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Autore: Recchan8    12/01/2016    1 recensioni
[SEGUITO di "Chance"]
"La prima volta che accadde arrivai a concludere che mi fossi sognata tutto: il mio arrivo alla Wammy's House, l'assurdo e ambiguo rapporto con Mello, la visita di Elle, e la tavoletta di cioccolata trovata al mio "risveglio".
E allora perché? Perché successe di nuovo?
A quanto pareva, la mia "missione" non era finita. Avevo fallito il primo tentativo: non ero riuscita a persuadere Mello a rimanere alla Wammy's House dopo la morte di Elle. Sapevo come le cose si sarebbero evolute... Mello si sarebbe unito prima alla mafia americana, poi avrebbe continuato le indagini con Matt, e infine sarebbe morto. Evidentemente c'era una forza maggiore che non voleva che ciò accadesse. Forse la mia volontà? La mia fantasia? La mia immaginazione? Insomma, in poche parole, quello che sto cercando di dire è che un giorno mi ritrovai nel quartiere di una città a me sconosciuta.
Strano, no?
Allora come reagireste se vi dicessi che fino a pochi attimi prima mi trovavo nel bagno della mia scuola?".
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt, Mello, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Chance'
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Stranamente la notte riuscii a dormire abbastanza bene, e quando mi svegliai mi accorsi che, purtroppo, erano solamente le 6:30 di mattina.
Che seccatura”.
Mi stropicciai gli occhi, mi stiracchiai e mi tirai su a sedere. Qualcuno mi aveva messo una coperta addosso. Mi guardai intorno ma non vidi né Matt né Mello. Perplessa, feci per chiamarli quando sentii le loro voci provenire dalla cucina.
-"...Io non sono d'accordo. Per niente. Non mi fido e basta"-.
-"Perché? A me sembra ovvio"-. Questo era Matt.
-"A te sembra ovvio? A me sembra completamente anormale!"- ribatté Mello.
-"Anormale? E perché?"-.
-"Me lo stai davvero chiedendo? Una ragazza che davamo per morta è ricomparsa all'improvviso!"-.
-"E allora? Non sei felice di rivederla?"-.
-"Matt, cazzo, ma l'hai vista?! Ha ancora quindici anni, solamente un anno in più rispetto a cinque anni fa!".
-"Ma chi te lo dice che ne ha davvero quindici?"-.
-"Adesso tu mi vuoi far credere che ne ha diciannove?”-.
-"D'accordo, non può averne diciannove. Ma perché ti scandalizzi tanto? Se esiste un Quaderno della Morte, perché non può esistere un'Immortale?"-.
-"Matt... Ma che cazzo stai blaterando?"-.
-"E se fosse un Homunculus? Che figo, dai!"-.
-"Nerd-otaku di merda, finiscila!"- disse Mello.
-"Okay, okay. Comunque, seriamente, ascoltami: esiste un Quaderno della Morte, no? Allora che c'è di tanto strano nell'arrivo improvviso di una nostra amica che ha quindici anni quando dovrebbe averne di più e che sa cose che solo noi e l'SPK sappiamo? Io dico..."-. Si interruppe.
-"Cosa?"-.
-"Io dico che lei viene da un'altra dimensione"-.
Calò il silenzio.
-"Assurdo!"-. Mello scoppiò a ridere. -"Tu mi vuoi far credere che lei non è di questo mondo? Che non lo è mai stata? Ma mi prendi per il culo?! Dai Matt, sii realista!"-.
-"Io sono realista"- rispose Matt offeso.
-"Per niente. Vuoi sapere la mia opinione a riguardo?"-.
Non ne potevo più. Sentire quei due che sparlavano di me in mia "assenza"... Non riuscii più a sopportarlo. Mi alzai e mi diressi in cucina a passi spediti.
-"Certamente, Mr. SonoIoQuelloRealista. Ma, più che altro, mi piacerebbe sapere se ciò che provavi un tempo per lei non è cambiato"- disse Matt.
Mi bloccai con la mano sulla maniglia della porta. Lì per lì Mello non rispose, poi parlò.
