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Autore: BenHuznestova    07/01/2016    3 recensioni
Prompts casuali, risultati inaspettati. Una piccola cosa senza pretese, un esercizio di scrittura... una scusa per tornare a farsi rapire.
Prompt#01 - Steering
Prompt#02 - Temporary
Prompt#03 - Apathy
Prompt#04 - Slight
Prompt#05 - Arrow
Prompt#06 - Carrot
Prompt#07 - Cost
Prompt#08 - Television
"'E' davvero poca cosa', sembra dire. "
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Boris, Un po' tutti, Yuri
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Bondage
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Prompts...*

Prompt#06 - Carrot

Si poteva dire che fosse stata una catastrofe annunciata, quella cena.

Soltanto una settimana prima avevano avuto la famosa chiacchierata, conclusasi con l'indignazione del compagno e il trasferimento di Garland sul divano a penisola del salotto.

Contrariamente alle altre volte però, l'indignazione del rosso non era scemata nel giro di un paio di giorni e il confino dello svedese non si era concluso con una scopata riparatoria sul riconquistato letto matrimoniale... ma era pur vero che il giovane c'era andato ben poco cauto col caratterino del russo, stavolta.


-Sai cosa stavo pensando?- si azzardò a esordire.

-Non sono ancora riuscito a entrare nella tua fottuta testa Von Cetwald,ma ci sto lavorando...- aveva bofonchiato sarcastico prima di addentare l'ennesimo pezzo di pizza.


La pizza, appunto.

Pizza hawaiana.


Garland aveva storto la bocca e riportato l'attenzione sul profilo affilato e vorace del suo compagno.

-Forse- tentò di nuovo- credo che...- riformulò.


Dannazione, ma cosa gli era saltato in testa?!


-Su amore, ce la puoi fare...- l'aveva canzonato l'altro, stavolta voltandosi a guardarlo con un mezzo sorriso, che stranamente lo spronò anziché farlo desistere.

Così lo disse, puntando i suoi occhi indaco in quello dell'altro, che ovviamente non stava prendendo la cosa con la dovuta serietà...

-Credo che... dovresti metterti a dieta.-

ma infine la prese.


E non solo quella. Era dai tempi della Justice 5 che il rosso non gli mollava un gancio destro di quella potenza, e Garland ormai aveva imparato che tutti i suoi riflessi d'atleta contavano ben poco contro la violenza domestica del partner: Yuriy gli mandava in corto circuito ogni sinapsi, nel bene e nel male... e quel pugno aveva fatto decisamente molto, molto male.

Dio, doveva riconoscere che la sua non era stata un'uscita particolarmente felice... che diavolo gli era saltato in mente di consigliare al magrissimo e longilineo Yuriy Ivanov di mettersi a dieta?!

O meglio, non che fosse del tutto un'idiozia, beninteso. Semplicemente la questione era molto più delicata e magari avrebbe necessitato di un'introduzione diversa.

Non si trattava solo di quantità -sebbene il rosso fosse in grado di ingurgitare il doppio del suo fabbisogno senza mettere su un etto-, o di pasti a orari sregolati... e neanche solo di gusti discutibili.

Semplicemente, Yuriy Ivanov mangiava qualsiasi cosa.

Qualsiasi. Fottuta. Cosa.

Era convinzione dello svedese che l'eccessiva frugalità al quale era stato abituato non gli avesse permesso di sviluppare un rapporto sano col cibo, né tantomeno un proprio gusto. Yuriy non si stupiva di fronte a un sapore nuovo o a una pietanza sconosciuta, non dava mai segno di apprezzare o di non gradire... in compenso, mangiava più del necessario, spesso i miscugli più strani e meno salutari, tanto che Garland non riusciva a capire se stesse tentando quotidianamente di intossicarsi o semplicemente di recuperare il tempo perduto.

Ovviamente non aveva tenuto queste ipotesi per sé quella volta... e ovviamente il rosso ne aveva preso nota per i giorni successivi.


