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Autore: GirlFromTheNorthCountry    08/01/2016    1 recensioni
Le donne sono le migliori psicanaliste fino a quando non si innamorano.
“Io ti salveró” di Alfred Hitchcock
“Pronto, Alison Stone.”
“Sono Axl Rose, vorrei un appuntamento”. Disse una voce al telefono convinta che quella breve presentazione spiegasse tutto.
“Come prego?”
“Axl, l'amico di Izzy”
“Scusi, ma proprio non capisco cosa stia dicendo”
“Oh cristo! Ieri è venuto Izzy da lei per parlare di un suo amico, ecco quell'amico sono io”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Lunedì 13/11

"Prego si accomodi, piacere, io sono Alison" disse tendendo la mano al ragazzo seduto sulla poltroncina d'ingresso. 
"Piacere..Axl, è lei la psicologa con cui ho appuntamento?" 
La ragazza sgranò gli occhi stupita dalla domanda "Si, sono io.." 
-cazzo Izzy, impiccami a testa in giù se questa non é la ragazza più bella che io abbia mai visto- pensò Axl, intanto decise di alzarsi per stringere la mano ancora tesa verso di lui.
Entrarono nella stanza principale, illuminata da grandi vetrate e arredata in modo semplice. Due poltroncine in pelle l'una di fronte all'altra con accanto un piccolo tavolino di legno su cui erano appoggiati vari deplian, una brocca d'acqua e un termos di caffè, un mobile stracolmo di libri e di vinili, un impianto stereo e un piccolo caminetto. 
Axl si sedette sulla poltrona che dava verso finestra, Alison lo fissò un attimo e poi prese posto nella poltroncina rimasta libera. 
"Insomma, Alison, mi dicevi, quanti anni hai?". 
La ragazza lo guardo sbigottita, quasi certa di non aver detto nulla riguardo alla sua età -ma che cavolo di domande fa questo?- pensò 
"ho 25 anni" disse sorridendo, non voleva subito partire con il piede sbagliato. 
"25? Lo dicevo io, sei giovanissima! Appena ti ho vista ero convinto fossi la segretaria, ti aspettavo diversa" 
"non si preoccupi, in tanti all'inizio rimangono un po' perplessi per il mio aspetto, ma le assicuro che sono maggiorenne e anche laureata" disse indicando con la mano la targa appesa alla parete dietro Axl.
"ehi baby ti prego, questi toni formali non si possono sentire, ti dispiacerebbe darmi del tu? Io scusa, ma proprio non riesco a darti del lei, mi sembra davvero troppo ridicolo!" 
"Mi parli pure come preferisce, io penso che mi manterrò sul formale, ma niente di personale". "Allora, vedo che la chiacchierata con Jeffrey ha avuto esito positivo” disse Alison cercando di riportare la conversazione sui giusti binari. “Glielo avevo detto che doveva essere fiducioso!" 
"In realtà non è stata proprio la chiacchierata con Izzy a convincermi, anzi, la sera che me ne ha parlato abbiamo finito per litigare di brutto e non parlarci fino alla mattina dopo" 
"capisco, sa vedendola qui pensavo fosse per quello. Allora cosa l'ha spinta a venire?" 
"Destino credo, la mattina dopo quella chiacchierata è successo un episodio che mi ha fatto riflettere”. “Comunque” proseguì immediatamente Axl quasi a voler bloccare qualunque frase di Alison “mettiamo subito le cose in chiaro: io non so cosa aspettarmi dal venire qui, non ho assolutamente la minima aspettativa, ne fiducia in queste cose e non ritengo che una sconosciuta possa dirmi qualcosa di rilevante sui cazzi miei" 
"Le dirò, non è intenzione di questa sconosciuta darle delle massime sulla sua vita. Cerchi di vedermi come uno strumento, molto spesso il solo fatto di poter raccontare a voce alta le cose che stiamo vivendo e il come ci sentiamo nel viverle riesce già a chiarire un bel po' di casini che abbiamo in testa". 
