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Autore: Kirale    17/01/2016    3 recensioni
A volte serve allontanarsi da chi si ama per diventare più forti e a volte, perdere qualcuno che si è sempre dato per scontato, può portare a fare chiarezza sui propri sentimenti.
Però non è detto che si sia ancora in tempo per tornare indietro.
Ambientato subito dopo la fine della sesta serie.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' di nuovo Domenica!! E di nuovo sono qui a stufarvi.
Prima di qualsiasi cosa, io devo ringraziarvi per i commenti, le reviews e tutto il resto, soprattutto in questo momento. Tante persone stupende hanno scritto recentemente storie che ancora non sono riuscita a leggere, e sono contentissima di vedere che ci sia un proliferare di fanfic, proprio per questo ringrazio veramente tutti quelli che continuano ancora a seguire questa robina qui, non avete veramente idea di cosa significhi per me.
Tornando al capitolo, in questa prima parte ho affrontato una cosa che andava affrontata, un confronto importante che vedrete e poi mi sto accorgendo che amo molto scrivere la dinamica di coppia dei due scemi, (finchè si comportano da ragazzini li chiamo scemi, ogni volta che parto con le loro scene vanno avanti da soli...). Però dall'altra parte sono abbastanza in ansia. Mi sto addentrando in una dimensione che non abbiamo mai visto e sto praticamente andando alla cieca, quindi se un pochino quello che leggete qui vi ricorderà i Camilla e Gaetano della fiction, se vi comunicherò qualcosina, a me basta, non ho grandi pretese. Non è facile, nonostante tra un po' sappia a memoria tutte le stagioni, mantenerli nel personaggio quando non li ho mai visti in certe situazioni se non in una puntata.
Sperando veramente di non annoiarvi, vi auguro buona lettura!!!


Capitolo dieci: The calm before the storm (prima parte)




Nelle settimane seguenti ad entrambi sembrava di star vivendo in un sogno.
Tutto come ai primi tempi della loro relazione ma con una consapevolezza in più che li faceva sentire capaci di affrontare qualsiasi cosa.
Erano ritornate le passeggiate per la città, le uscite romantiche a cena, stavolta senza scenate in mezzo alla strada e godendosi solo l'uno la presenza dell'altra.
Quando Gaetano non lavorava, spesso la accompagnava al parco a portare la piccola Camilla a prendere un po' d'aria, ed entrambi venivano puntualmente scambiati per i genitori della bambina, cosa che provocava a lei una morsa allo stomaco ogni singola volta che succedeva.

Fu proprio lì, circa un mese e mezzo dopo il ritorno di Gaetano, che incontrarono Renzo e Carmen con il piccolo Lorenzo.
Non che Camilla non li avesse visti in quel periodo, ma Gaetano era ancora titubante e quindi se capitava che lei dovesse andare da loro, il vicequestore preferiva rimanere a casa.

Quel giorno però non poté scappare.

Era sul tardo pomeriggio, faceva ancora abbastanza caldo dopo pranzo quindi a quell'ora non era possibile uscire, ma verso le cinque e mezza l'aria rinfrescava e così avevano inforcato il passeggino e stavano camminando per il parco, quando scorse da lontano la sagoma inconfondibile di Renzo con Carmen, e per un attimo Gaetano si mise sulla difensiva.
Camilla in un primo momento non si era accorta di loro, fino a quando seguendo lo sguardo stranamente teso di lui, li vide intenti a parlare mentre spingevano la carrozzina.
I due erano di spalle per cui non sapevano di essere visti.
Posò una mano su quella di Gaetano che stava stringendo in maniera troppo forte il manubrio del passeggino.
- Non ti ho ancora detto che poco prima che tu partissi per Roma, ho chiarito tutto con Renzo vero? -
Lui la guardò un po' sorpreso.
- No...sapevo da Torre che avevate divorziato, non mi guardare in quel modo sì, penso che abbia sguinzagliato qualcuno perché era preoccupato per me, insomma lo conosci... ma non sapevo che avevate chiarito -
Vide la faccia di lei che dal leggermente contrariato, diventava un po' sconsolata e infine divertita.
- In realtà si è scusato per essersi intromesso nella mia vita e soprattutto tra te e me, la nascita del figlio gli ha fatto capire che la situazione era parecchio incasinata senza che lui continuasse comportarsi come se tutto fosse uguale a prima -

Camilla mentre raccontava era molto serena, purtroppo la stessa cosa non poteva dirsi per Gaetano.