-... perchè nel nostro frigo c'è sola roba verde?-

-Come perchè?-aveva cinguettato quel bastardo affacciandosi dall'ingresso-mi sto depurando, tesoro caro!-

-... piantala, ti prego. Fai ribrezzo.-

Il ghigno su quella sua faccia da schiaffi si era accentuato maggiormente.

-Che fortuna avere un ragazzo così attento alla mia salute.- aveva sibilato come uno psicopatico sparendo nuovamente.


… sì, certe reazioni di Yuriy facevano davvero paura.

A prima vista poteva apparire come una persona davvero molto cinica e riservata... a una seconda occhiata già il suo acido sarcasmo faceva la sua comparsa; un'analisi più accurata toglieva ogni dubbio che si trattasse di uno stronzo particolarmente affascinante. Ma dopo mesi di convivenza, finalmente Garland ne aveva la certezza.

Yuriy Ivanov era inconfutabilmente pazzo.


-... piantala.-

-Ma no, sciocco, la sto mangiando...- aveva mormorato con un sorriso civettuolo.

-... di tutte le cose che tu sembra stia facendo con quell'ortaggio, mangiarlo è davvero l'ultima.- aveva osservato Garland,cercando di distogliere lo sguardo dal trattamento che il rosso stava riservando a una zucchina.

-Mh... dici che non dovrei?- aveva domandato fintamente perplesso lasciando stare per un attimo il povero ortaggio. Aveva aggirato il tavolo e si era chinato su di esso, proprio vicino allo svedese che imperterrito si ostinava a fissare lo schermo del suo laptop. Ivanov aveva sorriso ancora, avvicinando le labbra al suo orecchio.

-Dici che dovrei riservare queste premure per qualcos'altro, mh?-


Non sapeva cosa l'aveva trattenuto dal prenderlo e sbatterselo lì sul tavolo.

Orgoglio, probabilmente, poiché simili mezzucci e atteggiamenti venivano attuati dal rosso solo con l'intento di provocarlo e innervosirlo... e anche la poca voglia di intraprendere una lotta che avrebbe demolito mezza cucina.


-Risparmiati la pantomima, Ivanov...- aveva ringhiato, mentre l'astinenza forzata a cui quello stesso demonio l'aveva costretto iniziava a farsi notare... dettaglio che non sfuggì al rosso che scoppiò in una breve e artificiosa risata.

-Pensavi mi riferissi al tuo cazzo, Von Cetwald?- si risollevò col suo ghigno più infame -sei fuori strada, mio caro...- lo derise ancora.

Garland scattò in piedi, innervosito e pronto a fronteggiarlo. Si fermò all'espressione del rosso, un mezzo sorriso mentre sembrava riprenderlo scuotendo lentamente il capo e agitando quella zucchina a mò di bacchetta.


C'era cascato.


Gli aveva circondato il collo col braccio libero, portando il suo viso vicino al suo e stando ben cauto a non fare lo stesso coi loro bacini.


Rifiutava di credere che il rosso non sentisse le pulsioni della carne tanto quanto lui... ma Yuriy era stato sempre intransigente nella vendetta.


-Sai, amore- aveva soffiato sulle sue labbra -non vedo l'ora che sia domenica.-

Quella dichiarazione fu accompagnata da un sorrisetto e dal primo, rapido morso a quella zucchina.

Mentre il russo lasciava la stanza, l'altro non potè che paragonare quel gesto allo scattare di una tagliola.


Domenica... già.


-Che profumino delizioso, Garland! Hai cucinato tu?-

Yuriy si era avvicinato, poggiando delicatamente una mano sulla spalla del compagno.

-Abbiamo cucinato noi.- aveva precisato, il sorriso cortese del perfetto padrone di casa.


Nessuna scenata, nessuna malizia e nemmeno dello scontroso sarcasmo.

Eppure Garland sapeva che Yuriy stava recitando.


-Che ne dite di metterci a tavola? Scommetto che siete affamati...- li aveva guidati verso la cucina, come se veramente gliene importasse qualcosa.

