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Autore: MynameisJade    10/01/2016    0 recensioni
Due fratelli.
Lui, Emilio, classe 1923.
Lei, Giulia, classe 1926.
Lui salirà su in montagna e lei lo aiuterà cercando di non perdere le sue tracce.
Ma un giorno succede la tragedia. Suo fratello sparisce e nessuno sa nulla di lui. Cosa farà Giulia? Se la caverà?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18-09-43

"Vediamo... Prendo questo, questo, questo si chiude così... Ah, il panino dolce che mi hanno dato al comitato, giusto giusto! Madonna che ansia... Ho tutto? Si, perfetto. Mamma sto uscendo!" Ho l'abitudine di parlare da sola quando sono tesa.
"Fa attenzione e torna per il coprifuoco, ti voglio bene!"
"Anche io!"
Presi la mia bici e mi avviai per la prima volta al monte Ortigara, mamma non sapeva che facevo la staffetta.

"Ma dove si va..." Dissi tra me e me. Era tutto un intreccio di strade sterrate, le classiche stradine "bianche" con cui passeggiavo con mio fratello. D'un tratto vidi delle persone.

"ALT!" Bene. Se ci sono i Tedeschi sono sulla strada giusta.

Smontai dalla bici e con uno dei miei sorrisi migliori li salutai.

"Salve!"

"Salve. Documenti, borsa" Disse serio un ragazzo alto e moro.

"Sono studente." Dissi mentre leggeva la mia carta ovviamente falsificata dal comitato.

Prese la mia borsa e ci guardò dentro. Il cuore mi batteva a mille e mi leccai le labbra. Dovevo dire qualcosa...

"Piacere, Maria!" Dissi porgendogli la mano. Ero abbastanza grande, ma quando volevo potevo sembrare una bambina innocente, di quelle che non potrebbero mai far del male ad una mosca.

Il tedesco mi guardò sollevando un sopracciglio. Non si sa come nè perché mi sorrise e mi chiese:

"Maria?" 

"Si, signore. Lei?"
"Franz"
"Bel nome! Ha fame signore?"
"Io no capito" Disse guardandomi di sbieco.
"Emh... mangiare" mi portai la mano alla bocca mimando il gesto del mangiare

"Ah! No, danke"
"Vabbè, in ogni caso ci tenevo a darle questo panino! E' un segno di gratitudine e di buona volontà da parte nostra!" Ero proprio una brava doppiogiochista. Presi dalla borsa il panino e glielo porsi, dubito che abbia capito cosa gli ho detto, ma va bene così.

Lui sorrise e lo prese.

"Allora io vado! Ciao signore!"

"Ciao bela" Ciao bela, ma chi sei hahahahha

Andai via tranquilla e salii sulla montagna.

"Ragazzi? Ragazzi?"

Passi e foglie che scricchiolano. Ecco tutto quello che sento.

"Ragazzi mi state mettendo paura! Muovetevi su! RAGAZ..."
Non feci in tempo a finire la frase che un ragazzo dell'età di mio fratello mi si buttò addosso tappandomi la bocca. 

"E TU COSA CI FAI QUI?! E' PERICOLOSO, VA VIA!"

"Oh fa piano! Sono la sorella di uno di voi... Sta nella banda di Lupo e Artiglio" Che fantasia...

"Non potete venire a far visita ai parenti!"
"Sono una staffetta. Ho dei documenti per voi"

"Documenti? Ti porto da Lupo allora"

Parlammo un po', la strada era in salita ed io ad un certo punto non ce la feci più. 

"Mi bruciano le gambe!"
"Aspetta"

Mi prese in braccio e avanzammo così.

Arrivai da Lupo.

"Piacere, sono la sorella di Tempesta. Ho dei documenti per voi."
"Non c'è bisogno che me lo dica, tu sei la piccola Giulia!" Disse scompigliandomi i capelli. Non mi ricordavo di lui...

"Anche tu in montagna eh? Brava! Vediamo un po' questi documenti."
Glieli porsi, lesse, scrisse qualcosa e mi diede quel pezzo di carta. 

"Puoi andare. Grazie tante!"

"Grazie a te! Ma, dov'è mio fratello?"

"Ora non c'è, è sceso da un contadino a prendere qualcosa da mangiare. Se vuoi posso portagli i tuoi saluti"
"Perfetto, grazie!"

"Hai un nome di battaglia?"
Ci pensai. In effetti non lo avevo.

"Emh... No, non sono brava con ste cose."
"Bene, te lo do io. Follia. Il tuo nome è follia.  Ti si legge dentro gli occhi quella voglia di libertà che alla tua età ti spinge a rischiare la vita con noi"

Sorrisi, salutai e me ne andai. 

Follia...

