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Autore: GirlFromTheNorthCountry    08/01/2016    1 recensioni
Le donne sono le migliori psicanaliste fino a quando non si innamorano.
“Io ti salveró” di Alfred Hitchcock
“Pronto, Alison Stone.”
“Sono Axl Rose, vorrei un appuntamento”. Disse una voce al telefono convinta che quella breve presentazione spiegasse tutto.
“Come prego?”
“Axl, l'amico di Izzy”
“Scusi, ma proprio non capisco cosa stia dicendo”
“Oh cristo! Ieri è venuto Izzy da lei per parlare di un suo amico, ecco quell'amico sono io”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Lunedì 20/11

“Buongiorno Axl!” 
“Buongiorno un cazzo”
“Ok, come non detto” 
Il ragazzo prese posto nella poltroncina che deva le spalle alla porta, come la volta precedente.
“Che le è successo?”
“È una merda”
“Cosa per l'esattezza?”
“Cosa per l'esattezza” ripetè Axl facendo il verso ad Alison.
La ragazza rimase in silenzio.
“Tutto è una merda signorina, i giorni appena trascorsi sono stati una merda, Erin è una merda, e a me converrebbe fare il solista”
“Problemi nel gruppo?”
“Sono dei disadattati”
“Si spieghi meglio”
“Sono completamente usciti di testa, fuori controllo e poi dicono che il problema sono io”
“E il motivo del loro comportamento?”
“Il motivo dici? La droga, ovvio”
“...”
“E intendiamoci, io sono a favore della droga, la droga può essere divertente, e poi voglio dire, tutti ci droghiamo..!” Axl si fermò un attimo ad osservare la faccia pulita della ragazza di fronte a lui, la sua camicetta bianca abbottonata quasi fino all'ultimo bottone, gli orecchini di perla e la gonna che arrivava appena sopra il ginocchio “..insomma quasi tutti, ma non è questo il punto! Va bene divertirsi, ma ora questo comportamento sta compromettendo le sorti del gruppo.”
“Le da tanto fastidio perdere il controllo?”
“Il controllo?”
“Si dico, non avere la situazione sotto controllo, la spaventa?”
“Non saprei, che centra?”
“Il comportamento dei componenti del gruppo rischia di diventare imprevedibile quando sono sotto l'effetto della droga ed è un po' con se lei si sentisse in dovere di gestirli"
“A me non me ne frega niente delle loro vite, basta che non mi rovinino il lavoro”
“Sono certa che nessuno dei ragazzi abbia voglia di veder affondare questa nave”
“Drogati”
“la loro é una debolezza Axl, hanno più bisogno d'aiuto di quanto lei creda”
“Infatti ho intenzione di mandarli a ripulire”
“Come scusi?”
“Sì, in una clinica. Gli darò un ultimatum: o la droga o il gruppo”
“A parte che non intendevo questo quando dicevo che hanno bisogno di aiuto, e comunque non so se la sua si possa considerare una buona idea”
“Direi di si”
“Ma non è questo il modo di approcciarsi a queste cose! Ognuno deve realizzare da se di aver bisogno di aiuto, lei può aiutarli a capire che è per il loro bene, ma costringerli, non mi sembra corretto”
“Non vedo alternative”
“Aspetti ancora un po', cerchi di vedere come evolve la situazione, magari parli con uno di loro alla volta, ma non li forzi! e poi sono convinta che un po' di sregolatezza faccia bene al vostro gruppo”
“Che ne vuoi sapere tu del nostro gruppo”
“Era solo un'ipotesi”
“Continuerò per un po' a vedere come vanno le cose e quando sarà troppo darò il mio ultimatum”
“La smetta con questa storia dell'ultimatum! Non si può sentire”
“...”
“Finirebbe solo per causare inutili risentimenti e inimicizie. Loro non hanno bisogno delle sue assurde regole, ma di qualcuno che gli parli”
“Non voglio fare la mamma a nessuno”
“A volte gli amici possono assumere ruoli inaspettati”
“Se sentono la mancanza della mamma tornino pure da lei, io rimango a fare rock”
“E a lei manca mai?”
“Chi?”
“Sua madre”
“A me manca una madre” 
“...”
“ma ho imparato a farne a meno” 
“Che rapporto aveva con lei?”
“Che rapporto avevo con mia madre, dici? Mmm vediamo, da dove posso cominciare? Vedi, io ho vissuto 17 anni in mezzo alle sue menzogne, mia cara Alison. Ho vissuto per 17 anni con lei e con quello che credevo fosse mio padre, per poi scoprire che non era lui il bastardo che mi aveva messo al mondo. Il mio vero padre è sparito quando avevo solo due anni, e a quel punto lei si è spostata con lo stronzo da cui per 17 anni ho preso il cognome. Era un essere spregevole, piuttosto aggressivo e integralista, dovevamo rispettare le sue regole altrimenti erano ginghiate. Bigotto di merda, mi costringeva ad andare in chiesa fino ad otto volto la settimana. Ci faceva crescere nella severa legge di Dio, poi però appena poteva, abusava sessualmente di mia sorella. Ah giusto, la tua domanda era su mia madre, beh il nulla più assoluto. Lei in tutto questo, in tutta la mia vita, non c'è stata. Era inesistente, una statua immobile, inerme, succube, non ha mai fatto niente per evitare che queste cose accadessero. Ti va bene come rapporto?”
Alison ignorò la battuta di scherno lanciata dal ragazzo, erano altre le cose che avevano attirato la sua attenzione. Il racconto del ragazzo la lasciò parecchio scossa, respirò a fondo prima di parlare.
“Se ne è andato da Laffayette quando ha scoperto la verità sul suo vero padre?”
“Non esattamente, è stato uno dei motivi forse, ma principalmente me ne sono andato perché avevo la polizia alle calcagna. Non è da tutti essere classificato come delinquente abituale a 17 anni.”
“No, devo ammettere che ha fatto un ottimo lavoro. E sua madre come ha reagito a questa sua partenza?”
“Ero già stato sbattuto fuori di casa”
“L'avevano cacciata di casa?”
“Già ”
“E perché?”
“I capelli”
“I suoi capelli?”
“Troppo lungi, diceva. Non le multe, non gli arresti furono a farlo uscire completamente di testa. Si certo lo facevano incazzare anche queste cose, ma principalmente furono i miei capelli a convincere il mio patrigno a sbattermi fuori di casa.”
“Devo ammettere che il suo patrigno avrebbe molto più bisogno di lei di essere seduto qui oggi, ma spero che il suo buon Dio gli sappia dare comunque una mano”
“...”
“Per caso ha qualche ricordo d'infanzia del suo vero padre?”
“Il nulla più assoluto”
“Niente di niente?”
“Come ti ho detto”
“É come se lei avesse rimosso tutto insomma”
“Ero piccolo, non posso ricordare”
“Certo, era molto piccolo, ma a volte un volto, un profumo, delle sensazioni, qualcosa dovrebbe rimare”
“Te lo ripeto, non è rimasto niente”
“Ha più avuto contatti con sua madre dopo che è partito da Laffayette?”
“Non direttamente, ma attraverso mia sorella. Io non ho mai chiesto niente esplicitamente, è lei che me ne parla. Per me ormai è solo passato”
“Ma non è scomparso”
“Vale a dire?”
“Vale a dire che il passato non può mai essere come lo sta intendendo lei. Non si può mettere un muro così netto tra ciò che è stato e ciò che è, c'è sempre una porta aperta tra questi due mondi.”
“Potrei averla chiusa”
“Ma dallo spioncino passa uguale”
“..”
“Mi creda. È impensabile credere di poter risolvere i problemi del presente senza passare dal passato”
“Cercherò di tenerlo a mente”
Axl si alzò dalla poltroncina “ti dispiace se per oggi finiamo qua?”
Alison guardò l'orologio, mancavano ancora 15 minuti alla fine della seduta “ma certo, non si preoccupi” si alzò anche lei e si diressero verso la porta. 
“A lunedì prossimo allora”
“No, non credo che riuscirò a venire. Al massimo ti richiamo io, ok?”
“Come preferisce Axl, il mio numero ce l'ha”
“Ciao”
“Arrivederci”.