-Molto! Anche se Moses ha dovuto per forza comprare uno spuntino all'aeroporto!- trillò Monica seguendo il russo e imbarazzando il più grande.

-Scommetto che c'è ancora spazio... almeno per il mio antipasto.- aveva suggerito Yuriy.


Il suo antipasto.

Dio solo sa cosa Garland temeva ci fosse dentro.

Yuriy non aveva mai cucinato nulla da che condividevano l'appartamento... o almeno, non in sua presenza.

Così quando aveva dichiarato che si sarebbe occupato dell'antipasto per la cena di quella sera, aveva pensato a una sorta di vendetta trasversale che avrebbe colpito anche Moses e la piccola Monica.

Il rosso doveva aver intuito i pensieri dello svedese, poiché l'aveva liquidato con l'unica occhiata ''genuinamente Ivanov'' da una settimana a quella parte e il giovane non potè che rassegnarsi e confidare nel celatissimo buonsenso del compagno.


-Wah! Che cosa sono?- aveva esclamato entusiasta Monica mentre Yuriy si prodigava a servire l'antipasto.

-Pertzi.- aveva mormorato semplicemente in risposta e Garland colse una leggerissima punta d'orgoglio in quella parola... e si ritrovò a constatare quanto l'accento russo donasse alla sua voce.


Che dire, sapeva sorprendere... nel bene come nel male.


-Tu non mangi?- aveva osservato Moses vedendo solo tre porzioni.

Il rosso era tornato dalla credenza con delle carote alla julienne per sé e aveva messo su un sorriso un po' troppo tirato.

-No- aveva spiegato- sono a dieta.-


L'espressione dei due ospiti sarebbe potuta apparire esilarante in tutt'altra situazione, fortunatamente Yuriy aveva rotto l'imbarazzo così come l'aveva creato, invitandoli ad assaggiare e a dargli un parere.


-... sono buonissimi!- ancora la dolcissima Monica. Yuriy la ringraziò con un cenno del capo -Però son tutte verdure! Avresti potuto mangiarne anche tu!- osservò perplessa.


Già.


-Le carote e le cipolle del ripieno sono fritte e sto cercando di evitarne- spiegò- in tal senso la cucina russa è veramente impietosa!- concluse con un sorriso cortese.

-I miei più vivi complimenti!-Moses non si risparmiò una gomitata allo svedese e un commento che voleva essere discreto -e chi se lo aspettava!-


Di certo non Garland che aveva scambiato una rapida occhiata indecifrabile con Yuriy.

Erano veramente squisiti.


-Allora ci risentiamo in settimana per la prossima cena!-

-Ma certo... grazie ancora di tutto!-

-Davvero!- aveva cinguettato Monica uscendo sul pianerottolo.

-Figuratevi... grazie a voi per la visita!- aveva sorriso cordialmente Yuriy... sorriso che sbiadì prontamente non appena il compagno chiuse finalmente la porta dietro i due fratelli; al suo posto un'espressione vagamente compiaciuta.

-Hai finito?- l'aveva stuzzicato divertito Garland mettendosi le mani sui fianchi: oh, Yuriy doveva aver fatto una buonissima impressione ai loro ospiti, la sua era stata una recita perfetta, una magistrale imitazione della più genuina cortesia!


Peccato che...


L'altro si concesse ancora qualche istante per osservare la porta chiusa, prima di scoccargli un'occhiata furba e un sorriso che avrebbe fatto accapponare la pelle alla piccola Monica.

-Ho appena iniziato.- soffiò.


… peccato che il suo compagno fosse un cinico bastardo, ecco.


-... ah...-

Si era staccato a malincuore da quelle labbra... dannazione, era una settimana che Yuriy non gli concedeva altro che provocazioni e finalmente ora...

Il rosso si avventò nuovamente sulla sua bocca, le dita sottili premevano dietro la sua nuca tirandogli leggermente i capelli, stringendolo sempre di più.

Garland si era staccato di nuovo sospirando e l'aveva attirato ancora di più a sé, con una certa urgenza.


