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Autore: Ashbear    14/03/2009    1 recensioni
Quando cadiamo, chi c'è a prenderci, nel buio? Rinoa perde la vista e Squall impara a vedere cosa dentro il 'suo' stesso cuore ... non possiamo credere negli altri, quando non crediamo in noi stessi.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CASTLES IN THE SKY
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo 11: Sera ~

Il movimento ritmico del treno del mattino sembrava quello gentile delle onde dell'oceano sulla spiaggia. Una tale pace e tranquillità si trova raramente nei prodotti dell'uomo, ma il treno sembrava magico. Tutti sapevano che non era davvero dovuto al mezzo di trasporto, ma alle persone che trasportava.

"Squall," disse Rinoa, allungando una mano per rassicurarlo che la sua presenza era reale. Cercando di afferrargli una spalla, sbagliò mira e la mano si posò sulla sua gamba. Per un secondo, nessuno dei due parlò. In qualche modo, entrambi temevano, nello stesso momento, che la sensazione potesse finire... Voleva togliere la mano, ma in quel momento le sembrava che qualcuno avesse messo della colla forte sul suo palmo. Decise di lasciarla lì, con la speranza di non attirare l'attenzione sul suo piccolo errore di calcolo. Quand'è che la sua gamba è diventata così muscolosa? Quand'è che ho davvero potuto toccargli le gambe così? Lo guardò, "non crederai mai a chi mi ha fatto cambiare idea." Nessuno osò parlare. "Mio padre."

"Il colonnello Caraway?" chiese Zell.

"Sì, mi ha fatto realizzare che ho amici davvero meravigliosi. Persone di cui posso... imparare a fidarmi ancora. Persone che non mi tratteranno in modo diverso."

*~*~*~*~*

Il resto del viaggio in treno non vide particolari eventi. Solo un gran ricordare i tempi passati, parlare del balletto, e ovviamente i sempreverdi 'scherzi-su-Irvine-in-calzamaglia'. In qualche modo, la conversazione rimase sempre spensierata e nessuno si avventurò in territori inesplorati. Squall e Rinoa rimasero seduti l'uno accanto all'altra per tutto il viaggio, senza avvicinarsi nè distanziarsi. Alla fine lei tolse la mano, e Squall sentì d'aver perso una piccola parte di sé quando avvenne.

Quando il treno arrivò alla stazione di Balamb, il gruppo decise di noleggiare un'auto per tornare al Garden. Nessuno aveva voglia di combattere mostri; volevano protrarre la loro mini-vacanza il più a lungo possibile. Squall guidava, seduta accanto a lui c'era Rinoa, e poi Quistis. Sul sedile posteriore, Selphie sedeva tra Irvine e Zell facendo l'arbitro... e Angelo era senza alcun dubbio il giudice di linea. Se uno degli uomini invadeva lo spazio del cane, veniva velocemente dissuaso dal farlo. L'insegnante trovava molto divertente la nuova cagnetta da guardia.

A metà strada scoppiò un litigio tra Irvine e Zell, su chi tra i due fosse più 'maschio'. La conversazione terminò bruscamente quando Squall frenò di colpo, accostò, e Quistis cacciò letteralmente i due uomini fuori dalla macchina.

"Ma... Squall," pregò l'esperto d'arti marziali.

"Niente ma. Vi farà bene passare un po' di tempo insieme."

"Sì," borbottò Irvine. "Me ne ricorderò alla prossima Giornata del Comandante."

Quistis guardò fuori dal finestrino con occhi vacui. "Irvine, non esiste una Giornata del Comandante."

"Beh sì, ma Zell e io volevamo proporla come festa nazionale. Ora supporteremo la Giornata Nazionale dell'Abyss Worm per onorarlo. Così, se il verme vede la sua ombra, sono altre sei settimane di Squall."

"Come sono offeso," replicò sarcasticamente il comandante. Subito dopo averlo detto, diede gas e ripartì.

