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Autore: Crilu_98    18/01/2016    2 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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-Voi!- esclamò François, nel momento in cui le guardie del Cardinale irrompevano dalle tre vie laterali.
I quattro uomini si guardarono tra loro, perplessi, poi sguainarono le lame, puntandole contro di lui e la ladra. I due giovani si guardarono per un secondo che parve dilatarsi in ore, anni, secoli: si scrutarono dentro, si soppesarono... E poi François afferrò la ladra per un braccio e la tirò a sé, giusto in tempo per evitare l'affondo che le avrebbe trapassato il ventre.
-Voi siete pratica di queste vie, giusto?- borbottò il ragazzo a bassa voce mentre indietreggiava, trascinandola con sé con una mano e parando i colpi che gli fioccavano addosso. Il fatto che la strada fosse piuttosto stretta e angusta lo aveva favorito, ma quattro avversari erano troppi!
La ragazza afferrò al volo il sottointeso di quella domanda e dopo essersi scrutata velocemente attorno si liberò dalla sua presa, indicando con un cenno del capo un vicolo alle loro spalle.
-Di qua!-
François disimpegnò la sua lama con un gesto così brusco da rischiare di spezzarla e corse dietro la ladra. Seguirono un percorso tortuoso e labirintico, sempre con le guardie alle calcagna, fino a quando la giovane non indicò la Senna che scorreva davanti a loro: a separarli c'era solo un basso parapetto, che si affacciava su un dislivello alto tre, quattro metri.
"Non mi ero accorto che avevamo percorso strade così in discesa!"
-Sapete nuotare?- chiese la ladra, mentre il vento primaverile le scompigliava i morbidi capelli corvini, che quel giorno portava sciolti.
-Un po'...-
-Bene, allora!- replicò lei, prima di buttarlo in acqua senza troppe cerimonie.
 
Alla fine, Amélie aveva ceduto alla fame e il suo cameriere se ne era andato sogghignando soddisfatto. Non sapeva se voleva rivederlo o meno: era burbero e pieno di sé, ma anche l'unica persona che si era degnata di considerarla un essere dotato di ragione. Le sembrava di essere stata degradata al rango di animale, a cui non si rivolge la parola in quanto privo degli strumenti per comprenderla.
La porta si aprì di nuovo e la ragazza si riscosse dal torpore in cui le sue meditazioni l'avevano gettata; lanciò uno sguardo alla figura che scendeva le scale e si accorse che era lo straniero del giorno prima, con il solito pezzo di pane e la brocca dell'acqua.
L'uomo sembrava poco loquace quella sera, e Amélie si chiese, con una punta di paura, se non stessero progettando qualcosa per lei.
"Stai calma, Amélie: cosa mai possono farti? Non sai neanche perché sei qui, né cosa vogliono da te, stai calma..."
Alla fine si decise a rivolgere la parola alla guardia.
-Voi sapete perché mi hanno rinchiusa qui?-
L'uomo sollevò gli occhi grigi su di lei mentre le porgeva il cibo, sorpreso da quelle parole.
-No, non lo so- rispose, esitante. Amélie colse al volo la sua incertezza:
-Non mentitemi, che vantaggio potreste trarne?-
-Non farmi ammazzare per avervi fornito delle informazioni, tanto per dirne una.-
La ragazza ammutolì, prima di sussurrare sconfortata, certa che lui non potesse udirla, visto che se ne stava andando:
-Non avete neanche pietà di una giovane rapita contro la sua volontà?-
La guardia si fermò e tornò sui suoi passi, posizionandosi di fronte alle sbarre.
-Non si sa di preciso perché hanno voluto voi, so solo che vostro fratello potrebbe creare problemi per quello che stanno organizzando...-
-Cosa stanno organizzando? E soprattutto, chi? Chi è che mi ha rapita?-
L'uomo si tirò bruscamente indietro, allargando le braccia:
-Cosa volete che ne sappia io? Sono solo una guardia addetta alla sorveglianza di questo maniero! E quanto a dei nomi, avete scelto la persona sbagliata, non sono francese... Non saprei neanche come pronunciarli! E voi non dovreste fare così tante domande!-
-Aspettate!-
Amélie si pentì subito della disperazione che le era sfuggita dalle labbra, convogliata in un'unica speranzosa parola: la solitudine la feriva più della paura e del freddo e quell'uomo era il suo unico contatto con l'esterno. La guardia sospirò, grattandosi la barba:
-Cosa volete ancora? Perché non mangiate zitta e buona e mi lasciate andare?-
La ragazza aggrottò la fronte, indispettita:
-Zitta e buona? Ed io che volevo sapere il vostro nome per ringraziarvi! Ma andate al diavolo!-
L'uomo spalancò la bocca davanti al tono offeso e risentito della prigioniera e borbottando qualcosa in un'altra lingua iniziò a risalire le scale.
Solo appena prima di varcare la soglia delle prigioni le gridò due parole. Un nome:
-James MacMallon!-
 