Allison si versò un po' di caffè "Lei ne vuole?" "Si, grazie". 
Stettero qualche minuto in silenzio, Axl a quel punto decise di parlare.
"La ragione principale, dicevo, che mi ha spinto a venire, è un fatto successo venerdì mattina." “La sera dopo le prove siamo andati in un pub , non abbiamo nè bevuto né fatto uso di droghe più di quello che facciamo normalmente. La maggior parte delle serate finisce sempre allo stesso modo: una ragazza ti guarda, si avvicina, inizia a parlare, provi a vedere se ci sta, e se è così da lì a dieci minuti te la stai portando a casa o, se sei più fortunato, sei tu che stai andando a casa sua. Quella sera non sono stato fortunato e siamo dovuti andare da me. Per il resto è stato tutto nella norma, abbiamo passato una gran bella nottata da quello che mi ricordo. Era piuttosto assatanata la ragazza a dire il vero. Ad ogni modo, questo non è vitale per il racconto.”
Bevve un sorso di caffè fumante dalla tazza e poi proseguì.
“La cosa peggiore di queste serate è la mattina, quando mi sveglio vorrei che fossero già sparite. C'è qualcosa di spiacevole e di umiliante nel rivedersi dopo aver fatto sesso. La notte era tutto così magico e perfetto, mentre con la luce del giorno tutto perde di importanza. Praticamente sono convinto di fare un favore ad entrambi quando me ne vado da casa loro prima che si sveglino. La ragazza che quella mattina si svegliò con me era particolarmente pesante ad appiccicosa, non ne voleva sapere di lasciarmi andare, ha iniziato anche a farmi domande molto personali su come mai io ed Erin continuassimo a lasciarci e a rimetterci insieme. Continuava a toccarmi, parlarmi, mi sentivo soffocare. Nel vero senso della parola dico, mi sono sentito come se qualcuno mi stesse strozzando, volevo che se ne andasse, doveva andarsene!"
Si bloccò, non riusciva a proseguire.
"Le capita sempre così? Voglio dire, ogni volta non riesce a sopportare queste situazioni o è stata una cosa occasionale?"
"Occasionale direi, di solito riesco a mantenere maggiormente la calma, l'altra mattina no. Ho spaccato in terra una bottiglia che avevo ai piedi del letto, i vetri hanno iniziato a schizzare ovunque e le hanno ferito una gamba, niente di grave, ma ovviamente si è spaventata. Avrei dovuto aiutarla e invece non sono riuscito a fare altro che cacciarla fuori di casa urlando ancora più forte del suo pianto. Dopo mi sono rinchiuso in camera per più di un'ora , mi sentivo un mostro, sono uscito solo per chiedere il tuo numero ad izzy ed ora, eccomi qua!"
"Capisco". 
Axl la guardo sbigottito.
"Capisci? Ma che cazzo vuol dire capisco? Non dovresti dirmi qualcosa di più rilevante?" 
"vede, come le dicevo non sono qui per giudicare quello che fa. Non le farò la predica, non le dirò che avrebbe dovuto avere la decenza di aiutare quella ragazza in difficoltà, né che dovrebbe evitare di avere questi incontri casuali dato il rischio che possano finire male, nè le dirò che diminuendo l'uso di alcool e droga possa migliorare qualcosa. Non le dirò queste cose semplicemente perché non penso sia questo il problema principale, perciò non ha senso soffermacisi."
"Non è il problema principale? Ti rendi conto che se non avessi avuto una bottiglia sotto le mani da spaccare probabilmente avrei messo le mani addosso a lei? Cazzo sì che è questo il mio problema"
"No, non lo è, come ha detto lei non è un fatto che succede sempre. Probabilmente altre ragazze prima di questa sono state appiccicose e non volevano andarsene dal suo letto eppure ha detto di non aver mai reagito così. Se reagisse sempre così, beh si, avremo trovato qualcosa di cui parlare. Ma per quello che mi ha detto, non penso sia questo il fatto rilevante, è stato solo la manifestazione di qualcosa di più grande" 
"Più grande?" Disse in tono sarcastico "e cosa genietto? Sentiamo!"
