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Autore: _joy    13/01/2016    5 recensioni
«Dai: esprimi un desiderio!»
Io mi mordo un labbro, poi scuoto il capo.
«Ma non bisogna esprimerlo mentre la vedi cadere?»
«Come fai a sapere quando cadrà una stella? No, dai, adesso!»
«E tu?» gli chiedo «Non hai un desiderio da esprimere?»
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ah, che bella cosa è saper qualcosa
Molière 

 




«E quindi, cara… Come ci si sente ad essere candidata a un Oscar, dopo solo la prima esperienza al cinema?!»
 
Faccio un sorriso meccanico.
Non ne posso più di sentirmi chiedere sempre le solite tre cose.
Ashanti ha intensificato il ritmo delle interviste e mi sembra di assomigliare a una bambola di pezza sbattuta di qua e di là.
Ore 7.30 – ospitata del mattino in un programma tv.
Ore 9 – intervista in diretta in radio.
Ore 10.30 – servizio fotografico.
Ore 12.15 – ospitata del pranzo in un programma tv.
Continuo a venir prelevata da una parte e scaricata da un’altra; passo dal truccatore, al parrucchiere, al vestierista, al fotografo o giornalista di turno.
Il primo di solito mi chiede di fare facce sexy o imbronciate; il secondo mi chiede (nell’ordine) di raccontare come sono stata scelta per Seventh Son, come mi sento all’idea di essere candidata all’Oscar, come mi vestirò per l’Oscar.
 
Più andiamo avanti, più perdo energia e interesse per l’intera faccenda.
Ashanti, invece, è un vulcano.
Più si infittisce l’agenda, più lei si carica.
Più facciamo tardi e abbiamo impegni, più è felice.
«Ma non ce l’hai una vita?» le ho chiesto ieri mattina, dopo che mi ha buttata giù dal letto alle 6.30 per un servizio fotografico antelucano.
«No» ha risposto impassibile «Non è il momento di avere una vita privata»
Aiuto.
 
Finisco l’intervista rispondendo a caso, mentre una piccola parte di me si chiede se sembro una stronza patentata.
Pazienza.
All’inizio sentivo molto la responsabilità di rappresentare un intero cast e volevo brillare per rendere merito a ciascuna persona che ha lavorato con noi e per noi in questi mesi.
Ogni tanto questo spirito fa capolino, ma per la maggior parte del tempo mi limito a farmi trascinare dalla corrente.
 
Ben è a Londra.
È tornato a casa all’improvviso, senza avvisare nessuno.
Senza avvisare me.
Un paio di giorni fa l’ho chiamato e non mi ha risposto, ma non ho dato peso alla cosa; immaginavo stesse facendo qualche intervista.
Poi, dopo qualche tempo, ho sentito Ashanti imprecare e dirmi che doveva riorganizzare un’intervista doppia visto che Ben aveva avuto la geniale idea di andarsene senza avvertirla.
«Andarsene?» ho ripetuto «In che senso “andarsene”?»
«Il suo agente mi ha chiamata due minuti fa per dirmi che se ne è andato a Londra! Lo ha chiamato dall’aereo! Quel ragazzo non sfonderà mai se fa così»
Ha scosso il capo, furiosa, e io ho sussultato.
«A Londra?» ho esclamato con voce stridula «Ma non è possibile… L’ho visto l’altra sera e non mi ha detto niente!»
Ashanti mi ha fissata, implacabile.
«Ben è a Londra. Per l’intervista però puoi andare da sola… Ormai te la cavi bene. Te la senti? È un programma abbastanza importante e quindi…»
Ho perso la fine della frase perché stavo già digitando il numero di Ben sul cellulare.
Non ha risposto.
L’ho richiamato in continuazione, ma ha risposto solo a tarda sera.
«Pronto» ha detto.
«Ma sei a Londra?» ho strillato io «Ashanti dice che…»
«Sono a Londra» ha confermato, laconico.
È seguito un momento di silenzio, poi ho detto:
«Non ne sapevo niente»
Silenzio da lui, per cui ho proseguito tentennante:
«Voglio dire… Non immaginavo che…»
«Senti» ha sospirato «Volevo staccare un po’. Troppa pressione, ecco tutto»
«Ma…»
«E comunque… è solo per qualche giorno, poi torno. Ma magari… Ecco… Non chiamarmi, ecco. Mi faccio sentire io, ok?»
Sono rimasta agghiacciata.
Dopo qualche secondo di silenzio, Ben ha aggiunto:
«Voglio solo staccare un po’, davvero. Ti chiamo presto»
Sono rimasta in silenzio finché non l’ho sentito riattaccare.
 