"Non cambieranno mai, vero?" rise di nuovo Rinoa. Era così meraviglioso essere di nuovo parte di tutto quello. Qualsiasi cosa quello fosse.

"No," rispose Quistis, mentre guardava le loro immagini che rimpicciolivano nello specchietto retrovisore a lato del passeggero. "Penseresti che tutti noi avremmo dovuto essere cresciuti un po' negli ultimi due anni."

Squall rimase silenzioso, ma lentamente, insicuro, posò la mano sulla gamba di Rinoa. Più o meno come aveva fatto lei sul treno, anche se il suo gesto era stato del tutto accidentale. Lei voltò la testa verso di lui, ma non disse nulla. La campagna sfrecciava fuori dai finestrini, ma Rinoa non la vedeva. Vedeva solo ciò che era nel suo cuore.

Selphie si appoggiò al finestrino, iniziando a chiudere gli occhi. "Vi ho mai detto che non sono una persona mattiniera? Mi servono tutte le forze solo per uscire dal letto... chi ha deciso di far partire così presto questi treni? Chi è il genio che ha deciso questo orario?"

Scuotendo la testa l'insegnante replicò, "Selphie, le otto non è prestissimo per un treno. Ricordo di aver preso parecchie volte quello delle quattro di mattina... quello davvero ti rovina la giornata."

"Fermo!" gridò Rinoa. Squall si allarmò quasi in preda al panico per il suo tono di voce.

Fermò la macchina, accostando a lato della strada. "Rinoa, cosa c'è?"

"Niente. Io... mi sono sentita all'improvviso un po' claustrofobica." Spinse via la mano di Squall dalla sua gamba nuda, "Quistis, puoi uscire un minuto? Preferirei sedermi dietro... dove c'è più spazio."

"Certo tesoro, un minuto solo." Quistis e Squall si scambiarono uno sguardo di pura confusione. I cambi d'umore della ragazza sembravano quasi violenti. Nonostante questo, l'insegnante non discusse, e aprì la portiera per Rinoa. Eppure Quistis sentiva che c'era qualcosa di più profondo in tutto quello, qualcosa che nessuno di loro vedeva. Demoni che Rinoa combatteva da sola... fino a quando avrebbe permesso ai suoi amici di aiutarla. In quel momento, tutto quello che potevano fare era esserci e basta.

*~*~*~*~*

Tornare al Garden fu un po' meno stressante di quanto Rinoa avesse immaginato. Squall camminava alla sua destra, Quistis alla sua sinistra. Angelo camminava attentamente davanti, controllando gli ostacoli che potevano materializzarsi lungo la strada. Selphie camminava alcuni passi indietro rispetto agli altri, osservando attentamente l'orizzonte in cerca di Ellione... in caso fosse arrivata in anticipo.

Il preside Cid era in piedi di fronte alla libreria, e fece cenno a Selphie di avvicinarsi a lui. Separandosi dal resto del gruppo, Selphie raggiunse il suo padre adottivo.

"Ellione ha preso il primo treno, ti aspetta nella tua camera," la informò Cid. "Ho avuto l'impressione che il suo arrivo dovesse essere tenuto segreto... almeno per il momento. Ho emesso una carta temporanea per entrare nella sua stanza, spero che per te vada bene."

"Perfetto. Devo solo andare a prendere Quistis e allontanarla da Rinoa e Squall. Penso che quei due saranno costretti a passare un po' di tempo insieme. Mi sento così cattiva, per questo." Selphie non poteva nascondere il sarcasmo nella sua voce.

Guardando oltre le loro spalle, Cid osservò Squall e Quistis che aiutavano la ragazza lungo la strada. "Ha deciso di tornare con voi. Mi fa piacere. Come... come sta?"

"Beh... onestamente, preside, ha i suoi momenti no. Può essere perfettamente deliziosa un minuto, e quello dopo fondamentalmente qualcosa le dà fastidio."

Uno sguardo preoccupato rabbuiò il viso del preside. "Non per i suoi poteri di strega, vero?'"

