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Autore: BreakingMind    11/01/2016    0 recensioni
Vampiri. Creature affascinanti e pericolose che saranno il fulcro di questa storia. Erika Lamberti è una giovane liceale insicura e riservata che, a causa di un particolare avvenimento, è costretta a trasferirsi in una misteriosa città circondata dai boschi. Inizialmente, credeva di poter ricominciare da capo, ma si troverà, suo malgrado, coinvolta in una lotta fra delle creature che mai avrebbe immaginato reali, e che sembrano in qualche modo legate al suo passato.
Spero che quesa intro vi abbia incuriositi. Invito tutti quelli che leggerano a recensire per dirmi che cosa ne pensa. Grazie a tutti e buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 5
SEGUENDO LA SCIA
                                       




Dopo aver camminato a lungo, Erika ed Harry videro comparire in lontananza l’imponente struttura del liceo di Rosenball, il più prestigioso di tutta Red Shields.
≪Ci siamo≫ disse Harry soddisfatto. ≪Ricordi cosa devi fare?≫ domandò dopo, stagliandosi davanti ad Erika e guardandola negli occhi.
≪Non preoccuparti!≫ rispose lei con un sospiro, infastidita dalla continua preoccupazione di Harry. Era, più o meno, la quinta volta nel giro di tre minuti che lui le poneva la stessa domanda, nonostante avesse già provveduto a spiegarle il piano nei minimi dettagli.
Il liceo era immenso, composto da tre grandi strutture poste una accanto all’altra, circondato da un vasto cortile in cui vi erano dei campi per svariate attività sportive. All’interno della struttura centrale, c’erano la segreteria, le sali insegnanti, alcune classi e la grande biblioteca dove Erika trascorreva ogni intervallo. Essendo molto prestigioso e frequentato spesso da ragazzi le cui famiglie erano molto ricche e importanti dal punto di vista sociale o politico, il liceo divideva i suoi tanti studenti in due categorie: la categoria A, composta da studenti “privilegiati” dal ministero della pubblica istruzione per i loro voti superiori alla media, e la categoria B, di cui Erika faceva parte, dove venivano collocati gli studenti comuni.
≪Profondamente ingiusto, non credi?≫ chiese Erika mentre oltrepassava il cancello. Harry la guardò confuso, non capendo a cosa si riferisse. ≪Il fatto che in questa scuola gli studenti vengano divisi in due categorie!≫ gli spiegò Erika con un’espressione indignata. ≪È una cosa che mi ha sempre fatta infuriare! Le classi della categoria A sono frequentate da ragazzi snob e viziati, che si credono degli dei solo perché i loro genitori hanno sempre il portafoglio pieno. Ho sentito che anche il figlio del sindaco in persona si trova in quella categoria, anche se sono pronta a scommettere che si trova là grazie al suo cognome e non alla sua intelligenza≫.
Erika continuò la sua lamentela, ignara che Harry avesse smesso di ascoltarla. ≪Gli studenti della categoria B si sentono messi da parte, come scarti della società, quindi la maggior parte di essi non tenta neanche di andare bene negli studi. Nemmeno io son...≫. Si interruppe improvvisamente e si coprì naso e bocca con una mano.
Harry si voltò e la guardò con uno sguardo enigmatico. ≪Lo senti, vero?≫.
≪Sì≫ rispose Erika. ≪È così...intenso≫. Le sue narici erano invase da un odore meraviglioso, quasi afrodisiaco, ma che per qualche motivo la faceva stare male. Ogni suo senso si era amplificato. Poteva sentire battere velocemente i cuori dei membri della squadra di football che si allenavano poco distanti.
≪Cerca di controllarti≫ disse Harry, afferrandole un braccio. ≪Guardami. Ehi, guardami!≫. Erika alzò lentamente lo sguardo per incontrare il suo. ≪Controllati≫ disse in tono bonario. ≪Non lasciare che la fame vinca su di te. Respira profondamente e cerca di resistere≫.
≪Non ci riesco≫ singhiozzò Erika. Il suo corpo fremeva, e una parte di lei la supplicava di non opporsi più, di lasciarsi andare e nutrirsi dei giocatori di football finché non sarebbe stata sazia.