*
 
È passata una settimana e io sono sempre qui.
 
Mi adatto alle interviste, alle prove di trucco e abiti, alla vita di Los Angeles.
Ricevo tantissime offerte di lavoro per campagne pubblicitarie e moltissimi copioni da leggere.
E faccio una prima, importante scoperta: le prime non mi dispiacciono, ma i secondi non mi attraggono per niente.
Secondo Ashanti è perché la quasi totalità dei copioni che girano a Hollywood sono spazzatura. Detto questo, mi invita a considerarne seriamente tre.
Io li rileggo, obbediente, ma proprio non mi ci vedo a interpretare questi personaggi.
Come sempre, chiedo consiglio a Luna.
La mia amica è sempre partecipe e al momento credo sia anche molto preoccupata dal mio evidente stato di angoscia emotiva.
Ha imprecato contro Ben per tre giorni, poi ha smesso perché ha visto che mi faceva stare solo peggio.
 
Inutile dire che lui non mi ha chiamata.
Non che me lo aspettassi, sinceramente.
Il tono di quella telefonata diceva chiaramente che non vuole pressioni e io non sono certo il tipo di donna che si espone all’umiliazione di inseguire chicchessia.
Anche se la persona in questione è lui.
Non vuole che lo chiami?
Benissimo.
Non lo chiamerò.
Può cercarmi lui e, se non dovesse farlo, può andare diretto all’inferno per quello che mi riguarda.
Luna sostiene che sono troppo categorica, ma non posso farci nulla.
Sono fatta così.
Non riesco a implorare per una telefonata, perché sono sempre stata convinta che chi vuole sentirti ti chiama.
Ergo, se non mi chiama non ha piacere di sentirmi.
 
Benissimo.
 
Se ne stia da solo, a casa sua.
 
 
Sbatto con forza un copione sul divano.
«No, non mi piace» dico ad Ashanti «È una trama stupida e debole»
«Ha un bel cast» mi contraddice lei.
«Detesto le storie tragiche» ribatto, secca «Mi deprimono»
Lei inarca un sopracciglio.
«Non puoi usare i tuoi gusti personali come metro di giudizio per un copione, Miki. Sbaglieresti. A me sembra un buon film e Emma Watson ha appena firmato»
«E ti pare che io potrei lavorare con Emma Watson?!»
Lei mi guarda in modo strano.
«Tu puoi lavorare con chiunque. Sei candidata a un Oscar… Fanno tutti la fila per averti!»
Sospiro.
«Non lo so»
Lei crolla il capo.
«Va bene, non devi decidere ora… E se vinci sarai la preda più ambita, vedrai!»
Arriccio il naso.
«Mi sento come la preda di un safari»
Ashanti mi fissa in silenzio per un po’, quindi dice:
«Il servizio per Vogue va bene?»
Annuisco.
«Certo»
La moda continua a piacermi, come sempre.
Riesco a divertirmi quando faccio servizi del genere. Mi sento a mio agio.
«D’accordo» risponde la mia agente «Lo fisso. Ricordati una cosa però: in America, per fortuna, una eventuale carriera da modella non ti danneggerà… Almeno, non come invece accadrebbe in Inghilterra… Ma la tua occasione, adesso, è nel cinema e voglio che tu lo tenga bene a mente»
«Cosa vuol dire?» chiedo.
«Che in Inghilterra chi fa il modello non riesce praticamente mai a sfondare come attore: è come se ti fossi tagliato le gambe da solo in partenza. In America invece non ci sono pregiudizi del genere. Comunque pensaci… Adesso ogni tua mossa è sotto i riflettori, ricordalo»
Dopo un attimo, aggiunge:
«Ben torna domani, comunque»
Fingo di non averla sentita mentre sfoglio distrattamente un copione e cerco di ignorare lo spasmo improvviso allo stomaco.
Stupide, stupide farfalle.
«Avete un’intervista insieme fra tre giorni» dice ancora Ashanti.
Alzo gli occhi.
«Cancellala»
Mi sembra che lei trattenga un sorriso.
«Molto bene» si limita a rispondere, prima di allontanarsi.
 
