Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: BlackPearl    14/03/2009    14 recensioni
[...] Durante il tragitto mi impongo di restare calma; keep calm, relax and breathe, non sarà niente di che, una stretta di mano e via. Forza.
< E' nervosa, Pen? Non muoia, quando lo incontrerà, mi raccomando.>
< Mh.>
< Suvvia, non è niente di che. Si tratterà di stargli premuta addosso, sussurrando parole al suo orecchio, seguendolo ovunque per..>
< Jon, la prego. E' già abbastanza difficile così.> [...]

Perchè essere l'interprete di Orlando Bloom non capita tutti i giorni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 3
Curriculum vitae
Capitolo quattro






La conferenza è andata una meraviglia. E anche due giorni prima, quando siamo usciti di nuovo. L'episodio dell'altra volta pare essere solo un ricordo dissoltosi nel nulla. E' tutto perfetto, quando sono con lui. Tranne quando, nonostante tutto, fa le sue solite battute maliziose e divento color aragosta, però per il resto è un tesoro.
C'è sempre più feeling, e se n'è accorto pure Jon. Ma ovviamente lui la butta sul lato personale, e non professionale, cosa che non mi aiuta per niente.
Ma vabbè.
Oggi lo vedo di nuovo, per lavoro però. C'è un incontro con delle fan italiane che hanno vinto un concorso di fanfiction e di conseguenza la possibilità di vedere Orlando e fargli qualche domanda.
L'appuntamento è tra pochi minuti, e come al solito io sono pronta da circa un'ora e mezza e non sono più nella pelle.
Mi affaccio alla finestra ogni sette secondi, respirando profondamente come si fa nello yoga. Mi domando se improvvisare la posizione del loto possa aiutarmi, in qualche modo.
Ma perchè gli uomini non sono mai in anticipo, dannazione?! O almeno, non lo sono quando dovrebbero. Oppure sono io l'anormale, che dovrebbe essere in ritardo. Sì, è questo.
Qualche minuto e molte pippe mentali dopo, suona il citofono.
Oh, Dio santo. Stavo per sclerare.
Scendo le scale a tre alla volta, aggrappata alla ringhiera per evitare di spiattellarmi sul marmo. Okay, forse è meglio darmi un contegno per non arrivare col fiatone, almeno.
Chiudo il portone e mi affretto a diminuire la breve distanza che c'è tra noi. Orlando sorride appena incrocia i miei occhi. Dio, ma esiste uno che sorride così? Che quando sorride lo fa dalla punta dei capelli a quella dei piedi? Che questi sorrisi li conserva tutti per me, visto che non ne ha mai fatti di diversi da quando ci conosciamo?
Nah, secondo me è una visione. Specialmente con quella camicia blu notte. Sì, una visione.
Chiuso il cancelletto, la mia visione personale mi schiocca un bacio sulla guancia, cogliendomi completamente di sorpresa.
Abbasso lo sguardo, in preda al solito rossore, e solo allora noto con la coda dell'occhio un casco rosso fuoco comodamente adagiato tra il fianco e il braccio sinistro di Orlando.
No.
Ti prego, no.
Con un sforzo immane riesco a spostare lo sguardo dal secondo bottone della camicia blu notte che non è propriamente tutt'uno con l'occhiello, e cerco lungo il marciapiede l'auto che di solito mi aspetto di trovare a qualche metro da quì.
Con mio grande orrore, non c'è. Al suo posto c'è una Ducati nera che mi guarda ammiccante.
Oddio.
< Uh, guarda, senza saperlo ho scelto il casco del colore del tuo giubbotto! Che genio> La voce entusiasta di Orlando non lascia dubbi. Ora posso farmi prendere dal panico.
< Ehm, no. Io su quella cosa non ci salgo.> Dichiaro, scuotendo la testa come un'ossessa. Indietreggio un po' alla volta, con la speranza di non trovare nessun sasso malefico nelle vicinanze.
< Come no? Dai, non fare la stupida, vieni> Senza lasciarmi la possibilità di replicare, Orlando si avvicina, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi infila quell'orribile casco che sembra pesare sessanta chili e che a momenti mi incassa la testa nella gabbia toracica.