≪Lo so≫ disse Harry, accarezzandole i lunghi capelli biondi. ≪È insopportabile...e meraviglioso al tempo stesso. Il vampiro che c’è in te ti chiede di smettere di opporti, ma la tua parte umana persiste e ti impedisce di fare del male a qualcuno≫.
Erika aprì la bocca e strinse i denti, tentando di resistere, rivelando a Harry i canini allungati e invasi da un fastidioso formicolio. Ormai, era questione di secondi prima che perdesse il controllo e prosciugasse le vene della prima persona che le fosse capitata a tiro.
≪Ehi, non puoi cedere≫ disse ancora Harry. ≪So che è difficile, ma puoi riuscire a controllarlo≫.
≪No non ci riesco!≫ ribatté Erika con rabbia, la voce vorace, inquietante, simile a quella di un demone.
≪Sì, invece. Puoi farcela. Pensa a qualcosa di bello. Pensa a un bel ricordo, un momento della tua vita in cui sei stata particolarmente felice, e concentrati sulle sensazione che hai provato allora≫.
Erika chiuse gli occhi e tentò di seguire il consiglio. Scavò a fondo nella sua memoria, cercando di trovare i pochi ricordi piacevoli che aveva. Quando ci riuscì, mentre Harry la sosteneva per le braccia, focalizzò tutta la sua attenzione sul ricordo che le sembrava più allegro.
≪Brava≫ disse Harry, abbracciandola e accarezzandole delicatamente la testa. ≪Continua così. Concentrati su quel bel ricordo, fa entrare le sensazioni gradevoli dentro di te e respira. Ricorda, tu sei un vampiro... ma puoi scegliere il modo di esserlo≫.
Accompagnata dalla sua voce gentile, Erika iniziò lentamente a calmarsi; il battito del suo cuore diminuì sempre di più fino a tornare regolare e canini si ritrassero, tornando alla loro dimensione naturale. Tornata padrona dei suoi istinti omicidi, rimase qualche secondo così, abbracciata ad Harry, con la fronte premuta contro il suo petto muscoloso; poi si sciolse dall’abbracciò e lo guardò negli occhi verdi.
≪Va meglio?≫ domandò Harry.
≪Sì. Sto bene≫ rispose Erika. ≪Grazie...≫ aggiunse poi con un filo di voce, distogliendo lo sguardo.
≪Di nulla...≫.
≪È stato orribile...≫ sussurrò lei, tentando di soffocare le lacrime.
≪Lo so...≫.
≪Sentivo il bisogno di uccidere...≫.
≪Te l’ho detto: all’inizio, siamo tutti convinti di riuscire a controllarci senza problemi, ma quando la fame giunge davvero, non possiamo fare altro che arrenderci all’insopprimibile desidero del sangue. Questa è, almeno per metà, la nostra natura≫.
≪Tu, però, non sembri a disagio...≫ notò Erika, guardando Harry con ammirazione e una leggera invidia.
Harry sorrise in maniera ambigua. ≪Dimentichi...che io sono un vampiro da molto prima di te≫ disse, abbassando leggermente lo sguardo, la voce bassa, in cui Erika riuscì di nuovo a percepire un certo disprezzo. ≪Perciò, riesco a controllare benissimo la sete. E ora, dato che ti sei ripresa, possiamo continuare con il nostro obbiettivo?≫.  Con quella domanda, Harry tornò ad avere un’espressione fredda e distaccata, e la sua voce tornò fredda e impassibile, priva di qualsivoglia emozione.
Erika si stupì dell’improvviso cambiamento. Non era ancora abituata all’ambiguità di Harry, che esternava un minimo di gentilezza e comprensione solo in rare occasioni, altrimenti il suo volto pallido era caratterizzato sempre da un’espressione seria e da uno sguardo malinconico, come se la sua anima fosse perennemente tormentata da un qualche dolore passato, che lei, probabilmente, non avrebbe mai compreso.
≪Andiamo≫ disse infine Harry, e lei lo seguì fino all’ingresso della struttura centrale del liceo.
