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Autore: Skrill rider    07/01/2016    2 recensioni
(Sequel di "Eroi di Berk", leggete il primo libro, altrimenti non capirete niente di questa storia)
In questo secondo libro delle Cronache di Berk, si vedranno Arkius ed Eyvind ormai ventenni, alla ricerca della loro terra nativa, la terra del sud, la Southern bakken.
Durante il viaggio verranno a conoscenza di verità che segneranno per sempre le loro vite, stringeranno amicizie, combatteranno per la libertà, si faranno carico di una missione, cercheranno la loro vendetta...e dopo tutto questo? Resteranno nella loro patria o seguiranno il loro cuore, tornando a Berk?
Vi ho incuriosito abbastanza? Allora venite a leggere questa nuova avventura!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Drago Bludvist, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Berk'
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~~Il mietitore stava in piedi in mezzo alla strada. Li fissava e non sembrava nemmeno respirare. Era completamente vestito di nero, con uno spallaccio di armatura uguale a quello di Arkius, solo sulla spalla destra.
Dietro alla sua maschera nera si scorgevano due occhi piccoli e iniettati di sangue e i capelli lunghi erano liberi e sciolti sulle spalle. Veloce come un fulmine sguainò due spade, ancora incrostate del sangue delle sue vittime. Continuava a non parlare. Non ne aveva bisogno. Era ben chiaro quello che aveva in mente.
I cinque vichinghi impugnarono le loro asce.
Silenzioso come era sempre stato, attaccò per primo il mietitore. Si mosse veloce, senza paura o esitazione tra i ragazzi, che ebbero i riflessi abbastanza pronti da parare quella fulminea raffica di colpi.
L’assassino attaccò di nuovo e la battaglia infuriò.
Non avevano mai visto un combattente più abile, dovunque cercassero di colpirlo, lui era sempre pronto a parare. Stava tenendo testa da solo a cinque vichinghi. Era impressionante. Non poteva essere umano.
E alla fine, colpi su colpi, clangore del metallo, e una delle spade del mietitore andò a segno. Le trapassò la gola con un taglio netto, neanche si potè percepire il rumore delle vertebre del collo spezzate. Eyvind cadde a terra, esanime.
Arkius si vide una vita passargli davanti. No. Non poteva essere.
Il furore vichingo lo percorse da capo a piedi. Fece cadere la sua ascia contro il nemico, che alzò il braccio per parare e…l’arto gli venne mozzato dal colpo. Il mietitore andò al tappeto contorcendosi dal dolore. Fu allora che Arkius notò che una delle due spade non aveva più la lama.
Spostò lo sguardo su Eyvind e si accorse che la sua testa era ancora sul collo. Aveva solo un taglio superficiale dove il fendente si era abbattuto.
Non poteva crederci. Corse da lei, quasi buttando giù i suoi amici, la abbracciò e le accarezzò il collo, ringraziando Odino e tutti gli dei.
Ma com’era possibile che fosse viva?
La soluzione, inaspettatamente, venne in mente a Franziska.
-Ma certo!- esclamò –ha avuto una reazione istintiva che le ha fatto bruscamente alzare la temperatura. Il suo collo è diventato così bollente da sciogliere la lama al solo tocco!-
Erano tutti sollevati, tranne Eyvind. Lei, al contrario si sentiva spaventata dalla forza dei suoi poteri che aveva appena scoperto.
Il mietitore morì dissanguato in poco tempo e gli concessero un funerale.
Volarono su una rupe e accatastarono della legna.
Decapitarono il corpo per punirlo di tutti i suoi omicidi, recitando:- Perdi la testa per i tuoi crimini. Guadagna il perdono presso la casa degli dei. Che il Valhalla possa consentirti una seconda occasione.-
Distesero il cadavere decapitato sulla legna, insieme al braccio mozzato e le armi.
La testa invece la conficcarono su un bastone, che piantarono nel terreno.
-Il tuo corpo vada con te.- continuarono – che la tua testa rimanga qui, per costringerti a pensare sempre al mondo che hai lasciato.-
Dopo diedero fuoco alla legna e così il mietitore venne bruciato.
-Và, spirito del male di questo mondo.- conclusero –che tu possa essere uno spirito del bene nel nuovo mondo.-
Mentre lo spirito del mietitore seguiva la scia del fumo per entrare nel Valhalla, i cinque vichinghi ripresero la loro strada.
Volarono fino a un grande lago.
-Il lago bianco!- annunciò Ranera –e all’orizzonte la foresta nera. Il nostro primo ostacolo naturale.-
-Sapete?- interferì Franzika –Pensavo che sarebbe stato più difficile battere il mietitore.-
-Ringraziamo gli dei che non è stato così.- sospirò Heather. Se ne stava sempre zitta, quindi quando parlò si voltarono tutti a guardarla, come se fosse appena arrivata.