< No, ORLANDO, non puoi obbligarmi> Ohhh, non riesco manco a parlare!
< Eddai, Penny, non corro!>
< Come no! Se non volevi correre avresti comprato un triciclo, idiota!>
Per tutta risposta lui scoppia a ridere infilandosi il suo, di casco, e mi prende di peso per farmi salire su quel bestione.
Ok. E io esattamente, oltre a terrorizzarmi e ad andare in iperventilazione, cosa dovrei fare, adesso? Stringermi a lui?
Faccio una smorfia - per quanto questo coso consenta - vedendo che si infila il giubbotto anche lui. Con la camicia mezza sbottonata sarebbe stato meglio, uff.
Prima di salire mi sorride e mi sfiora la punta del naso col dito. Percorre la mia figura con lo sguardo e neanche il tempo di chiedermi come mai aggrotta le sopracciglia, che già mi sta chiudendo la lampo del giubbotto.
< Ecco, ora sei perfetta> 
Bene. Sta facendo tutto lui. Meglio così.
< Aggrappati pure, scimmietta> Non me lo faccio dire due volte, e serro la presa quando sento il bestione ringhiare sotto di noi.
Oddio!
< E' il tuo cuore quello che sento?> Mi domanda sorpreso, guardandomi dallo specchietto laterale, una volta percorsi i primi duecento metri.
Ehm, credo di sì, visto che gli sto spalmata addosso. Senza rispondere mi allontano di qualche centimetro, senza mollare la presa, ma in modo che non senta più il martellare incessante del mio cuore sulla schiena.
< No, non ti allontanare. Mi piace>
Stavolta sono io a sbarrare gli occhi per la sorpresa. Lentamente mi avvicino di nuovo a lui, facendo aderire il busto alla sua schiena.
Credo di aver perso l'uso della parola.
A ottocento metri stiamo già correndo come Schumacher. Lo sapevo. Già mi ci vedo schiantata contro un albero o sotto un camion.
Mi trattengo più volte dall'urlare < RALLENTA, NON SEI SULLA PISTA DI MONZA, SCEMO!> e piuttosto chiudo gli occhi, cercando di tornare a respirare a un ritmo accettabile.
Evidentemente il mio terrore è palpabile, o saranno i battiti che non accennano a rallentare, perchè Orlando si affretta a rassicurarmi.
< So quello che faccio, apri gli occhi, non sai che ti perdi!>
Lo so che mi perdo. Mi perdo la vista dell'albero che si avvicina sempre di più pronto a farci sfracellare contro di lui, e non è questa l'ultima immagine che voglio avere nella testa. Per ora ho solo gli occhi di Orlando che mi sorridono rassicuranti, e mi stanno benissimo.
Il signorino non si perde d'animo, testardo com'è, e visto che non ho alcuna intenzione di aprire gli occhi mi prende la mano e la stringe forte.
Un brivido tremendo mi percorre la schiena da cima a fondo. Non mi può fare quest'effetto ogni volta che mi tocca, però. E' ingiusto!
Oh, 'spetta. Se mi ha preso la mano vuol dire che sta guidando con una mano sola! Apro gli occhi di scatto pronta a dirgliene quattro, quando mi accorgo che siamo fermi davanti a un semaforo.
< Oh, finalmente ti sei decisa a degnarmi del tuo sguardo>
< No, veramente ero decisa a picchiarti perchè guidavi con una mano sola, invece eravamo fermi e non me n'ero accorta> Sorrido colpevole, e faccio ben attenzione a non avvicinarmi a lui, altrimenti sentirebbe il mio cuore battere all'impazzata, e non per la moto, stavolta.
Ora per me potremmo star fermi quì in eterno, se la mano resta lì dov'è.
Oppure potrebbe spuntargli una terza mano, no? No, eh?
Quando il semaforo diventa verde, mi libero dalla sua presa di malavoglia, ma decido di accontentarlo. Dopotutto ha azzardato questo gesto per me, per rassicurarmi un po' e farmi godere questo viaggio.
Però non guarderò mai la strada. Mi limito a guardare il suo bel viso dallo specchietto, e ad arrossire quando si accorge che lo sto fissando.