"No." Esitava a parlare troppo con Cid. "Penso sia personale. Forse la ragione per cui se n'è andata... c'è qualcosa che la fa soffrire. Spero solo che si possa aiutarla."

"Anche io," rispose il preside, sistemandosi gli occhiali sul naso. "Selphie, fai tutto quello che è necessario per risolvere la faccenda. C'è molto di più del singolo individuo in gioco. Potrei perfino spingermi a dire che ci sia il futuro del Garden in ballo."

*~*~*~*~*

Selphie riuscì ad allontanare Quistis, fingendo un'emergenza qualunque con il budget per il Festival. Squall non se la bevve per nulla, ma personalmente era felice che le altre li lasciassero soli.

"Rinoa, posso mostrarti una cosa?"

Lei rise dell'ironia della frase. "Certo Squall... cosa?"

"Seguimi." Lui le prese la mano, intrecciando le dita con quelle di lei. Lei era consapevole del fatto che erano entrati nell'ascensore, e poteva sentire il movimento fluido dei motori.

"Mi stai portando in classe? Sei così avventuroso, Leonhart."

Quando l'ascensore si fermò, la guidò fino a una grande stanza. Lei poteva sentire il suono dei suoi tacchi che picchiavano contro il pavimento di marmo. "Il salone delle feste, Squall? Volevi mostrarmi questo?"

Lui non rispose, la guidò soltanto al balcone. Sentì lo spostamento d'aria causato dalle porte quando lui le aprì, e l'aria umida che si mescolava con il clima interno. Quasi si infuriò. "Cosa puoi mai volere che veda, quassù?"

"Tutto," rispose lui con calma. "Dagli alberi agli uccelli, dal cielo all'orizzonte... tutto."

"Chi sei tu?" Il tono era vagamente irritato.

"Eh?"

"Cos'hai fatto all'uomo che conoscevo un anno fa?"

Voltandole la schiena, lui chiuse gli occhi. Non lo so, pensò tra sé e sé. Tutto quello che sono sempre stato, o che ho sempre voluto essere... non ha più significato nulla dopo che te ne sei andata. Dio, cosa sto dicendo? Così, invece di risponderle, scelse la frase più logica che aveva in testa, la risposta che aveva sempre voluto. "Perché Rinoa, perché te ne sei andata?"

Lei quasi si soffocò con la sua stessa bile. "Perché? Perché io me ne sono andata? Squall, forse non me ne sono andata, forse tu eri già andato via."

"Eh? Come puoi dirlo? Non sono io che ti ho lasciato un messaggio, di punto in bianco!"

Le parole di lei iniziarono a farsi piene di rabbia. "Cosa ero per te un anno fa?"

"Rinoa, eri mia amica... qualcuno di cui mi fidavo."

"Fidavo, strano come tutto torni sempre alla fiducia, vero? Ero una tua buona amica... cosa avrei dovuto fare, aspettare che tu, un giorno, mi riconoscessi come qualcosa di più di una tua buona amica? Per te ero come Irvine, Zell, Quistis o Selphie! L'unica differenza è che hai fatto tre piccoli, patetici tentativi di baciarmi!"

"Patetici? Mi sembra che usi spesso questa parola, quando parli di me. Oh, e a proposito, erano quattro tentativi... non dimenticare il parco, pochi giorni fa."

"Mi piacerebbe dimenticarlo!" urlò lei. Era la cosa più lontana dalla verità, perché quei sentimenti le avevano permesso di andare avanti in quegli ultimi giorni. Diavolo, quei sentimenti l'avevano portata al Garden. "Che cosa stavo pensando quando ho deciso di tornare qui? Dio, mettimi sul primo treno che va a Timber domattina. Ecco esattamente perché non dovrei ascoltare Caraway, lui e le sue grandiose idee. Dovrei avere imparato, oramai... ma no, siete tutti uguali."

"Chi... chi è uguale?"

