Su, giù. Su, giù. Su, giù.
Le ali battevano a un ritmo forsennato e a ogni colpo sembravano volersi rompere. Ma ogni volta riuscivano a sconfiggere la resistenza dell’aria di bassa quota.
Su, giù. Su, giù. Su, giù.
Non c’era assolutamente tempo da perdere, poteva già essere troppo tardi.
No, non era troppo tardi. La scintilla della vita del suo compagno di volo era ancora accesa. Fioca ma accesa.
Non poteva permettersi nessuna distrazione, nessuna indecisione. Non guardò neanche dietro di sé per sincerarsi che Seisten lo stesse davvero seguendo o si fosse già arresa.
Ecco. La mente del compagno di volo era più vicina. La sentiva pulsare. Veniva… veniva da…
Che diavolo faccio? No, non posso farli ammazzare, nonostante tutto. Se mai crepassero sotto i miei occhi non me lo perdoneranno mai.
Non ho bisogno di anni aggiuntivi alla mia pena.
Maledizione. Pensa. Hai ancora tempo. Non sono ancora morti.
Basta un contrattempo, forse.
L’idra mi è sempre venuto bene. Magari riesco a cavarmela…
Il drago sfregiato non perse tempo a riflettere. Si lasciò guidare dal suo istinto.
Serrò le ali contro i fianchi, inarcò la schiena e socchiuse gli occhi. Senza nessuna paura. La possibilità di fallire non doveva esistere.
I due padroni del cielo entrarono dentro lo specchio d’acqua sotto lo sguardo impotente del guardiano.
Dai…
Uno, due e… Nah! Non ci riesco! Maledizione!
Non posso mostrarmi! Si faranno troppe domande!
Acqua, acqua e ancora acqua intorno a lui. Poi il suo muso bucò qualcosa di non liquido e il possente drago poté riprendere fiato.
Erdost riempì più volte i grossi polmoni e chiuse un paio di volte le palpebre coriacee per scacciare le ultime gocce d’acqua che gli annebbiavano la vista.
Vide il suo compagno di volo in mezzo a tanti piccoli corpi ronzanti.
Erdost inarcò il collo, ma quando fu sul punto di sputare il fuoco che ribolliva nelle sue viscere si fermò. Non poteva.
Il suo compagno sarebbe sopravvissuto, ma la compagna di volo di Seisten sarebbe morta in quel rogo.
Decise di ruggire.
Non dovette aspettare molto per far unire la voce Seisten alla sua.
Il suono che produssero fu talmente forte da far tremare le pareti di quel mondo senza cielo.
Tutti i piccoli insetti che facevano del male al suo compagno di volo caddero a terra, come storditi.
Il suo istinto aveva avuto ancora ragione.
Si!
Grazie bestione!
Avessi una bocca tirerei un sospiro di sollievo.
Sono salvi… sono salvo.
Basta emozioni forti per oggi. Ho bisogno di una tisana, magari con un po’ di miele dentro.
Scusate. Sto straparlando.