Il vasto atrio pullulava di studenti, e la sete di Erika si fece di nuovo sentire. Tuttavia, tenendo sempre in mente il ricordo felice che aveva scelto, era sicura di potersi controllare.
≪Da che parte è la segreteria?≫ chiese Harry, guardandosi intorno con gli occhi spalancati per lo stupore. Erika indicò un lungo corridoio alla loro sinistra, in cui si estendevano due fila di armadietti dove gli studenti riponevano il loro materiale didattico.
I due percorsero velocemente il corridoio che, per fortuna di Erika, era quasi vuoto. Ciò l’aiutò non poco, dato che la sua sete aumentava ogni secondo di più e le pulsazioni degli studenti riecheggiavano nelle sue orecchie. Attraversato il corridoio, Harry le ordinò di fargli strada.
≪Questo posto è enorme≫ commentò stupito, continuando a guardarsi intorno. ≪Più che una scuola, sembra quasi una specie di museo≫.
≪Peccato che questo posto sia riservato agli studenti di categoria A≫ rispose Erika con voce aspra. ≪Questa struttura così lussuosa è riservata esclusivamente a loro. Gli studenti di categoria B, dei quali faccio parte anche io, si devono accontentare di studiare nella piccola struttura accanto a questa≫.
Arrivarono nei pressi di una grande porta. ≪Questa è la segreteria≫ rivelò Erika.
≪Bene. Allora, procediamo con il piano≫ rispose Harry.
Ad accoglierli al di là della porta, seduta dietro una grande cattedra, c’era una piccola donna paffuta con una matassa di capelli ricci e rossi in testa. ≪Benvenuti≫ disse con evidente finta cortesia. ≪Cosa posso fare per voi?≫.


Cinque minuti dopo, Erika ed Harry erano già di nuovo nel cortile.
≪Direi che è andata bene≫ commentò lei.
≪Come avevo previsto≫ rispose Harry soddisfatto. ≪Ora, sappiamo dove andare≫.
Seguendo il piano di Harry, Erika aveva chiesto l’indirizzo di Elisabeth alla segretaria della scuola, con la scusa di volerle restituire un quaderno degli appunti che le aveva prestato prima dell’importante compito di matematica che si sarebbe svolto il giorno dopo. Nonostante qualche dubbio iniziale da parte della segretaria e il costante desiderio di Erika di bere fino all’ultima  goccia del suo sangue, tutto filò fortunatamente per il verso giusto.
Attraversarono il cortile ed uscirono dal confine del liceo, diretti verso la casa dei coniugi Fox, nella zona urbana di Red Shields.
≪E pensare che siamo tornati nel luogo dal quale siamo partiti≫ sussurrò Harry infastidito, appena arrivarono alla zona urbana.
≪Ok≫ disse Erika all’improvviso, ≪è questo l’edificio≫. Si era fermata davanti a un piccolo palazzo in cui, stando alle indicazioni scritte dalla segretaria sul foglietto di carta che aveva in mano, dovrebbero risiedere i genitori di Elisabeth.
Harry fece per entrare, ma Erika lo trattenne posandogli una mano sul petto.
≪Qual’è il piano, adesso?≫ chiese preoccupata. L’arroganza con cui Erika era uscita dalla casa di Brendon era del tutto scomparsa. Malgrado avesse ancora voglia di uccidere Elisabeth, ora sembrava insicura, timida e piena di dubbi.
≪Il piano≫ disse Harry, ≪è entrare e fare due chiacchiere con questa Elisabeth≫.
≪Due chiacchiere?!≫. Questo, le parve un pessimo piano. ≪E su cosa, poi?≫.
≪Cercheremo di attirarla fuori, la condurremo in luogo isolato e la faremo fuori≫.
≪E se non dovesse essere in casa?≫.
≪In quel caso, parleremo con i suoi genitori e ci faremo dire dov’è andata≫.
Esitante, Erika annuì e seguì Harry dentro l’edificio. Salirono due rampe di scale  e arrivarono davanti all’appartamento numero venti. Ma, dal momento stesso in cui avevano messo piede al secondo piano, erano stati invasi da un odore a loro familiare.
