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Autore: Sajoko    12/01/2016    1 recensioni
Lily è una ragazza di 17 anni e come tutti gli adolescenti ha un sogno nel cassetto; però ha fatto la promessa a sé stessa di non dirlo a nessuno. Lei sa che le persone non capirebbero…
È una ragazza solitaria, infatti a scuola non ha amici, ma nonostante tutto, i suoi voti sono eccellenti; specialmente in una materia che lei ama alla follia: psicologia. L’insegnante di quella materia, il prof. Robert, è molto legato a Lily e sa che nonostante sia così fredda e distaccata con tutti, lei ne è legata da un filo invisibile nel suo profondo. Sa che in quella ragazza c’è umanità.
Robert non sa che periodo sta passando Lily e non sa nemmeno cos’ha per la testa… e quando capisce cosa la tormenta, ormai il più è già fatto…
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 2: Germany

 
“20 maggio 2015
Ore: 13.27
 
Caro diario,
Oggi ti ho portato a scuola perché dopo andrò a casa di Robert. Devo prendere appunti su alcune cose, ma non devi preoccuparti; non gli mostrerò quello che stiamo progettando. Non voglio che qualcuno lo veda… sono certa che mi prenderebbero per pazza…
In ogni caso: adesso sono in mensa e la ragazza dell’altra volta mi ha solo dato un’occhiataccia da lontano. Mi sa che il preside gliene ha dette quattro.
Questo pomeriggio ho due ore di lezione col prof. Robert: parleremo della psicologia “comportamentisma” di J. B. Watson. Sono curiosa di sapere di cosa si tratta.
Per il momento, mi accontento della pausa e della mia gustosissima focaccia al rosmarino. Puoi tardi ti racconterò tutto.”
 
Lily chiuse il suo block notes, si guardò attorno e osservò gli altri ragazzi mangiare: c’era un tavolo dove sedevano solo ragazzi con lo stesso tipo di felpa rossa (probabilmente una squadra di calcio), un tavolo con sole ragazze con l’abbigliamento molto simile tra loro, un altro con ragazzi/e di colore e molti altri gruppetti.
Lily non li aveva mai notati ma… quanti gruppetti c’erano in questa scuola? Le ragazze bianche con le bianche, i ragazzi di colore coi loro simili, ecc. … non c’era un gruppo misto. Non c’era una persona differente in un gruppo.
Lily continuò a guardare i gruppetti e pensò:
 
Non è possibile che ancora adesso, che sono in quarta superiore, esistano i gruppetti… non è proprio possibile…
 
***
 
Dopo pranzo, Lily andò al suo armadietto a prendere il necessario, ma mentre stava camminando nel corridoio per tornare in aula, la ragazza dell’alta volta le si avvicinò e le disse a bassa voce all’orecchio:
 
- … Sei strana… -
 
Lily rallentò mentre Dakota, seguita dal solito gruppetto di ochette, la superarono ridacchiando. Rimase immobile prima di poter entrare in aula. Non voleva entrarci. Era la prima volta che non riusciva a sopportare un dispetto di un compagno. Voleva alzare i tacchi e andarsene ma quando lo fece, dietro di lei apparve Robert che le disse:
 
- Hey Lily! Che ci fai qui nel corridoio? –
 
Lily lo guardò, ma non rispose alla domanda. Rimase semplicemente in silenzio.
Robert la guardò per qualche secondo finché non la incitò ad entrare:
 
- Dai, entriamo in aula. Oggi parliamo del Comportamentismo! Vedrai, sarà interessante! –
 
Robert si avviò verso la porta, l’apri e la tenne aperta per Lily. Lei, vedendo questo gesto di galanteria, sorrise leggermente e si avviò verso la porta. Quando Lily si sedette al suo posto, il professore iniziò la lezione:
 
- Buongiorno ragazzi! Vi vedo belli pimpanti oggi! Direi che possiamo tenere questo clima, ma se restate concentrati in silenzio per una mezz’oretta, dopo vi lascio 10 minuti di pausa. Va bene? –
 
Un coro si elevò dall’aula:
 
- Va bene Prof! –
 
- Perfetto! Allora, cominciamo: oggi parliamo di “Comportamentismo”, ovvero la psicologia scientifica che studia il comportamento dell’uomo col metodo sperimentale. Ebbe iniziò in Nord America nel 1913 grazie ad un articolo-manifesto di J. B Watson, dove parlava appunto dei comportamenti dell’uomo nella vita quotidiana. Questo simpatico signore… -
 