Finalmente arriviamo a destinazione.
Orlando spegne la moto e si toglie il casco. Fa per alzarsi, poi si risiede e si gira a guardarmi.
< Se scendi prima tu è meglio>
Oddio. E come si scende da questo coso?
Mi guardo le gambe in attesa di un'illuminazione, e provo a mettere un piede a terra, ma è troppo alto e sto per staccarmi una gamba.
< Ehm..>
< Non sai scendere?> Orlando trattiene a stento una risata, scuote la testa e mi prende le mani, portandole sulle sue spalle.
< Tieniti quì, metti un piede là, e alza l'altra gamba. Dai, non è difficile> Ride ancora.
< Mannaggia a te, dovevo prendere un taxi.> Provo a fare come mi dice e miracolosamente riesco a scendere, perdendo appena l'equilibrio.
Lui mi imita ma ci mette molto meno di me, e soprattutto molta più eleganza.
Mi aiuta a togliere il casco, e io non vedo l'ora di poter scuotere la testa a destra e sinistra come fanno le ragazze nei film, coi loro capelli lunghi e lisci.
Ah! Ora mi sento bene.
Guardo Orlando e vedo che sorride. Sì, sono scema, lo so.
Lo vedo posare i caschi nell'apposito spazio e chiudere a chiave, tutto sciolto e disinvolto. Poi mi circonda la vita con il braccio.
< Possiamo andare.>

***


< Ok, ascoltami bene. Io entro dentro e comincio a parlare un po' con loro. Tu raggiungimi tra dieci minuti, così hai il tempo di parlare con quello di V-Man.>
< Ok, mamma. Sembri più la mia manager che la mia interprete>
< Beh, in questo momento sei a corto di manager, mi pare. E se mi tratti male presto sarai a corto anche di interprete> Lo canzono, premendogli un dito sulla spalla per farlo allontanare. Siamo un po' troppo vicini.
< No, non sia mai! Mi piaci tanto tanto, e non ho alcuna intenzione di lasciarti scappare> Sussurra a bassa voce, il suo fiato che mi solletica la guancia, insieme alla mano destra che mi sfiora il mento.
Respira, Penny.
Faccio schioccare la lingua e fingo di avere fretta, allontanandomi da lui. Ci trova proprio gusto a provocarmi. Però poi si tira indietro.
Bah.
Pensando a cosa gli passi per la testa, mi dirigo a passo svelto nella sala dove si trovano le ragazze.
Il vento fresco mi scompiglia i capelli, e riesce anche a far sparire un po' di rossore dalle mie guance.
Apro la porta e mi ritrovo davanti sette ragazze che confabulano eccitate tra loro.
Mhmm.. e se la richiudessi e tornassi da Orlando? Maleducata?
Uhm, d'accordo. Lavoriamo.
Chiudo la porta e le saluto cordialmente, in italiano; loro ricambiano gentili.
Sono molto diverse, probabilmente anche di diversa età, ma sembrano davvero legate. Mi ricordano le amiche del liceo.
Mi siedo di fronte a loro e prendo la cartelletta dove ci sono scritti i loro nomi.
< Allora - oddio che strani 'sti nomi - Ce, Sarè, Chiù, Dod, Narja, Andy, Jo, ho detto bene? Ci siete tutte?> Spero di aver pronunciato i nomi correttamente.
Le sette annuiscono convinte. 
< Mica vi chiamate così?> Chiedo, senza pensarci.
< No - risponde una delle sette, probabilmente la più grande - ma tanto che importa? Lui non li ricorderà, i nostri nomi. Quindi è uguale>
E' molto cruda come cosa ma.. beh, più o meno è la verità. E sembra che a loro non interessi più di tanto.
Sorrido. < Orlando arriverà a momenti. Allora, da dove venite?>
Mi raccontano un po' di cose, una alla volta. Ogni tanto si interrompono, dicendosi qualcosa in dialetto. Sono davvero una combriccola di pazze.
Una di loro ha una Canon tra le mani, e da qualche minuto si è alzata e ha cominciato a fotografare, spostandosi a destra e a sinistra, avanti e indietro, come a cercare la posizione perfetta per uno scatto che abbia un senso, un'identità. Scatta rigorosamente senza flash, e a volte impreca a bassa voce perchè non riesce ad impostarla decentemente.