"Gli uomini... e il loro essere bugiardi, patetici traditori bastardi!"

"Di cosa diavolo stai parlando?"

"Portami alla mia stanza... adesso."

"Non abbiamo ancora finito qu..."

"Ho detto riportami alla mia stanza adesso." I suoi occhi si appannarono come lui non aveva mai visto prima, in un miscuglio di odio e rabbia. Uno sguardo di cui non l'avrebbe mai creduta capace. Qualcosa l'aveva ferita, qualcosa che forse non sarebbe mai stata in grado di affrontare.

"Chissenefrega, principessa." La afferrò per il polso, senza stringere troppo, ma nemmeno con gentilezza. La guidò nuovamente lungo il corridoio mentre altri osservavano il comportamento del comandante. Alla fine, aprì una stanza per gli ospiti, mentre lei cercava di entrare guidandosi con le mani.

"Non chiamarmi mai, mai principessa." Senza dirgli altro, gli chiuse la porta in faccia.

*~*~*~*~*

Le due donne erano tornate nella stanza di Selphie, e avevano spiegato la situazione ad Ellione. Quistis fece attenzione a non menzionare il fatto che sapeva già come sarebbe andata a finire. Aveva deciso di dare ad Ellione solo la data precisa dell'incidente, e lasciare che le sue abilità facessero il resto.

Selphie andò a controllare i due, e fu sorpresa nel vederli separati. Rinoa disse che era stata sveglia tutta la notte, e che l'unica cosa a cui pensava era un pisolino. Squall non aprì nemmeno, ma anche lui disse di non aver dormito la notte precedente con la poetica espressione "Selphie, sto dormendo... dì a tutti di starmi dannatamente lontano."

Le tre ragazze videro l'occasione perfetta per mandare Squall nel passato. C'era qualcosa sotto, qualcosa di profondo... tutti se ne rendevano conto. E tutti volevano un risultato migliore di quello dell'anno precedente.

*~*~*~*~*

Luce, c'era così tanta luce.

Chi è che può dormire di giorno? Squall continuava a rigirarsi nel letto, ma sfortunatamente quasi tutti i suoi pensieri tornavano a un soggetto, Rinoa. La ragazza che aveva cercato così duramente di dimenticare era a un solo corridoio di distanza. Perché? Perché è tornata? E' stato per me, o solo per amicizia, come abbiamo promesso ieri sera? Perché si comporta così, e perché disprezza gli uomini così all'improvviso... patetici, traditori, bastardi... non sembrano proprio parole sue.

Era troppo complesso perché lui ci capisse qualcosa. Come può dire questo degli uomini? Ha mai provato a capire le donne? Rise quasi tra sé e sé. Tutto quello che sapeva era che lei era lì, era una seconda possibilità per entrambi. La rabbia era solo temporanea; si sarebbe calmata.

Mentre chiudeva gli occhi per cercare di dormire, un dolore acuto lo colpì alla base del collo. Conosceva questo dolore; lo conosceva bene. Ellione? Dannazione, Ellione? Il dolore risalì la sua spina dorsale fino alla tempia. Era insopportabile, come era sempre stato. Cercò di aprire gli occhi e si trovò solo circondato da un'oscurità surreale. Il dolore si attenuò, e allora provò ad aprire ancora gli occhi.

Una festa? Perché sono a una festa? C'era un salotto decorato con cuori e cupidi, e il profumo fragrante delle rose riempiva l'aria.

Un uomo dai capelli scuri era in piedi a un lato della stanza, con due uomini biondi. Bevve un sorso del suo... Squall capiva che si trattava sicuramente di qualcosa di forte. Il comandante guardò, come un fantasma, i tre uomini che osservavano quasi ogni donna presente alla festa. Alla fine il ragazzo coi capelli scuri disse, "ha detto che sarebbe venuta. Non penso che la principessina mentirebbe. Non darebbe un bidone ai suoi cari amici dell'alta società," disse, con durezza.

