4. Quando il viaggio a Yale fu galeotto
“Sono così emozionata!” esclamò
Penny, sottolineando il suo stato d’animo battendo le mani, con sommo stupore
di Leonard.
“Tesoro, dovrei forse ricordarti
che stiamo andando a Yale per una
conferenza sulla teoria mia e di Sheldon e non per andare alle terme?” domandò
Leonard, perplesso.
“Ma no! Sono contenta perché mi
divertirò a prendere in giro Sheldon ed Amy, per la prima volta dormiranno in
un hotel nella stessa stanza... E, diciamolo, lo sono anche io perché l’ultima
volta che ho dormito con Amy mi ha riempito di pugni e calci”.
“Hai ragione, è come vedere il
mostro di Lockness dal vivo”.
Leonard guardò a pochi metri più
avanti, dove Sheldon era seduto al fianco di Amy.
Erano tranquilli nonostante
Sheldon avesse attirato l’attenzione di tutti con i suoi soliti lamenti durante
una lieve turbolenza, chiacchieravano e sorridevano ogni tanto, come lo erano
ormai da mesi.
Il pensiero di vederli entrare
nella stessa stanza di un hotel era decisamente strano dopo tutti gli anni
trascorsi a starsene separati in simili occasioni, ma era felice perché il suo
migliore amico sembrava felice come non lo era mai stato prima di quel momento.
“Ne vedremo delle belle questo
weekend” disse quindi, facendo annuire Penny.
“Allora, stasera pensavamo di
andare in giro per la città, vi dispiace se vi lasciamo soli?” esordì Penny
all’ora di cena, mentre erano intenti nel gustare un ottimo pasto preparato
dall’hotel di lusso in cui erano stati invitati.
Sheldon ed Amy si guardarono,
per poi scuotere il capo in cenno di dissenso.
“No, avevamo in mente di
andarcene in giro per il campus di Yale e prendere in giro quei poveri mentecatti
che si credono dei geni per essere entrati in un’università così mediocre”
disse Sheldon, emozionato e allo stesso tempo nauseato al solo pensiero.
“Sì, ieri c’è stata l’annuale
partita Harvard contro Yale e Harvard ha vinto, così ho portato il mio maglione
dell’università e la sciarpa... Sarà divertente!” aggiunse Amy, euforica come
non mai.
“Certo, immagino” disse Penny,
fin troppo sarcastica.
Leonard rise e Sheldon lo guardò
con aria di disappunto, salvo poi mutarla in compassione.
“Amy, questo è uno dei casi in
cui una persona ride per celare la propria gelosia visto che ha avuto
l’opportunità di andare solo a
Princeton?”.
Offeso, Leonard guardò male
l’amico, mentre questa volta toccava ad Amy ridere.
Per una volta era bello non
essere la coppia presa di mira!
Erano ormai le undici passate
quando gli sposi tornarono in hotel, contenti per la semplice ma
indimenticabile passeggiata per la città.
Avevano bevuto qualcosa,
passeggiato mano nella mano, Leonard aveva comprato una rosa a Penny, avevano
scattato uno dei migliori selfie della storia per celebrare quel momento, ed
erano tornati in hotel solo perché sapevano di doversi svegliare presto per la
prima conferenza, il giorno dopo.
“Chissà cosa hanno combinato
Sheldon ed Amy” sospirò Penny. “Spero che nessun ragazzo sia scoppiato a
piangere a causa loro”.
“Piangere per compassione,
intendi?” ironizzò Leonard, prima di notare da lontano un impiegato che serviva
una bottiglia di champagne ad una stanza vicino alla loro.
Videro l’uomo spingere un carrello
con la bottiglia posizionata in un secchio con tanto di ghiaccio e la porta
chiudersi di scatto.
Guardinghi, i due si
avvicinarono, salutandolo, salvo poi scoprire che si trattava proprio della
porta dei loro amici.
Penny sgranò gli occhi, coprendosi
la bocca con le mani per non emettere alcuno verso sorpreso, poi, non
resistendo, appoggiò l’orecchio alla porta.
Leonard la guardò, tra il
confuso e il sorpreso, per poi aprire la porta della loro stanza ed entrare.
Penny lo imitò ed ebbe appena il
tempo di chiudere la porta alle sue spalle che iniziò a ridere, quasi come se
avesse le convulsioni.
“Hanno ordinato champagne... C’è
il sottofondo di una musica sexy e romantica... Io... Quei due si divertono più
di noi! Assurdo!” esclamò, ancora provata dallo shock.
“Ma sei sicura?”.
“Sì!”.
“Beh, non è detto che non
possiamo divertirci anche noi!” le ricordò Leonard, togliendosi rapidamente la
maglietta e avvicinandosi alla moglie, la quale lo respinse per le troppe
risate.
Finì per accasciarsi al suolo,
sconvolta, mentre il marito sbuffava.
“Sheldon Cooper fa sesso stasera
e io no... Il mondo va al contrario!”.
