardof. Non sapeva ancora che utilità potessero avere i folletti in battaglia, ma la guerra si vince con gli uomini, qualcuno disse, quindi una popolazione in più poteva far comunque comodo. 
- Io, Rovere della casata degli Hougher, ambasciatore dei folletti del sud voto a favore.- 
I due fratelli si diedero il cambio. 
- Io, Ercoel degli Hougher, rappresentante dei folletti del sud non sono affatto d’accordo con costoro e voto contro.-

Una faida famigliare era l’ultima cosa di cui ho bisogno. I due fratelli non possono darsi contro in un momento un po’ meno importante?
E poi cosa crede questo nanetto, che elargendo un Costoro nel suo discorso diventi più alto?

La parola passò ai Bereng. 
- Rutnof, Jihgnatuarfjihgna Bereng dice favore.- 
- Jihgnatuarfjihgna nel loro dialetto vuol dire capo degli Jihgnatuarf, che sono i capi dei loro vari tuarf, ovvero delle specie di clan.- spiegò Rovere.

Wo… aspettate un attimo solo.
Jighnatuarf… Jihgnatuaf…
Insomma!
Jihgnatuarfjihgna! Ci voleva così tanto per pronunciarlo?
E voi, maledetti cinghiali troppo evoluti, non potevate inventare una parola meno difficile? Magari togliendo qualche consonante?

- Marton, ambasciatore Bereng e figlio Jihgnatuarfjihgna dice molto favore.- 
- I Bereng sono una razza bellicosa. La loro stessa esistenza è una proporzionalità inversa: più parlano sgrammaticati più sono valorosi combattenti. Nessuno di loro voterà a sfavore, penso. Sono comunque una razza pericolosa, perché quando iniziano a combattere sterminano nemici e, in mancanza di questi, gli amici.- continuò Rovere.
- Se è vero quello che ci hai detto, - bisbigliò Vago – quelli devono essere dei grandi guerrieri.- 
- Non sono i migliori. Il Bereng medio non capisce e non parla la nostra lingua. La ha totalmente rimossa dal Cambiamento. Normalmente comunicano tra loro con strilli e grugniti, questi tre si considerano già letterati.- 
- Begragz, rappresentante Bereng e figlio Jihgnatuarfjihgna dice tanto d’accordo a favore.- 
Quando l’ultimo Bereng si sedette si alzò un folletto.
- Come re dei folletti del nord e membro di questo consiglio io, Dencambro, mi schiero contrario.- 
La scelta fu accolta con una serie di grugniti da parte dei tre Bereng, che avevano assunto un’espressione ancora più corrucciata.
- Come ambasciatore dei folletti del nord e membro di questo consiglio io, Tembeo, mi dico sfavorevole a questa guerra.- 
- Come attuale rappresentante dei folletti del nord e membro effettivo di questo consiglio io, Gerbonio, mi dico assolutamente contrario.- 
Ardof si massaggiò le tempie, improvvisamente stanco. Erano ancora in vantaggio, ma di un solo voto. Aveva sperato che i tre voti consecutivi dei Bereng gli assicurassero la vittoria.

In compenso possono comunque pensare che quelli che gli hanno votato contro hanno tutti dei nomi ridicoli. Non è una gran consolazione, ma almeno ripetersi quei nomi gli può risollevare l’umore. Non tanto, sia chiaro, ma almeno un briciolo.
Detesto questo genere di votazioni. Almeno con le schede posso magheggiare un po’ nei seggi. Così non posso intervenire in nessun modo… o quasi. Potrei prenderne uno, stordirlo, assumere le sue sembianze e votare…
Questa me la segno. Chissà che in futuro non possa servirmi…

Toccò agli gnomi la parola. Il Cavaliere rosso si accorse solo allora che due di loro erano visibilmente anziani, inoltre l’unica femmina presente nella stanza oltre a Frida era una dei due anziani.
- Sono Merìo, re degli gnomi. Prima di dare il mio voto vorrei dire due parole: noi non siamo delle popolazioni bellicose, Bereng a parte. Non trovo giusto che questi ragazzi approfittino dell’ospitalità di Foglietta e ci trascinino in una guerra che non ci riguarda. Detto questo io voto a sfavore e passo la parola a mia moglie.- 
- Sono Rosa, regina acquisita degli gnomi. Al contrario di mio marito trovo lodevole che tre perfetti estranei abbiano viaggiato tanto e abbiano corso un così grande rischio per metterci in guardia da una minaccia così grande. Se verrete banditi almeno non sarà per colpa mia. Io voto a favore di questi ragazzi.- Terminò la regina Rosa sfoggiando un largo sorriso verso i tre compagni

Razza unita, gli gnomi… Prevedo un divorzio a breve…

- Siamo sei a cinque. Stiamo vincendo di uno. Rovere, cosa succede se la votazione finisce in pareggio?- chiese Vago tenendo il conto di voti sulle dita. 
- La proposta viene bocciata come se aveste perso. Questa è la legge delle quattro popolazioni.- gli rispose il folletto serio. 
- Mi spiace.- aggiunse.
- Il ragazzino può astenersi?- 
- Si, ma sarebbe considerato voto a sfavore.-

Ma che razza di votazione è questa? Cos’è? Se vota ballando fuori tempo un liscio con un folletto, il suo voto vale il doppio?
Detesto questo lavoro.

Tutti i quattordici sguardi si puntarono sul ragazzo, che sembrò voler sprofondare nella sua sedia.
Il volto del ragazzo si arrossò più di quanto non lo fosse già prima, in quegli istanti di silenzio.

Ora tocca a lui scegliere, prendere forse la decisione più importante della sua vita. Non tanto se andare in guerra o bandire quei ragazzi, quelle sono stupidaggini, no. No, la sua vera scelta è se dare contro il padre o la madre, e tutto sommato non è una scelta facile.

- Sono… sono Rainer… e sono il principe degli gnomi. E anche il loro rappresentante. – lo gnomo deglutì rumorosamente. – Io decido di… di appoggiare questi ragazzi. Scusami papà.- Il ragazzo abbassò lo sguardo per non incontrare quello gelido del padre.

Quei due hanno dei grossi problemi famigliari, non c’è che dire. Qui dentro ci vorrebbe un bravo consulente familiare.

- Dovresti almeno una cena allo gnometto.- disse sottovoce, in modo che nessuno potesse sentire, Vago a Frida, che gli rispose con una gomitata nel fianco.
I dodici rappresentanti discussero a lungo su come aiutare i loro ospiti, Ardof sentì che parlavano di certi vermi da guerra, ma non capì a cosa alludessero. Altri proposero ancora talpe e vespe di terra.

Ma lo sanno che non devono combattere contro i fili d’erba!?

I tre compagni dovettero stare in quella stanza ancora per molto, finché anche l’ultimo dei rappresentanti imboccò il proprio cunicolo, per poi sparire nell’ombra.
Frida aveva la faccia rossa quanto la mano di Ardof, tanto caldo aveva in quel vestito esuberante.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Vago