Il vicequestore quando si trattava di Renzo provava ancora, doveva ammetterlo, un senso di inferiorità molto forte. Non solo perché Camilla per dieci anni lo aveva rifiutato per tornare da suo marito, ma anche perché persino dopo che l'uomo la aveva tradita, la prima volta se lo era ripreso, la seconda volta gli aveva permesso, nonostante quello che aveva combinato, di intromettersi nella sua vita. Se lo ricordava ancora quel giorno in cui lui le disse che era geloso e lei gli rispose “Ma lo sai che a Renzo voglio bene!”.
Sarà stato solo quello, ma fu un piccolo colpo al cuore per Gaetano.
Vedere la donna che ami tornare sempre e comunque dal marito per dieci anni gli aveva lasciato delle ferite profonde che solo il tempo avrebbe rimarginato, e sentire pronunciare da lei, per una ragione o per l'altra, il nome di Renzo spessissimo quando erano insieme, aveva un anno prima, minato profondamente la sua sicurezza del loro rapporto.
Ora lo sapeva che era diverso, avevano divorziato formalmente e quindi ci doveva essere stato un chiarimento definitivo per voler chiudere del tutto quella parte di vita.
Eppure quel noioso ronzio non voleva zittirsi.
- E' per questo che poi siete riusciti a separarvi e divorziare? -
- Esattamente, e ora abbiamo un bel rapporto, nel senso che comunque siamo una famiglia un po' allargata ma ci si vuole bene e credo che l'affetto per lui rimarrà sempre, però ...-
A Gaetano decisamente non piaceva quando lei fermava le frasi sul "però", e si voltò a guardarla.
Aveva un sorriso tranquillo dipinto sulle labbra.
- Però cosa? - chiese titubante
Camilla lo stava fissando con uno sguardo imbarazzato e sognante allo stesso tempo.
- Però...non è uguale a quello... che sento adesso...–
Con le dita stava accarezzando il dorso della mano di lui, erano cambiate tante cose in quelle settimane e ancora non riusciva ad ammettere spesso i suoi sentimenti alla luce del sole, ma ci stava provando.
- Mi dispiace se non sono mai riuscita a fartelo capire rendendoti insicuro...-
C'era una nota di tenerezza nella sua voce, e quelle poche parole sembrarono calmare tutte inquietudini del vicequestore.
- Non mi guardare così che poi dimentico che siamo in un luogo pubblico con persino una bambina dietro, mentre tu adesso mi stai stimolando pensieri che non definirei da parco giochi...-
Commentò un po' divertito e un po' toccato mentre prendeva quella stessa mano che lo stava accarezzando, e se la portava alle labbra.

Camilla sorrise soddisfatta, si era accorta che spesso il suo essere diretta, il suo parlare senza pensare a quello che le sue parole provocavano in Gaetano, lo aveva ferito, anche se lei non lo faceva consapevolmente.

Stavolta non avrebbe ripetuto quegli errori.

- Ah ma guardi commissario che io non sto facendo nulla e comunque non penso che mi lamenterei se lei avesse voglia di giocare un po' con me...- rispose maliziosamente.
- Ci sono bambini e genitori qui, lei è una professoressa e io un poliziotto, si immagina il casino? Vuole farci arrestare? - continuò con tono scherzoso.
- Io uscirei subito, il mio fidanzato è il vicequestore...-
- Ah sì? E il suo fidanzato la perdonerebbe per essersi fatta scoprire con me in un parco pubblico? -
- So farmi perdonare bene...se vuole le faccio vedere come...- rispose sorridendo mentre si avvicinava a lui.

E non se lo fece ripetere due volte, ma il bacio fu dolcissimo ed estremamente casto, proprio perché entrambi sapevano di non poter andare oltre anche se non vedevano l'ora di tornare a casa.