Una frazione di secondo, qualche passo calcolato e due occhi azzurri vicini, tremendamente vicini.

Era bastato poco per farlo capitolare.


La vigorosa carezza che il bacino di Yuriy aveva riservato al suo era un segnale inequivocabile: Garland sospirò di nuovo tra i capelli dell'altro, premendolo nuovamente contro di sé con poca grazia. Il rosso aveva ridacchiato alla successiva morsa dello svedese sulle sue natiche.

-Direi di rimandare il lavaggio delle stoviglie a domani mattina.- aveva bisbigliato divertito.


Dire chi avesse trascinato chi in camera da letto era veramente arduo... così come descrivere come fossero riusciti a spogliarsi così in fretta senza farsi del male o senza rimanere impigliati; ciò che è certo è che la schiena di Garland fu la prima a toccare il materasso, scontrandosi immediatamente con una leggera scomodità. Non che il successivo e piacevole peso del russo sopra di lui gli avesse dato il tempo di accertarne la natura... e non che gliene importasse poi molto in quella circostanza!


Uno schiocco metallico.

-Ah... le hai ritrovate...- il tono dello svedese era piacevolmente divertito.

Un altro schiocco.

-Ho avuto... tempo- mormorò appena il rosso, la lingua dell'altro che sfiorava con lentezza estenuante i suoi addominali -sai, un'intera settimana qui dentro senza un certo animale in calore...- aveva continuato, prima di spingerlo di nuovo con la schiena sui cuscini e porsi a una certa ''distanza di sicurezza''. Garland aveva indossato il suo miglior ghigno.

-Chi sarebbe l'animale in calore, scusa?- aveva riso strattonando lievemente le manette attorno ai suoi polsi.


Un ottimo acquisto... o almeno così si era sempre detto.


-Ach... ma si può sapere cosa c'è qui sotto?!- si era lamentato nell'avvertire nuovamente quella sconosciuta scomodità.

-Qualcosa di divertente che ci servirà fra poco...- Yuriy era scivolato al suo fianco, cercando e tastando sotto la sua schiena inarcata.

-Divertente per chi?- l'aveva preso in giro Garland in quella che doveva essere soltanto una provocazione da letto... ma il sorriso che si delineò in risposta sulle labbra del compagno non gli piacque affatto.

-Ti dò un indizio... ah! Ecco!- il rosso aveva tolto l'ingombro da sotto la sua schiena e l'aveva repentinamente celato sotto un cuscino -Dicevo, ti do un indizio: questa cosa è avanzata dalla mia spesa per la cena di stasera...- aveva buttato lì fintamente pensieroso.

-Ah, ecco perchè ti sei tenuto leggero, Ivanov...- l'aveva provocato, di nuovo.

-Cretino.- l'atro aveva affilato lo sguardo.


Aveva sparato le risposte più scontate, ovviamente.

Stupidamente.


-Forse dimentichi un dettaglio, Von Cetwald- un istante e ogni traccia di malizia o giocosità sparirono dal suo viso- sono a dieta.- aveva soffiato, una luce sinistra negli occhi.

-Che... oh.- un'epifania nel cervello dello svedese -Oh.- un terribile, disperato campanello d'allarme.


Non avevano panna in casa.

Né cioccolato, né miele, né sciroppo, né qualsiasi altra schifezza zuccherosa adatta allo scopo.


-Oh.- gli aveva fatto eco Yuriy col più malvagio dei sorrisi.


“... perchè nel nostro frigo c'è sola roba verde?

Così aveva detto.


-Amore... partliamone.- aveva tentato, lo sguardo allarmato e fisso sulla mano destra di Yuriy, ancora celata sotto il cuscino


“Però son tutte verdure!” aveva esclamato la piccola Monica.

... dannato.


-E va bene... sembra proprio che tu non abbia più voglia di tirare a indovinare...- aveva acconsentito infine, sfilando la mano.


“Pertzi.”

Yuriy aveva fatto la spesa solo per quelli.


-... tu... tu stai fuori...- aveva balbettato l'altro, allibito.


E cosa diamine c'era in quel piatto?

