Rissa
L’autunno
era alle porte. L’aria
già fresca e gli alberi che cominciavano a coprirsi di
chiome dorate
annunciavano il suo imminente arrivo. Le prime foglie cadute
frusciavano sui
marciapiedi, sotto i passi dei londinesi che vi camminavano.
Tra questi, c’era una famiglia
dall’aria per niente comune. Padre e madre, due signori
vestiti di scuro, avanzavano
a petto in fuori e naso all’insù, con aria di
profonda arroganza, e liquidavano
gli altri passanti con occhiate di puro disprezzo.
Lui era un uomo di circa
cinquant’anni, con i capelli brizzolati raccolti in un codino
elegante. Lei
doveva avere almeno cinque anni di meno, il mento pronunciato, i
capelli scuri
raccolti in uno chignon e gli occhi grigi che mostravano uno sguardo
duro e
sprezzante.
Il terzo membro della famiglia
era un ragazzo magro e minuto, di circa sedici anni. I capelli neri gli
arrivavano
poco sopra e spalle; gli
occhi erano grigi come quelli della madre.
Nonostante non fosse molto alto, aveva un portamento fiero e i suoi
modi
aristocratici spiccavano quanto quelli dei genitori, sebbene
stesse trascinando
un pesante baule da viaggio.
“Siamo quasi arrivati, non siamo
in ritardo” disse il padre, Orion Black.
“Credi che lo incontreremo?”
domandò sua moglie Walburga, nervosa.
“Spero di no per lui” rispose
quello. “Gli auguro proprio di no”.
Regulus non parlò e si costrinse a serrare la mascella. Preferiva non pensarci: certa gente per lui non doveva esistere più…
I Black svoltarono a destra e
s’incamminarono nell’ingresso della stazione
babbana di King’s Cross. Senza far
caso agli annunci degli orari di partenza e arrivo dei treni che gli
addetti
mandavano via megafono, i tre attraversarono di nascosto la barriera
del
Binario Nove e Tre Quarti, ritrovandosi davanti all’Espresso
per Hogwarts.
Il fumo biancastro usciva sotto
forma di nuvoloni densi dalla locomotiva, e molti studenti erano
già saliti.
“Forza, vai, mancano dieci minuti
alla partenza” disse Walburga, guardando il grande orologio
appeso alla parete.
Regulus li salutò.
Era contento che i suoi genitori fossero
così fieri di avere
un figlio come lui. Non erano dei tipi affettuosi, ma lui riusciva lo
stesso a
capire quello che provavano. Orion gli appoggiò la mano
sulla spalla e disse:
“Contiamo su di te per ripagare
tutte le delusioni che ci ha procurato tuo fratello”.
“Non vi preoccupate. Sarete
orgogliosi di me” rispose lui, desiderando ardentemente di
accontentarli.
Dopodiché salì sul treno, e
rimase a guardare dal finestrino mentre il treno cominciava a muoversi,
finchè
King’s Cross non sparì dietro una curva.
A quel punto si decise a cercare
un posto libero nel treno già tutto pieno, e
s’incamminò lungo il corridoio.
Salutò alcuni compagni di Serpeverde, ma non si
fermò con loro.
Un ragazzo magro, con i capelli scuri e unticci, il naso pronunciato e l’aria malsana gli fece un cenno a mo’ di saluto.
“Ciao, Piton, come stai?”
chiese
Regulus.
“Bene” rispose lui, con tutta
l’aria di pensare il contrario. “Vuoi venire con
noi?”
E gli indicò lo scompartimento dal quale si era appena affacciato.
“No grazie, ho detto a Queen che
sarei andato da lei”.
“Va bene, ci vediamo più
tardi,
allora. Dobbiamo discutere delle ultime
novità…”
Regulus sapeva a chi si riferiva.
I loro discorsi erano perennemente incentrati su Lord Voldemort e i
Mangiamorte. Annuì, gli rivolse un’occhiata
eloquente e si allontanò.
Era appena giunto in fondo al
primo vagone, quando la porta che comunicava con il secondo si
aprì, e quattro
ragazzi ne uscirono, chiacchierando allegramente.
Ci furono tesissimi istanti di
assoluto silenzio dopo che quelli videro Regulus. Uno dei quattro, il
più basso
e grassoccio, squittì un
“Oops…” e si nascose in fretta dietro a
quello che gli
era vicino, il quale si mordeva il labbro con aria preoccupata, il
volto
attraversato da parecchie cicatrici.
“Ci siamo…” disse un terzo con un’espressione scanzonata dietro gli occhiali tondi, e si passò distrattamente la mano tra i disordinati capelli scuri.
Ma Regulus non notò nessuno di loro tre; il suo sguardo era puntato sul quarto membro del gruppo, un ragazzo quasi uguale a lui, solo un po’ più alto e robusto e con uno sguardo sornione.
“Salve, Regulus”
esordì Sirius,
perfettamente tranquillo.
“Hai anche il coraggio di
rivolgermi la parola?” disse.
“Dovrei esserne spaventato?”
osservò Sirius, e il ragazzo con gli occhiali, James Potter,
ridacchiò.