- Camilla! -

La voce di Carmen li fece staccare e si voltarono verso quel richiamo vedendo la donna con Renzo che si avvicinavano.
- Ciao, anche voi a far fare una passeggiata a questo ometto? - chiese Camilla sorridendo mentre si accorse che Renzo e Gaetano si stavano fissando in maniera non esattamente amichevole e sembravano quasi non sentirla.
- Eh sì, adesso che è fresco...- rispose Carmen che si era resa conto della stessa cosa.
- Ciao Carmen, Renzo, quanto tempo - commentò Gaetano cercando di essere il più cordiale possibile ma rimanendo impercettibilmente ancora sulla difensiva.
- Ciao Gaetano, veramente molto, come stai?- chiese Carmen mentre sorrideva.
- Molto bene ti ringrazio, anche tu sei in splendida forma, ti trovo bene! - era un commento innocente ma si beccò un'occhiata poco rassicurante da Camilla.

Si stava accorgendo giorno per giorno di quanto fosse possessiva anche lei quando si trattava di Gaetano.

Aveva solo fatto un complimento gentile ad una conoscente che non vedeva da tempo, ma a lei non era affatto andata a genio. Sarà che poi, nonostante il rapporto fosse buono, Camilla, esattamente come il vicequestore, provava un senso di inferiorità per Carmen, anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura.

Alla fine non solo il suo ex marito la aveva tradita due volte con lei, ma da lei era persino riuscito ad avere quel maschio che aveva sempre desiderato.
Fu riportata alla realtà da una leggera stretta sulla sua mano e uno sguardo interrogativo del vicequestore, al quale rispose con un sorriso.
La strada era lunga ma in qualche modo ne sarebbero usciti.
- Ciao Gaetano, avevo sentito da Livietta che eri tornato ma non eravamo ancora passati a salutarti. Ti trovo bene - lo salutò Renzo con un sorriso che sembrava veramente sincero.
- Ciao Renzo, stai molto bene anche tu, mi fa piacere rivederti - rispose tentando di mascherare quella leggera inquietudine che sentiva.

Camilla e Carmen li guardavano con un po' di apprensione.
Alla fine comunque, sarebbe stato meglio che i due si chiarissero per cui Camilla interruppe quel momento.