"Mike," intervenne uno degli altri. "Pensi davvero che sia il caso di farlo? È la figlia di Caraway, e io penso che sia abbastanza simpatica. Non puoi trovarti qualcun'altra, per stasera?"

"Senti," replicò Mike, "È festa, e odio pensarla tutta sola. In più, è quella che vale di più nelle scommesse... cinquanta punti. Voi dovreste farvi tre ragazze per quel punteggio. Sin da quando è tornata, beh, non è più stata la stessa. Sembra che passare un po' di tempo con i SeeD l'abbia fatta diventare... beh, dannatamente noiosa. Non ha mai sorriso, voglio solo fare passare una 'bella' serata. Quindi consideratelo un servizio alla comunità."

"Mike, lo so. Ho sentito che il suo ex-ragazzo era davvero un idiota. L'ha tradita, buttandola via dopo aver avuto quello che voleva. Penso che ci tenesse davvero a quel ragazzo. Non voglio che venga ferita di nuovo."

Seifer? Il comandante cercò disperatamente di ricordare. Pensavo che non avessero mai...

"So che è stata ferita. Ecco perché devo provarci stasera. Personalmente non potrebbe fregarmene di meno della puttanella, ma se mi gioco bene le mie carte, potrebbe essere una grandiosa mossa politica, per me. Se mai volessi aver successo nell'Esercito di Galdabia, avrei bisogno del supporto di qualcuno importante come Caraway. Quindi, stasera la sua amata figliola sarà mia. Vedete, anche io posso recitare benissimo se serve. Stasera vincerò un premio per il mio spettacolo." Mike ridacchiò , "sì, la principessa è la strada per il potere."

Squall cercò di capire di cosa stessero parlando questi uomini. E' stato Seifer a tradirla, o c'era davvero qualcun altro come diceva nella lettera? Davvero voleva bene a un altro? Chi avrebbe potuto tradire una persona fiduciosa, bellissima come Rinoa?

Il pensiero gli diede la nausea. Poi realizzò, perché sono qui? Ellione voleva che vedessi questi tre viziati immaturi che parlavano di Rinoa come di un mostro da sconfiggere? Rinoa non si sarebbe innamorata di un idiota simile, no? Mai. Non avrebbe mai... Qualcosa scattò dentro di lui... principessa, l'ho chiamata 'principessa' oggi, Rinoa ha dato di matto. Questo Mike... continuava a chiamarla così.

Poteva a malapena reggersi in piedi; lo stordimento gli annebbiava tutti i sensi.

La cosa successiva che vide Squall fu Rinoa che stava da sola su un balcone. Guardava le luci chiare di Deling City. Si comportava come se avesse ancora la vista. Teneva una rosa nella mano destra, e fece scorrere i petali tra le dita. Dopo un momento, disse piano qualcosa e gettò il fiore in un laghetto sottostante. Guardò la rosa mentre cadeva gentilmente, causando piccole increspature che spezzavano l'immobilità dell'acqua. Squall osservò mentre un uomo usciva sul balcone. Era Mike. Squall desiderò poter allungare le mani e strozzarlo, Rinoa vedrà dritto dentro questo tizio, Dio, Rin devi farlo.

"Oh, scusa, non pensavo ci fosse qualcuno qui fuori," disse Mike, con voce piena di timidezza.

Rinoa si voltò verso di lui. Era alto e attraente, se si amava il genere, ma lei amava un solo genere d'uomo. I suoi occhi azzurro-verdi catturarono la sua attenzione. Le ricordavano qualcun altro, in un'altra notte. Alla fine scosse la testa liberandola dal ricordo, e rispose, "oh, va tutto ben.- Stavo per rientrare."

Mike si avvicinò alla ringhiera, sorridendole sinceramente. "Ti prego, non farlo. Sarei davvero solo senza di te. Non potevo sopportare di stare da solo in una notte bella come stasera; sembri una principessa sotto la luna."

