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Autore: MynameisJade    10/01/2016    0 recensioni
Due fratelli.
Lui, Emilio, classe 1923.
Lei, Giulia, classe 1926.
Lui salirà su in montagna e lei lo aiuterà cercando di non perdere le sue tracce.
Ma un giorno succede la tragedia. Suo fratello sparisce e nessuno sa nulla di lui. Cosa farà Giulia? Se la caverà?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Notte del 22-10-43

Piove e tuona. E' l'una del mattino, i lampi illuminano la strada e dalla mia finestra vedo qualcuno che bussa alle porte. Non ci posso credere. Mi viene il senso di colpa a pensare che io ora sono al caldo in camera mia e mio fratello è lassù, in quella stupida montagna nera, a rischiare la vita per colpa di quei porci tedeschi. Non è giusto, non è affatto giusto.Tornai a letto ma non presi sonno, non ci riuscivo, mi balenavano troppi pensieri per la testa. Scesi in soggiorno e vi trovai mia madre attenta ad ascoltare la radio quando tutto d'un tratto qualcuno bussò forte alla porta. 

"APRITE! VI PREGO, APRITE ALMENO VOI!"

Mia mamma mi guardò terrorizzata e mi afferrò per seguirla in cucina sotto al tavolo. Mi divincolai da quella presa ed aprii la porta. Un giovane ragazzo con un fucile in spalla cadde ai miei piedi. Chiusi subito la porta e lo aiutai ad alzarsi.

"Mamma portagli dei vestiti di Emilio."

Mia mamma non fece domande e gli diede i vestiti di mio fratello.

"In che banda stai?"

"C- come?" Mi disse lui terrorizzato.

"Non temere. Sono una staffetta... Mio fratello è su con voi"

"Chi è? Con chi sta?" Disse aprendo gli occhi stupito
"Tempesta, sta con..."
"Con Lupo... " Sussurrò. Lo disse quasi in una maniera surreale. 

"Esatto! Aspetta, sai qualcosa?"

"Mh? No... Ci hanno avvertito loro del rastrellamento, credo sia venuto proprio tuo fratello da noi. Alto, magro, capelli scuri"

"E disordinati" dissi io ridacchiando

"Già" Disse sorridendo 

"Ma ormai da noi è un'utopia. Guarda me, mica posso scendere ed andare dal barbiere ogni mese, non credi?" In effetti aveva ragione.

"Vieni, ti preparo il letto, dormirai nella camera che era di mio fratello" Mia madre non proferì parola, mi diede le lenzuola e tornò in camera sua. Stava male, lo sentivo, ma lei preferiva stare sola.

"Grazie mille. Domani non vi sarò più di alcun disturbo. Comunque piacere, sono Dante... tu sei?"

"Follia."

"Ma no, non il nome di battaglia! Io ti ho detto il mio vero nome!" Disse sorridendomi. Di lui potevo fidarmi, non mi avrebbe mai denunciata.

"Giulia.... Mi chiamo Giulia" Mi prese la mano e me la baciò. 

"Grazie dell'ospitalità, Giulia. Buonanotte."

"Notte"Non riuscivo ancora a prendere sonno, quando Dante si affacciò dalla mia porta.

"Ps, Giulia! Sei ancora sveglia?"

"Mhh?" Dissi mettendomi seduta sul letto.

"Domani puoi accompagnarmi al comitato?"

"NO! NON SE NE PARLA!"

"Shh piano! Perché?"

"Ma te ne rendi conto? Se ti trovano senza documenti ti fucilano sul posto!"

"E' vero..."

"Senti ho un'idea. Anzi due."

"Dimmi"

"Domani andrò al comitato e ti procurerò dei documenti falsi. Altrimenti..."

"Altrimenti?"

"Andiamo adesso"

"ADESSO? A QUEST'ORA?"
"Sì. I tedeschi, i fascisti, tutti vi stanno rastrellando su a monte. Non credo ce ne siano molti in giro. Poi sono quasi le 5, c'è sicuramente qualcuno al comitato."
"Mhh... non lo so..."

"Dai, copriti bene e andiamo, c'è da correre un po'..."Detto ciò, ci vestimmo alla bene e meglio e uscimmo di casa. C'era un freddo pungente, da lì a poco non mi sarei più sentita la punta del naso o delle dita... vedevo Dante avanzare dietro di me, quando vidi le luci di due fari. Una camionetta tedesca.