-Fuggito, dite?- esclamò il Cardinale, furioso e sorpreso allo stesso tempo -Buttandosi nella Senna?-
-Sì, Eminenza, insieme ad una ladra che aveva tentato di derubarci, pensate che impudenza!-
Ma la giovane ladra era del tutto insignificante agli occhi di Richelieu, concentrato su Marchand. Camminando avanti e indietro nel suo studio, facendo frusciare la veste porpora, il primo ministro rifletteva sulle notizie riportategli dalle guardie: non si aveva il minimo indizio sugli assassini di Lumière, nessuno aveva visto o sentito nulla; François Marchand aveva dichiarato di non sapere nulla, ma poi aveva tirato fuori dalla tasca l'anello con il misterioso simbolo del Giglio Rosso...
Il Cardinale si fermò, vagando con lo sguardo oltre l'ampia vetrata della stanza: ecco cosa c'era che non andava!
Quella strana congiura, di cui ancora non riusciva ad afferrare nulla se non il nome e il coinvolgimento dei Signori di Parthenay, sembrava essere al lavoro già da un bel po', ed aveva organizzato ogni cosa fino a quel momento senza che nessuna delle sue spie venisse a saperne niente: solo dopo il rapimento di Amélie Marchand il Cardinale aveva ottenuto l'informazione del Giglio Scarlatto e alle sue guardie era stato consegnato, la sera precedente, il luogo e l'ora della morte di Lumière. Richelieu digrignò i denti, pensando all'incapacità dei suoi uomini di salvare il suo informatore più prezioso, le sue orecchie in ogni luogo, colui grazie al quale aveva costruito una buona parte della sua carriera... La lettera, senza mittente né destinatario, recava anche il nome del colpevole: François Marchand, sempre lui. E all'inizio il Cardinale ne era stato persuaso, visto che il giovane era la persona che Lumière doveva sorvegliare... Solo che nessun membro di una qualsiasi congiura, per quanto inesperto e sciocco, tirava fuori il segno di riconoscimento davanti a due guardie. Certo, non sapeva che loro erano a conoscenza di quel particolare, ma rimaneva comunque una mossa stupida e del tutto inutile.
Quell'incongruenza lo infastidiva non poco, ma almeno per quella sera, non riuscì a venirne a capo.
 