"Non ti piacerebbe essere da solo," ridacchiò Rinoa. "Credo sia una cosa che non ho mai pensato di poter sentire da un uomo."

"Eh? Come potrebbe una persona voler stare lontana da qualcuno così... beh... uhm, sbalorditivo come te? Non avrei dovuto dirlo." Si voltò per andarsene. "Credo che tornerò dentro, adesso."

"No, aspetta," disse Rinoa, afferrandolo per un braccio. "Rimani. Non voglio stare da sola in una notte così nemmeno io, e nemmeno nei miei sogni più sfrenati... sono una principessa."

Squall era incazzato. Si trovava a volerle gridare contro, anche se sapeva che non sarebbe servito. Pregava che lei riuscisse a vedere attraverso quel tipo, anche se il dolore nella sua voce gli rendeva chiaro di chi stesse parlando... lui. Le aveva sempre detto di voler restare da solo. Perché Rinoa non avrebbe dovuto volersi sentire dire qualcosa di diverso?

A malincuore, il comandante tornò a osservare la scena.

"...e così sono entrato nell'esercito a quindici anni. I miei genitori morirono in un incidente d'auto, e fino a dieci anni fui cresciuto da uno zio," disse Mike a Rinoa, mostrando comprensione.

"Anche io ho perso mia madre a cinque anni, in un incidente. Mio padre non è più stato lo stesso da allora. Caraway si è allontanato da tutto ciò che gli ricordava lei."

"Rinoa, non penso che lo facesse di proposito. A volte le persone hanno solo paura di perdere qualcuno che amano. Reagiscono tutti in maniera diversa. Per molto tempo sono stato un lupo solitario. Poi ho realizzato... avevo l'intera vita davanti a me. Dovevo correre dei rischi."

"Cos'è la vita senza rischi," echeggiò lei.

"Giusto, che divertimento c'è a vedere la vita stando in disparte? Ero giovane e immaturo, allora. Dovevo crescere, e non mi sono guardato indietro per vedere chi ero."

Nella sua mente, Rinoa stava sentendo tutto ciò che aveva sempre voluto. Non era dalla persona che avrebbe voluto, ma questo ragazzo era qui e, prima che se ne rendesse conto, si stavano baciando sul balcone. Nella sua mente, non era con Mike... era con Squall. Ogni tocco sul suo corpo, ogni sensazione... era solo Squall. Poi qualcosa scattò dentro di lei. Se Squall mi ha fatto questo, perché diavolo non dovrei poterlo fare anche io? Non stiamo più insieme, ha continuato la sua vita entrando nel letto di un'altra, perché io no?

Questo stava per farlo vomitare. Guardare la persona che amava più del mondo intero mentre veniva presa da questo tizio. Chiuse gli occhi e pregò silenziosamente Ellione di riportarlo indietro. Poi le grida di Mike si fecero più convulse, non erano più silenziosi, ma grida con tutti i crismi. Di certo questo non era d'aiuto per nulla, in quel momento.

Sfortunatamente, quando aprì gli occhi, la sua vita venne segnata per sempre.

Era una camera da letto. C'era rumore al piano di sotto, le vibrazioni dei bassi scuotevano le mura. Tutto nella stanza era buio, tranne il letto. Lì c'erano Rinoa e Mike nudi, che si baciavano. Come? Come cazzo è successo tutto questo? Poteva vedere Rinoa mentre Mike si stendeva sopra di lei, stava piangendo. Di sicuro non aveva pensato a questo. L'immagine lo fece infuriare così tanto che Squall gridò il suo nome più forte che poteva.

Rinoa scattò, "Squall?"

Mike la guardò, "non mi importa come mi chiami."

Rinoa fissò Mike e lo spinse via da sé più veloce che poteva. "Non posso... non posso farlo." Le lacrime le correvano sul viso. Saltò giù dal letto, cercando febbrilmente di raccogliere le sue cose. Squall fissò solo Mike. Lo odiava, e non importava cosa fosse successo nella sua vita, Squall Leonhart non aveva mai provato odio, fino a quel momento.