Avevano trovato pace alle cinque
del mattino, visto che quei due nella stanza vicina alla loro erano stati fin
troppo rumorosi.
Musica, risate, gemiti,
superfici che si muovevano...
Penny non era entrata nella
stanza degli amici semplicemente perché sapeva che la visione di qualsiasi cosa
ci fosse stata lì dentro non l’avrebbe più fatta riprendere dallo shock, peggio
di Ramona che fa la pedicure a Sheldon.
“La cosa buffa è che noi siamo
stati così rumorosi per anni e non possiamo lamentarci, anche se... Non
capisco! Sheldon deve illustrare la teoria con me , per lui il sonno è
fondamentale! Quanto avrà dormito, due ore?” esclamò incredulo Leonad il
mattino dopo, mentre, assonnato, indossava uno dei suoi completi migliori.
“Come sei ingenuo, tesoro.
Sheldon ha circa venti anni di arretrati, che se ne importa del sonno” sbottò
Penny, sbadigliando, mentre provava a nascondere le sue occhiaie con una spessa
dose di correttore. “Però invidio Amy, insomma, quell’uomo ha la resistenza di
un ventenne...”.
“Che vuoi dire? Cosa...?”.
“Nulla, nulla, era per parlare”
sospirò la moglie, allontandosi dallo specchio e indossando un abito blu che
metteva in risalto le sue forme. “Comunque ora mi sentono, non m’importa, è un
giorno importante e non ci hanno fatto dormire!”.
Indossò le scarpe dal tacco
vertiginoso, prese gli orecchini e nel giro di qualche minuto lei e Leonard
erano pronti.
Senza dire nulla, uscirono a
passo rapido, rompendo la quiete di quel tranquillo sabato mattina un po’
nuvoloso.
Penny prese un bel respiro e
iniziò a bussare forte alla porta, urlando un: “Sheldon, Amy, svegliaaa! Siete
stanchi eh? Beh, lo siamo anche noi, non ci avte fatto dor...”.
“Penny...”.
“No, devono ascoltarmi...”.
“Penny...”.
“Leonard! Lasciami in...”.
“Penny, girati!”.
La ragazza si voltò, giusto in
tempo per vedere dei felici Sheldon ed Amy camminare verso di loro.
Indossavano entrambi delle felpe
con il tipico colore di Harvard, un rosso granata, e una H che faceva da
stemma.
Sheldon teneva un braccio
attorno al braccio di Amy e la stringeva a sé, mentre rideva per chissà cosa.
“Penny, Leonard! Ci siamo
divertiti un mondo al campus, abbiamo dormito in un dormitorio all’ultimo
piano!” li informò Sheldon, agitato e contento come non mai. “Devo dire che il
college è più divertente quando non hai più dodici anni!”.
“Sì, abbiamo cantato il motto di
Harvard fino a tardi e il piano dove ci trovavamo si è svuotato improvvisamente...
Certo, forse era a causa di qualche festino, ma chissà...” aggiunse Amy. “E’
stato bello avere un compagno di stanza, per una volta! Ero sempre sola!”.
Guardò il fidanzato e, senza
sapere come, i due videro la coppia scambarsi un breve e tenero bacio dopo
essersi scambiati un dolcissimo sorriso.
“Cosa? Piccioncini, sei voi
eravate a Yale, chi diavolo c’era da voi? Non ci hanno fatto do...”.
Penny si interruppe quando vide
un ragazzo in mutande che aveva appena aperto la porta, con aria assonnata e lo
sguardo vago.
Poteva avere al massimo venti
anni, era molto robusto, con folti capelli neri.
“Bella Sheldon, grazie per lo
scambio, mi ci voleva un po’ di lusso! Io e Katy abbiamo ordinato dello
champagne, ti ripagherò quando lavorerò in una famosa azienda farmaceutica”
esordì, sbadigliando.
“Che cosa? Ti sei bevuto il
cervello? Tu non lavorerai mai da nessuna parte, sei in un’università di
falliti!” gli ricordò il fisico teorico, indignato.
“No, ho solo bevuto del costoso
champagne, ieri” ironizzò il ragazzo. “Certo che sei strambo...”.
Chiuse la porta, mentre Sheldon
bussava, dicendo di doversi cambiare per la conferenza.
Come risposta, la porta si aprì
per un istante solo per passare gli abiti della coppia, per poi richiudersi in
fretta.
“Chi se ne frega, è stato così
romantico!” esclamò Amy, con aria sognante. “Ora la Amy del college sa che un
giorno ci sarà un uomo brillante nel suo dormitorio!”.
*°°*°
Eccoci qui, con una OS che ha
come protagonisti non tutta la gang, ma solo metà.
Qualche giorno fa ho visto un
episodio di Gilmore Girls in cui c’è la partita Harvard contro Yale e mi è
vneuta questa idea :D
Sono curiosa di sapere cosa ne
pensate :D
Grazie a chi continua a seguire
questa pazza raccolta di OS!
A presto!
Milly.