Lily rimase ipnotizzata dal modo di parlare di Robert. Era sempre così: lui parlava mentre lei finiva ipnotizzata dall’argomento. Era davvero bravo a parlare.
Dopo due ore, Robert finì la sua lezione e prima di andare disse:
 
- Siete stati davvero bravi ragazzi! Siete rimasti concentrati come vi avevo chiesto. La prossima volta, 20 minuti di pausa! –
 
La classe elevò un urlò di gioia e detto questo, Robert uscì dall’aula. Lily provò felicità in quelle due ore, ma appena Robert uscì dalla stanza, quella felicità svanì subito. Già gli mancava. Ma non si preoccupò più di tanto: quella sera sarebbe andata da lui.
 
Sono le 19.30 e Lily è arrivata davanti a casa di Robert. Il portone è in legno massiccio chiaro, molto elegante con due finestrelle in vetro colorato. Dopo aver suonato il campanello, Lily aspettò che venissero ad aprire. Dopo pochissimi secondi, dietro le due finestrelle vide un’ombra arrivare e aprire la porta: era Robert. Era vestito elegante: Camicia nera, jeans chiari e senza scarpe. Portava gli occhiali da vista mentre i capelli erano più arruffati del solito.
Robert, appena la vide, le sorrise e disse:
 
- Ciao Lily! Sei in anticipo. –
 
Lily abbozzò un sorriso e rispose:
 
- Sono molto curiosa. Lo sai. –
 
Robert sorrise e la fece entrare. La casa di Robert è in stile moderno con luci calde non troppo forti, pareti bianche con quadri, mobili moderni in legno d’acero bianco, vasi di fiori su ognuno di esso, finestre ampie con un balcone ampio piastrellato e ogni sala aveva qualcosa di speciale. La cucina aveva un tavolo ad isola in mezzo e i fornelli erano a piastra (Robert diceva che aveva paura di quelli a gas; “potrebbero esplodere!” affermava ogni volta.).
Ogni cosa in quella casa era fresco e nuovo. Era perfetta.
Lily poggiò la borsa sul divano in federa color crema e Robert, con fare galante, le disse:
 
- Prego, dammi la giacca. L’appendo io. –
 
Lily la tolse e la porse a Robert. Mentre lui andò nel corridoio principale per appenderla, Lily si guardò attorno e osservò una foto in particolare. Ritraeva Robert che abbracciava una bambina. Prese delicatamente la cornice e notò un’incisione sul retro:
 
<< Non dimenticherò mai i bei momenti passati assieme. Con affetto, la tua Catherine. >>
 
Lily guardò un'altra volta la foto e osservandola meglio, notò che la bambina portava gli stessi lineamenti di Robert. Doveva essere sua figlia.
Mentre Lily guardava la foto, Robert tornò dal corridoio e disse:
 
- Allora, hai fame? –
 
Lily poggiò la foto sul mobile e rispose:
 
- Si; ad essere onesta, sto morendo di fame. –
 
- Fantastico! Ho preparato dei ravioli al pomodoro. Spero siano di tuo gradimento. –
 
Lily sorrise, annuì felice e insieme si avviarono in cucina.
Mentre mangiavano, Lily e Robert parlavano spesso di argomenti divertenti, di cucina, di libri, filosofi, film e molto altro ancora. Si divertivano insieme.
Dopo aver cenato, Robert prese due torce elettriche, ne diede una a Lily e disse:
 
- E’ giunto il momento. Curiosa? –
 
- Moltissimo! –
 
Robert sorrise e guidò Lily davanti alla scaletta che portava in soffitta. Appena furono su, le luci illuminarono una grande quantità di scatoloni ammassati e impolverati negli angoli, vecchi giocattoli e libri, un armadio antico e, in fondo alla soffitta, un vecchio baule rovinato dagli anni. Robert si avvicinò, aprì l’enorme lucchetto che lo chiudeva, si voltò verso Lily e disse:
 
- L’ho trovato ieri sera mentre davo una sistemata. Non l’ho ancora aperto… -
 
Lily si accucciò vicino a lui e disse:
 