Un'altra scrive. Si è portata dietro un quaderno, e butta giù righe su righe, forse idee per nuove storie.
Le prime due, sedute sullo stesso divanetto, parlano in dialetto, non riesco a capirle. Parlano e ridono a bassa voce, ma di gusto, e a vederle viene da ridere anche a me. Sembrano sorelle, talmente legate tra loro. Come Cip e Ciop.
Le restanti tre si consultano sulle domande da fare a Orlando. Chiedono il parere anche alle altre, specie a Cip e Ciop, poi tornano a parlare tra di loro, passando non so come da Orlando a Jared Leto e ai Cinema Bizarre.
Che ragazze buffe.
Finalmente, dopo undici minuti e qualche secondo, Orlando fa la sua comparsa.
< Sei in ritardo> Lo rimprovero, e lui si scusa con le ragazze. Poi le saluta una ad una, stringendo loro la mano.
La ragazza con la macchina fotografica riprende a scattare, concentrata sulle strette di mano e sulle espressioni di Orlando. 
Di tanto in tanto sorride soddisfatta, dopo aver immortalato qualche momento a lei caro.
Quando tocca a lei, lascia la Canon e, appena incrociato lo sguardo di Orlando, un bellissimo sorriso le increspa le labbra.
Orlando prende posto accanto a me, e il suo profumo mi investe. Lo inspiro a pieni polmoni, schiudendo appena le labbra. Resto a fissarlo per una manciata di secondi, chiedendomi come si fa a essere così belli.
No, ma poi ha quella presenza, quel carisma.. credo che potrei stare quì a scuotere la testa e a cercare di capire come fa per secoli.
< Eh, sì. Fa quest'effetto a tutte. Povera te, io collasserei> Sospira la prima ragazza a destra, stringendo la mano dell'amica.
< Ci sono vicina..> Sussurro disperata. Fortuna che Ob non mi capisce. < Sei di Firenze?> Chiedo alla ragazza.
< Si. Si sente? Cioè, lo senti?>
< E' l'unico dialetto che riconosco. E' lì che sono andata per studiare l'italiano> Le sorrido.
< Ehi, interprete, tu dovresti tradurre, non confabulare con loro!> Mi punzecchia Orlando.
< Non fare l'impiccione, e ricorda cosa ti ho detto prima> Ribatto, al che lui alza le mani in segno di resa e fa segno di cucirsi la bocca.
Comincia quindi la "conferenza" vera e propria. Le ragazze chiedono tutto quello che hanno scritto su quella specie di scaletta preparata, e Orlando risponde a tutte. Non sono domande invadenti, troppo personali, di quelle che ti mettono a disagio. Anzi. Lui è molto più disponibile del solito.
Pare proprio che questo gruppetto di folli gli abbia trasmesso un po' di serenità e allegria.
< E comunque facevi ridere, anzi piangere, con quei baffi alla sergente Garcia, lo sai? Non ti permettere mai più di farteli crescere!> Sbotta una, fingendo di rabbrividire e facendolo ridere di gusto.
Quella che scriveva si porta una mano al cuore, come a controllarlo. Fa respiri profondi e si morde un labbro, sorridendo e vedendo il suo idolo fare lo stesso. Emana gioia e voglia di vivere da ogni singola cellula del suo corpo.
E' strano provare affetto per delle sconosciute. Eppure m'ispirano tante emozioni, diverse e bellissime.
Non sono come le altre fan. Per niente.
Faccio una piccola smorfia, ripensando a quella fan che ci fermò per strada. Inevitabilmente finisco per pensare al resto, e al quasi bacio di fine serata.
La vampata e le farfalle arrivano puntuali, costringendomi a farmi aria con la cartelletta.
Sono talmente fuori di testa che non mi accorgo quando le ragazze cominciano a parlicchiare inglese, avendo notato il mio stato di trance momentanea, finchè Orlando (sempre lui) mi mette una mano dietro la schiena, sfiorando quel poco di pelle scoperta alla base di quest'ultima.