≪Lo senti anche tu?≫ domandò Erika, la voce debole e preoccupata.
≪Sì≫ rispose Harry, ora agitato.
≪È odore di sangue!≫.
≪Ho un brutto presentimento≫ ammise lui, e si avvicinò rapido alla porta dell’appartamento. ≪L’odore viene dall’interno≫.
≪Che cosa può essere successo?≫.
≪Non lo so, ma l’odore di sangue è troppo forte. Credo sia successo qualcosa di grave≫. Senza aggiungere altro, Harry diede un rapido calcio alla porta di legno, che si spezzò in due come fosse di vetro.
L’appartamento era a soqquadro, buio, e alcuni mobili rovesciati o rotti suggerivano che da poco c’era stata una violenta lite. Seguirono l’odore di sangue, attraversando il soggiorno e giungendo davanti a una porta chiusa. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, come per prepararsi al peggio. Poi, Harry aprì la porta... e ciò che videro in quella camera da letto buia dissolse ogni loro dubbio.
Erika avrebbe voluto urlare, ma lo shock era così grande che l’urlo le morì in gola. Harry, invece, chiuse gli occhi per qualche istante, poi li riaprì e si avvicinò alle due persone accasciate a terra, accanto al letto.
≪I coniugi Fox, presumo...≫ sussurrò, inginocchiandosi accanto ai cadaveri. ≪Siamo arrivati tardi...≫.
≪Gli ha...uccisi lei...?≫ domandò Erika sconvolta, la voce pervasa dal terrore.
≪Sì≫ rispose Harry. ≪Non c’è dubbio≫ aggiunse, indicando i colli delle vittime.  ≪Riconosco a colpo d’occhio il morso di un vampiro≫.
Erika strinse i denti in una morsa feroce, la tristezza iniziale si trasformò lentamente in un’ira funesta; il desiderio di uccidere Elisabeth, ora, era più forte che mai. ≪Perché?≫ chiese indignata.
≪A giudicare dallo stato in cui è ridotto il soggiorno, ci dev’essere stata una lite fra lei e i suoi genitori. Probabilmente, trascinata dalla lite, lei ha perso il controllo e li ha uccisi; poi è scappata via≫.
≪Sei sicuro che siano morti?≫ domandò Erika con un barlume di speranza negli occhi. ≪Potrebbero essere solo svenuti≫.
Harry si rimise in piedi, prese la grande coperta smossa che c’era sul letto e l’appoggiò lentamente sopra i cadaveri. ≪Sono sicuro≫ rispose poi, sospirando. ≪Anche tu dovresti esserne sicura. Se ti concentri, con il tuo udito intensificato puoi sentire il battito del cuore delle persone. Prova a farlo, e ti accorgerai che i cuori di queste persone, ormai, hanno smesso di battere≫.
≪Che cosa facciamo?≫. Erika aveva gli occhi pieni di lacrime, lacrime di tristezza mista a rabbia.
≪Troviamo Elisabeth e la uccidiamo, come da programma≫ rispose Harry.
≪E come dovremo fare? Non abbiamo la minima idea di dove sia?≫.
Harry la guardò e le sorrise con aria trionfante. ≪Ma possiamo scoprirlo...seguendo la scia≫.
≪La scia?≫ ripeté Erika confusa, grattandosi la testa.
≪La scia di sangue che l’incosciente Elisabeth si sta trascinando dietro≫. Harry si chinò accanto a una pozzo di sangue e vi appoggiò sopra due dita. Poi le portò al naso e annusò intensamente, a occhi chiusi, cercando di imprimere quel odore nella sua mente. Dopodiché, andò da Erika e avvicinò le dita al suo naso. ≪Annusa≫ ordinò.
≪A che cosa servirebbe?≫ chiese lei, sconvolta.
≪Guarda bene≫ rispose Harry, indicando con un gesto della mano l’ambiente circostante. ≪Guarda bene questa camera. Sul pavimento ci sono considerevoli macchie di sangue, ciò vuol dire che Elisabeth non è stata delicata con loro. Considerando la violenza dell’aggressione, è molto probabile che piccole macchie di sangue siano rimaste sui vestiti di Elisabeth. E, se seguiamo l’odore...≫.