- Beh, apriamolo allora! –
 
Lily poggiò una mano sull’enorme baule e insieme a Robert lo aprirono. Insieme ad una gran quantità di polvere, dentro al baule trovarono molti libri, delle carte geografiche, degli album fotografici e dei quaderni con degli appunti scritti sopra. Lily prese l’album mentre Robert prese un quaderno. Lily iniziò a sfogliare le pagine e trovò delle foto in bianco e nero che ritraevano paesaggi esotici, fattorie in mezzo al deserto, animali e persone di ogni tipo. Lily continuò a sfogliare mentre Robert iniziò a leggere un dei quaderni:
 
“1 Aprile 1952
Porto di Genova
 
Sono le 13.25 e il transatlantico dove mi trovo ora partirà esattamente tra 5 minuti. Nessuno sa cosa c’è nella lontana terra dove siamo diretti, ma sappiamo soltanto che li troveremo fortuna, continuando a sperare di vivere come uomini degni.
Lasciare il mio paese per poi, forse, non tornarci mai più, mi rende triste e affranto… ma chi lo sa? Magari inizierà a piacermi quel posto così lontano. Quel grande continente che tutti chiamano Australia.”
 
Lily rimase senza parole: quelle foto, quei diari… parlavano del viaggio di un uomo diretto in Australia. Il padre di Robert per la precisione.
Lily, felice come una bambina, iniziò a gasarsi come non aveva mai fatto:
 
- … Ommiodio Robert… Ti rendi conto? Questo è la storia. Stiamo leggendo un pezzo di storia! È pazzesco! Non pensi che… Robert? –
 
Appena Lily si voltò verso Robert, si bloccò di colpo: anche lui aveva preso un album fotografico e quando iniziò a sfogliarlo, trovò una foto particolare che non aveva mai visto. Robert tirò fuori la foto, guardò il retro e iniziò a piangere. Lily, preoccupata dalla sua reazione, provò a chiamarlo:
 
- … Robert? … -
 
Lui si voltò, guardò Lily e con le lacrime agli occhi disse:
 
- … Sono io … -
 
Robert porse la foto a Lily, lei la prese e la osservò: ritraeva il padre di Robert seduto su una sedia e un bambino il braccio… era Robert. Sul retro c’era una scritta che diceva:
 
<< Ivo e Robert. Wollongong, ottobre 1960 >>
 
Lily guardò la scritta, poi Robert; sembrava fosse triste, ma allo stesso tempo felice di vedere quella foto. Lily poggiò una mano sulla spalla di Robert e disse:
 
- … Sono sicura che sarebbe felice di rivedere queste foto insieme a te… -
 
Robert tentò si sorridere con le lacrime che gli rigavano le guance, guardò Lily e disse:
 
- … Tu non sai quanto vorrei che fosse qui adesso… Da quando se né andato, mi manca più che mai… -
 
Lily gli sorrise e, in modo inaspettato, lo abbracciò per consolarlo. Robert rimase senza parole ma accettò quell’abbraccio. Strinse le braccia attorno a Lily e disse:
 
- Mi stai abbracciando… -
 
- Solo per questa volta… Consideralo un segno di affetto. –
 
Lily lo lasciò andare e insieme guardarono il resto rimasto nel baule.
 
***
 
Entrambi passarono tutta la serata a leggere gli appunti di Ivo e del suo incredibile viaggio verso l’Australia. Mentre studiava per filo e per segno ogni singolo passaggio del viaggio, Robert portò una tazza di the caldo a Lily. Appena poggiò la tazza sul tavolo, lei alzò lo sguardo dal quaderno e ringraziò Robert.
Mentre Robert si avvicinava alla poltrona, Lily prese la tazza, soffiò delicatamente sul liquido e bevve un piccolo sorso. Robert intanto si sedette sulla poltrona in federa color crema chiaro, bevve un sorso del suo the e disse:
 
- Ti vedo molto presa con quei racconti… ti piacciono così tanto i viaggi? –
 
Lily poggiò la tazza sul tavolo e riprese in mano il quaderno:
 
- Non solo mi piacciono, li amo. Sono il miglior modo per imparare. Dovrebbero proporre una materia del genere a scuola… -
 
- Esiste già: si chiamano “gite di classe”, solo che non le prendete seriamente. –
 
- Le gite di classe non sono lo stesso: parti da turista; non da viaggiatore… -
 
Robert guardò Lily e domandò confuso:
 
- Che vuoi dire con “parti da turista”? –
 
Lily alzò lo sguardo dal quaderno degli appunti, lo poggiò sul tavolo e rispose:
 
- Ci sono molte differenze tra un turista e un viaggiatore e in tanti non ci fanno caso perché è difficile notarle… –
 