*
 
«E adesso perché lo eviti?» geme Luna su skype «Non potete fare così: devi parlargli. Chiarite questa situazione prima che diventi insostenibile e vi faccia allontanare!»
«Io non devo chiarire proprio niente!» sbotto «Lui è scappato! Lui mi ha detto di non chiamarlo. Mi sembra il minimo pretendere che mi contatti lui!»
La mia amica sospira.
«Si vergognerà. Non saprà cosa dirti e quindi, essendo un uomo, cercherà di evitare il confronto. Per questo dovresti chiamarlo tu»
«Ah, quindi io devo fare la parte di entrambi noi? Ci mancherebbe altro!»
«Tu hai paura» mi dice Luna dopo una pausa.
Cavolo.
Certo che ho paura.
Vorrei ben vedere.
«Sì» ammetto a denti stretti «Non credo nelle pause di riflessione»
Luna giocherella con una ciocca di capelli, mentre i suoi occhi azzurri sembrano bucare lo schermo del pc.
«Nemmeno io» commenta alla fine «Ma… Magari mi sbaglio. Ci sbagliamo»
«Oppure no e sta per lasciarmi»
Segue un silenzio pesante, quindi Luna scrolla le spalle.
«A maggior ragione devi chiarire questa situazione. Non puoi stare a logorarti e basta»
«È colpa mia» bisbiglio.
«Cosa? No!»
«Sì invece… Tutta quella titubanza, tutte quelle paranoie di Ben. Le ho sempre sottovalutate. Ho sempre creduto che tutto si fosse sistemato magicamente…»
«Mic!» fa Luna, agitata «Le cose tra voi stanno andando bene…»
«Solo perché non si è più parlato di situazione sentimentale o prospettive future» ribatto «Solo perché il sesso va alla grande e qui è come stare perennemente in vacanza da scuola. Sai… come se fosse sempre estate. Nessuno si fa domande sul futuro o sulla vita, ci si limita a vivere alla giornata. Oggi sei famoso e domani chissà. Oggi ci siamo… e domani magari no»
 
Segue un altro silenzio, ancora più pesante.
Spero con tutte le mie forze che Luna mi dica che mi sbaglio, che sono io a essere paranoica, che oggi vedo tutto nero.
Anche se so che le parole che ho detto sono vere.
È come se lo avessi sempre saputo, temuto…
E ora questo pensiero ha preso forma e si è trasformato nella mia scomoda realtà.
Aspetto e prego che Luna – Luna che ha sempre ragione, che riesce a far sembrare facile anche l’impresa più disperata – mi dica che Ben chiamerà e sarà tutto come prima.
Invece, lei sospira pesantemente e alla fine mormora:
«Mic… chiamalo»


*

Propositi per il nuovo anno:

- non essere in ritardo
- non promettere di non essere in ritardo quando invece lo si è
- combattere contro i mille impedimenti che mi fanno essere perennemente in ritardo

Come vedete, avrò da combattere contro il tempo, in questo 2016! :)
Auguro a voi e a me di avere tanto tempo per voi, per leggere, per amare; di avere persone meravigliose a riempire ogni giornata; di affrontare ogni mattina con il sorriso.
Tantissimi auguri di buon anno in ritardo, a tutti voi!
Joy


 
 
 
 
 
   
 
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