≪Troveremo la nostra preda≫ concluse Erika.
≪Esatto≫.
≪In teoria, sarebbe una buona idea, ma può darsi che, prima di uscire, si sia cambiata i vestiti sporchi≫.
≪È una possibilità≫ ammise Harry. ≪Ma, sinceramente, dubito che ci abbia pensato. L’aggressione è avvenuta perché la fame ha preso il sopravvento su di lei, portandola in uno stato confusionale. Una volta sazia, la fame è scomparsa e lei è tornata in se. E proprio in quel momento, si è resa conto di aver appena ucciso i suoi genitori, quindi, molto probabilmente, sarà entrata in uno stato di shock. In piena agitazione, dubito che avesse la lucidità e la freddezza mentale da andare a sostituire i vestiti sporchi. Piuttosto, sarà scappata via a gambe levate e si sarà rifugiata in un luogo isolato, dove poter stare da sola...≫.
Dal modo dettagliato con cui Harry spiegava com’erano andate le cose, sembrava quasi che avesse assistito all’aggressione di persona. Erika lo guardò con profonda ammirazione, affascinata dal suo grande spirito di osservazione e dalla lucidità con cui affrontava la situazione.
≪Quindi, annusa il sangue delle vittime≫ ordinò ancora Harry, voltandosi verso di lei e avvicinando di nuovo le dita rosse al suo naso. Nonostante un breve attimo di esitazione iniziale, lei annuì e appoggiò lentamente la punta del naso sulle dita insanguinate; poi chiuse gli occhi a annusò a fondo. L’odore del sangue entrò dentro di lei, facendola fremere, solleticando i canini, che vennero invasi dall’ormai familiare formicolio. Una volta convinta di aver memorizzato la dolce fragranza, si allontanò e guardò Harry negli occhi.
≪Sei pronta?≫ chiese lui.
Erika non rispose, ma si limitò ad annuire e a precedere Harry fuori dalla camera da letto, lungo il soggiorno e fuori dall’appartamento.
≪Ora, devi concentrarti per intensificare il tuo olfatto≫ disse Harry. ≪Tieni bene a mente l’odore del sangue che ti ho fatto annusare e cerca di focalizzare tutte le tue energie nel naso. Io farò lo stesso≫.
Erika fece come le era stato ordinato; tenendo bene a mente l’odore, chiuse gli occhi e intensificò l’olfatto, tentando di trovare la scia. I suoi sensi viaggiarono, e le sue narici furono invase dal dolce aroma dei dolci appena fatti in una pasticceria distante pochi chilometri, dall’odore dei vari profumi, shampoo e dopobarba degli ignari passanti.
E infine, dopo qualche secondo, riconobbe il dolce odore che poco prima le aveva fatto tornare la fame.
≪L’ho trovato!≫ disse soddisfatta. ≪Tu?≫.
≪Ovvio≫ rispose Harry. ≪Ora, seguiamo la scia≫. E due si incamminarono rapidi.
Facendosi guidare dal loro olfatto, attraversarono la piazza cittadina, superarono il municipio e si diressero verso la periferia.
≪Che cosa facciamo quando la troviamo?≫ domandò Erika mentre seguiva Harry lungo una strada piena di negozi, sforzandosi di contenere la fame che i passanti le procuravano.
≪La attacchiamo con tutte le nostre forze≫ rispose Harry. ≪Anche se≫ aggiunse dopo, incupendosi ≪credo che sarà più difficile di quando immaginassi≫.
≪Perché?≫ chiese lei preoccupata.
Lui sospirò e rispose: ≪Perché Elisabeth è più forte di noi≫.
Erika spalancò gli occhi per la sorpresa. ≪Che cosa vuoi dire?≫.
≪Ti avevo detto che, come noi, anche Elisabeth è un dampyr, giusto?≫.
≪Sì≫.
≪Invece, quello che ho visto nell’appartamento mi ha dimostrato il contrario≫.