“Sei scappato di
casa…”
“E allora? Non credo che per voi
sia stata una gran perdita, o sbaglio? Scommetto che i nostri genitori
non se
ne sono minimamente preoccupati. Tanto hanno ancora il loro adorato
Regulus, il
figlio perfetto, il fratello migliore del mondo, la luce dei loro
occhi!”
Eccolo che ricominciava. Regulus strinse i pugni. Non era colpa sua se i loro genitori preferivano spudoratamente lui a Sirius. Aveva cercato di farglielo capire in tutti i modi, ma non c’era stato verso. Se solo lui non fosse stato così ribelle...
“Quanto a me, mi stupisce che
vi siete accorti della mia scomparsa. Non me
l’aspettavo”.
“Sei stato cancellato
dall’albero
genealogico” lo informò Regulus, cercando di
fargli capire la gravità della
situazione.
“L’obiettivo era anche quello,
in
effetti. Ah, a proposito. Ho lasciato un Incantesimo di Adesione
Permanente su
tutte le pareti della mia camera, quindi è perfettamente
inutile che cerchiate
di staccare i miei poster…”
Regulus cercò di non pensare alle condizioni in cui aveva trovato la stanza di Sirius quando vi era entrato per cercarlo: colori di Grifondoro dappertutto, in aggiunta a parecchi poster di ragazze babbane in costumi da bagno un po’ troppo succinti.
“Sei uno schifoso traditore” disse Regulus, ripensando con rabbia alla delusione che aveva sopraffatto tutti loro, e per cui Sirius non mostrava il minimo rispetto.
Sirius scoppiò in una risata simile a un latrato e disse a Regulus di andare in posto poco carino, “insieme a tutti gli altri membri della nobile e antichissima casata dei Black”.
Fu un attimo. Regulus non si diede neanche la pena di estrarre la bacchetta magica: saltò addosso al fratello e gli sferrò un pugno in piena faccia, proprio come i Babbani che lui adorava tanto. E gliene avrebbe dato un altro se James non lo avesse afferrato per la collottola e sbattuto alla parete, sotto gli occhi esterrefatti di decine di studenti che si affacciavano dai propri scompartimenti, presi dalla curiosità.
“Lasciami, Remus!”
gridò Sirius,
cercando di divincolarsi dalla presa dell’amico e un livido
viola cominciava ad
allargarsi intorno al suo occhio destro. “Voglio fargliela
pagare molto cara!”
“No, Sirius, lascia
stare…”
Intanto gli studenti spettatori avevano iniziato a fare il tifo, ma la maggior parte di loro teneva per Sirius, il Malandrino. Non c’era storia: a casa loro Regulus poteva anche essere il fratello preferito, ma a scuola Sirius era mille volte più popolare.
“Levami le mani di dosso, tu!”
sbottò lui amareggiato, rivolto a James Potter, ma quello lo
minacciò con la
bacchetta.
“Vattene subito, se non vuoi fare
la fine di Mocciosus” disse.
Tutti sapevano a cosa si stesse
riferendo. Poco più di un anno prima, Potter aveva umiliato
Piton davanti a
tutta la scuola, facendogli mostrare le mutande. Era stata la figura
peggiore
che gli avesse mai fatto fare, ma poche persone avevano considerato
male il
Grifondoro per la sua azione. Molti invece lo avevano ritenuto uno
scherzo
davvero divertente.
Regulus si divincolò dalla sua
presa, lanciò un’ultima occhiata sprezzante a
Sirius e passò al vagone
successivo, seguito dagli insulti che l’altro gli urlava
dietro.
Continua...
*Angolo autrice*
Piccole
precisazioni temporali: al momento siamo
nell'anno 1977, Regulus sta per iniziare il suo sesto anno a Hogwarts e
Sirius il settimo. Quest'ultimo è scappato di casa durante
l'estate appena trascorsa, ed è andato a vivere dai Potter,
perciò i due fratelli si sono rivisti di nuovo solo adesso.
Non ci posso
credere: 7 preferiti e 7 recensioni già al primo capitolo
non me li sarei mai aspettati!
Alohomora
(Grazie ancora per avere recensito i primi capitoli del Diario! In
effetti, a quanto ne so, Silente aveva già passato il secolo
quando Harry è arrivato a Hogwarts...anche a me sembra
strano, ma mi pare di ricordare che la Rowling lo avesse accennato! Hai
proprio ragione, il povero Regulus meritava di essere un po' felice
nella sua breve vita)
Pepesale
(sono contenta di averti sollevato il morale durante una brutta
giornata! Sarò bene felice di rispondere alle tue domande! A
presto)
Hermione
Jean Granger (grazie, Sirius ha già fatto la
sua plateale comparsa, come da copione, eheh!)
Pan_Tere94
(sono commossa per i tuoi complimenti! Comunque anche tu sei tra i miei
autori preferiti, la tua raccolta di drabble su Draco è
fantastica!)
Pervinca
Potter 97 (non vedo l'ora di vedere la tua nuova creazione
su Regulus!)
Azah
Black (è proprio vero, Regulus rappresenta il
lato oscuro di Sirius e visto che il lato oscuro mi attira parecchio,
non posso che preferirlo al fratello maggiore! XD)
draco92
(ecco qua il nuovo capitolo, spero che non ti deluda!)