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Autore: MaraWP    16/01/2016    1 recensioni
Dopo il momentaneo spostamento nel corpo di Zoe e la sconfitta di Lucifero, Xena ritorna al fianco di colei che mai l'aveva abbandonata, Olimpia e ad accompagnarle nel loro viaggio, la giovane fanciulla salvata dalle grinfie della schiavitù, Elice. Le tre ragazze affronteranno assieme innumerevoli pericoli e avventure, sempre legate da un'amicizia indissolubile.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Aphrodite, Ares, Gabrielle, Xena
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Era un pomeriggio d'autunno, non ancora eccessivamente freddo e cupo e le tre amiche, in viaggio dal mattino, si erano fermate qualche istante nel fitto di un bosco di abeti. " Pensi che arriveremo in tempo?" chiese Olimpia. " Non è prudente viaggiare di notte in questi boschi, quindi penso che prima di domani sera non raggiungeremo la città" spiegò Xena. " Guardate che non siete obbligate ad accompagnarmi, insomma la strada la conosco, da piccola la facevo spesso con i miei genitori" rispose Elice. " È meglio se ti accompagnamo, non sappiamo cosa nasconde il bosco" disse la Guerriera accarezzando Argo. " Piuttosto, è meglio se ci riforniamo d'acqua, non so se laggiù troveremo fiumi o ruscelli" continuò. " Dietro quei cespugli c'è un piccolo rigagnolo se ricordo bene, datemi le bisacce, vado a riempirle" così Elice si allontanò per prendere l'acqua. " Farà freddo stanotte... Ma se non sbaglio poco distante da qui c'è, o meglio c'era tempo fa, una capanna in legno. Gli abitanti di questi posti l'avevano costruita in caso non riuscissero a tornare a casa prima del tramonto" spiegò Xena. " Perché mai sarebbero dovuti venire in questi boschi?" chiese Olimpia. " Per la legna. Il legno di questi alberi è molto resistente e solido per fare le capanne. Gli uomini passavano in questi boschi quasi tutto il giorno e a volte anche la notte, ecco perché costruivano quei rifugi" rispose la guerriera indicando gli abeti intorno a lei. Ad un certo punto un urlo spaventato rieccheggiò nel bosco. Le due guerriere si guardarono e dopo aver capito che quella voce era di Elice, accorsero nella direzione in cui la giovane era sparita poco prima. Appena superati i cespugli, trovarono la fanciulla a terra, con gl'occhi fissi su un ombra davanti a lei. In piedi, digrignando i denti, vi era un enorme orso, con una pelliccia scura come la notte e una stazza di 2 metri. L'animale, distratto dall'arrivo delle due donne, si girò di scatto a guardare la mora. " Non fate movimenti bruschi. Lentamente avvicinatevi a quell'albero e saliteci sopra" disse Xena a bassa voce. Mentre lei distraeva l'animale, le due ragazze si mossero cautamente fino ad arrivare all'albero. Olimpia salì velocemente, allungando poi una mano per aiutare Elice. In quel frangente, l'orso distolse la sua attenzione dalla mora e si lanciò in una folle corsa verso la fanciulla. Xena, con una capriola in aria, arrivo prima dell'animale e estraendo la spada riuscì a creare uno scudo per permettere a Elice di salire sull'albero. L'orso, alzandosi sulle zampe posteriori, schiacciò la guerriera a terra. Nonostante la spada, l'animale graffiò ripetutamente la donna, procurandole tagli profondi in tutto il corpo. Olimpia, ormai nel panico, tentò di allontanare l'orso per impedire a Xena di evadere dalla sua presa. Lanciò i sais in direzione dell'animale, colpendolo su un fianco. L'orso, ferito, si allontanò trotterellando fino a scomparire dietro alcuni alberi. Le due ragazze scesero di corsa dall'albero per soccorrere l'amica. Olimpia le si accovacciò vicino, tirandole leggermente su la testa:" Xena, rispondimi ti prego! Apri gli occhi! "." O...Olimpia... " la guerriera riuscì a pronunciare solo il nome dell'amica prima di svenire nuovamente." Presto aiutami, dobbiamo portarla via da qui prima che torni quell'orso. Mi