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Autore: Ziseos    15/01/2016    1 recensioni
Lei era la luce, la speranza, la rinascita.
Lui era l'oscurità, l'ambizione, il potere.
La osservava con attenzione mentre la teneva ferma, tentava di poter trovare in lei quello che stava cercando..ma era davvero così?
Forse cercava solo di riscattarsi, o forse di scappare..qualunque cosa fosse, in quel giorno qualcosa cambiò il destino dell'Universo, e lui lo percepiva più di chiunque altro.
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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7
AWAY

 
Mancavano pochi passi per raggiungere la cima, non poteva darsi per vinto proprio ora. 
Col dorso della mano fasciata, cerco di asciugare i rivoli di sudore che le attraversavano il volto stanco e provato mentre, con un pesante zaino in spalla, continuava ad avanzare piano sulla lunga e ripida scalinata di pietra grezza che conduceva alla cima della montagna che sorgeva sulla piccola isola. 
Passo dopo passo, concentrata solo sul mettere un piede dietro l’altro, raggiunse la meta mentre le gambe le dolevano fortemente per lo sforzo compiuto. 
Posò lo zaino ed il bastone, con il quale si era aiutata nella lunga e difficile scarpinats, a terra in mezzo all’erba che cresceva florida in mezzo alle rocce aguzze. 
Sollevò lo sguardo sistemandosi i capelli scombinati dal vento, e si guardò intorno. 
Attorno a lei, un immensa distesa d’acqua blu circondava le isole che si trovavano sparse per tutto il pianeta, mentre una stella vicina illuminava il cielo di un blu acceso e rifletteva i suoi raggi sull’immenso oceano, mentre una fresca brezza scompigliava i suoi capelli e spazzava al contempo le nuvole. 
Da quando era partita dal suo pianeta era la prima volta che vedeva uno spettacolo come quello… ne aveva solo sentito parlare dai viaggiatori che atterravano alle stazioni a fare rifornimento, e che nelle piccole e malandate taverne di Jakku, incoraggiati da qualche bicchiere in più, raccontavano i posti che avevano visto; aveva passato parte della sua infanzia a sognare come potessero essere quei pianeti, mentre sotto i suoi occhi si profilava solo una sconfinata landa desertica. 
Ora che poteva vederlo con i suoi occhi, era diverso, così grande…così meraviglioso. 
Dei passi alle sue spalle, la costrinsero a distogliersi dai suoi pensieri. 
Una figura poco più alta di lei, avvolta in un pesante mantello scuro si era seduta su un masso poco distante dalla sua posizione e , come lei, era ferma a guardare l’immensa distesa di acque attorno a loro. 
La giovane prese nuovamente sulle spalle il pesante zaino logoro e si riappropriò del suo bastone metallico, avvicinandosi a passo svelto all’uomo seduto poco più avanti. 
Sentendola arrivare lui si girò, fissando i suoi occhi blu su di lei. 
“Siamo vicini, Rey.” 

Quanti mesi erano passati dal giorno che aveva messo piede su quel pianeta? Chi poteva dirlo…il tempo scorreva veloce lì, e ormai aveva perso il conto dei giorni. 
Una ciocca di capelli le scivolò sul viso, mentre era intenta a sistemare il suo bastone ormai rovinato dal tempo e dai colpi..colpi di una spada. 
Passò le dita sopra i tagli profondi che percorrevano tutta la superficie metallica, quasi con un aria nostalgica. 
Continuò a sfregare il legnetto che teneva fra le mani, finchè un sottile fumo cominciò a salire verso il cielo, disperdendosi lentamente nell’aria; prese della pagliuzza secca da un sacchetto di pelle che teneva attaccato alla cintura e lo unì al resto, non appena delle sottili fiammelle cominciarono a lambire il legnetto. 
Aveva appreso molto in quei mesi trascorsi in mezzo a quelle isole disabitate da secoli, ed ora il suo obbiettivo diventava sempre più vicino, o per meglio dire, il LORO obiettivo. 