Cerco di restare immobile, e di non rendere noto a tutti che sto tremando come una foglia, scossa dai brividi.
< Ti senti bene? Ti vedo un po'.. non so, smarrita> Domanda la fiorentina, perspicace.
< Mah..> Su, una frase sensata, Pen!
< Marpione fetente, lo fa proprio a bastard inside> Ride l'amica napoletana, poi aggiunge: < Se vuoi che la smetta basta dirlo, che prendiamo un coltello e gli tagliamo le manine. Oltre a qualcos'altro, magari..>
< Per quello ci vuole una motosega, Sarè..>
< Ma poi non è che ricresce?>
< E che è, na lucertola?>
Scoppiamo a ridere tutte e tre insieme, avvampando come pomodori maturi. Orlando ci guarda con gli occhi ridotti a due fessure. Okay, prepariamoci al peggio.
< Che avete detto?>
< Niente> Rispondiamo contemporaneamente. La napoletana cerca di trattenersi dal ridere, ma i piccoli sbuffi la tradiscono, e vi lascio immaginare l'umore dell'Orlando circondato da fanciulle piegate in due dalle risate.
Per vendicarsi, comincia a darmi dei piccoli pizzichi sempre dietro la schiena, allungandosi fin sotto la maglia. Io lo guardo con un'espressione sconvolta, e cerco di trasmettergli mentalmente un messaggio del tipo smettila subito o ti picchio davanti a tutte, ma l'impresa è davvero ardua. Per quanto mi sforzi di fingermi arrabbiata e per niente lusingata dal suo comportamento, non riesco ad allontanarmi, nè a togliergli la mano da lì. Le mani sono serrate attorno alla cartelletta e sembrano non voler mollare la presa.
Dannazione, togli subito quella mano da lì!
< Allora, che avete detto? Guardate che me la prendo se non me lo dite>
< Con chi te la prendi?> Dice una, tra le risate.
< Con me, credo> Rispondo io, senza trattenermi. Gli tiro un piccolo calcio sul piede, avendo ormai decretato la perdita del controllo degli arti superiori, con la speranza che la smetta di torturarmi.
Niente. Testardo come un mulo.
< Okay. Hanno detto che ce l'hai.. beh, enorme.> Mi sento dire, e desidero solo una pala per iniziare a scavare e andare a trovare i miei amici cinesi.
Non oso alzare lo sguardo.
Di colpo è sceso un silenzio assordante, nella stanza.
Mi gratto leggermente la caviglia sinistra col piede destro, aspettando che qualcuno dica qualcosa.
Io, di certo, non parlo più.
Orlando sembra boccheggiare. Apre la bocca senza dire niente, poi la richiude.
< E ma scusa, mica l'ho messo io all'aria in una sauna alle Canarie, cosa ti sconvolgi? (*)> Dice la fiorentina senza pensarci due volte.
< C-che?> Ob arrossisce appena, guardandoci con espressione apparentemente sconvolta.
< Però sei molto più gnocco dal vivo> Aggiunge la "fotografa".
< Sì, vabbè, cambiamo argomento, che è meglio. Dimentica tutto, 'rlà> Dice la più grande, annuendo.
< Qualche altra domanda?> Chiedo io, tanto per dire qualcosa.
< Cosa vi spinge a scrivere di me?> Domanda improvvisamente Orlando, cogliendole di sorpresa. E' l'ultima persona che ci aspettavamo parlasse.
Le vedo che si concentrano per trovare le parole adatte, e passa qualche minuto prima che una di loro prenda la parola.
Lo fa quella seduta al centro, Narja mi pare.
< Ci spingi tu. Perchè tu ci sei. Sempre. Almeno, per quanto mi riguarda, anche se non voglio tu ci sei. 
E ci ho provato più di una volta a dire che erano tutte cazzate e che era una cosa da bambine viziate o cose così, ma mi son resa conto che non è affatto così. E non si può evitarlo, io non ci riesco almeno. Non ancora.>
Le altre concordano, annuiscono aggiungendo qualcosa. Io traduco, sempre più piena di ammirazione nei loro confronti.