-"Potrebbe anche non essere lei, ma una ragazza che le somiglia in modo impressionante..."- disse Mello eludendo la domanda.
-"Non ti avevo chiesto quello. Ti ho domandato se..."-.
-"Buongiorno"-.
Entrai in cucina e, senza tanti complimenti, mi sedetti al tavolo. Quelli mi guardarono senza spiccicare parola, poi, facendo finta di niente, cambiarono discorso.
-"Sì, dovrebbe essere tutto pronto..."- iniziò Matt.
-"Mh, bisognerebbe iniziare il prima possibile"- annuì Mello.
Mello scostò la sedia, si alzò e andò ad aprire una credenza. Prese due tazze ma poi ci ripensò e ne afferrò un'altra. Senza guardarmi in volto me ne porse una, tentando di evitare qualsiasi tipo di contatto tra le nostre dita.
-"...Grazie"- dissi.
Non ottenni risposta e lui si risedette. Guardò fisso Matt, come se stesse aspettando che lui facesse qualcosa. Matt si accorse dello sguardo di Mello e si girò verso di lui.
-"Che c'è?"- chiese.
-"Mi sa che ci siamo dimenticati di far compere"- rispose Mello.
-"Che?!"-. Matt era sconvolto.
-"Siamo senza cibo!"- ribadì Mello
-"Grazie tante Capitan Ovvio, questo l'avevo capito!"-.
Vedere quei due che litigavano per un motivo tanto futile mi divertì così tanto che scoppiai a ridere.
-"Ti sembra che ci sia da ridere?"- mi chiese sprezzante Mello.
-"In realtà sì, perché non pensavo deste tanto peso a una cosa simile"- risposi.
-"Ci diamo peso eccome! Io senza cibo non lavoro. Mi vengono i cali di zuccheri"- disse Matt.
-"Be', allora provvedete. Uscite e andate a comprare qualcosa"-.
Silenzio.
-"Ti sembro Gesù?"- mi domandò Mello.
-"Gesù?!"-. Scoppiai nuovamente a ridere.
-"Mello, che c'entra adesso Gesù col cibo?"- chiese Matt.
-"Gesù faceva miracoli, no? Io ti sembro uno che fa miracoli?"- rispose Mello.
-"Quindi il problema sono i soldi?"- chiesi.
-"Diciamo sì e no. Li abbiamo, ma ci servono per cose un po' più importanti"-. Matt si accese una sigaretta e si strinse nelle spalle.
-"In sostanza siete due tirchi"- conclusi.
-"...Punti di vista"- biascicò Mello.
Sospirai e frugai nella tasca dei jeans. Come pensavo trovai una banconota da dieci euro, soldi destinati al pranzo che avrei dovuto fare con dei miei amici. Li presi e li misi sul tavolo.
-"Dieci euro dovrebbero bastare, vero? Per lo meno per oggi"-.
Matt li prese e si mise ad esaminarli. Mello appoggiò i piedi sul bordo del tavolo, inclinando leggermente la sedia. Io guardai incuriosita Matt, tentando di capire cosa stesse facendo.
-"Sono dieci euro italiani"- disse a un tratto.
-"Non lo so, credo di sì"-.
-"Non era una domanda, era un'affermazione"-.
Li diede a Mello, il quale se li infilò in tasca. Mi lanciò un'occhiata e io sostenni il suo sguardo. A un tratto sbuffò, tirò fuori i soldi dalla tasca dei suoi pantaloni e li gettò sul tavolo.
-“Tieniteli. Potrebbero servirti”-.
Ripresi la banconota e non riuscii a impedire a un leggero sorrisino di far capolino sulle mie labbra.
-"Quindi sei italiana?"- continuò Matt, il quale aveva seguito lo scambio di battute in silenzio.
-"Sì"-.
-"Adesso si spiega la tua sparizione!"- esclamò. -“Eri nei guai con la mafia?”- scherzò.
-"Idiota, ha ancora..."- inziò Mello.
-"Lo so, lo so"- lo interruppe Matt.
-"La mia sparizione... Ci tengo a precisare che, come potete vedere, non mi sono suicidata. Chi è che vi ha raccontato questa idiozia?"-.
Matt guardò per aria.
-"Roger"- rispose a disagio.
Ah, quello stupido vecchietto! Quanto lo odiavo.
-"E per quale motivo mi sarei dovuta suicidare?"- chiesi nuovamente.
Matt sussultò e guardò Mello in cerca di supporto. Quello distolse lo sguardo dal tavolo e si girò verso Matt.
