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Autore: Crilu_98    09/01/2016    2 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Capitoli:
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Amélie osservò il sole tramontare per la quarta volta.
"Quattro giorni" pensò "Quattro, interminabili giorni... Cosa vogliono da me queste persone?"
La sua famiglia non faceva parte dell'alta aristocrazia, non era vicina al Re e lei non era una ragazza così bella o così ricca da essere costretta al matrimonio con il rapimento. Al pensiero, Amélie ringraziò il Signore con un brivido di non aver ricevuto violenza. All'inizio era stata questa la sua paura più grande, quando quegli uomini con il cappuccio tirato avevano assalito la carrozza; poi, quando si era risvegliata dolorante in una cella buia, stretta e maleodorante aveva capito che c'era sotto qualcosa di più grande. Aveva gridato e sbattuto i pugni sulle sbarre della cella fino a farsi male alla gole e alle mani, ma nessuno le aveva risposto.
Per quattro giorni non aveva visto nessuno oltre alla guardia che le portava il pane e l'acqua una volta al giorno e ai due nobili, due sere prima. 
Il dubbio sul ruolo della Contessa di Clairmont in quella storia l'angosciava: tutto quello che sapeva su quella donna non era rassicurante. Bella, affascinante, ricca e con un marito che aveva le giuste conoscenze a corte, Madie Lafevre aveva avuto innumerevoli amanti, tra cui anche suo fratello François. Le uniche frasi che aveva captato della sua conversazione con il padrone del castello (che Amélie ricordava di aver visto a Parigi ma di cui non ricordava il nome) non promettevano nulla di buono: parlavano di un piano e se questo fosse andato in porto la sua sopravvivenza sarebbe stata superflua. D'altra parte, aveva il timore che la non riuscita di quel progetto avrebbe gettato in guai seri non solo lei, ma anche François.
François, il suo taciturno fratello, chissà quanto era in pensiero per lei in quel momento!
Fin da bambini lui aveva dimostrato di essere molto più simile alla madre che al padre: introverso, ma gentile e premuroso, l'aveva appoggiata in ogni sua ribellione adolescenziale ed Amélie era sicura che più di una volta l'aveva avuta vinta con il padre grazie alla sua intercessione.
Dopo la morte di Antoine, che pure aveva amato moltissimo, si era appoggiata al fratello come ad una zattera e sapeva che silenziosamente lui aveva fatto lo stesso: erano un sistema perfettamente in equilibrio, e la sua scomparsa l'aveva sicuramente compromesso.
"François mi starà cercando per tutta Parigi... Non sa che mi hanno portata in questa landa sperduta, dimenticata da Dio!"
La porta di legno che dava sulle segrete si aprì scricchiolando, lasciando filtrare la luce delle torce del piano superiore; Amélie strinse forte la stoffa della veste sotto le dita, aspettando l'arrivo del vecchio soldato orbo che solitamente le lasciava i pasti con un grugnito infastidito.
Questa volta però, la luce della torcia illuminò un volto diverso. Era un giovane più grande di lei forse di una decina d'anni, con il viso pallido e i lineamenti grossolani delle genti del Nord.
"Un inglese, o un olandese forse..."
Mentre lo osservava armeggiare con il chiavistello della cella, si chiese cosa ci facesse uno straniero lì e perché avesse accettato quell'ingaggio. Fantasticare troppo era sempre stato uno dei suoi difetti caratterizzanti, che aveva fatto disperare Antoine quando le cercava un marito; quando era morto, François era stato troppo assorbito dal suo ruolo per continuare le stupide programmazioni del fratello maggiore e Amélie aveva tirato un sospiro di sollievo.
Il nuovo venuto aveva capelli lisci e scuri come la folta barba che gli copriva le guance ed il mento; gli occhi, che in un primo momento le erano sembrati celesti, si rivelarono di un grigio cupo come le nuvole prima di un temporale.
L'uomo lasciò il piatto sull'altra estremità della panca su cui era seduta, senza proferire parola; a differenza della guardia precedente, però, una volta uscito dalla cella si fermò ad osservarla. Sotto quell'attento esame Amélie arrossì furiosamente ed abbassò lo sguardo: ma cosa stava facendo, lì impalato?
-E' per il cibo!- mugugnò l'uomo, con un accento duro che storpiava il francese -Il signore ha paura che vi deperirete, se non mangiate!-
-Allora andate a dire al vostro padrone che una donna di buona famiglia va trattata con rispetto, e non sbattuta in una squallida prigione senza un valido motivo!-
Erano le prime parole che pronunciava da giorni e le graffiarono la gola. L'uomo sorrise divertito, prima di rispondere:
-Io non ho padroni, solo datori di lavoro. E questo lavoro viene pagato bene, perciò mi dispiace per voi, ma resterete in questa squallida prigione e mangerete quel che vi porterò, che vi piaccia o meno!-
-No che non mi piace! E poi come vi permettete di parlarmi a questo modo!? Neanche sapete perché sono qui!-
-E voi? Lo sapete perché vi hanno portata qui?-
La ragazza ammutolì.
-Come sospettavo...- sogghignò l'uomo. -Forza, mangiate, che non ho tutto il giorno!-
La frase stuzzicò l'animo ribelle e pronto alle sfide della ragazza, che incrociò le braccia con un sorriso strafottente:
-Io sì, invece, e adesso non ho proprio fame...-
La guardia si sedette dall'altro lato del corridoio e si calò il cappello sugli occhi:
-Vorrà dire che aspetterò!- commentò, pacato.
 