ha detto che c'è una capanna qui vicino, sai dov'è? " chiese Olimpia. La giovane annuì e aiutando la poetessa, trasportarono il corpo dell'amica fino a una casupola poco più in là. Adagiarono Xena su un vecchio letto impolverato, coprendolo con le pellicce contenute nelle loro bisacce." Accendi un fuoco e passami bende e erbe. Devo fermare la fuoriuscita di sangue al più presto" disse Olimpia visibilmente preoccupata. Mentre Elice si occupava del fuoco, il giovane bardo toglieva l'armatura all'amica, per facilitarsi nel medicare le ferite. Più scopriva il corpo di Xena, più si rendeva conto di come l'orso l'avesse ferita gravemente. Graffi profondi ricoprivano l'addome e le braccia della mora, fino a piccoli ma lunghi tagli sul viso e sul petto. Usando tutte le bende a disposizione, iniziò a premere sulle ferite più gravi per fermare l'emorragia. Nella fretta, Elice aveva dimenticato di chiudere la porta della capanna e le finestre. Preannunciato da un ringhio aggressivo, l'orso ritornò alla carica. Velocemente la fanciulla chiese la porta, fermandola con una grossa asse di legno e le finestre con i chiavistelli. L'animale sbatté violentemente contro la porta, sorretta ulteriormente da Elice, che appoggiata con la schiena, tentava di trattenere gli urti. Pochi secondi e l'animale se ne andò. " Tornerà... Ha assaggiato il sangue umano e non si placherá finché non avrà ucciso" disse la fanciulla osservando l'esterno da una piccola fessura di una finestra. Con il fuoco acceso e l'acqua calda, Olimpia riuscì a fermare la fuoriuscita di sangue e medicare le ferite con delle erbe curative. Fuori intanto il sole tramontava e la luna saliva lentamente nel cielo. " Argo e i cavalli non ci sono. Credo siano scappati" disse la giovane. " Argo è un cavallo furbo, lui e gli altri si saranno allontanati momentaneamente. È Xena che mi preoccupa" rispose la poetessa guardando la guerriera. " Starà bene vedrai...è meglio se questa notte facciamo la guardia, quell'orso si farà presto vivo" spiegò Elice sedendosi accanto a Olimpia. " Lo so... Riposati un po', bado io lei" rispose il bardo. La notte trascorse lentamente e Xena peggiorava minuto dopo minuto. Febbre alta e brividi la accompagnarono tutta la notte. " Olimpia...." sussurrò la mora. " Sono qui. Riposati Xena, sei debole" rispose il bardo bagnando il viso dell'amica con un panno freddo. La guerriera alzò lentamente una mano, andando a stringere quella della poetessa. La bionda prese la mano tra le sue e mentre una lacrima le rigava il viso disse piano:" Resisti Xena, non lasciarmi ti prego". Verso l'alba, l'orso tornò all'attacco. Entrambe le ragazze si appoggiarono alla porta cercando di sorreggerla. Xena, svegliata dal frastuono, si alzò lentamente mettendosi a sedere sul letto. Dolorante e senza energie, prese il Chakram appoggiato accanto a lei. " Aprite... la... porta..." disse. " Che vuoi fare Xena?? Sei troppo debole per combattere! Ti ucciderà!" urlò Olimpia incredula. " Fa...come...ho...detto" replicò la donna. Le due si spostarono dalla porta che, a causa delle zampate dell'orso, si spalancò. L'animale fece per entrare nella capanna quando Xena lanciò il cerchio. Questo, rimbalzando qua e là, recise di netto la giugulare dell'animale, uccidendolo all'istante. Senza vita, l'orso si accasciò a terra, seguito subito dopo da Xena, senza più energie dopo quel gesto. Olimpia le corse incontro preoccupata prendendola tra le braccia e accarezzandole il volto:" Xena, non dovevi alzarti! Sei troppo debole". " Sto...bene...tranquilla..." rispose la guerriera sorridendo lievemente. Il bardo, vedendo quel piccolo sorriso, si sentí sollevata e prendendo il viso dell'amica tra le mani, la baciò dolcemente sulla guancia. Xena, stupita da quel gesto, prima di richiudere nuovamente gli occhi, disse a bassa voce:" Ora...sto...molto...meglio".
   
 
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