-"Che vuoi?"-.
-"Ha chiesto il motivo per il quale si sarebbe suicidata. Secondo Roger"-.
-"Disperazione"- rispose piatto Mello.
-"Disperazione?"- ripetei.
Mi accorsi che sia Matt che Mello mi stava guardando, come in attesa di una risposta. Aggrottai la fronte e pensai alla disperazione.
Lampo di genio.
-"Dio, no!"- esclamai indignata.
-"No?"- chiese Matt.
-"Io non mi sarei mai suicidata per un essere come quello!"- esclamai indicando Mello.
Quello mi rivolse uno sguardo sprezzante.
-"Bene, la cosa è reciproca!"-.
-"Ma che stai dicendo?! Ti ricordo che quel giorno mi hai baciata in cortile!"-. Stavo iniziando a perdere le staffe.
-"Che?! Io non ho mai fatto una cosa del genere! E non mi passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello!"- disse Mello scattando in piedi.
-"Che hai detto?!"-.
Mi alzai in piedi a mia volta facendo cadere la sedia.
Questo era troppo. Ma cosa diamine era successo a Mello? Va bene che le persone negli anni cambiano, ma non in maniera così radicale o per lo meno non così tanto da negare addirittura azioni passate! Cos'è, si vergognava di me di fronte a Matt? Ma se c'era anche lui il giorno della partenza di Mello dalla Wammy's House! Purtroppo non mi venne in mente nessuna spiegazione plausibile. Le uniche cose che stavano crescendo dentro di me erano tristezza, delusione e rabbia.
Scostai con un calcio la sedia per terra e afferrai per il colletto della maglia Mello. Non era tanto più alto di me, forse cinque centimetri.
-"Ripeti un po', credo di non aver capito quello che hai detto..."- sibilai.
-"Ragazzi, non mi sembra il caso di discutere ora. E, per favore, non alzate la voce, altrimenti rischiamo di attirare l'attenzione, cosa che preferirei evitare"- disse Matt.
Perché non si levava di torno? Ora anche lui mi faceva saltare i nervi. Lì, seduto tranquillo al tavolo a fumarsi l'ennesima sigaretta.
-"Levami le mani di dosso"- disse Mello con voce pacata.
-"Non ci penso nemmeno"- ringhiai, e strinsi di più la presa. -"Ripeti quello che hai detto!"-.
-"Revi, per piacere..."- iniziò Matt.
-"Dillo!"- gli ordinai.
-"Io non ti ho mai baciata, e ti dirò di più: non farei mai una cosa del genere. Non ti posso né vedere né patire. Anzi, non l'ho mai fatto"- disse Mello.
Non so come, fatto sta che tirai un pugno a Mello. Non è una cosa normale! Solitamente quando noi ragazze ci arrabbiamo, la prima cosa che ci viene in mente è di tirare un schiaffio (anche perché è molto più elegante rispetto a un pugno). Invece gli mollai un bel cazzotto sulla guancia sinistra, e mi feci anche male alla mano.
-"Ma che cazzo ti passa per la testa, idiota?!"- mi urlò contro.
-"Rispetto a te io sono normale! Sei tu quello che ha dei problemi!"- ribattei.
Non feci in tempo a vederlo arrivare che in meno di tre secondi mi aveva atterrata e si era seduto a cavalcioni su di me.
-"Che stai facendo?! Spostati!"-.
-"Mi hai tirato un pugno? Che ragazzina manesca e infantile! Ti restituisco subito il favore!"-.
Ed ecco che anche lui mi tirò un pugno. Mi iniziò a sanguinare il labbro.
-"Mello, stai esagerando!"- si intromise Matt.
-"Stai zitto!"-.
Avevo le mani libere, così gli mollai uno schiaffo sonoro. Ora sì che ero più femminile!
-"Ti sembra questo il modo di trattare una ragazza?!"- gli urlai contro.
Mello si sdraiò su di me e mi bloccò i polsi. Avvicinò le labbra al mio orecchio.
-"Un giorno capirai e mi ringrazierai"- sussurrò.
-"Che diamine...?!"- iniziai.
-"Gute Nacht, kleine"-.
E persi i sensi.

 

 

 

   
 
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