L’uomo dinanzi a lei era ancora assorto nelle sue contemplazioni ed erano parecchi minuti che rimaneva in silenzio seduto su di un masso, mentre i lunghi capelli argentei venivano lentamente mossi dal vento. 
“Maestro Skywalker.”-disse infine lei alzandosi in piedi e sedendosi di fronte a lui- “Manca molto?” 
L’anziano uomo socchiuse gli occhi respirando profondamente, per poi fissare nuovamente la sua giovane allieva. 
“ Siamo vicini. Riesco a sentirlo più forte… ancora pochi giorni di cammino e riusciremo ad arrivare.” 
Rey sorrise, avvicinando le ginocchia al petto cercando di riscaldarsi; sotto lo sguardo serio e pacato del maestro sapeva quanto entusiasmo nascondesse in quel momento. 
La loro ricerca, soprattutto quella del maestro, cominciata tempo prima era assolutamente una priorità ed un compito che doveva essere portato a termine il prima possibile. 
“Credi che esista davvero? Troveremo qualcosa?”- chiese infine. 
“Non sottovalutare mai il potere della Forza, Rey. Sono sicuro che sia qui, da qualche parte, abbi fiducia.”- rispose sorridendo lui. 
Forse non aveva tutti i torti. 
D’altra parte la Forza l’aveva guidata sin lì, e Luke Skywalker era l’unico che potesse davvero aiutarla ad imparare come controllarla dovutamente. 
Da quando era giunta sul pianeta, aveva acconsentito a prenderla come sua allieva, ad insegnare ciò che era stato insegnato a lui in precedenza. 
Il giorno del loro primo incontro era vivo nella mente di entrambi…quando la giovane aveva raggiunto l’ultimo Jedi, gli aveva subito reso la sua spada laser e lui, sorpreso ed al contempo felice di vederla di nuovo fra le sue mani, non era però sembrato sorpreso di vedere la ragazza che stava di fronte a lui. 
Nonostante in quei mesi si fosse sempre interrogata sul perché lui non era parso sorpreso di vederla, il maestro non aveva mai voluto risponderle in modo esauriente, lasciandola con il dubbio che lui sapesse molto di più rispetto a ciò che voleva far credere. 
Un altro dubbio però, ancora più forte, rimaneva nascosto nel cuore di Rey. 
Erano passati molti mesi anche da quando si era scontrata con il Primo Ordine..con lui. 
Se ci pensava attentamente e se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il vento freddo e la neve ghiacciata della base Starkiller scherzare il viso con insistenza, mentre fiocchi di neve le rimanevano fra i capelli pettinati; ricordava bene come battesse forte il suo cuore mentre correva fra gli alberi spogli che formavano la foresta, la quale circondava la base, e il calore della mano di Finn che stringeva la sua mentre insieme fuggivano dalla stazione in fiamme. 
Ma soprattutto ricordava lui. 
L’uomo che dopo averla rapita, interrogata e cercato di torturare, era arrivato al punto di uccidere il proprio padre, per poi inseguirlo ferito cercando di ingaggiare con lei uno scontro all’ultimo sangue, dalla quale però lei ne era uscita vincitrice. 
Quello che non comprendeva, era il perché anche lui stesse cercando di arrivare al maestro Luke, apparentemente non c’era nulla che li collegasse…inoltre le era sembrato che ci fosse qualcosa di più sotto quella ricerca. 
Più volte aveva domandato a Luke cosa volesse il Primo Ordine da lui, ma l’anziano Jedi aveva sempre risposto in modo vago alla sua domanda, come se nascondesse qualcosa che non volesse svelare ad orecchie altrui. 
Ora che però erano così vicini ad una verità importante, era tempo che anche i suoi dubbi trovassero una risposta concreta, DOVEVA sapere. 
Il fuoco scoppiettava viva vivace mentre illuminava le rocce che circondavano le due figure, mentre all’orizzonte la luce della Stella stava tramontando velocemente. 