Alla strada di ritorno vidi Franz ed i suoi colleghi mangiare il panino che gli avevo dato.

"Ecola ecola!"

Disse un ragazzo poco più grande di me.

Frenai e li guardai spaventata.

"C-c'è qualcosa che non va, signore?"

"No, no, noi volevamo ringraziare te per pane. Buono"
DIO MIO CHE SOLLIEVO.

"Ahh per il panino? Si figuri, non è niente di che! Potrei tornare più spesso a portarveli! Io e la mia mamma li facciamo come passatempo, sà, dopo che il mio papà è scomparso essendo figlia unica dovevo trovare qualcos'altro da fare..."

Mi intristii un po' e lo feci notare apposta.

"Tuo papà non c'è più?"

"No, signore... Mi manca tanto" Feci scendere una lacrima sul mio viso, sono un'attrice nata. La asciugai e presi la bici.

"S-scusi, ora vado"
"Aspetta aspetta! Grazi per panino... Io ho figlia con tua età! Si! Tu assomigli molto"

Sorrisi 

"Ne sono felice signore, beata lei che il papà ce lo ha ancora..."

Sorrisi amaramente ed andai via.

19-09-43

Solita routine. Panino, documenti e via!

I tedeschi mi videro e non mi fecero neanche il segno di fermarmi, mi fermai io.

"Franz!" Dissi correndogli incontro. Sorrise. Non so perché ma era più umano degli altri bastardi.

"Ciao!"

"Come stai?!" Dissi spigliata

"Bene! Tu?"

"Bene! Guarda, ti ho portato il panino!"
"Grazi! Vai pure! Dove stai andando?"
"Vado... Vado dalla mia nonna! Abita di là!"  Puntai un punto indefinito con la mano sorridendo.

"Va bene, presto alora!"

Presi la bici e andai. 
"Ciaoo!"

mi salutarono tutti in coro. E' fatta. Non mi hanno neanche perquisito la borsa. Fantastico.

 

22-10-43

Documenti, panino dolce e via, si parte. Ormai non aveva neanche più senso nasconderli i documenti, tanto era da un mese che mi lasciavano passare. A volte mi fermavo anche a parlare con loro, altre gli chiedevo com'era la Germania e se mi insegnavano qualche parola in Tedesco. Sarà che in quel punto non ci passava nessuno ed io allietavo le loro giornate, ma con me si sono sempre comportati bene. Ho scoperto che Franz ed io facevamo gli anni lo stesso giorno. A proposito... Sapete che giorno è domani? Domani è il mio compleanno! Ciò significa che mio fratello tornerà a casa! E' un mese che non lo vedo. In montagna ci sono salita parecchie volte beffando i tedeschi, manica di imbecilli. Me li sono fatta amici e mi lasciano passare ogni volta urlandomi un "GRAZI SINIORINA MARIA!" E sventolando le mani, ahhahaha idioti. Perché Maria a proposito? Voi vi aspettate davvero che io dica il mio vero nome a quei bastardi? Hahahaha

Oggi sono andata a scuola e all'uscita si vociferava di un rastrellamento. 

Sono corsa al comitato e aprendo la porta ho urlato "IN GIRO SI DICE CHE VOGLIANO RASTRELLARE STANOTTE!"

"COSA?!" Urlò Giovanni, l'uomo seduto sulla scrivania davanti a me. "MERDA. MERDA!" Comiciò a correre da una parte all'altra, nel mentre arrivava qualcun'altro dopo di me, la tensione era palpabile. Non so come una mattinata così tranquilla sia potuta sfociare in un certo casino.
"VOGLIONO RASTRELLARE SULL'ORTIGARA!" Urlò un uomo sulla 40ina alle mie spalle. Persi un battito. 

"Su... Sull'Ortigara dici? Ne sei sicuro?"

"SI PER LA MADONNA, SI!" 

"VIA, PRESTO, AD AVVISARE LE BRIGATE!" Urlò Giovanni.

"Vado io!" Dissi

"NO, ANDRA' GIACOMO" Giacomo ha qualche anno in più di me e già non va bene. Non lo lasceranno mai passare.

"NO. SULL'ORTIGARA SALGO IO!" Presi la bici e cominciai a pedalare. Trovai il solito posto di blocco ma stavolta non c'erano i soliti tedeschi.

"ALT!" Sgranai gli occhi ma mantenni la calma. Non avevo nulla, solo i libri di scuola. Mi fermai.

"La borsa." La aprii, ne svuotarono il materiale in terra, libri e penne.

"Cosa fare qui siniorina? Torna a casa"

"Devo... Devo andare dalla mia nonna. Abita lontana da me e quindi uso la bici."

