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Autore: Fonissa    17/01/2016    1 recensioni
Stavo faticosamente salendo la collina. Ormai lo zaino mi pesava sulle spalle e il mio corpo chiedeva pietà. Ma il mio cuore, quello batteva a mille al sol pensiero di quello che ci poteva essere dietro quella collina. Arrivata in cima, la prima cosa che vidi fu il pino al mio fianco sul cui ramo brillava il vello d’oro. Guardai davanti a me e lo vidi: il Campo Mezzosangue.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P. O. V. Nayra

 

“Non ci credo.” esclamò Daniel, a occhi stupiti. Io sospirai, abbassando lo sguardo sulle mie mani intrecciate sulle gambe. Avevo raccontato a loro tutto, ogni singolo dettaglio. Beh, a parte la mia cotta per Leo.

“Ve lo avevo detto.”

“Scusa Nayra, non voglio considerarti una bugiarda...” iniziò Tyler, che fu interrotto da Daniel.

“E' una bugiarda, ci ha mentito.”

Il più grande gli lanciò un'occhiataccia, per poi ritornare a me.

“Ma il tuo racconto mi sembra molto poco credibile. Sei sicura di non aver sognato tutto?”

“Stai dicendo che sono pazza?!” esclamai, stupita.

“Non! Non sto dicendo questo...”

“Io le credo.” Drake, che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare il racconto in silenzio, si era alzato di scatto. Non aveva il suo solito sorriso, ma anzi guardava i due fratelli con fare serio. Non l'avevo mai visto così.

“Io credo a Nayra. Lo leggo nei suoi occhi che sta dicendo la verità.”

“Drake...” mi alzai, abbracciando il ragazzo con gli occhi umidi. Tyler si aggiunse subito dopo.

“Si, hai ragione. Se Nayra ci ha mentito è per una buona causa.”

L'unico che ancora un po' dubitava del mio racconto era Daniel, ma da lui me lo aspettavo. Solo dopo qualche minuto Drake trascinò anche lui nell'abbraccio. Ci sciogliemmo solo quando fummo completamente sicuri l'uno dell'altro.

 

“Da quel che ci hai raccontato, sei in pericolo.” disse Tyler, guardandomi serio. Eravamo seduti al tavolo della cucina. Anche se ero tornata, non potevamo far finta di niente. C'era qualcosa di molto più grande di noi la fuori e non intendevamo stare con le mani in mano.

“Si. Metà degli Dei vuole impedirmi di incontrare i miei amici del Campo Mezzosangue e usaranno ogni mezzo a loro disposizione, anche se l'altra metà vuole proteggermi.”

“Potresti venire ad abitare a casa nostra.” propose Drake.

Io sorrisi amaramente.

“Sono divinità, mi rintraccerebbero lo stesso. Non voglio mettere in pericolo voi e la vostra famiglia. Non voglio che partecipiate a questa specie di guerra.

“Nayra, noi ci siamo dentro da quando hai deciso di raccontarcelo. Non fartene una colpa. Saremo sempre al tuo fianco, che tu lo voglia o no.” rispose Daniel. Aveva sempre avuto uno strano modo di esternare i suoi sentimenti. Sospirai rassegnata. Avrei potuto insistere per ore, ma loro vi avrebbero seguita ovunque.

“Abbiamo bisogno di armi. -spiegai- non di armi normali, ma di quelle che usano i semidei.”

“Cosa hanno di diverso?” chiese Tyler, sistemandosi gli occhiali.

“Possono ferire i mostri e rimandarli al Tartaro, il posto dal quale vengono. Non possono essere uccisi, ma di solito si rigenerano dopo centinaia di anni. A parte varie eccezione, come quando...”

“Nayra, abbiamo capito. Ora dobbiamo pensare a come procurarcele.”

Annuii imbarazzata. Stavo di nuovo per lanciarmi nei racconti presi dai libri, che in quel momento erano poco utili.

“Ho un'idea! -disse Drake- ricordate Chris Edwards, quell'idiota tutto muscoli della nostra classe? So che il padre è appassionato di armi antiche. Potremmo trovare qualcosa di utile.”

“Bravo fratellino, qualche volta sei utile -esclamò Daniel. Lo chiamava fratellino per prenderlo in giro, essendo Drake il secondo a essere nato.- ma di certo non possiamo bussare a casa sua e chiedere se ci può prestare le preziose armi di suo padre. Dobbiamo rubargliele.”

“Rubare...rubare delle armi?! Sei pazzo?!” esclmaò il fratello più grande.

