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Autore: FairLady    19/01/2016    2 recensioni
Due occhi scuri, lo specchio di un'anima profondamente ferita.
Un nome sussurrato dal vento che arrivi a lenire un dolore ormai senza tempo.
Due cuori affini che si fondono in un unico corpo immortale, quello dell'amore.
Prima storia in questo fandom. Please, be kind.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aura e Michael avevano passato la notte insieme, nascosti agli occhi del mondo.
Nessuno – eccetto Miko che l’aveva accompagnata all’albergo – immaginava che lei fosse lì, per cui non fu una sorpresa la reazione attonita di John quando, l’indomani, la vide scendere nella hall mano nella mano con Michael; quest’ultimo provava un visibile imbarazzo all’idea di ciò che il suo manager avrebbe potuto dirgli riguardo la presenza della ragazza. Sapeva bene di aver agito alle sue spalle; non era certo un atteggiamento da lui, e John lo avrebbe mal digerito, ma averla lì accanto gli infondeva il calore e la forza necessari ad affrontare qualsiasi cosa. Anche un’eventuale scenata.
John li osservò arrivare da lontano, con uno sguardo sorpreso, vagamente accigliato, dipinto sul volto. Il cantante, che lo conosceva bene, poteva quasi riuscire a immaginare i pensieri contorti e fumanti che gli passavano per la testa, e gli sfuggì un sorriso quasi divertito.
«Non sapevo che si sarebbe unita a noi, Auralee», l’uomo non attese neanche che fossero vicini. Dovette alzare un po’ la voce per farsi sentire. «Che sorpresa, quando è arrivata?»
Miko, che camminava dietro a Michael di qualche passo, li sorpassò e si poggiò al banco della reception; aveva dipinto in volto un sorrisetto che lo fece divertire ancora di più. A breve sarebbe scoppiato a ridere, lo sentiva.
«Ieri sera, John. È un piacere rivederla», fu proprio lei a parlare, contraddistinta dalla sua proverbiale educazione. Michael la vide porgere la mano al suo manager – che non sembrava smaniare dalla voglia di ricambiare, ma si trovò costretto a farlo – e sorridergli genuinamente.
«Estasiato», fu l’unica risposta dell’uomo, che cercando di farsi vedere dai presenti, lanciò a Michael uno sguardo carico di disappunto.
«Avresti potuto avvisarmi del suo arrivo, Mike. Avremmo fatto preparare le cose per bene.»
«In verità, non lo sapeva nemmeno lui. È stata tutta farina del mio sacco. Per fortuna, avevo tenuto il biglietto con il numero di Miko, così l’ho chiamato appena arrivata in aeroporto, per farmi venire a prendere.»
Michael si volse verso la donna con un’aria che dire interrogativa era poco; si scambiarono uno sguardo d’intesa e Aura gli sorrise. Le dita delle loro mani, che non avevano mai sciolto la presa, si strinsero ancora di più e Michael si rasserenò all’istante.
«Non è una donna meravigliosa?!», chiese al suo manager, con aria trasognata.
«Idilliaca, non c’è che dire!»
 
Ma a John, tutta quella storia, non piaceva per niente.
 