“Maestro..”-chiese infine. 
Lui alzò lo sguardo verso di lei. 
“Chi era Kylo Ren?” 


Sfiorò con le dita la cicatrice non ancora guarita che solcava il suo volto. 
Ad ogni tocco piccoli brividi di dolore invadevano il suo corpo e il viso si contraeva in una smorfia di dolore, mentre fasciava con cura le altre ferite in via di guarigione che aveva sulla spalla e sulla gamba. 
Odiava sentirsi così vulnerabile e patetico in quel momento 
Si sentiva morto da quando aveva ricevuto quelle ferite e quando aveva rischiato di perdere la vita sulla base Starkiller tempo prima, ma non per il dolore fisico, quanto piuttosto per quella rabbia e quella vergogna che lo consumavano per essere stato sconfitto e quasi ucciso da una ragazzina, la mercante di rottami di Jakku. 
Se non fosse stato per quel freddo e calcolatore del Generale Hux e della sua unità di Starstrooper, forse sarebbe morto da solo in mezzo alla gelida neve che ricopriva la base, e in seguito all’enorme esplosione della base stessa. 
Aveva ricevuto nuove istruzioni dal Leader supremo, dopo aver fatto un rapporto della sua seconda impresa fallita, e aveva rifiutato di ricevere le cure necessarie alle sue ferite, preferendo sopportare un dolore “purificatore” piuttosto che abbassarsi a ricevere qualcosa di così sciocco come una medicazione. 
Inoltre, non era il suo corpo ad avere maggior bisogno di qualsiasi tipo di medicazione o quant’altro; era il suo spirito infiammato a necessitare di qualcosa che potesse calmarlo definitivamente. 
Una vendetta. 
Solo una vendetta sarebbe riuscita a placare suo animo tormentato e infuocato dalla rabbia e dall’odio ad alimentare il suo desiderio di riscatto. 
E lo avrebbe ottenuto, in qualsiasi modo e con qualunque mezzo possibile. 
Tutt’a un tratto però si palesò nella sua mente un immagine che spesso si era ritrovato a sognare in quei mesi da quando l’aveva vista scappare via da lui, mentre il suo mondo crollava velocemente in un mare di fuoco che tutto distruggeva. 
Si era ritrovato per molto tempo a sognare quei occhi verdi che fissano intensamente i suoi, così forti, determinati e penetranti, che lo portavano a rabbrividire ogni volta che li immaginava; sentiva la sua voce gridare contro di lui, la sognava in diversi modi ogni notte, ma lei era sempre pronta ad ucciderlo. E dopo di lei sognava lui, l’uomo nascosto dal mantello che , a volto coperto, si avvicinava a lui mentre teneva fra le mani una spada laser. 
Lottava contro di lui ogni notte, mentre una voce lontana chiamava con insistenza il suo nome, la voce di una donna che lo invitava a tornare; dopodiché riuscivamo colpirlo, ma a cadere a terra era lui, mentre una macchia cremisi e dall’odore dolciastro si allargava sul suo mantello nero, e tutto diventava buio all’improvviso. 
Si svegliava sempre con il cuore che batteva velocemente, mentre anche il respiro accellerava fino a farlo ansimare, come se l’aria venisse a mancargli. 
Conosceva l’identità dell'uomo contro il quale combatteva, ed era proprio ciò che lo angosciava maggiormente. 
E se lei lo avesse trovato? Se ora lui stesse già pianificando di tornare? 
Guardò fuori dall’oblò che dalla sua cuccetta dava sulla sconfinata vista della galassia che lo circondava. 
Lei era lì fuori..ed anche l’ultimo Jedi si nascondeva in un sistema non molto lontano, lo sapeva, lo avvertiva nella Forza. 
Avrebbe soppresso quella luce che essi rappresentavano, a qualunque costo. 
E questa volta, non sarebbero stati tollerati fallimenti. 
  
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