Atterrarono sulle rive del lago. Era davvero enorme. Non eguagliava l’immensità del mare, ma era comunque impressionante alla vista.
Arkius stette qualche momento a pescare con Ranera, mentre gli altri preparavano l’accampamento. Si sentivano tutti più tranquilli ora che il mietitore se n’era andato per sempre.
Procurato il necessario per la cena, si misero ad arrostire il pesce sul fuoco.
Arkius ne lanciò uno a Fulmine, che lo prese al volo e sorrise contento.
Dopo cena, il ragazzo si andò a sedere vicino a Eyvind, che stava accarezzando la testa di Luna.
Non trovava parole per attaccare discorso. Era imbarazzato.
-Penso che le manchi Sdentato.- disse alla fine Eyvind, alludendo alla sua bella furia buia dagli occhi azzurri.
-Cosa te lo fa credere?- chiese Arkius, felice di poterle parlare.
-Beh, mi sembra abbastanza triste. E poi ieri ha disegnato sul terreno una furia buia ed è rimasta a fissarla.- rispose la ragazza.
-Può darsi.- disse lui.
I loro occhi si incontrarono per un momento sfuggente. Distolsero lo sguardo contemporaneamente, arrossendo.
-Allora…- tentò di districarsi Arkius –come ti senti?-
-Sono preoccupata.- rispose lei –e se questi miei poteri diventassero più forti di me? Non voglio fare del male a qualcuno di voi.-
-Sai, Eyvind, ti potrei dire: credi in te stessa e saprai dominarti. Ma non lo farò. Se non hai le ali non puoi volare.- lui disse.
Eyvind sorrise. Le piaceva quando Arkius inconsapevolmente faceva un po’ il poeta.
-E cosa dovrei fare?- domandò.
-Segui il consiglio che ti ha dato il vecchio. Trova la cosa o…la persona in cui è racchiusa la forza interiore. Usa questa forza per tenere sotto controllo il tuo potere.- rispose lui, per poi deglutire rumorosamente.
Sperava con tutto il cuore che lei avesse capito dove voleva andare a parare.
-Hai ragione.- rispose –devo cercare la mia forza nelle emozioni buone, non nella rabbia o nell’isolamento.-
Arkius sospirò dispiaciuto. Non aveva capito.
I loro occhi si incontrarono di nuovo. Ma sta volta non distolsero lo sguardo. Erano come affogati l’uno nelle pupille dell’altro.
Arkius si chiedeva che fare. Doveva dichiararsi o aspettare?
Si ricordò della sua cicatrice e distolse lo sguardo.
-Che ti prende?- domandò lei.
-Faccio in modo che tu non possa vedere la mia cicatrice. Non è degna di essere vista dai tuoi occhi una cosa così raccapricciante.- disse iniziando a grattarsi il graffio, che prese a sanguinare. Al sangue si mischiò una lacrima solitaria, sfuggita all’autocontrollo del ragazzo. Per sempre avrebbe avuto quel marchio a sfregiargli orribilmente il volto.
La mano leggera di Eyvind si posò sulla sua guancia sinistra, proprio sulla cicatrice, spingendo Arkius a guardare di nuovo verso la ragazza.
I loro volti sembravano attrarsi.
Erano sempre più vicini.
-Eyvind…- sussurrò lui. Tremava. Qualcosa cercava ancora di frenare quello che ormai sembrava inevitabile. Non poteva. O sì? Il sangue gli scendeva lungo la guancia, non poteva.
-Eyvind…- disse ancora.
I freni cedettero.
Le loro labbra si unirono quasi di scatto. Quanto tempo si erano trattenuti. Adesso non si sarebbero mai staccati. L’emozione era troppo forte. Stretti in un abbraccio solido come un tronco i due giovani vichinghi sentivano un calore ristorante, mentre continuavano senta riprendere fiato. Troppo tempo si erano trattenuti.
Ora nessuno li poteva fermare, letteralmente. Gli altri stavano dormendo.
Arkius non ci poteva credere. Quella meravigliosa ninfa del fuoco del tramonto, che aveva amato dal primo momento che l’aveva vista, così bella e così forte, stava baciando proprio lui.
Proprio loro due avevano unito le loro labbra in quella sera limpida, alla baluginante luce di un fuoco.
Proprio loro due si stavano scambiando il bacio più atteso, sincero e dolce che si fosse mai visto. Non gli importava se qualcuno si era baciato meglio, quello per loro era il miglior bacio di sempre.

ANGOLO AUTORE

Salve a tutti gente! Sono emozionatissimo per questo capitolo! Finalmente ce l’hanno fatta i due piccioncini eh?
Spero che vi sia piaciuto il capitolo!
Mi raccomando fatemi sapere nelle recensioni!
Ciao!
Skrill rider

   
 
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