***
 
Dal primo momento in cui Aura aveva incontrato John, delle strane sensazioni le avevano smosso il cuore. La sua incredibile voglia di stare con Michael temeva potesse venire ostacolata da quell’uomo, che non le sembrava certo una cattiva persona, ma che, secondo lei, non era del tutto sincera con lui.
Era stato proprio Michael, qualche tempo prima, a raccontarle di più su quell’uomo – e a farle credere che probabilmente quelle sensazioni su di lui erano solo paturnie mentali inutili –, ma quel giorno, quando si incrociarono nella hall dell’albergo, quegli oscuri presentimenti erano tornati a galla più forti che mai.
«Non ti è sembrato un po’ strano, John? Non pareva molto felice di vedermi», soffiò fuori lei, quando riuscì a trovare il coraggio di parlare. Non voleva certo essere scambiata per una che metteva zizzania a tutti i costi, lei non era quel tipo di persona.
Con sua somma sorpresa, il cantante, dopo aver esalato un lungo respiro, le regalò un sorriso incerto e disse: «In effetti, non sembrava fare i salti di gioia, ma conosco il motivo: lui non sapeva nulla del tuo arrivo. Gliel’ho tenuto nascosto e se c’è una cosa che proprio non sopporta è di essere lasciato fuori, di non avere le cose sotto controllo.»
Se qualcuno le avesse chiesto quale lato di Michael era quello preponderante, avrebbe detto l’ingenuità. Lei non era certo da meno, ovviamente, ma quel ragazzo era davvero un campione nel trovare a ogni costo il buono nel prossimo. Se poi era una persona alla quale teneva, non concepiva proprio l’idea di poter essere preso in giro.
Eppure, nel comportamento di John qualcosa non andava, ma decise di non insistere con Michael, non voleva agitarlo e preoccuparlo più del dovuto; era già sufficientemente stressato di suo, con il tour e tutto il resto, non aveva certo bisogno di un carico maggiore ad appesantirlo.
Poco più tardi, si recarono tutti insieme allo stadio per le prove, e Aura desiderava con tutte le sue forze potersi godere in santa pace quei momenti impagabili, per cui moltissime persone avrebbero fatto carte false. Aveva solo una settimana da passare con il suo Michael, prima di dover far rientro a casa, e tutto ciò che voleva era assaporare ogni istante un po’ come se dovesse essere l’ultimo.
 
Poco più tardi, dalle quinte Aura assisteva rapita all’inizio del concerto.
Ogni volta riusciva a meravigliarsi per quanto il Michael della vita privata e quello del palco fossero diversi, eppure così simili. Poteva leggergli negli occhi un’ardente passione, quella stessa che portava con sé in ogni cosa che faceva, eppure della sua timidezza, della sua adorabile dolcezza, c’era ben poco. Sul palco diventava una bomba a orologeria pronta a esplodere per i suoi fans, e ogni giorno di più comprendeva perché tutti lo chiamassero il Re.
«Difficile competere con quello che vedi, cara Auralee.»
La voce di John le s’insinuò nell’orecchio, nonostante il frastuono e il vociare grosso della folla, la fece trasalire. Somigliava molto al sibilo di un serpente – si odiava quando faceva certi paragoni infimi, ma le sue sensazioni difficilmente sbagliavano -, e Aura sapeva che non aveva ancora finito. Non emise un suono.
«Ora sei la novità, il nuovo passatempo. Una distrazione che rischia di costare cara. Si stancherà presto di te perché, per quanto carina tu possa essere, il suo unico vero amore saranno sempre la sua musica e il suo pubblico…»
Aura non riuscì a impedire agli occhi di inumidirsi, ma non voleva certo dare a quell’uomo la soddisfazione di vederla vacillare. Niente l’avrebbe convinta a farsi da parte, a meno che non fosse stato lo stesso Michael a chiederle di farlo.
John si allontanò senza dar segno di aspettarsi da lei la benché minima risposta.
Nessuno aveva sentito le sue parole, aveva scelto proprio il momento migliore per fare la sua mossa; Auralee in cuor suo sapeva che quella storia non era destinata a finire con un “e vissero per sempre felici e contenti”, ma di certo non avrebbe permesso a nessuno di scrivere la parola “FINE” per loro. 



 
He's the living dead, the dark thoughts in your head,
He knows just what you said,
That's why you've got to be threatened by him




 

Angolo dell'autrice

Dico solo un paio di cose...
Mi spiace per il ritardo spaventoso, ma è stato un periodo incasinato in cui non ho avuto tempo nemmeno di preoccuparmi per la mancanza d'ispirazione.
Il capitolo è corto, volutamente. L'ho usato per sbloccarmi e riprendere a pigiare i tasti del mio amato pc. Speriamo riesca a non far passare troppo tempo prima di pigiarli di nuovo. :)
 
   
 
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