- Carmen senti, ti va di andarci a prendere qualcosa al piccolo bar che c'è qui al parco? Così ci sediamo un attimo! Poi mi devi raccontare del tipo del secondo piano... -
Comprendendo la situazione, Carmen annui mentre lasciava a Renzo la carrozzina e si avviava avanti con Camilla.
- Ah sì non ti ho detto poi cosa ha combinato...-
Le due donne si allontanarono lasciando Renzo e Gaetano indietro con i bambini, a guardarle sorpresi e a non sapere bene che pesci prendere.
Gaetano si era ripromesso, qualora avesse rivisto Renzo, di affrontare l'uomo in maniera corretta e cordiale, ma non avendo idea di come cominciare la conversazione spingeva lentamente il passeggino guardandosi intorno.
Renzo aveva invece avuto un anno per prepararsi e quindi decise di prendere la parola.
- Senti Gaetano...non so se Camilla ti ha già parlato del fatto che abbiamo divorziato...-
- Me lo ha detto, sì...-
- Prima che perda l'occasione, volevo...penso di doverti delle scuse per come mi sono comportato...-
Ammise non senza un pizzico di fatica l'uomo.
- Non serve che ti scusi Renzo, non ha più importanza ora -
In una parte del suo cervello Gaetano non poteva negare che quelle scuse gli facevano piacere, ma non sapeva quanto sincere potessero essere.
Non si fidava ancora completamente di Renzo, perché anche quando Camilla era presa dalla situazione con quel Michele Carpi, nonostante sembrasse quasi che lui e Renzo si fossero alleati, Gaetano aveva sempre l'impressione che alla fine l'uomo volesse solo tirare l'acqua al suo mulino e riprendersi Camilla.
- Invece serve, anche se ti avverto che questa è la prima e l'ultima volta che mi sentirai pronunciare queste parole - rispose l'architetto mentre guardava compiaciuto il suo Lorenzo.
- Sono stato molto egoista, quando tu e Camilla avete cominciato a vedervi ero fuori di me anche se non lo avrei mai ammesso apertamente. Non hai idea di quanti anni ho passato a detestarti dato che lei preferiva mille volte star dietro a te che alla sua famiglia, ho sempre temuto che prima o poi la sfasciasse, e invece alla fine quello che ha rovinato tutto sono stato io -
Gaetano non capiva se Renzo provasse ancora dolore per come erano andate le cose, probabilmente c'era amarezza, ma anche molta genuina rassegnazione.
- E poi non ho avuto neanche il buon gusto di farmi da parte e lasciarle fare la sua vita, mi sono intromesso e ho aumentato i problemi quando invece avrei solamente dovuto chiederle se era felice e darle tutto il mio appoggio - era un po' amaro il tono ora, e si fermò un attimo con lo sguardo verso Carmen e Camilla che parlavano più avanti - io in questo momento sono in pace con me stesso e adoro avere questa numerosa famiglia, anche se all'inizio è stato difficile abituarmici, ma vedevo che Camilla non lo era, non era felice e non lo è stata da quando tu sei partito. -
- Renzo, davvero, non serve che mi spieghi altro...- Gaetano voleva disperatamente mettersi tutto dietro alle spalle, sapeva che una famiglia allargata avrebbe incluso anche Renzo e doveva accettarlo. Oltretutto a parte la rivalità per Camilla, non pensava che l'architetto fosse una cattiva persona. In fondo lei lo aveva amato per anni quindi qualcosa di buono doveva averlo. Se l'uomo era disposto a sotterrare l'ascia, lui per amore di Camilla avrebbe fatto lo stesso e si sarebbe veramente impegnato per creare un rapporto civile.
- Ma non ti preoccupare che ho finito, volevo solo dirti beh, benvenuto in questa famiglia, immagino che da ora in poi ne farai parte... Per me l'importante è solo che tu renda felice la mia ex moglie, anche perché se non lo fai un altro cazzotto non te lo leva nessuno, neanche se sei un poliziotto...- si voltò a guardarlo.
- Su questo puoi giurarci, - Gaetano era serissimo - è l'ultima cosa che farei al mondo e credo che tu lo sappia...-
Rimasero per qualche secondo a guardarsi e poi Renzo gli porse la mano.
- Allora, lo firmiamo questo trattato di pace commissario? -
Lo sguardo di Gaetano non era ancora del tutto convinto, ci sarebbe voluto tempo, ma per Camilla avrebbe fatto questo e altro.
- Vicequestore, ma credo che si possa firmare - rispose mentre anche lui porgeva la mano in una stretta che per la prima volta non sembrò una gara a chi era il più forte.
- Una preghiera però ...- aggiunse Renzo avvicinandolo per parlargli sottovoce - cerca di farla stare lontano da guai -
- Io ci provo, ma se non ce la hai fatta tu in dieci anni, non ti assicuro nulla, è più facile che mi caccino dalla polizia perché lei si è impicciata troppo, ho già avuto fortuna che da quando sono tornato non sia ancora venuta a trovarmi in commissariato...-
Si guardarono scambiandosi un'espressione di compatimento reciproco, Renzo per gli anni passati, Gaetano per quelli che sarebbero venuti.

- Ma siete rimasti impalati? Guardate che sarebbe ora di tornare a casa...- sentirono la voce di Camilla che da lontano li invitava a darsi una mossa, e ri inforcarono i rispettivi passeggini avviandosi verso le due donne che li aspettavano.

Carmen e Renzo dovevano passare a ritirare una torta da Boffi, quindi salutarono Camilla e Gaetano quasi subito dopo lasciandoli soli, e mentre tornavano a casa, la donna ogni tanto si voltava a guardarlo.
Il commissario era un po' sollevato ora che aveva chiarito con Renzo ma se ne stava in silenzio perché era abbastanza divertente vedere Camilla sulle spine, anche se probabilmente entro poco non avrebbe più resistito e le avrebbe parlato lo stesso.

