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Autore: Queen Elsa    08/01/2016    1 recensioni
[BADE]
“Era un amore fragile il nostro ed a un certo punto si è spezzato. Forse, se fossi stata diversa, sarei riuscita a salvarlo. Ma è questo che sono, un pericolo. Come una droga, all’inizio ti piaccio, poi mi ami, divento quasi un’ossessione e alla fine, lentamente ti uccido.” - sussurra.[…] “Perché sei così dura con te stessa e continui a rifilarmi tutte queste cazzate?”- Beck si porta i capelli all’indietro, stanco. Quasi esasperato. Lei non lo guarda, continua a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde - “ Sono solo sincera. Tutti quelli che amo finiscono col farsi male. - alza le spalle come se non le importasse - “ Ci ho fatto l’abitudine”.
“Mi ami?”.
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Cat Valentine, Jade West, Robbie Shapiro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VI

Quando Cat si svegliò quella mattina, Jade dormiva ancora. Si alzò facendo attenzione non far rumore e si diresse verso la cucina. Si apprestò a preparare il caffè sbadigliando. Era sicura che appena sveglia Jade ne avrebbe pretesa una tazza, soprattutto se si prendeva in considerazione la notte che aveva passato. Non sapeva dove fosse andata dopo essere uscita con la moto, ma evidentemente non era finita bene, visto che prima di addormentarsi aveva passato quasi un'ora a piangere, nonostante gli sforzi di trattenere le lacrime. Controllò il calendario: era sabato. Presto sarebbero arrivati i bambini e lei doveva anche andare a fare la spesa. Prima di partire Sam, come sua abitudine, non aveva lasciato neanche una briciola nel frigo, che adesso era praticamente vuoto. Verso il caffè nella tazza che sapeva essere la preferita di Jade e mise dentro due zollette di zucchero. Proprio in quel momento la vide entrare nella stanza e lasciarsi cadere pesantemente su una sedia.

"Buongiooorno" – esclamò contenta la rossa porgendo all'amica la tazza di caffè.

"Grazie" – rispose lei senza guardarla, afferrando la tazza e portandola alle labbra.

Cat la osservò sottecchi: aveva i capelli castani spettinati e delle occhiaie piuttosto evidenti le cerchiavano gli occhi. Jade posò la tazza vuota sul tavolo e si strinse di più nella giacca del pigiama.

"Devo andare a pendere alcune cose a casa oggi" – esordì afferrando il cellulare. La sua pagina di The Slap era intasata di messaggi dai fan come al solito. Gli ignorò e posò nuovamente il telefono sul tavolo. Cat annuì, andandosi a sedere sul divano.

"Io devo andare a fare la spesa più tardi."

Jade non rispose, si alzò e si chiuse in bagno. Ne uscì mezz'ora dopo completamente vestita.

"Io vado." – disse sistemandosi una forcina che si era allentata. Afferrò le chiavi della moto, rigirandosele tra le dita ... doveva prendere la sua auto e casa sua era solo a pochi isolati di distanza. Decise di andare a piedi. Inforcò un paio di scuri occhiali da sole, prese la sua borsa nera e uscì accompagnata da un " a dopo" urlato da Cat. Incrociò le braccia al petto e s'incamminò verso casa sua. Il cielo era grigio e l'aria fredda le sferzava il viso, ma non le importava. Gli avvenimenti della sera prima continuavano a farsi strada nella sua mente. Aveva la certezza che adesso le cose sarebbe state molto più difficili di prima, addirittura peggio di quanto avesse previsto e lei non era di certo ottimista. Sospirò, formando una nuvoletta di vapore davanti al viso, sentì il cellulare vibrare nella borsa, ma lo ignorò. Sperava solo che non cominciasse a piovere. Il cellulare ricominciò a vibrare e lei lo tirò fuori irritata scorgendo il nome di chi la stava chiamando. Ci mancava solo lei – pensò. Rifiutò la chiamata, mise il cellulare silenzioso e aumentò il passo. Prima sarebbe arrivata e prima avrebbe potuto rifugiarsi al caldo nella sua auto.

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Beck non aveva dormito tutta la notte. Steso sul suo letto continuava a pensare alla notte precedente, a come Jade gli fosse sembrata fredda e scostante, al fatto che si rifiutasse di guardarlo, come se solo con un sguardo avesse potuto ucciderla. Non aveva potuto osservarla per bene a causa del buio e l'unica cosa che era riuscito a notare era lo scintillio dei suoi occhi quando aveva alzato lo sguardo. I suoi occhi, Dio quanto gli mancavano. Ci erano arrivati così vicini ieri, era a pochi centimetri da lei ... ma forse tutto questo era sbagliato. Forse Andrè aveva davvero ragione, la loro storia era troppo difficile, una guerra che non potevano vincere. Si alzò sbuffando, rabbrividendo al contatto dei piedi col pavimento gelato e si avviò verso il suo piccolo frigo. Trovò una piccola boccetta piena di caffè, proprio quello che stava cercando. Ne bevve un sorso e si diede mentalmente dello stupido per aver deciso di bere il caffè freddo appena sveglio in quella mattina gelata. Il cellulare vibrò da qualche parte sotterrato dalle coperte. Lo prese pigramente e scorse un messaggio di sua madre che gli chiedeva, appena pronto, di andare al supermercato, senza dimenticarsi di passare prima a casa loro per prendere la lista. Sghignazzò divertito. Era tornato da un giorno soltanto e sua madre già lo sfruttava per sbrigare le faccende casalinghe. Un po' la capiva però, lei e suo padre lavoravano sempre molto e una mano era loro molto utile. In fondo era grato a sua madre, forse per almeno al mattinata avrebbe evitato di pensare a Jade.