Alison tornò nella stanza e si sedette sulla poltroncina ancora calda dove prima era seduto il ragazzo. Quello era il suo posto preferito, in tutte le sedute lei sedeva li. Le piaceva maggiormente la visuale della finestra rispetto a quella della libreria, però quando Axl al primo appuntamento si era seduto di getto sulla sua poltrona, lei non se l'era sentita di rivendicare quel posto come suo. 
Si alzò e si diresse verso il giradischi e mise la punta sul disco per far partire la musica.
“Sweet Jane
Sweet Jane
Some people they like to go out dancin 
and other people they have to work. Just watch me now 
and there's even some evil mothers 
Well there gonna tell you that everthing is just dirt”
Lou reed cantava sulle note di Sweet Jane mentre Alison sprofondava nella poltrona per godersi quei pochi minuti di pace.
“you know that women never really faint 
and that villians always blink their eyes 
that children are the only ones who blush 
and that life is just to die”
“Levati dal cazzo coglione”
Alison si destò improvvisamente dal tepore nel quale era caduta: urla, colpi di clacson, il putiferio stava avvenendo giu in strada.
Si avvicinò rapidamente alla finestra aperta e si sporse per vedere che stava succedendo.
La chioma rossa del ragazzo, spiccante tra la folla, attirò subito la sua attenzione. Una rissa per strada, una rissa avvenuta in attimo. E Axl picchiava e il suo avversario picchiava: pugni, strattoni, grida. E la folla ferma immobile ad osservare. E poi, l'avversario a terra. Alison si portò istintivamente la mano nel punto in cui il ragazzo aveva battuto sul cemento, si passò più e più volte la mano sul coggice quasi a volersi far passare un dolore che non aveva provato.
Axl alzò gli occhi verso la finestra di Alison quasi convinto di trovarla affacciata “Ok! Confermami l'appuntamento per lunedì prossimo” le urló prima di allontanarsi rapidamente tra la folla.
“Mio dio, questo dovrebbe finire in galera prima del prossimo album!”



 

   
 
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