“Non voglio che vi immischiate in questi guai. Andrò solo io.” dissi.

“No, ormai abbiamo deciso, siamo con te!” disse Tyler.

 

Erano le quattro di notte e le luci di casa Edwards erano spente. Io e i tre fratelli, muniti di pssamontagna e guanti, abbigliamento scuro, torce e vari attrezzi recuperati da casa dei tre messi nello zainetto di Drake, scrutavamo i dintorni. Sembrava di essere in un film poliziesco, solo che quella era la dura realtà.

“Andiamo.” sussurai e iniziammo ad avvicinarci alla casa facendo il meno rumore possibile. Io un po' mi ero allenata al campo, ma gli altri tre non avevano mai fatto una cosa del genere e ce la stavano mettendo tutta perchè tutto filasse liscio. Arrivati al retro dell'abitazione, illuminai la rete che circondava la casa con la torcia. Era una semplice rete metallica che scavalcammo senza problemi. Appena fummo dentro ci nascondemmo dentro a dei cespugli.

“Gli Edwards non hanno fatto installare nessun antifurto convinti che nessuno li deruberebbe con la brutta fama che hanno.” spiegò Daniel a bassa voce.

“Si sbagliano di grosso.” risposi sempre sussurrando, prendendo lo zainetto dalle spalle di Drake. Lo aprii, prendendo un cacciavite e avvicinandomi a passo felpato, con la torcia che amanava luce davanti a me.

Mi avvicinai alla grata che dava sulla cantina di casa, provando ad aprirla, senza successo. Nessuno l'aveva mai aperta e le viti sembravano non voler uscire fuori. Ritornai indietro, prendendo un paio di grosse pinze. Decisi di tagliere i fili metallici. Finii in un paio di minuti e feci segno agli altri di avvicinarsi. Entrammo uno alla volta con non poche difficoltà. Fortunatamente subito i nostri piedi c'era una pila di vestiti sporchi su cui atterrammo comodamente, anche se Tyler si lasciò sfuggire un verso di disgusto.

“Chris si vanta esageratamente della collezione del padre, l'ho sentito parlare molte volte. Le armi devono essere qui da qualche parte.” ma appena sussurai questo, sentimmo dei passi provenire da sopra. Corsi a nascondermi dietro una montagna di vecchi scatoloni proprio mentre la porta della cantina si apriva. Il padre di Chris entrò, scendendo le scale rumorosamente.

“C'è qualcuno qui?” disse. Non mi mossi. Avevo paura perfino di respirare. Lo sentii venire proprio nella mia parte e già immaginavo il signor Edwards che mi scopriva e mi denunciava alla polizia. Potevo già vedermi in prigione. Erana a pochi passi da me, quando sentii altri passi e una voce femminile.

“Caro, non preoccuparti. Ti sarai immaginato tutto, quale persona sana di mente verrebbe a rubare qui?”

Era la mamma di Chris.

“Hai ragione, sono uno stupido a preoccuparmi.” Entrambi risalirono, chiudendosi la porta alle spalle.

Uscii dal mio nascondiglio e vidi i gemelli sbusare fuori da una libreria e Tyler uscire da sotto le scale. Ci guardammo e annuimmo, per poi iniziare a cercare le armi. Con la luce della torcia, Tyler attirò la nostra attenzione verso una porta che sembrava pulita, a differenza di tutte le altre cose che c'erano li sotto. Drake la prì smanettando un po' con un filo di ferro nella serratura. Vedendo quella scena, mi venne in mente Leo. Scacciai quel pensiero, dovevo concentrarmi sul momento.

“Trovate.” dissi, quando entrammo. Era un'ampia stanza bianca e su tutte e quattro le pareti eranno appese armi tenute in ottimo stato. Mi diressi verso la parete di fronte a me, dove sembrava esserci la parte più antica della collezione.

“Prendi qualcosa e andiamocene, ho paura che ci scoprano.” sussurrò Drake.

“Non posso prenderle a caso.” risposi, senza scendere troppo nei particolari.