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Parcheggiò nel vialetto e scese dall'auto sbattendo forte la portiera. Alla fine da casa aveva preso le sue forbici preferite e un libro. Prese il cellulare dalla borsa avviandosi verso l'appartamento di Cat. Ignorò le chiamate perse e si mise a scorrere l'homepage del suo account di The Slap. Jade aprì la porta senza guardare e la richiuse con forza.

"Sono tornata!" – urlò appendendo la sua giacca nera all'attaccapanni e lanciando la borsa sul divano.

"Ahia!" – una vocetta lamentosa le giunse alle orecchie. La ragazza alzò gli occhi di scatto. La sua borsa non aveva colpito, come aveva previsto, il divano ma era arrivata addosso a una bambinetta con  dei rossi capelli arruffati e il visino lentigginoso.

"E tu chi saresti?" – chiese Jade alzando un sopracciglio e osservando la bambina che si liberava della borsa e si sistemava meglio sul divano.

"Milly e tu chi sei?" – rispose la bambina guardandola curiosa con un paio di enormi occhi verdi-azzurri.

"Jade." – disse la ragazza dirigendosi verso il tavolo e sedendosi su uno sgabello, tornando a dedicare tutta la sua attenzione al suo cellulare.

Sentì dei passetti, qualcuno che tirava su con il naso e le strattonava la gonna. Lei la ignorò. La bambina imperterrita continuò a tirarla e sussurrò:

"Jade?"

"Che vuoi?" – sbuffò lei posando lo sguardo su Milly.

"Giochi con me?"

"No."

"Per favooree! Io mi sto annoiando." – insistette la bambina stringendo tra le dita il tessuto della gonna di Jade.

"E io mi annoio a giocare con te. Và a giocare con Cat." – disse Jade tornando a fissare lo schermo del suo PeraPhone.

"Cat non c'è! È andata a fare la spesa."

La ragazza non rispose, si limitò a fissarla con lo sguardo più minaccioso che riusciva a fare.

"Ti preeeegooooo." – Milly strattonò più forte la gonna di Jade, sporgendo il labro inferiore.

"E va bene!" – acconsentì spazientita Jade alzandosi. La bambina sorrise, rivelando la finestrella che avevano lasciato i due incisivi cadendo, due adorabili fossette spuntarono sulle sue guance.

"A cosa vuoi giocare?"

"Con Cat gioco sempre a nascondino! Però se non ti va possiamo fare un altro gioco."

"Lo soffri il solletico?" –domandò con un sorriso malizioso la ragazza.

"Si, ma non mi piace quando me lo fanno." – rispose Milly dondolandosi sui talloni.

"Vada per nascondino, ma se ti trovo dovrai subire i dispetti del coniglio solletichello."

"Chi è il coniglio solletichello?" – chiese ingenuamente la bambina.

"Aspetta e vedrai."

"Conti fino a diec-"

"NO!" – urlò Jade.

"Io sto per uscire da quella porta e inizio a contare fino a dieci."

"Perché?"

"Ti avverto che se al dieci non sei lì fuori, io vado a casa ..."

"Non mi piace contare fino a dieci." – fece la ragazza , cercando di mantenere il controllo. Strinse i pugni. Forse il nascondino non era stata una buona idea.

"E finisce qui."

"Allora facciamo che conti fino a cinque?" – propose la piccola rossa.

Jade annuì, chiuse gli occhi, si appoggiò al muro e iniziò a contare. Sentì dei passetti leggeri passarle vicino e una vocina borbottare concentrata.

"Cinque." – si voltò annoiata. Notò immediatamente sporgere da una montagnetta di cuscini sul divano la punta di una scarpetta rosa. L'angolo destro della sua bocca s'incurvò verso l'alto. Si avvicinò di soppiatto e strappò via il cuscino in cima.

"TROVATA!" – urlò facendo un piccolo saltello.

"Noooo!"- fece Milly – "Non vale, se conti fino a cinque non riesco a concentrarmi!"

"Non m'interessa, ti ho trovata e adesso conoscerai il coniglio solletichello. – detto questo si avventò sulla bambina e cominciò a farle il solletico ovunque le sue dita riuscissero ad arrivare. Milly scoppiò a ridere, trascinandosi dietro anche Jade. Ma non era la sua solita risata sarcastica, era quella vera, liberatoria. Quella che la legava alla bambina che era stata, alla persona felice che era stata. Ridevano così forte che non si accorsero che qualcuno era entrato in casa.

"Sono tornataaa!" - annunciò Cat.

Jade smise immediatamente di fare il solletico a Milly e si raddrizzò, cercando di darsi un contegno. Alzò lo sguardo e il piccolo sorriso che ancora persisteva sul suo viso, scivolò via dalle sue labbra vedendo chi era entrato insieme a Cat.















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N.D.A.

Salve a tutti!
Ho finalmente aggiornato! Spero di avervi accontentati con questo nuovo capitolo.
Mi scuso per il ritardo causato da ragioni che non sto qui ad elencare
e vi invito come al solito a recensire per farmi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!
  
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