Lumière era stato incaricato di seguire il giovane Marchand dal Cardinale in persona, ma era persuaso che quella fosse una pista sbagliata: il moschettiere sembrava essere interessato solo al ritrovamento della sorella.
In quel momento era appostato in un vicolo davanti alla residenza parigina dei signori di Parthenay: un palazzo che sarebbe impallidito di fronte alle sfarzose dimore di aristocratici più vicini alla corona, ma ugualmente distinto ed imponente.
Il Re aveva fatto diramare il manifesto per la scomparsa di Amélie Marchand solo quella mattina, perciò François, ancora sospeso dal servizio, non aveva potuto far altro che restare chiuso in casa; di conseguenza l'uomo aveva le membra anchilosate per l'immobilità di quelle ore.
"Potrei anche andarmene..." ipotizzò, osservando il cielo che iniziava a farsi scuro: era inizio estate e nelle strade di Parigi la sera spirava ancora un vento freddo e fastidioso.
Udì un frusciare di vesti dietro di sé e la sua mente allenata captò il pericolo: prima di poter reagire, però, degli uomini vestiti di nero lo aggredirono, disarmandolo.
Lumière avvertì il pugnale entrargli nel costato, poi sentì i passi veloci dei suoi assassini che si defilavano. A quarantasette anni, diversi passati a rischiare la pelle da soldato, gli pareva stupido morire così, sorvegliando un giovane ed innocuo moschettiere.
"Che forse non è così innocuo..." pensò ancora, nei suoi ultimi momenti. La vista era annebbiata e la sua testa lavorava lentamente: non riusciva a vedere... Non riusciva a capire... Qual'era il ruolo di François Marchand in quella storia? E il suo assassinio, a chi sarebbe servito?
In un ultimo sprazzo di lucidità pensò al Cardinale, quell'uomo geniale a cui doveva tutto: era stato la sua ombra dappertutto, eseguendo gli incarichi più difficili e delicati. Richelieu ricercava ed ammirava gli uomini come Lumière: pragmatici, intelligenti, capaci di adattarsi alle situazioni... Forse perché lui stesso era fatto così.
"Senza di me" realizzò, prima di spirare "E' solo..."
 