"Non ho detto di aver già capito che cos'è. Non sono assolutamente qui a giustificare la sua violenza, ma vorrei solo che riflettesse un attimo su come si è sentito prima di spaccare la bottiglia. Non mi è sembrata una bella sensazione, anzi piuttosto inquietante a dire il vero. Si è sentito in trappola, schiacciato, non sapeva come reagire, quelle sensazione che provava erano vere, tangibili e insopportabili. Doveva trovare il modo di eliminarle e in quel momento lo scattò d'ira, folle e irrazionale, era l'unica soluzione che il suo corpo é riuscito a trovare. Mi ha detto che avrebbe dovuto aiutare la ragazza, certo sì, ovvio che avrebbe dovuto, ma non deve dimenticarsi che in quel momento quella ragazza rappresentava in tutto e per tutto la mano che la stava strozzando, e chi è che direbbe al suo aguzzino, una volta che è riuscito a farlo scappare, -Ehi amico! scusa vieni qua, facciamo pace!- piuttosto improbabile non crede? Vede, deve cercare sempre di relazionare quello che fa con quello che sentiva prima di farlo."
"Quindi mi stai dicendo che devo accettarmi così come sono? Magari un giorno finirò per picchiare la mia ragazza però poi le spiegherò che l'ho fatto perché avevo delle sensazioni brutte? Tu sei deviata"
"Non le sto dicendo questo. Le sto dicendo che quello su cui deve lavorare non è trattenere lo scatto d'ira di quel momento ma, cercare di lavorare sulla sensazione che lo precede. In quel momento, quando, come dice lei, la mano la strozza, c'è più poco da fare. La forza di volontà per trattenersi è quasi impossibile da trovare. Penso sia molto più utile cercare di capire cosa sia quella sensazione che la opprime e la porta a reagire così. Ovviamente se riuscisse a dare un nome a quella sensazione , ad abbassarne il volume, automaticamente anche il resto del problema verrebbe meno. È inutile che ora giudichi la sua azione a posteriori definendosi un mostro, perché in quel momento quella reazione è stata la sua via di fuga. Quello che è utile è avere la voglia lavorare sul problema a."
"Il problema è che non ho idea di che cosa sia o da cosa derivi"
"Bene, allora forse abbiamo trovato qualcosa di cui parlare! Cerchi di pensarci la prossima volta che inizia a sentirsi così. Questi scatti vengono all'improvviso è vero, ma se uno ci fa caso, con il tempo, riesce ad individuare una serie di costanti, di causa da cui tutto scaturisce. Cerchi di memorizzare quante più sensazioni possibili, sia su come si sente, sia su quello che la circonda. Pensa di poterlo fare?"
"Mi stai dando i compiti a casa?" 
"in un certo senso si. Cerchi di pensare che non è la reazione la cosa importante ma quello che la precede, risolta una verrà meno anche l'altra! Non può eliminare la reazione lasciando la causa. Cerchi solo di farci caso, ok?" 
"Vedrò di farlo" 
"Ora purtroppo il tempo è scaduto, che dice? Riprendiamo un appuntamento o mi richiama lei quando preferisce?"
"Tecnicamente ogni quanto dovrei venire?" 
"Tecnicamente può venire quando le pare, una volta al giorno o una volta all'anno, scelga lei in base ai suoi spazi". 
Si alzò visibilmente compiaciuto da questa visione della ragazza "allora direi che mi puoi segnare per settimana prossima, stessa ora"
"Perfetto! Buona giornata allora a presto" 
"anche a te, ciao"

   
 
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