L'impatto con l'acqua lo aveva stordito e terrorizzato: quando aveva detto alla ladra che sapeva nuotare un poco, non si immaginava di dover saltare nella corrente di un fiume gelido da un parapetto. Mosse affannosamente le gambe e le braccia e quasi per miracolo riuscì a rimanere a galla e a guadagnare la riva. La ragazza lo stava aspettando, distesa nel fango della Senna e sporca da cima a piedi dai rifiuti che inquinavano il fiume; François storse il naso pur sapendo di essere nelle sue stesse condizioni.
La ladra gli lanciò un'occhiata distratta, quando il giovane si lasciò cadere accanto a lei, assorto nei suoi pensieri. Si scostò i capelli fradici dagli occhi e osservò bene l'anello che aveva stretto in mano tutto quel tempo: sotto il giglio di granato era inciso un motto, Sub Novi Soli*.
-Sembra prezioso...- mormorò la ragazza, con uno scintillio predatore negli occhi. François infilò nuovamente l'anello in tasca e si voltò verso di lei:
-Non vi converrebbe rubarlo: è per questo che le guardie del Cardinale mi stavano inseguendo...-
-Davvero? Perché, cosa rappresenta?-
-Ancora non lo so, ma probabilmente è la chiave per ritrovare mia sorella...-
-Vostra sorella?-
-Siete sempre così curiosa?-
-Solo per i moschettieri che prima mi vogliono arrestare, poi mi salvano la vita!-
Sul volto del giovane si fece strada un sorriso sardonico:
-Mi hanno sospeso, e ora mi credono implicato in non so cosa contro il Cardinale Richelieu...-
A quel nome la ladra impallidì vistosamente e bisbigliò, con un filo di voce:
-Ed è la verità?-
-No, maledizione!- sbottò François, alzandosi in piedi di scatto, pronto ad andarsene.
"Sì, ma dove?"
Si voltò nuovamente verso la ragazza, che lo guardava tranquilla:
-Vi ringrazio per avermi aiutato, mademoiselle!- disse, irrigidendo i lineamenti.
Fece per prendere una direzione a caso, quando la voce di lei lo fermò:
-Vi ringrazio anch'io per aver impedito a quel soldato di trapassarmi lo stomaco. Ed ora ditemi, dove credete di andare?-
-Prego?-
-Casa vostra sarà sorvegliata, immagino, e voi avete bisogno di sparire per un po', se ho ben capito la situazione... Se venite con me, sarò ben felice di sdebitarmi con voi mediante un pasto decente e un cambio d'abiti che vi faccia passare inosservato!-
François ci pensò un po' su, prima di accettare guardingo. La ladra si alzò in piedi, sorridendo:
-Chi avrò l'onore di ospitare?-
-François Marchand, Signore di Parthenay.- rispose il moschettiere con un inchino.
Lei spalancò gli occhi, guardandolo sbigottito:
-Signore di...? Oh Cristo!-
-Mademoiselle!-
-Perdonatemi... Bene, Monsieur Marchand, io sono Claire.-
-Claire...?-
-Claire Gaillard, se proprio ci tenete, ma non fa niente, non è neanche il cognome del mio vero padre, figuriamoci!-
François sollevò le sopracciglia, mentre seguiva la ragazza che si incamminava lungo l'argine della Senna, riflettendo su quando fosse stato bizzarro il caso che li aveva fatti incontrare.
 
 
* "Sotto un nuovo sole" ... Così come con i titoli, neanche con i motti me la cavo molto bene xD
 
Angolo Autrice:
Buonasera,
oggi vado proprio di fretta, perciò vedrò di sbrigarmi e di non annoiarvi con note troppo lunghe. Del resto, in questo capitolo ho solo dato qualche "spennellata" in più ai personaggi: abbiamo i nomi degli ultimi due protagonisti fondamentali, James e Claire (solitamente detesto i personaggi che creo, ma questi due mi piacciono abbastanza :)) e le certezze di Richelieu su François iniziano a scricchiolare...
La storia è in evoluzione e visto che la mia mente è un vulcano quando si tratta di scrivere -  soprattutto se c'è da inventarsi di sana pianta un'organizzazione segreta - probabilmente ci saranno errori, incongruenze e imprecisioni, perciò vi prego di farmeli notare, se li vedete :D
Detto questo, alla prossima
 
Crilu 
   
 
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