"Merda!" Imprecai. Lui non se n'era accorto, l'ho preso appena in tempo per il braccio e lo trascinai dietro di me correndo per poi buttarmi a terra con lui a seguito. Cadde sopra di me, la camionettà passò a pochi metri da noi fermandosi. Mi girai e lo strinsi a me. Avevo paura, una paura boia.

"Sta. immobile" Gli sussurrai. Così fece. Un uomo scese e si guardò intorno. "Es sitzt niemand! Lassen Sie uns gehen!" (Non c'è nessuno, andiamo!)Io chiusi gli occhi tenendoli più chiusi che potevo, finché non sentii la camionetta ripartire. "Giulia... Giulia... Sono andati via!" Mi disse Dante in preda alla gioia. Eravamo faccia a faccia, alla fine era anche un bel ragazzo. Occhi castani, capelli neri, abbastanza alto e con un timbro di voce davvero buono, come quello di mio fratello... Mio fratello... Chissà come sta ora... Magari ha ucciso qualcuno, magari non ne ha avuto il coraggio... Magari gli altri hanno ucciso lui... No, non è possibile. Lui è salvo, ne sono sicura.Caddi dalle nuvole quando Dante mi prese le mani per aiutarmi ad alzarmi.

"Grazie. Andiamo" Dissi. Arrivammo di corsa al comitato, entrammo e come al solito c'era Giovanni che nel vederci sporchi di fango dalla testa ai piedi disse

"Giulia! Che cosa ci fai qui? E questo chi è?! Non vorrai mica farti prendere il giorno del tuo compleanno!"
E' vero. Oggi è il mio compleanno. Grazie a tutto questo casino lo avevo anche dimenticato.

"E' il tuo compleanno?" Disse Dante

"Tanti auguri a me?" Dissi sarcasticamente

"Sentite non abbiamo tempo. Giovanni, questo ragazzo deve parlarti. Procuragli delle carte false, si chiama Dante, che ne so, dagli un nome tipo Roberto o qualcosa. Ha bussato a casa mia qualche ora fa, probabilmente è riuscito a scampare al rastrellamento in qualche modo."

Giovanni mi seguii attentamente.
"Va bene. Piacere, Giovanni. Con che banda stai?"
"Dante." Disse serio stringendogli la mano
"Sto con Fulmine"
"Fulmine? Su che zona operate?" "Sul versante est dell'Ortigara, siamo in buoni rapporti con la banda di Lupo, ci hanno avvisato loro del rastrellamento."

"Capisco. Dai andiamo di qua, dimmi cosa devi dirmi."

Parlarono per poco, finché non vidi che stava sorgendo il sole. 

"Basta, basta parlare ragazzi! Dobbiamo tornare a casa! Se ci trovano ora siamo morti"

"Ma il coprifuoco è finito" Disse Dante
 

"Credi che non ci siano i battaglioni che marciano per strada e ti chiedono i documenti?" Dante sgranò gli occhi.

"Ci ho pensato io." Disse Giovanni.

"Gli ho procurato un certificato medico dove si attesta che abbia uno scompenso cardiaco, dovrebbero portarcelo a breve. Per la carta con la foto e il resto non c'è problema. Gli ho già fatto una foto. Il suo nome è Giuliano Zambon. Sei nato a Padova e ti hanno scartato alla leva per il tuo scompenso cardiaco. Chiaro? Non andranno a controllare e ti lasceranno andare." Disse rivolgendosi a lui. Aspettammo qualche decina di minuti ed arrivò il medico a darci il certificato. 

"Che Dio vi benedica" Disse lui 

"Arrivederci, grazie ancora." Dissi io. Dante strinse la mano a entrambi ed uscimmo.

Arrivammo a casa senza incontrare alcun battaglione, la gioia era tanta. Mia mamma dormiva ancora, per fortuna non si era accorta di niente. Nascondere un partigiano comporta tante responsabilità come già sapete, ma quel giorno, il giorno del mio compleanno, fu particolarmente movimentato. Cercai di salire a monte, come al solito. Stavo portando dei panini dolci, oggi era anche il compleanno di Franz e me lo dovevo tenere buono. Arrivai al posto di blocco.

"ALT!" Mi fermai.

"Ciao Franz! Augu..."

"Documento"

"Ma... Sono io! M-Maria... Non ti ricordi di me? Guarda! Ti ho portato i panini, oggi è il tuo compleanno! E' anche il mio"

"DOCUMENTO!"