Un momento, Rinoa mi ha sentito? Ha detto il mio nome quando ho gridato. Davvero poteva sentirmi?

*~*~*~*~*

La scena divenne nera, e la cosa successiva che Squall vide fu Rinoa che entrava in macchina. Mike stava correndo fuori dalla festa, insultandola. Notò le sue lacrime disperate, e ognuna lo faceva morire un po' di più. Lei mise in moto, senza guardare la folla che si era radunata fuori dalla casa.

Rinoa uscì dal vialetto d'ingresso con una forza tale da far piovere la ghiaia come grandine. Squall poteva sentire lo stereo della macchina; era ad alto volume e la canzone rifletteva il suo stato d'animo. La musica la irritava, quindi allungò una mano ad abbassare la radio. D'improvviso, gridò, "mi dispiace, cazzo!" Non a qualcuno in particolare, ma al vento, a se stessa. Si sentiva così sporca e piena di vergogna, in quel momento, ma più di tutto... ferita. Ci fu un altro lento alla radio. Lei voleva solo silenzio... voleva il nulla che sentiva nell'anima. Rinoa si allungò a spegnere la radio e quando alzò lo sguardo...

Vide il buio.

Sentì il rumore delle lamiere che si accartocciavano.

E, per un momento, accettò l'inevitabile.

Squall guardò da spettatore, desiderando di non essere lì; quel momento era troppo da sopportare per chiunque. Si sentì nauseato, e desiderò morire con lei. Tenendola a sé, senza lasciarla andare. Il pensiero dell'incidente era stato troppo fin da subito. Ora, vedere i rottami era un calvario.

Il sangue, notò soprattutto il sangue. Il sangue non lo aveva mai infastidito, in battaglia... ora gli prosciugava la vita. Con ogni goccia che cadeva a terra, sentiva di perdere una parte di sé. Chiuse gli occhi, e sperò che l'oscurità di fronte a lui finisse.

*~*~*~*~*

Ospedale? Era in un ospedale. Anche se, a differenza delle altre volte, poteva sentire i pensieri di Rinoa. Perché? Perché ora?

Le luci sono così intense.

Cercò di ricordare esattamente cosa stava succedendo; voci, tante voci. Poteva sentire il movimento del veicolo in ogni respiro. Perché era così difficile respirare? La stavano toccando, infilando aghi in Dio sa cosa. Poteva sentire la pressione, ma non registrava il dolore.

Fuori, ora era fuori, nell'aria fredda della notte, trasportata in un edificio. Sembrava che stessero urlando, allarmati. Chi erano loro? Ora si fermò bruscamente. Le stavano ancora mettendo cose addosso; voleva solo che la smettessero.

Femmina di circa vent'anni... incidente automobilistico, trauma cranico ed emorragia interna, gridò una voce femminile.

Ecco... ricordo parti dell'incidente. Il camion non mi ha vista... l'autista, sta bene l'autista? Rinoa aprì gli occhi, guardando il soffitto. Era ricoperto di piastrelle bianche, e illuminato da luci intense e incassate quasi come a formare un disegno.

Cercò di parlare. Nessuna parola uscì, solo la voce nella sua mente.

L'autista, devo sapere se sta bene. Sono così esausta... chiuderò gli occhi per un secondo. Il dolore, se ne andrà il dolore? Poi sentì suonare gli allarmi dei monitor. Smettete di toccarmi! Le sue urla non erano sentite. Un'improvvisa oscurità ebbe la meglio su di lei...

Chiuderò gli occhi per un secondo... solo un secondo, e poi vedrò che sta succedendo.. Le sue palpebre si chiusero, pesanti... prima che qualcosa gliele facesse aprire un'ultima volta. Squall, che cosa ci fai qui?

*****
Nota della traduttrice: al solito, capitolo betato da DefenderX. Alla prossima! -Alessia Heartilly

   
 
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