≪Spiegati meglio!≫.
≪Ok. Ascolta con attenzione, perché è bene che tu ricordi ciò che ti sto per dire≫.
≪Va bene!≫.
≪Dunque, ti sei mai chiesta perché sei diventata proprio un dampyr e non un sanguepuro?≫.
≪In effetti, proprio quando stavo per chiederti spiegazioni al riguardo, il tuo amico Brendon ci ha interrotti, dicendo che la priorità era fermare Elisabeth≫.
≪Vedi, se un essere umano viene morso da un vampiro e, per qualche fortunata ragione, dovesse sopravvivere, si trasformerebbe irrimediabilmente in un vampiro≫.
≪Ed è ciò che è successo a me...≫.
≪No. Sopravvivendo al morso si diventa vampiri sanguepuro... non dampyr≫.
≪Cosa?! E allora, perché io sono diventata un dampyr≫.
≪Elisabeth ti ha morso, ma tu non sei sopravvissuta. Ti ha succhiato il sangue fino ad ucciderti≫.
Erika si portò le mani al volto, gli occhi che le bruciavano per le lacrime. ≪No...≫.
≪Vedi≫ proseguì Harry, ≪un dampyr è una creatura per metà umana e per metà vampira, che può nascere esclusivamente dall’accoppiamento di un vampiro maschio con una femmina umana. Da questa unione, nasce una creatura umana, ma con del sangue di vampiro in corpo≫.
Harry fece una breve pausa, come per dare a Erika il tempo di assimilare le informazioni; poi proseguì. ≪Da l’unione delle due specie, nasce una creatura inizialmente umana, che diventa vampiro solo con la morte≫.
≪Com’è possibile?!≫.
≪Inizialmente, i dampyr sono comuni esseri umani, nei quali, però, scorre anche del sangue di vampiro. Quando questi muoiono, il sangue di vampiro che scorre in loro si risveglia, mischiandosi a quello umano e trasformandoli per metà in vampiri. In poche parole, i sanguepuro nascono da esseri umani normali che sopravvivono al morso di un vampiro, mentre i dampyr nascono già per metà vampiri e solo da un accoppiamento delle due specie. La differenza è che nei dampyr il lato vampiresco si risveglia solo con la loro morte. È una cosa piuttosto difficile da spiegare a parole...≫.
≪Dannazione!≫ esclamò Erika, sconvolta. ≪Allora...≫.
≪Esatto≫ la precedette Harry. ≪Visto che entrambi i genitori di Elisabeth erano umani, lei non può essere un dampyr. Perché se lo fosse, il padre doveva essere un vampiro, invece era un normalissimo umano≫.
≪Questo significa che...≫.
≪Che è Elisabeth deve per forza essere un sanguepuro. Non c’è altra possibilità≫.
≪Un momento, questo non è possibile! Frequenta la mia stessa scuola, esce tranquillamente anche di giorno...≫.
≪Per caso, viene a scuola solo quando il cielo è particolarmente nuvoloso?≫.
≪Bé, si...ora che mi ci fai pensare, quando c’è bel tempo, lei è sempre assente≫.
≪Ecco spiegato il mistero≫ disse Harry con soddisfazione. ≪Esce di giorno solo quanto fa brutto tempo, ovvero quando il sole è coperto dalle nuvole. Come oggi...≫. Puntò il dito verso il cielo. ≪Oggi è una giornata particolarmente nuvolosa, il sole è del tutto coperto, e questo le ha permesso di essere presente in classe e di andarsene in giro tranquillamente≫.
≪Mi sta scoppiando la testa!≫ ringhiò Erika, faticando a comprendere il senso di tutta quella faccenda.
≪Le cose sono peggiorate. Se è davvero un sanguepuro, la sua fame è il doppio più grande della nostra. Questo spiega i molteplici omicidi che ha commesso negli ultimi tempo. Potrebbe aggredire altre persone. Dobbiamo sbrigarci a trovarla≫.