Iniziai a illuminarle una per una con la torcia, cercando qualcosa che andasse bene contro i mostri. La prima cosa che trovai fu un coltello di bronzo. Ricordai che i coltelli potevano essere manegiati da chi aveva una grande intelligenza e pensai che fosse perfetto per Tyler. Lo presi, mettendolo nello zaino. Cercai per qualche minuto, quando due falcetti attirarono la mia attenzione. La targhetta diceva che erano due falcetti identici. Erano d'oro,lunghi un metro e ancora scintillanti. Sembravano perfetti per i gemelli. Presi anche quelli, incastrandoli nello zaino. Ma nonostante i miei sforzi, le impegnature uscivano fuori. Mi arresi, cercando l'arma per me. Poi la vidi. Una spada di bronzo celeste brillava sotto i miei occhi. Mi ricordava Vortice per certi aspetti. La presi senza nemmeno pensarci, poi feci segno agli altri che potevamo andare. Chiudemmo la porta della sala delle armi e Tyler ci spinse fuori per la grata, poi lo aiutammo a uscire. Riscavalcammo il cancello e appena fummo fuori ci prendemmo un attimo per realizzare quello che avevamo appena fatto. Poi fu solo adrenalina pura mentre correvamo verso casa mia, con la consapevolezza che quello era solo l'inizio.

 

Il mattino seguente, mi svegliai verso mezzogiorno. Andai in cucina, dove trovai, Drake, Daniel e Tyler già a fare colazione.

“Buongiorno.” esclamarono insieme. La sera prima avevano rifilato ai genitori la scusa che avrebbero dormito a casa mia. Beh, non era del tutto una bugia in fondo.

Mangiai un cornetto vuoto e bevvi del succo d'arancia, poi, senza dire niente, recuperai le armi che avevo nascosto nella mia stanza.

“Questo è per te.” dissi, dando il coltello a Tyler. Lui lo prese insicuro, iniziandolo a studiare.

“Questi per voi.”

Drake e Daniel presero di fretta i falcetti, guardandoli con occhi luccicanti.

“E questa per me.”

Alla luce, la spada sembrava ancora più lucente. C'era una scritta in greco antico sul manico, che stranamente riuscii a leggere.

Coraggio.” Si chiamava così la mia spada. Beh, in effetti di coraggio ne avevo acquistato molto.

“Anche qui c'è scritto qualcosa... -disse Tyler strizzando gli occhi.- protettore.

Luce.”

Buio.”

Dissero i gemelli insieme, per poi guardarsi.

“Come facciamo a leggerle? Noi non siamo semidei.” disse Daniel confuso.

“Nemmeno io lo sono...” dissi.

“Ma tu sei diversa. Tu appartieni a entrambi i mondi.”

“Anche voi sapete la verità, quindi anche voi appartenente a entrambi. E poi ormai sono le vostre armi.” dico sorridendo. La scena viene interrotta da Tyler che da uno sguardo all'orologio per poi accendere la TV con uno scatto. Non faccio in tempo a chiedergli nulla, perchè la mia attenzione viene attirata dal telegiornale locale.

“Ieri notte, nella casa di Jefferson e Isabbelle Edwards si è verificato un furto d'armi. I ladri hanno portato via una spada, un coltello e due falcetti. L'unico segno del loro passaggio è la grata rotta da cui probabilmente hanno avuto accesso. Non c'è nessun indizio su chi possano essere i responsabili.”

“Ora siamo ricercati.” dice Drake con la voce spezzata.
“Solo teoricamente. Non hanno nessuna prova su di noi.” dice Tyler. Il telegiornale continua e un'immagine mi fa tremare le gambe.

“Ieri, a pochi chilometri da New York, uno stormo di uccelli infuriati ha improvvisamente colto un gruppo di ragazzi che passeggiavano fuori città. Il video è stato fatto da un passante e dei nove ragazzi non si sa nulla.”

Questo era quello che aveva detto la giornalista, ma il video rappresentava ben altro. Quattro ragazze e cinque ragazzi armati combattevano contro uno stormo di arpie agguerrite.

“Riuscite a vederli?” chiesi.

“Non chiaramente, ma c'è qualcosa di strano.” disse Drake.

“Quelli non sono uccelli, sono arpie. Mostri metà uccello e metà donna. E quelli non sono nove ragazzi qualunque. Sono semidei, sono i miei amici. Stanno venendo, stanno venendo per me.”

 

 

ANGOLO AUTRICE

Su, ringraziate Drake che altrimenti gli altri due avrebero rinchiuso Nayra in un ospedale psichiatrico.

Tutti insieme: GRAZIEEE DRAKE.

Bene, detta la solita cazzata dell'angolo autrice, eccomi qui! :D Allora, che ne pensate? Nayra e i tre fratelli stanno iniziando a prepararsi e a quanto pare sono parecchio determinati... ma riusciranno a sopportare tutto? E i nove, che fine hanno fatto? Lo scoprirete presto (forse)

Sciao sciao

-Animalia

  
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