- Lo so che me lo vuoi chiedere...avanti, spara - la sua voce divertita.
- Ma io non ho detto niente! - ripose lei quasi sulla difensiva.
- No, ma ti volti a guardarmi ogni cinque secondi quindi tira fuori il rospo dai -
- Ok, dato che lo hai introdotto tu, che cosa vi siete detti con Renzo? -
- Abbiamo stipulato un trattato di pace - lui sorrise, perché sapeva che quella risposta avrebbe reso molto più tranquilla Camilla il cui volto infatti si rasserenò.
- Si è scusato anche con me, e mi ha dato il benvenuto in questa famiglia allargata, a quanto pare anche questa è risolta eh -
Lei sorrise e lo prese a braccetto sentendo un peso sollevarsi dal cuore.
A Gaetano invece tornò in mente una parte del discorso di Renzo e anche se sapeva che forse era troppo presto, azzardò la domanda.
- Camilla -
- Cosa c'è? -
- Posso chiederti una cosa? -
- Dipende... - rispose in tono scherzoso.
Gaetano si voltò a guardarla mentre spingeva il passeggino, lei aveva il sorriso sulle labbra ed era intenta a fissare la strada senza accorgersi dei suoi occhi.
- Tu...sei felice? -
La vide allargare il sorriso e girarsi verso di lui, che invece onestamente era un po' in apprensione.
- Tu cosa dici? - rispose mentre si stringeva ancora di più al suo braccio.
- Professoressa, io dico che questa mania di rispondere ad una domanda con un'altra domanda non fa affatto bene alla mia stabilità psicologica - commentò, anche se dalla sua risposta aveva già capito.
- Ma quanto sei scemo, va bene, sì sono felice, felicissima, sì sì sì sì sì , quanti sì devo dire per rassicurare la tua stabilit... -
Non le fece finire la frase e stavolta sì, incurante del fatto che fossero in un luogo pubblico, la trascinò in un bacio che le mozzò il fiato.
- Me ne bastava uno - rispose quando si staccarono, le loro fronti appoggiate mentre i respiri tornavano regolari.
- Lei commissario tira dei colpi bassissimi, lo sa? -
- Ho imparato da una professoressa...-

La donna appoggiò la testa sulla spalla di lui sospirando.

- Stasera te la senti di uscire? - continuò Gaetano mentre le passava un braccio intorno alle spalle.
- Sì, perché me lo chiedi? - domandò lei un po' sopresa.
- Non so, ultimamente ti vedo spesso stanca...lo sai che poi mi preoccupo -
Camilla sorrise divertita.
- Beh, se qualcuno mi fa far tardi ogni sera...- commentò scherzosamente alzando lo sguardo al cielo.
- Se vuoi ti faccio andare a letto presto...- aveva un'espressione furba che lei gli avrebbe volentieri voluto togliere a suon di baci, invece, optò per assumere una faccia quasi minacciosa, se non fosse stato per quel sorriso che proprio non riusciva a togliersi dalle labbra.
- Non ci provare sai...-
E lui non fu da meno dato che la risposta gli scatenò una risata.



Continuarono la camminata circondati da una grande serenità, sembrava veramente che niente potesse scalfire quell'idillio fino a quando da lontano non videro una familiare sagoma con il pancione che li aspettava con le mani sui fianchi.

- Beh, bentornato, ce ne hai messo di tempo, ha chiamato Torre e sì lo so che non dovevo rispondere al telefono ma continuava a squillare quindi ho pensato che fosse importante. Ha detto che hanno telefonato da Roma ma non mi ha voluto dire per cosa!-
E Gaetano per un attimo smise di respirare.






