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Autore: Peanuts_e_Chocolate    13/01/2016    1 recensioni
[Spoiler per chi non avesse letto il quarto libro!]
Non me l’ero più sentita di restare, di vedere Lissa che si preoccupava per me, ma nei suoi pensieri ardeva di desiderio per usare il suo potere e quando lo faceva, anche solo per far migliorare la fioritura delle piante sul balcone o per guarire qualche ferita o per piccole cose, la mia testa esplodeva, il mio umore iniziava a variare da triste, ad arrabbiato senza un motivo.
Ma sentire le sue emozioni mi ha fatto riflettere molto, o meglio agire con il mio solito carattere irresponsabile.
E alla fine presi l’unica decisione che avrebbe permesso alle mie emozioni di sfogarsi senza far del male a nessuno e a lei di usare il suo potere. Scappare, di nuovo.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Nuovo personaggio, Rose Hathaway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma.

 “Rose, cara stai bene?” La voce di Mary mi fece risvegliare del tutto.
“Sì, scusa se ci sono stata tanto. Ma la ferita mi dava qualche problema.” Mi disse che, aspettavano solo me e mi sbrigai ad uscire ed asciugarmi.
  “E così mi stanno cercando…” Mi dissi guardandomi allo specchio. Lo sguardo di Dimitri e la preoccupazione di Lissa li avevo ancora impressi nella mente come un marchio a fuoco.
  Avrei voluto correre da loro, se solo avessi saputo dove cercare. Probabilmente erano in una città vicina. 
Ma forse, la cosa migliore era aspettare che fossero loro a trovarmi. Albert, Serena e Dimitri sicuramente immaginavano dove ero e dovevano solo aspettare il momento giusto.
  Mi vestii velocemente e tamponai i capelli dandogli poi un leggero colpo di phon. Li lasciai un po’ umidi e me li pettinai legandoli subito dopo.
Scesi le scale abbastanza velocemente e per poco non mi scontrai con Daniel.
 “Rose!” Disse quasi stupito di vedermi e mi fissò la guancia scoperta dal bendaggio. “Stavo per venire a chiamarti. La cena è pronta.” Mi sorrise. 
Personalmente, dopo quello che era successo mi sentivo un po’ in imbarazzo e dopo era anche sparito e riappariva ora.
  “Capisco.” Finii di scendere gli ultimi gradini e un buon odore di stufato aleggiava nell’aria.
“Rose, dopo vorrei parlarti per quello che è successo oggi.” Mi disse.
Mi voltai a guardarlo notando che aveva un’aria da cane bastonato ma non mi dispiaceva, anzi ero un po’ arrabbiata. Ma forse anche con me stessa.
  “Va bene.” Risposi semplicemente andando a sedermi a tavola, dove Robert mi disse che avevo dei capelli splendidi e ora che li avevo lavati erano ancora più belli. 
Sorrisi ai suoi complimenti e lo ringraziai, dicendo che era merito dei geni dei miei genitori e che era anche l’unica cosa di cui ero fiera di aver preso da loro.
  “Se fossi tua madre penso che starei molto male.” Mi disse Mary mentre si accomodò a tavola.  
“Bhe, alla fine è lei che lo ha voluto. Appena ho avuto l’età per essere mandata in accademia mi ci ha sbattuta dentro e si faceva sentire o vedere raramente. Una volta all’anno o meno. Normalmente per alcune festività o se i moroi che protegge vengono in visita in accademia o cose simili.” Alzai le spalle. 
 “Non vi chiamate? O che so, vi sentite?” Scossi la testa.
“No, solo in rare occasioni e solo ora di recente siamo più.. ehm, in contatto. Ma è così il rapporto che ho con lei. Personalmente provo quasi un legame tra cobra e mangusta.” Daniel ridacchiò al mio paragone e anche Robert ma Mary degno ad entrambi un’occhiata che io reputai minacciosa.
  “Ma non dovresti dire così, secondo me ti vuole bene. Alla fine una madre è sempre una madre.”
Io scossi la testa.
“Janine Hathaway è fatta così, mi vuole bene ma a modo suo..” Conclusi e lei sospirò. 
 “Mi dispiace che hai questo rapporto con tua mamma.” Feci un cenno con la mano.
“A me no. Personalmente mi va bene così, sarà che ci ho fatto l’abitudine.” Il suo sguardo sembrò triste come se la prendesse sul personale.
 “Forse lei prova a dimostrarti affetto a modo suo ma non lo capisci?” Provò Daniel ma lo guardai, forse, male più di quello che avrei dovuto. “L’affetto che lei da è fatto di senso del dovere e serietà. Ma da una parte la ringrazio, ho sempre saputo badare a me stessa senza problemi.”
Continuai a mangiare tranquilla e vidi che Daniel e Mary stavano per protestare ma Robert li fermo.
 “Madre e figlio, siete della stessa pasta. Non saranno i vostri commenti a far cambiare idea a lei o a sua madre.” Disse mettendo in bocca una cucchiaiata di stufato.