Incuriosito, Robert poggiò la tazza che teneva in mano sul tavolino e domandò:
 
- Davvero? Elencamene alcune…  –
 
Lily si alzò dalla sedia, si sedette sul divano vicino a Robert e iniziò a parlare:
 
- La differenza sta proprio tra il turismo e il viaggio: il turismo vende un prodotto, mentre il viaggio è un’azione fatta per svariati motivi, come la necessità di spostarsi e di conoscere.
Il turista vede quello che gli altri gli raccontano, per esempio un amico che è già andato in quel determinato posto gli ha passato le informazioni e gli dà dei consigli; mentre il viaggiatore non sa quello che troverà perché non sa nulla. Quello che trova, trova. Il viaggiatore vede un paese con occhi diversi da un viaggio organizzato. Quando sei un turista non ci sono imprevisti o ostacoli da evitare, l’improvvisazione è assente e l’itinerario è già definito prima della partenza... –
 
Robert sembrava molto interessato a tutto ciò, così Lily continuò a raccontare:
 
- Il viaggio è un grande cambiamento personale perché ci costringe a interagire con persone, culture e spazi che non ci sono familiari. Ci costringe a essere stranieri, estranei, a vivere all’esterno delle nostre abitudini, ad adattarci. Quale cambiamento può esserci in un tour organizzato? Devi metterci il naso se vuoi davvero capire come va il mondo… -
 
Robert rimase senza parole. Non immaginava che Lily pensasse a questo.
Mentre riprendeva fiato, Lily bevve un sorso di the e continuò:
 
- Forse la vera differenza è che tutto questo ci tocca non solo nella nostra mente, ma anche nel nostro cuore, dimostrando che siamo esseri umani che sanno fare scelte intelligenti nella nostra vita… –
 
Robert continuò a non dire nulla. Era troppo interessato dal suo punto di vista per poter parlare.
Lily prese di nuovo fiato e finì dicendo:
 
- Io penso che “viaggiare” sia una di quelle pazzie che mi rende davvero felice nella vita… però non riesco a comprendere una cosa… –
 
Robert guardò Lily e domandò:
 
- Cosa non riesci a capire? –
 
Lei si guardò le mani, poi guardò Robert e disse:
 
- … Perché la gente va via e non torna più… -
 
Robert guardò Lily, poi la punta delle scarpe e rispose:
 
- … Forse un motivo c’è… -
 
- E qual è? –
 
- … Il fatto che a volte si parte per riflettere, mentre altre volte si parte perché si ha riflettuto… -
 
Lily guardò Robert e lui, leggermente malinconico, le sorrise.
Guardò la tazza sul tavolo e pensò:
 
… Ha ragione… devo ancora riflettere…
 
Mentre Lily era immersa nei suoi pensieri, Robert si alzò dalla sedia e disse:
 
- Beh, ammetto che non avevo mai visto un viaggio da questa prospettiva e devo dire che mi è piaciuto il tuo argomento. –
 
Lily era ancora immersa nei sui pensieri e non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva detto Robert:

“A volte si parte per riflettere, mentre altre volte si parte perché si ha riflettuto…”
 
Lily continuò a pensare e ripensare a quella frase, quando Robert la interruppe e disse:
 
- E’ già mezzanotte. Sicura che ci siano ancora degli autobus in giro? –
 
Lily tornò alla realtà e rispose:
 
- … Eh? Ah sì sì, tranquillo. Ce n’è uno proprio fra dieci minuti. Sarà meglio se vada. –
 
Lily prese la borsa, si avviò verso il corridoio e mentre si metteva il maglione, Robert le porse il quaderno degli appunti di Ivo e disse:
 
- Prendilo e finiscilo di leggere. Poi mi dirai cos’hai scoperto. –
 
Lily guardò il piccolo quaderno, poi Robert e domandò:
 
- … Davvero posso? Non ti dà fastidio se… -
 
- No tranquilla. Prendilo pure. So che ne farai buon uso e che lo terrai bene. –
 
Lily prese il quaderno, sorrise a Robert e prima di uscire disse:
 
- Buonanotte Robert. –
 
- Buonanotte Lily. –
 
Quando uscì di casa, Lily mise via il quaderno in borsa e si avviò verso la fermata. Mentre camminava sul marciapiede pensò:
 
Si parte perché si ha riflettuto… Chissà se io l’ho già fatto…
 
Detto questo, vide in lontananza la fermata e aspettò pazientemente il bus.
   
 
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