"Qui non passa"

"E perché mai?"
"Non posso dire."
"Capisco... Senta, sa mica se oggi c'è Franz? Sa, alto alto, moretto con gli occhi azzurri."
"Franz Altmann?"
"Esatto! Il sergente!""Si. Lui è in altra entrata, oggi ha altro ordine. Perché"
"Ah va bene! E' mio amico! Lui fa gli anni domani, ed anche io! Volevo portargli un dolce! Sono Maria, gli chieda di me!"
"Maria? Lui parlato tanto di te! Sei quella dei panini? Tu può passare, ma non dire a nessuno!"
Rimasi incredula ma presi la palla al balzo.

"Grazie signore! Lei è molto gentile. Comunque piacere!"

Gli porsi la mano ma lui non ricambiò la mia buona volontà.

"Via!" Mi disse.

Presi la mia bici e corsi via come un lampo. Buttai la bici nei cespugli nascondendola e salii a monte.

"DOVE MADONNA SIETE!" Urlai cercando la brigata di mio fratello 

"CHI VA LA'?!" Feci un passo e trovai "Falce" davanti a me."Ah, sei tu! Ci hai fatto prendere un colpo. Ragazzi! C'è la sorellina di Tempesta!"

Tutti i ragazzi si alzarono a salutarmi.

"Non c'è tempo per i saluti. Ragazzi. Stasera rastrellano, preparatevi."

"Cosa?!" Disse un ragazzo bassottino che chiamavano "Marietto".

"E tu come hai fatto a passare?"

"Se ve lo dico non ci credete. Non ho molto tempo. Ragazzi, state attenti. Preparatevi"

"Ti hanno detto quanti sono?" Mi disse Lupo.
"Non lo so, giù in valle si vocifera che siano più di mille, ma non credo perché..."

"Porca puttana... E' possibile. E' possibile eccome. Ragazzi, via! Solo armi leggere, nascondete gli zaini! Marietto e falce con il prigioniero, ci separiamo, voi altri con me e tempesta, SUSU!"

"TEMPESTA? DOV'E'?!" 

"E' più su a monte, qui non c'è, non preoccuparti, domani scenderà per il tuo compleanno" 

Mi  rivolse un sorriso dolce dandomi un buffetto sulla guancia.

"Che Dio sia con voi..." Gli dissi preoccupata

"Anche se non vuole noi ce la faremo, ciao Follia, ciao!" Disse aprendo e chiudendo la mano.

"Ciao..." Dissi incredula appena sollevando la mano. Scapparono e così feci anche io. Pedalai più infretta che potevo ed uscì dinuovo dal posto di blocco da cui ero entrata.

"Come stare nonna?"

"Tutto bene, poverina, si stava preoccupando!"
"Haha, di nonna di no preocupare"
"Sisi" Dio mio voglio spaccargli il cranio, voglio proprio aprirglielo come una melagrana.

"Ora vado, altrimenti anche la mamma si preoccupa, ciao!"

"Aspetta!" Disse aguzzando gli occhi"Tu abitare solo con mamma?"
"Si, signore."
"E papà?"
Eh, e papà? Papà me lo hanno ucciso quelli come voi brutti bastardi.

"Papà... Papà è morto in guerra..." "Mh. Fratello?""No, sono figlia unica."

"Neanche più picolo?"

"No signore. Lo avrei tanto voluto un fratellino ma il buon Dio non me lo ha dato."

"Torna a casa."
"Ora vado, ciao! E grazie ancora per la sua gentilezza"
Tornò sull'attenti a presidiare sul posto di blocco, nemmeno mi rispose. Tornai in paese, a casa. "Sono a casa mamma"

"DIO MIO!" Si buttò fra le mie braccia piangendo."NON TI AZZARDARE MAI PIU'! CREDEVO TI AVESSERO PRESA!"

"Ma no mamma... E' che..."

"CHE? CHE COSA?!"

"Sono dovuta salire urgentemente sull'Ortigara"

"P-Perché? Perché sull'Ortigara! Lo sai che è pericoloso..."

"Stasera li rastrellano... Ho avvisato"

Cadde a terra in ginocchio piangendo, quasi suo figlio fosse condannato a morte certa.

"Mamma, mamma! Sono in gamba e li ho avvisati per tempo. Non succederà nulla, vedrai..."

Ma lei piangeva e mi stringeva a se. 

"Non farlo anche tu... Non andare anche tu, ti prego. Mi sei rimasta solo tu..." Era una situazione straziante... Non so quanto io possa ancora resistere in questa situazione. La guerra mi sta rovinando la vita...

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qui il secondo capitolo della storia.

Spero vi piaccia, ogni commento, critica e considerazione è ben accetto! Buona serata :)

-Jade

 

   
 
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