< Scrivere mi allontana dalla realtà,
quindi quando questa non è poi così bella mi rifugio nel mio... Neverland, sì, chiamiamolo così. E poi, essendo cresciuta da sola, avevo bisogno che ci fosse qualcuno, accanto a me, seppur solo nella mia mente. In un certo senso, Orlando, è come se tu fossi il fratello maggiore che non ho mai avuto.> Dice Dod, e subito dopo attacca Chiù, stringendo la Canon tra le mani.
< E' un modo come un altro per dimostrarti stima e affetto, per sentirti più vicino. Per farti sembrare, per assurdo.. più reale.>
< E'.. wow. E' strano essere così per tanta gente che nemmeno conosci. Sbalorditivo.> Sorride appena.
 Loro lo imitano, comunicandogli con ogni cellula del corpo il bene che gli vogliono.
Lo sguardo mi si posa sull'orologio, casualmente. Manca poco, tra un po' devono andar via.
< E' stato davvero bello parlare con voi> Dice Orlando, seguendo il mio sguardo.
< Volete chiedergli qualcos'altro, prima di andare?> Chiedo.
< Mi sposeresti?> Dice la Chiù con occhi sognanti, per poi scoppiare a ridere insieme alle altre.
< Per il momento sono un po' impegnato.. sapete com'è..> Farfuglia Ob.
< E' lei la tua ragazza?> Chiedono due ragazze insieme indicandomi, e io arrossisco scuotendo la testa. Quasi ossessivamente.
Anche se non è male l'idea.
Orlando mi guarda e non riesco a decifrare la sua espressione.
< No, non è lei.>
< Sta ancora con Mutanda?> Mi chiede la napoletana assumendo un'espressione scocciata, e io le rispondo affermativamente dopo aver riso per il soprannome.
< Su, avete altri cinque minuti. Domande?> Cerco di ripristinare l'ordine.
Una delle quattro sedute al centro si avvicina e parla piano: < Ti chiediamo solo una cosa. Vivi, Orlando. Non limitarti a esistere. E
non vivere per delle persone. Che siamo noi, che sia Miranda o chissà chi. Vivi per te, solo per te.>
Orlando sembra piuttosto sorpreso. Ed è comprensibile. Nessuno si aspetta frasi del genere da persone che non ti conoscono. Anche se in effetti sembrano conoscerlo, da come parlano, e da quanto gli vogliono bene.
< Ah, Orlà, vai piano in moto, per cortesia. Chè non vogliamo portare fiori a un lato di una strada.>
Traducendo queste parole gli lancio un'occhiataccia, facendogli capire che concordo in pieno.
< Ma mica corro> Ribatte alzando le spalle.
< Ah, no eh. Per niente. Vedremo dopo>
Al solo pensiero del "dopo" mi si torce lo stomaco.
Decido di alzarmi, per cambiare posizione e allontanarmi un attimo da lui. Faccio un passo verso la porta e anche le ragazze si alzano, mettendosi accanto a Ob. Lui si stira la camicia con le mani e si stiracchia, prima di imitarci.
Ora è tipo accerchiato dalle ragazze.
< Uh, al mio tre lo abbracciamo> Dice una a bassa voce. Dopo mezzo secondo comincia a contare.
< Uno..>
Orlando mi guarda aspettando che traduca. Io mi tappo il naso con pollice e indice per non ridere.
< Due..>
Ora sembra intuire qualcosa, e si allontana di qualche centimetro dalle sette piccole folli, ma loro stringono il cerchio, e al tanto temuto < Tre!> lo stritolano in un abbraccio.
Lui lancia un < Oh!> di sorpresa, che viene subito sovrastato dai gridolini eccitati delle fanciulle.
Io resto in disparte a godermi la scena. Dopo qualche minuto riesce a scrollarsele di dosso.
< Ehi, donne, non mi tentate, chè sono molto sensibile a certe manifestazioni d'affetto> Dice guardandomi.
Io gli lancio un'occhiata maligna stringendo gli occhi, e lui risponde schioccando un bacio immaginario.
Ah sì?
Io non devo far nulla perchè lui è sensibile, però lui può provocarmi? Bene.
Ti faccio vedere io le manifestazioni di affetto dove vanno a finire adesso.