… cipolle. Peperoni...

E il ripieno. Nel ripieno c'era anche...


-... una... carota...?-

Non poteva crederci.

-... SEI SERIO?! UNA CAROTA?!- aveva sbottato, totalmente rosso in faccia.

-Preferivi un peperone, forse?- aveva chiesto amabilmente l'altro agitando venti centimetri di ortaggio al suo indirizzo.


Fottuto. Sadico. Bastardo.


-Non oserai.- aveva tentato, torcendo i polsi in quelle maledette manette.

L'altro aveva scosso pietosamente il capo.

-Come sei tenero.- 


E dire che Huznestov, pur non sopportandolo, l'aveva voluto mettere in guardia.

“Tu ti metti in casa uno psicopatico, Von Cetbald.”

“E', ''Cetwald'', Huznestov”, l'aveva corretto piccato.

“Ottimo, non vorrei sbagliare nel commissionarti la lapide.” aveva sogghignato l'altro.


-... domani andiamo a fare la spesa.- aveva soffiato infine, sconfitto.

-Come?- pretese il rosso, punzecchiandogli un capezzolo con la punta di quella dannata carota.

-Domani vado a fare la spesa- aveva ringhiato correggendosi -basta diete, basta verdure e basta ortaggi! Riempirò frigorifero e credenza con l'unico e preciso intento di farti esplodere le arterie!- aveva esclamato al limite della sopportazione, polsi indolenziti e dignità calpestata.

Yuriy l'aveva fissato brevemente prima di scoppiare in una genuina risata, dopo di che si era allungato su di lui, facendo ricordare al corpo dello svedese quell'urgenza che li aveva fatti precipitare in camera da letto con tanta foga.

E poi gli aveva posato un leggero bacio sulle labbra.


Quelle labbra...

Ecco.

Ecco perchè si era messo un bellissimo psicopatico dentro casa.


-Che fortuna avere un ragazzo così attento alla mia salute...- articolò per la seconda volta in una settimana. Garland aveva provato a ribattere qualcosa, ma si era prontamente ritrovato metà carota infilata in bocca.

-Ne è valsa la pena di sfacchinare ai fornelli- aveva continuato, picchiettandogli l'altra metà dell'ortaggio sulla fronte, incurante dello sguardo omicida del compagno-beh, vado a farmi una doccia.- si era risollevato come se nulla fosse per poi contemplarlo soddisfatto dall'alto con un sorrisetto strafottente -Buonanotte, tesoro!-


Ed ora si ritrovava ancora ammanettato al proprio letto, nudo, immerso nella più completa oscurità, una fastidiosissima erezione in mezzo alle gambe e lo scroscio di un getto d'acqua oltre la porta... ma perlomeno si era liberato di quella stramaledettissima carota.

Eppure uno strano sorriso gli aleggiava da qualche minuto sulle belle labbra... un sorriso che non accennava a voler sparire.

-Sai, amore- mormorò sinistramente tra sé e sé -non vedo l'ora che sia domenica.-

Già... dopotutto avevano in programma un'altra cena.

E stavolta avrebbe fatto in modo di occuparsi completamente e pienamente del menù.

Oh, sì.



“Uno psicopatico per un altro psicopatico.

Scrivici questo sull'epitaffio, Huznestov.”



...*


Alè.

"Ben... non lo puoi fare... sì, lo so che ti è capitato questo prompt, ma... no, Ben. No. Hai superato la pubertà da parecchio... traumatizzata ma l'hai superata!Dai, che c'hai un quarto di secolo, non te lo puoi permettere... dai che ce la puoi fare, su..."

... e invece no.
Puntualmente la mia cretinaggine, la mia malizia da quattordicenne e il sempre amato yaoi hanno spezzato le catene e preso il controllo non appena i miei occhi hanno letto il prompt "Carrot".
... c'ho provato. Giuro.
E' che sono un caso senza speranza... altro che questi due.
Vogliatemi bene comunque, sono in via d'estinzione.
Un abbraccio.

... Ben*



   
 
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