 “È come dice lui.” Gli sorrisi ricevendo un occhiolino da parte sua e finimmo il discorso riguardante mia madre e me, iniziando invece a parlare di Daniel e di come da bambino aveva combinato un sacco di danni facendo impazzire la madre. E mi trovai a ridere di buon gusto su alcune battute che Robert faceva al figlio e anche su alcuni racconti imbarazzanti di quando era piccolo. Ad esempio che una volta si era nascosto dentro il cesto della biancheria sporca per giocare a nascondino e ci era rimasto per una giornata intera perché si era addormentato facendo andare nel panico tutti.
 “Eri proprio tremendo da piccolo.” Commentai.
“Da piccolo? Lo è tutt'ora! Altrimenti da brav'uomo si metterebbe a cercare lavoro qui ed aiutare i suoi genitori ormai vecchi!” Disse Robert sgranando gli occhietti vispi come di suo solito e sorridendo.
 “Parla per te Bob! Io vecchia ancora non sono! Tu hai già sessantun anni suonati. Io sono ancora giovane, ho appena cinquant'anni!” Disse ridendo, ricevendo dal figlio e dal marito dei commenti che aumentavano la sua età.
 “Mary, per quanto tu voglia sfuggire alla vecchiaia tingendoti i capelli ti ricordo che ormai manca poco ai cinquantasette!” Scherzò Robert facendola arrabbiare.
“Ma cosa dici? Ci manca ancora quasi un anno! Li ho fatti da poco cinquantasei. Cos’è la memoria inizia a giocare brutti scherzi??” Disse lei agitando una mano e scoppiammo tutti a ridere.
 “Povera Rose, sei finita in una famiglia di pazzi te lo dico io.” Disse Mary e quando smettemmo di ridere io scossi la testa in segno negativo.
“Ma no, anzi. Sono felice di avervi conosciuti e di stare qui con voi. Mi da un senso di famiglia. O almeno penso, visto che non ne ho mai avuta una vera e propria.” Li guardai.
“Sono stata cresciuta dai genitori di Lissa, la mia migliore amica. Mi trattavano come una terza figlia. Ma era ovvio che non ero la loro bambina. Mi facevano regali per il compleanno e per le feste. Ma non c’era mai il legame genitori e figli.” 
Spiegai mentre finimmo di cenare e solo dopo essermi stiracchiata come al solito guardai Mary vedendola che mi fissava e inaspettatamente mi sorrise. 
 “Rose, per me è come se tu fossi quasi una figlia. È poco più di una settimana che sei qui, ma sappi che per me puoi restare qui anche per sempre. Dopo sei figli, una settima e già cresciuta non mi dispiacerebbe affatto. Riempirebbe solo le nostre giornate.” E mi sorrise proprio come una madre fa ad una figlia. 
Il cuore mi iniziò a battere veramente forte a ancora il pensiero che Mary potesse essere mia mamma mi circolò nella mente e pensai che sostituirla a Janine non sarebbe una cattiva idea.
 “Ecco, sono spiazzata.” Dissi in una risata nervosa e lei scoppiò a ridere. “Oh no, non devi affatto. Non volevo, scusami. Solo sappi che se non volessi tornare alla tua vita e ti piacesse restare qui saresti la benvenuta.”
Io annuii, non sapendo cos’altro dire se non ringraziarla di cuore.
Guardai Robert il quale mi sorrise esattamente come lei e anche Daniel. Era seduto per traverso con un braccio sullo schienale e mi fissava con quegli occhi che qualche sera prima, in riva al fiume non avevo saputo spiegarmi ma adesso sì. Probabilmente erano gli occhi di chi avrebbe voluto qualcosa di più. Ma io sapevo ed ero convinta al cento per cento di non potergli dare.
  “Bene, chi vuole il dessert?” Disse  Mary servendo in tavola un piccolo vassoio con sopra torta di mele e al cioccolato.
  “Io!” Disse subito Daniel prendendo una fetta per ogni tipo e ricevendo un rimprovero dalla madre che gli disse di dare la precedenza alle ragazze. 
Provai a rifiutare l’offerta ma Mary insistette e decisi di assaggiare un pezzetto di torta al cioccolato.
  “È veramente buona.” Affermai guardando Mary che stava iniziando a sparecchiare la tavola.
 “Ti piace? Sai l’hanno fatta i pasticceri in paese, proprio come quella che hai mangiato oggi.” Mi spiegò. “È moltissimi anni che sono pasticceri e ormai sono davvero bravi.”
Annuii e una volta finito anche il dolce mi alzai chiedendo se potevo dare una mano ma ovviamente la risposta era sempre la solita, no.
  “Rose, vieni con me?” La voce di Daniel mi raggiunse e ricordai che voleva parlarmi.
Annuii uscendo di casa con lui. 

*



P.s. Oddiooo ma è passata un eternità dall'ultima volta che ho pubblicato! D: 
 Chiedo umilmente perdono a tutti, purtroppo con le vacanze di mezzo non ho avuto più la cognizione del tempo ed ho praticamente sgarrato un sacco di date! DX 
 Cerchdrò di rimediare in settimana pubblicando altri capitoli! :D

 
   
 
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