Le ragazze si congedano salutando Orlando, e io le seguo senza aspettarlo. Mi avvio verso la porta dell'edificio e saluto il portiere. Orlando mi raggiunge quasi correndo.
< Ehi, dove vai?> Mi prende per il braccio.
< A casa, dove vuoi che vada?> Continuo a camminare sperando che molli la presa, cosa che fa, e mi avvio verso la moto.
Metto il casco e lo lascio salire per primo, poi provo a salire senza aggrapparmi a lui, e per poco non mi schianto per terra.
Okay. Ora il problema è, dove mi mantengo? Uhm. Ora provo a posare le braccia sulle gambe e a restare in equilibrio. Sì, dai, posso farcela. Quanta gente lo fa.
Appena mette in moto mi sento sballottata in avanti, e urto la sua schiena. Mi ritraggo subito.
Porto le mani dietro, e mi aggrappo a quella specie di sporgenza, come d'altronde fanno tutti.
Benissimo. Ce la faccio.
< Guarda che ora c'è una curva, e non so se riesci a mantenere l'equilibrio. Aggrappati a me>
Lo fulmino con lo sguardo e mi dico che male che vada cado giù e mi rompo una gamba. Ma almeno non avrà vinto lui.
L'ho già detto che sono infantile, vero?
Passiamo la curva senza problemi rilevanti, a parte il fatto che quando scenderò avrò dolori dappertutto visto che sto contraendo i muscoli in una maniera pazzesca per mantenermi dritta.
Ma vabbè.
In poco tempo arriviamo a casa mia. Il sole sta tramontando.
Scendo dalla bestia senza mantenermi, mi tolgo il casco e glielo do. Lui fa lo stesso col suo.
< Ahm.. ci vediamo lunedì, giusto?> Dico, per farla breve.
< Che hai, vai di fretta?>
< No.. cioè sì!> Blatero senza riuscire a guardarlo negli occhi. Lui si avvicina e mi alza il viso.
< Sei arrabbiata, vero? Con me?>
< No.>
< Sì, con me. Che ho fatto? Guardami Penny.> Controvoglia mi costringo a obbedire, e mi perdo in quegli occhi, sentendo un brivido che mi percorre la schiena da cima a fondo.
< Niente. Non hai fatto niente>
< Bugiarda. E' per quello che ho detto prima, eh? Te l'ho letto negli occhi che ti ha dato fastidio>
< Sì, mi ha dato fastidio. Ma non voglio stare quì a discutere, davvero, lasciamo perdere tutto.. e molla la presa, per favore.> Cerco di togliere la sua mano dal mio mento ma non ci riesco. Ma non capisce proprio?
< Aspetta, voglio salutarti> Mi si avvicina pericolosamente. No, eh. Non ti azzardare a baciarmi che... oh. Mi ha dato un bacio sulla guancia.
Mhmm.. bel bacio. Di quelli che c'è il rumore dello schiocco, che non baciano solo l'aria attorno alle tue guance.
Io mi sciolgo.
Al diavolo la testardaggine e l'orgoglio.
< Sai, pensavo che lunedì, dopo la partecipazione a quel programma televisivo potremmo andare a fare shopping, che dici? Magari trovi un bel vestito per la premiere>
Ah, già. La premiere.
Sabato prossimo c'è questa benedetta premiere del suo ultimo film, e io dovrò presentarmi tipo sul tappeto rosso con lui. Non so ancora i dettagli.
Solo a pensarci il mio cuore fa le capriole.
In verità ogni volta che penso a Orlando il mio cuore fa le capriole.
Non sarà che per caso mi sono presa una cotta per lui?

continua...

~°~°~°~°~°~



Fa abbastanza schifo questo capitolo. Me ne rendo conto e imploro perdono.
Ora pregate per me che non ho la benchè minima idea di come impostare il prossimo capitolo. Le parole sono più o meno in testa, ma non vogliono uscire. Conto di farcela, prima o poi. Lo faccio solo per voi (L)
Il pezzo con le sette ragazze è ovviamente dedicato a loro. Tutto per voi, tesori miei. <3 Spero che si possa avverare, un giorno. Magari non in questo modo, ma avete capito cosa intendo.
