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Autore: Good_on_Yaa    09/01/2016    0 recensioni
"Because it's in my DNA."
Eve è una ragazza troppo curiosa, forse troppo interessata al misterioso Michael, riusciranno i due a guardare oltre le apparenze?
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dal 1° capitolo
-"Ehi hai un accendino? " continuava a ridere come un ebete, sicuramente era fatto. Ma perché tutte a me? Continuava a chiedersi. Fece un passo indietro per fissarlo meglio, poi puntò il suo sguardo omicida su di lui. -"No".- Dal tono in cui aveva parlato si capiva che non aveva tempo da perdere e soprattutto che non si poteva ribattere. Ma lui continuò. -"Ehi ma io ti conosco, sei Eve vero?- Sembrava così solare e allegro e questo suo modo di fare era in contrapposizione con ciò che provava in quel momento Eve.Tutti si divertivano ed erano felici tranne lei. Strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Sicuramente Aida avrà detto ai suoi amici del suo arrivo. -"Si, chi sei?" Diede voce ai suoi pensieri. Il ragazzo aprì la bocca per rispondere ma fu spintonato da un altro, vestito completamente di nero con il cappuccio tirato su. Quest ultimo gli disse qualcosa sottovoce che lo fece esultare. -"Fantastico!"- E in un secondo erano già spariti.
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Dai coraggio provaci non è tanto difficile ce la puoi fare!"

Aida incitò sua cugina a scavalcare il muretto per entrare nella casa abbandonata. Dall'altra parte Eve la guardava non tanto sicura.
Poggiò il piede sulla pietra più alta e si diede una spinta sperando di riuscire ad afferare la sbarra del cancello e fortunatamente fu così.
Si mise dritta meglio e fece un respiro profondo,poi fece girare la gamba destra nella parte opposta,si ritrovò da sua cugina. Le fece l'occhiolino e le diede il cinque.

"Ora mi spieghi perché siamo qua?" Chiese curiosa la ragazza guardando sospettosa il luogo.

Era un appartamneto vecchio che si elevava su diversi piani. Poté notare subito i vetri frantumati e le scritte sparse qua e là. 
L'erba del prato non curata, cresceva alta arrivando all'altezza del busto e chissà cos altro di inquietante avrebbero trovato non appena dentro.
Aida si sfilò l'elastico dal polso e legò i suoi lunghi capelli biondi, poi iniziò ad avviarsi verso l'entrata e fu seguita a ruota dall'altra.

"Cara ti sto facendo da guida turistica tra le vie di Melbourne" disse inchinandosi e aprendo le braccia in modo teatrale, scoppiando poi a ridere e passando un braccio sulla spalla della mora.
Quest ultima alzò un sopracciglio pronta a ribattere.

"In realtà in questi cinque giorni mi hai fatto 'visitare' si e no un bar e questa casa, mia cara."
disse marcando l'ultima parola precedentemente utilizzata da lei.

"E poi non stiamo tra le vie di Melbourne, ma in una casa abbandonata, nello stesso isolato di casa tua."

Tentò di sembrare seria e arrabbiata ma non ci riuscì, infatti scoppiò a ridere.
Aida fece lo stesso.
Si trovarono di fronte a ciò che rimaneva del portone, a terra vi erano,sparse tra il pavimento, mozziconi di sigarette e lattine di birra. 
Un corridoio portava in diverse stanze, quel posto sembrava un labirinto. 
C'erano tutti ingressi simili e confondevano le idee.
In particolare in una stanza c'era un lettino con diverse coperte gettate sopra alla rinfusa.
Disgustoso.
Successivamente iniziarono a scendere una rampa di scale e raggiunsero quello che doveva essere un garage. 
Anch'esso spazioso e terreficante.

"Devi sapere che io vengo qua tutte le volte che voglio stare sola. L'abbiamo scoperta qualche anno fa con i miei amici per via di una scommessa, inizialmente eravamo preoccupati..sai non girano buone voci su questo quartiere , ma poi è iniziato a piacerci e dato che nessuno ci mette piede per la paura è unico e conosciuto da pochi, quindi ci puoi fare di tutto."

Eve corrugò le sopracciglia.

"Perché che voci girano?" Chiese curiosa appaggiandosi al muro alle sue spalle.

"Sinceramente non so,credo qualche sciocchezza inventata. Comunque il quartiere non ha una buona reputazione ecco. Tipo, accanto c'è la casa dei Clifford. Stalli alla larga."

Allungò lo sguardo nel punto indicato e non capì perché sua cugina parlasse in modo vago, quasi a volerle nascondere qualcosa. 
Scosse la testa e pensò che probabilmente si stesse facendo solo paranoie.
Preferì non approfondire il discorso e scrollò semplicemente le spalle dopotutto non le interessava.
Si fece sera velocemente e furono costrette a separarsi e tornare ognuna dalle proprie famiglie. 
Quella notte Eve tentò di dormire ma non le fu facile, ripensava al suo arrivo a Melbourne,all'incontro fatto alla festa e al fatto che non avesse più visto quel ragazzo biondo.
Poi le venne in mente la giornata appena finita e all'avvertimento di stare alla larga da quei tizi di cui non si ricordava neanche il nome, ma soprattutto non vedeva l'ora di conoscere gli amici della cugina e di iniziare la scuola il giorno dopo. 
"Mamma coraggio svegliati!"
Era già mattina, oggi sarebbe stato il primo giorno della nuova scuola.Eve aveva ancora sonno dopo la notte passata in bianco. Scosse ripetutamente sua madre per farla svegliare. Era una scena divertente sembrava quasi si fossero invertite i ruoli. La giovane donna si rigirò nelle coperte e sbadiglio rumorosamente portandosi una mano alla bocca, poi di scatto aprì gli occhi. Fece un sorriso sincero rivolgendosi alla figlia e si alzò dandole il buongiorno.
Intanto la ragazza si diresse in bagno pronta a rendersi almeno un po'presentabile. Indossò un paio di skinny neri, vans nere e una canotta bordeaux con in mezzo la scritta 'never stop' e lasciò i capelli lisci caderle sulle spalle. Un filo di mascara per incorniciarle gli occhi verdi, del fondotinta, ed era pronta. Scese a fare colazione con sua madre e senza accorgersene si era fatto tardi. Presero le chiavi e si avviarono in macchina.

"Emozionata tesoro?" Chiese la donna guardandola dallo specchietto.

Eve odiava quando sua madre le dava dei soprannomi, infatti roteò gli occhi al cielo e non rispose. Le arrivò un messaggio da sua cugina dove diceva di aspettarla ai cancelli principali. Iniziò ad agitarsi quando si accorse che aveva tutti gli occhi puntati addosso, si sforzò a non dare peso a ciò e scrutò l'istituto, non aveva niente a che fare con quello in cui era stata precedentemente. Questo era immenso. Vide una mano farle segno e si avvicino, era Aida, notò che non era sola.

   
 
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