Harry smise di parlare e accelerò il passo. Erika lo seguì, in silenzio, assorta nei suoi pensieri, con un’espressione sconvolta dipinta sul viso bagnato dalle lacrime. Sembrava appena essersi resa conto di qualcosa di spiacevole...qualcosa che la riguardava direttamente, ma della quale era meglio non parlare, almeno non ora, dato che doveva restare concentrata sulla caccia.
Continuarono a camminare per le strade affollate della periferia, continuando a farsi guidare dal dolce odore del sangue, un odore troppo debole perché gli umani potessero sentirlo.
≪Aspetta un attimo≫ disse Harry, fermandosi all’improvviso con una mano alzata. A furia di camminare, erano arrivati ai confini della città, oltre il quale si estendeva il bosco. Un brivido di terrore scosse Erika fino alla punta dei capelli mentre i ricordi le attraversavano la mente rapidi e implacabili. Le sembrò di avvertire di nuovo il dolore pungente dei denti che perforavano la sua carne e la sgradevole sensazione che ogni sua energia vitale le venisse avidamente sottratta.
≪L’odore≫ disse Harry, guardandola negli occhi, ≪viene dal bosco≫.
≪Ironia della sorte≫ commentò Erika con un sorriso sardonico. Tentava di sembrare indifferente, ma la sua espressione angosciata la tradiva.
≪Te la senti?≫ chiese Harry in tono bonario. ≪Mi hai aiutato abbastanza. Se vuoi...puoi aspettare qui. Io andrò nel bosco e mi occuperò da solo≫.
≪È assurdo...≫ sussurrò Erika, la voce persuasa dall’angoscia, talmente bassa da essere a malapena udibile. ≪Fino a poco fa...ogni fibra del mio corpo fremeva al solo pensiero di uccidere Elisabeth. Ero così arrabbiata, volevo fargliela pagare. Ora, invece, non riesco a smettere di tremare≫.
≪Non c’è niente di cui stupirsi≫ rispose Harry, guardando di nuovo il bosco. ≪Ogni tua emozione è amplificata. Inizialmente, provavi una forte rabbia per quello che ti è stato fatto. Ora, stando di nuovo davanti al bosco, dove tutto è cominciato, il ricordo della tua aggressione ti sta tormentando. In questo momento, stai provando di nuovo tutte le sensazioni sulla tua pelle. Tutta la paura, l’angoscia, ogni minima emozione≫.
≪È alquanto inopportuno...che io sia attanagliata dalla paura proprio adesso, vero?≫ disse Erika abbattuta, sospirando.
≪Vuoi rimanere qui?≫ chiese nuovamente Harry, la voce gentile e comprensiva.
≪No!≫ rispose lei con improvvisa risolutezza. ≪Abbiamo cominciato questa cosa insieme, quindi la finiremo insieme! Sarebbe davvero codardo da perte mia lasciare fare solo a te il lavoro sporco≫. Fece un basso verso di lui. ≪Inoltre, il sole sta per tramontare e, a quanto pare, Elisabeth è un vampiro purosangue, quindi è molto più potente di te. Se andiamo in due, avremo più possibilità≫. Anche se in cuor suo Harry non voleva costringerla a combattere controvoglia, dovette ammettere che aveva ragione. Perché, nonostante la sua grande esperienza nel combattimento e le armi che aveva in tasca, non doveva affatto sottovalutare la potenza di un purosangue, soprattutto ora che il sole era prossimo a tramontare.
≪Va bene≫ disse infine. ≪Andiamo?≫. Rimase in attesa di una risposta, guardandola intensamente negli occhi, circondato dai colori cremisi del sole che tramontava alle sue spalle, i capelli castani accarezzati con dolcezza dal vento.
Lui si dimostrava sicuro di se, imperturbabile nonostante il pericolo a cui stava andando incontro. Mentre lei era tesa come una corda di violino.
Erika chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, tentando di tenere a bada la paura. ≪Sì!≫ rispose poi, e facendo appello a tutto il suo coraggio si inoltrò nel bosco insieme a Harry.
Ormai, non poteva più tornare indietro. Poteva solo andare fino in fondo. Era entrata nella tana del lupo...dalla quale forse...non sarebbe più uscita.
   
 
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