Come al solito, grazie a tutte (e anche a tutti, se per caso c'è qualche maschietto ma ne dubito) per il sostegno immancabile.
(*)
Orlando non ha messo niente in mostra alle Canarie (oltre al culetto perfetto), siamo noi che abbiamo una fervida immaginazione. xD
Un grazie speciale a chi ha recensito:

  • Kiki: Addirittura ti risollevo la serata? Che bello xD Mutanda la farei volentieri fuori ma non si può, no, no. Felice che ti piaccia questa ficci! Un bacione :*
  • Ramona37: Grazie *____* Sono commosha ç.ç Spero che anche questo ti sia piaciuto! Baci! 
  • Princesseelisil: Certo che mi piacciono i tuoi vaneggiamenti. E sono felice che tu sia felice! E se il risultato è diarrea verbale, chissene. L'importante è che sei felice xD Bon, sei davvero un'acuta osservatrice. Sì, Pen è come noi. L'ho voluta fare così apposta. Tutti i miei personaggi sono e saranno così. E sì, Orlando non sa bene che vuole da Miranda, ma.. no, sto zitta. xD Poi vedrai xD Un abbraccione!
  • Kelsey: Adoro le tue recensioni *-* Mi sento gratificata *-* Ed ecco il quarto capitolo. Niente di che, stavolta. Spero di non averti annoiato! Un bacione!
  • LadyElizabeth: Ma Pen non può zompargli addosso, altrimenti fa la fine della precedente interprete. E Miranda purtroppo c'è, e ci sarà. Non ti dico fino a quando altrimenti ti dico tutto xD Genio? Nuuu, via.. esagerata! Grazie tante tante tante dei complimenti tesoro *-* A presto, un bacio grande! 
  • Chiù: Eccoti qua, finalmente! Ti è piaciuto il capitolo? Se fa schifo dimmelo, senza problemi eh xD Sì, lei è fortunata sul serio. Ma sul serio eh. E chissene se gli ha solo sfiorato le labbra. Già è una cosa davvero da rimanerci secchi °ç° Sono contenta che la storia ti intrighi *-* Vedrai, vedrai.. la mia mente malefica già sta progettando il tutto.. (macchè, so solo la fine) prega per me, magari mi presti un po' di ispirazione. Ti voglio bene tesorina *__*
  • Doddy: No, il naso alla Pinocchio me lo risparmierei volentieri, grazie.. e non mettere in mezzo il buon esempio, via! Sei perfida! Mica posso mettermi a dire "eh, quanto son brava" quando non è vero? O_o Anche io ti amo tessssora! E grazie, grazie, grazie che continui a sostenermi! E indovina chi è quella che scrive come una dannata idee per nuove storie? XD Ma brava! xDxD Ti voglio bene, un bacio!
  • Flow: Sì che mi commuovo. Non credo sia sto granchè la storia, perciò resto sbalordita a ogni recensione. E mi commuovo. Il Super Mal Di Pancia ha assalito diverse volte anche me. Dannati crampi. Poi non vuoi picchiare Orlando che ti ha fatto venire i crampi e poi sul più bello si ritira pure? Bah. Questa donna ha un autocontrollo spaventoso, effettivamente. Anyway, Miranda è una scema (nella fic però. Nella realtà non saprei) e vorrei farla fuori volentieri ma mi serve nella storia. Ehhh. E comunque sei brava nel cantare le lodi. Lo fai inconsciamente ma lo fai. Mi piacciono tanto le tue recensioni! Oh, come sono prolissa.. ok, torno a scrivere va. Se mi viene qualche idea. Un abbraccio, a presto!
  • Moglie: Anch'io ti voglio bene e anche tu mi manchi. E gli spoiler non te li do, perchè non ce n'è nessuno ç__ç Prega per me. Bacio!
  • Amarantab: Mannù, non sei una capra, dai! xD Aaahh *__* Ogni volta che leggo la tua recensione mi elettrizzo, è troppo troppo carica di complimenti *-* Non finirò mai di ringraziarvi! Bellina lei, marò. Spero che anche questo ti sia piaciuto, sorella xD E.. grazie di che? O_o Bacio!

A presto,

Sara.
   
 
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