François uscì di casa, il giorno seguente, senza quasi notare la piccola folla che si era radunata in un vicolo poco distante. Aveva le occhiaie e la barba non fatta: non aveva neanche dormito, a dir la verità, né si era cambiato d'abito.
Era uscito solo perché aveva bisogno di aria fresca per pensare: ad Amélie, ma anche all'incontro con Madie Lefevre, che lo aveva scosso nel profondo. Si passò una mano sulla fronte, scostando le sottili ciocche castane che puntualmente gli ricadevano sugli occhi ed imboccò una via a caso.
Cosa aveva voluto insinuare, esattamente, quella donna? Perché voleva che lui entrasse a far parte di quel misterioso circolo, visto che era un semplice feudatario di campagna?
Ad un tratto si accorse di essere seguito, anche se inizialmente gli fu difficile individuare chi, tra la folla parigina, stesse seguendo le sue mosse. Alla fine si fecero avanti due uomini armati vestiti con le divise rosse della Guardia Personale del Cardinale Richelieu: François li squadrò stupito e perplesso, domandandosi come mai quei due gli stessero sbarrando il passo. Poggiò istintivamente la mano sull'elsa della striscia* che portava al fianco, notando che uno dei due teneva saldamente in mano il suo spezzalama**.
-Monsieur François Marchand?- domandò la guardia più alta, con la fronte aggrottata.
-Sono io, cosa volete?-
-Sapete che l'altra sera è avvenuto un omicidio davanti al vostro palazzo?-
-Alludete forse al capannello di gente attorno a quel vicolo? Ah, ora capisco... No, non ne sapevo nulla...-
L'altra guardia sogghignò, accarezzandosi il pizzetto.
-Vedete, Monsieur Marchand, noi crediamo il contrario!-
François si irrigidì a quelle parole, e scrutò i volti dei due uomini per capire di cosa stavano effettivamente parlando.
"Possibile che la conversazione con Madie...?"
-Non so neanche chi sia il poveretto che è stato ammazzato, come potete affermare una cosa del genere?-
-L'uomo ucciso era uno dei collaboratori più stretti di Sua Eminenza il Cardinale Richelieu... Ed era stato incaricato di seguire voi, Marchand. Capirete che il suo assassinio, a due passi dalla porta di casa vostra, vi mette in una situazione alquanto scomoda!-
Il giovane sbatté le palpebre un paio di volte, confuso e sbalordito dalla piega che stavano prendendo gli eventi: era stato pedinato ed ora rischiava di essere incarcerato per un delitto che non aveva commesso. Infilò distrattamente la mano nella tasca dei calzoni e si stupì non poco di trovarvi dentro un oggetto duro e metallico: tirandolo fuori, vide che era un massiccio anello d'oro in cui era stato incastonato un giglio di granato rosso. Con la coda dell'occhio, notò che i due gendarmi sembravano aver riconosciuto il simbolo e parevano decisi a procedere con l'arresto.
Ma François non gliene diede il tempo: cogliendoli di sorpresa si buttò contro di loro, facendoli cadere e continuando poi a correre alla cieca.
Si infilò nei vicoli stretti della Parigi antica, senza però riuscire a seminare i propri inseguitori, che lo tallonavano gridandogli di fermarsi.
Proprio quando gli parve di essere quasi in salvo andò a sbattere contro una figura che sbucava da un altro vicolo, anch'essa inseguita da alcune guardie in rosso.
François sbarrò gli occhi, riconoscendo le grandi iridi blu che lo guardavano con sorpresa e paura.
 
 * Spada da lato, detta anche spada all'italiana, molto diffusa in Europa tra il XVII e il XVIII secolo. Aveva una lama lunga circa 100 - 120 cm ed un'elsa molto elaborata per proteggere la mano di chi la impugnava. Sebbene la lama potesse essere utilizzata per tagliare, la striscia era per lo più una lama da affondo; più leggera della spada da lato quattrocentesca, ma non ancora sottile e maneggevole come il successivo spadino, in uso dal XVIII secolo.
 
** Robusti pugnali che invece di avere un'unica lama, erano dotati di una dentatura "a pettine" che permetteva di incastrare la spada dell'avversario e con una torsione togliergliela di mano... Ma era improbabile che riuscissero veramente a spezzare una lama. Sono, insieme ai "trilama", una sottocategoria delle lame corte dette "manosinistra", armi prettamente da parata e difesa (come indica il loro nome inglese, "parry dagger") e usate solo raramente come armi da affondo.
 
 
Angolo Autrice:
'Sera,
con un raffreddore tremendo e una montagna di roba da studiare, ma eccomi qua!
Personaggi che entrano in scena e personaggi che escono: la spaesata Amélie incontra lo strano carceriere che tanta importanza avrà d'ora in poi per lei, mentre il povero Lumière viene ammazzato... E chi ci va di mezzo ovviamente è François. E' perseguitato dalla sfiga, questo nostro povero moschettiere xD anche se tirare fuori l'anello in quel momento non è stata certamente una mossa intelligente. Avete capito, vero, contro chi è andato a sbattere?
Se vedete degli errori fatemelo sapere, che stasera di sicuro io non ne ho visto neanche uno, con questo mal di testa!  
Un grazie sentito ai lettori abituali che leggono puntualmente la storia, come al solito
 
Crilu 
   
 
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