- Perché diamine non richiama? -
Era molto spazientito e continuava a fare su e giù per l'ufficio neanche fosse una tarantola, mentre il suo interlocutore se lo guardava tranquillamente seduto su una delle sedie.
- Ma calmati, ti ricordo che non tutti sono stacanovisti come te, a differenza tua, lui avrà una vita e non starà continuamente a lavoro...-
- No tu forse non capisci la situazione, qui siamo veramente nei casini fino al collo e se Berardi non chiama, ci scappa un altro morto...anzi due perché il Questore mi fa fuori sicuramente. Questa situazione non può andare avanti così - una pausa mentre fissava il telefono che non voleva squillare - prestami la tua macchina, vado a Torino!-

L'uomo seduto si alzò .
- Che cosa? Ma sei impazzito? Prima di tutto dovresti avvertire il Questore e poi stai dando per scontato che io ti presti la mia macchina nuova per andare fino a lì? Cioè farti guidare da qui a Torino? Ma te lo scordi! -
-Il Questore mi ha dato priorità assoluta quindi non sarà un problema e in treno di sicuro non vado perché poi non saprei come muovermi per la città quindi mi serve la tua macchina. Devo andare lì a vedere cosa succede sperando che Berardi mi richiami nel frattempo...-
- Ma perché non ci vai con la tua? -
- La mia è dal carrozziere e ne avrà per un po', non ti sei accorto che mi faccio venire a prendere da Marchese ogni giorno? Non ho altra scelta...-
Ci fu un momento di silenzio in cui i due si guardarono, poi l'uomo seduto sul divano sospirò.

- Ho capito, forza andiamo! -
- Andare dove? -
- A Torino, Paolo guarda, neanche sotto la minaccia di una pistola ti presto la mia macchina per arrivare fino a lì, se proprio devi andare ti ci accompagno io, così passo a salutare un po' di amici.-
- Ma tu lo sai chi sta a Torino...-
- Lo so, ma in ogni caso la mia macchina non te la presto, quindi o vengo con te o prendi un treno -
De Matteis sospirò sconfitto.
- E va bene, andiamo, e io intanto provo a richiamare, speriamo solo che Berardi sia stato attento, un'altra soffiata non ci voleva...-
- Vedrai che non andrà come l'altra volta, Berardi è in gamba lo hai dovuto ammettere persino tu, inoltre so che ti sta anche simpatico e azzarderei persino a dire che non vedevi l'ora di trovare una scusa per salire a Torino...-

Paolo De Matteis guardò il fratello con degli occhi che se avessero potuto lo avrebbero infilzato.
- Ricordati che sono un poliziotto, se ti ammazzo nascondo il cadavere e mi trovo un alibi, non dire mai più una cosa del genere! -
Marco si limitò a guadarlo con aria divertita.
- Va bene, va bene, andiamo dai, prendiamo un po' di roba da casa e poi si parte -
I due uscirono dall'ufficio e si infilarono nella macchina di Marco.
Sarebbe stata lunga la strada fino a Torino.



Fine prima parte




In teoria questo capitolo era più lungo, ma un po' per mantenere la lettura leggera, e un po' perché in questo modo mi prendo altro tempo per scrivere, per stavolta va così.
Come vedete i ritorni qui sono solo due, il terzo apparirà nel prossimo capitolo, che poi quello è il ritorno che meno preferisco. Per quanto riguarda De Matteis e Marco, avendo visto la quarta con un occhio chiuso e pochissimo, non so se ci ho preso come personalità, ma mi sono divertita a scrivere il loro dialogo.
Invece, come avrete capito, Renzo non sarà più un problema. Ci tenevo a scrivere un confronto tra lui e Gaetano, ma qualcosa di pacato, che poi è come ho sempre visto il Renzo che apprezzavo nelle serie precedenti. Proprio ultimamente si parlava di come fosse interessante la dinamica tra i due nonostante tutto il casino della sesta serie. Alla fine hanno rovinato anche Renzo lì lo so, ma io non voglio farlo odiare ancora, almeno non qui. Il rapporto Gaetano/Renzo ha molte potenzialità se mettono sinceramente da parte l'ascia da guerra secondo me. Mi piacerebbe vederlo nella settima basta che non cadano totalmente nel ridicolo rimettendo Renzo in corsa come possibile pretendente per Camilla.
Tornando a noi, come sempre io mi rimetto al vostro giudizio, e come al solito un grazie per esservela letta e per l'enorme incoraggiamento che mi date, non sapete quanto vi adori.
A Domenica prossima!!!!

   
 
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