"V-va bene..." Cominciavo ad avere paura. Avevo dimenticato di nascondere i documenti nel doppio fondo e li avevo nascosti in una semplice tasca della borsa.

"Tenga..." Gli diedi i documenti e appena li prese vidi qualcuno dietro di lui arrivare con tre ragazzi. Uno era Falce e aveva un fucile puntato alla schiena mentre teneva le mani in alto. Lo guardai a bocca aperta. Lui fece finta di non conoscermi, come feci io, ma senza farsi vedere da nessuno mi fece l'occhiolino. Gli altri due ragazzi non li conoscevo. 

"Tutto ok, ma tu non puo passare" Franz mi tirò via da quello stato distratto

"P-perché?"
"Sto solo eseguendo li ordini."
"Capisco... Comunque ci tenevo a darti i panini... Auguroni Franz" Dissi porgendoglieli rassegnata. Li prese per poi darmi un buffetto sulla guancia.

"Grazi Maria. Buon compleanno anche a te" Sorrisi e tornai indietro, a casa mia. 

"Sono a ca..." Trovai mia madre e Dante con un ufficiale tedesco difronte. 

"C-cosa è successo?" 

"Niente tesoro. Questo signore non crede che Giuliano sia tuo cugino! Un piccolo malinteso, non ti preoccupare"

"Ah, capisco... Signore, gradisce qualcosa da bere?"

"No. Dammi i documenti." 
"Un attimo" Li presi dalla tasca dei miei pantaloni e glie li porsi.

"Tenga, se vuole accomodars..."

"TI HO DETTO NO!" Si girò impulsivamente e mi diede uno schiaffo buttandomi a terra.
"COME TI PERMETTI!" Disse Dante fiondandosi addosso all'ufficiale, per fortuna mia madre lo prese in tempo. Rimasi a terra mentre sentivo il sangue uscire dal mio labbro. Cominciai a piangere.

"Mi scusi... Non volevo..." Dissi singhiozzando.Non guardò neanche i documenti, me li buttò addosso e andò via portandosi i suoi uomini dietro. Mia mamma mi aiutò ad alzarmi da terra, mentre Dante imprecava e prendeva a pugni un cuscino.

"Schifosi bastardi! Picchiano le donne, capisci? PICCHIANO LE DONNE PERCHE' NON HANNO LE PALLE!"

"S-sta tranquillo. Sto bene... E poi, oggi non può essere una brutta giornata, oggi torna mio fratello! Me lo ha promesso, oggi è il mio compleanno!" 

Dante smise di prendere a pugni il cuscino e venne ad abbracciarmi. Non so il perché, forse lui pensava che mio fratello non sarebbe più tornato. Stronzate, mio fratello mantiene sempre le promesse.Appena si staccò da me, Dante mi disse che la sera sarebbe risalito a monte.

"Impossibile" Dissi io.

"Di lì non si passa. Ho fatto "amicizia" con un tedesco da quando ho cominciato a fare la staffetta. Si occupa lui del posto di blocco all'entrata del monte. Non mi ha fatto passare, mi ha rimandata a casa."

"Merda... e adesso?"

"Adesso... andiamo in treno."
 

"In treno? Ma sei pazza?"

"No. Facciamo il giro, saliamo dall'altro versante."

"Si, e le guardie alla stazione?"

"Chiederò dei lascia passare al comitato. Per me va bene quello della scuola. Prima di salire in montagna eri studente?"
 

"Si" Disse.

"Dove?"

"All'Università, facevo medicina"
 

"Perfetto! Hai qualche documento che lo attesti?"

"Sì, ma li ha il comitato i miei documenti"
 

"Ok, ce li faremo portare e ti riaccompagno io su, ma dovrai aspettare qualche giorno. Magari saliamo anche con mio fratello. Va bene?"

"Perfetto" Disse Dante mentre manteneva un'aria seria.

Aspettai delle ore, ma mio fratello, quel giorno, non arrivò... Non aveva mantenuto la sua promessa... Magari aveva perso la cognizione del tempo e sarebbe arrivato domani o dopodomani. Non fa niente, lo aspetterò!

 

 

 

Heeeere we are con l'ennesimo capitolo! Che ne pensate?Credete che Dante e Giulia riusciranno a salire in montagna? Ed Emilio tornerà da sua sorella come promesso?

Lo scoprirete a breve!

 

 

Saluti!-Jade

 

 

   
 
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