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Autore: Novelist Nemesi    16/03/2009    4 recensioni
Non è il sequel del sequel del sequel eccetera. Volevo che non sentiste troppo la mancanza di hayley! Questa è una storia abbastanza triste, all'inizio, e voglio tenervi ancora più sulle spine! La protagonista ha una particolarità, ovvero i capelli bianchi. Cosa succederà a questa americana indecifranile che incontra Light Yagami? Spero di deliziarvi e incuriosirvi col primo chappy! Nemesi is back!
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Misa Amane
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua, che dopo tanti fogli di word cancellati sono riuscita a scrivere qualcosa di decente! Da quel che ho capito sono tutti contenti del fatto che Misa venga trattata male… Ah Ah! Come siamo maligne! Bè, ora vi lascio con questo capitolo, buona lettura!

Capitolo 12 – Fregato

 

-Ryuzaki, ormai sono giorni che guardi i video di Aoyama. Non ti pare sia giunto il momento di dirci che ne pensi?-

L spense la TV col telecomando. Restò impassibile a guardare la TV spenta, quasi incerto. Era seccante per lui dover spiegare ogni minima cosa ai suoi uomini, ma d’altra parte era i incluso nel lavoro.

-Kira era uno dei presenti ad Aoyama quel giorno. Se prendiamo per buono che Kira è uno degli indagati di Raye Penber, allora Light Yagami è Kira. Tuttavia, anche mentre era ad Aoyama, i criminali sono morti lo stesso. Ciò ci porta a pensare che Kira abbia almeno un complice- si portò il pollice alla bocca, cominciando a giocare col labbro. I suoi sospetti si incrementavano sempre di più su Light, ma cosa doveva fare ora?

-Dove vai oggi?- chiese Cassidy

-Devo andare al quartier generale dopo l’università. Misa dovrebbe aver mandato il messaggio per depistare la polizia e devo essere presente-

-A quanto pare Misa ti è di grande aiuto, eh?- dentro di sé cercava di convincersi che non era gelosa.

Light sbuffò e le accarezzò una guancia –Shirahime, guarda che se non fosse per me io non mi sarei nemmeno avvicinato a Misa. Se dovessi decidere chi è la più utile, sceglierei senz’altro te-

Cassidy scostò il viso da quella mano gelida, e sbuffò a sua volta –Certo…-

-Piuttosto, perché non vai a salutare il tuo amico?-

Lo sguardo di Cassidy divenne triste. In effetti, perché non c’era andata? Cos’era cambiato tra quei due che sciocca, Cassidy! la risposta era molto semplice: Kira. Per colpa di Kira si erano allontanati e la loro amicizia era compromessa. Ormai forse non si potevano chiamare nemmeno più amici. E a Cassidy faceva malissimo essere consapevole che la colpa era anche sua.

-Sicuramente non mi vuole vedere- disse Cassidy. e il discorso lo considerò chiuso lì –Ora vai, Light. Io continuerò a giustiziare mentre non ci sei-

-Grazie- disse Light con un sorriso.

Purtroppo le cose non erano andate esattamente come si sperava. L era arrivato maledettamente vicino alla verità.

Stava infatti guardando il video che aveva spedito Misa, in cui comunicava la sua resa nel trovare Kira. Ma le deduzioni di L non erano ciò che si aspettava Light.

-Sai, guardando questo ho avuto come l’impressione… Che i due Kira abbiano già unito le proprie forze- prese una ciambella e se la mangiò avidamente –Dice che ora giustizierà i criminali che Kira finora non è riuscito a uccidere… E allora io mi chiedo: perché non l’ha fatto prima? Semplice… Perché finora non c’era arrivato. Il che mi fa pensare che ha incontrato Kira, il quale gli ha ordinato di mandare questo messaggio per depistarci. E poi, dice che rinuncerà a uccidere L perché così ha ordinato Kira… Ma avrebbe dovuto capire che quella risposta non poteva essere del vero Kira, il quale sarebbe ben felice di vedere morto L-

Che razza di bastardo che era…

Ora sì che era rischioso vedersi con Misa e Cassidy.

Anzi, no… C’era ancora Cassidy. L non aveva ancora preso in considerazione l’eventualità che potesse esistere un terzo Kira. E poi, se le cose si fossero messe male sul serio, sarebbe bastato uccidere Misa. Non c’era nulla di cui preoccuparsi… Era tutto sotto controllo. E poi Misa si sarebbe fatta viva solo tra due settimane. Andava tutto bene.

Cassidy era affacciata alla finestra, mentre il vento le scompigliava i capelli bianchi. Era di nuovo sola. Una sensazione bruttissima. Chissà quando sarebbe tornato, chissà se sarebbe tornato. Non lo aveva nemmeno salutato. Si sentiva così in colpa per tutto…

Osservò il suo cellulare. Forse non era molto carino come gesto, ma se non era riuscita a parlargli personalmente lo avrebbe fatto con un messaggio. Meglio di niente.

I tasti venivano premuti quasi inconsciamente dalle dita leggere e veloci di Cassidy.

 

So che sei arrabbiato. Ti chiedo scusa, ti prego di perdonarmi. So che non basterà darti una spiegazione. Ma credimi quando ti dico che ti voglio bene e che rimani sempre il mio migliore amico. Stammi bene, ti auguro tanta felicità.

Kisses, Cassy *._.*

 

Invia. Messaggio inviato.

Riprese a scrivere i nomi dei criminali, colta da una malinconia indescrivibile.

Light non era passato a trovarla per niente, rimanendo a casa dopo la visita al quartier generale. Si erano parlati solo per telefono, e sembrava piuttosto infuriato, perché Misa aveva fatto di testa sua ed era andata a trovarlo senza aspettare due settimane come era stato deciso. Perché? Ma perché non resisteva più di due giorni senza vederlo, ovvio.

Patetica.

Chissà perché Light non l’aveva ancora ammazzata.

Quando Cassidy scese per cena stavano dando una notizia tragica al telegiornale. Ed era un qualcosa che la riguardava visto che tutta la famiglia guardava lo schermo televisivo in preda allo shock.

La notizia riportava di un disastro aereo avvenuto nel pieno dell’Oceano Pacifico. Un motore andato a male. Morte 49 persone e 10 disperse, e solo due sopravvissuti. L’aereo era diretto a New York, e dei due superstiti nessuno somigliava a Frank.

Cassidy fu come colta da uno spasmo incredibile, e a stento trattenne le lacrime. Non era ancora detto, poteva essere disperso. Però com’era possibile che…?

Istintivamente si affacciò alla finestra, osservando le luci accese di casa Yagami.

-Sayu, vai a vedere chi è, per favore- disse Sachiko impegnata a lavare i piatti. Il bussare della porta era diventato insistente.

-Oh, ciao, Cassidy!- si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata, ma meglio far finta di nulla –Ehm… Cerchi Light? E’ in camera sua a studiare e…-

Subito Cassidy partì verso la sua camera, salutando frettolosamente Sachiko e sua figlia. Neanche bussò per entrare da Light, e lo sorprese seduto sulla scrivania che in TV guardava proprio del disastro aereo.

-Maledetto…- si buttò addosso a lui, mettendo le mani sul suo colo –Non ti basta avermi come tua schiavetta?! D’accordo che ti stava antipatico, ma…-

-Shirahime, fermati! Di che cazzo stai parlando?!-

-E me lo chiedi pure?!- le mani strinsero ancora di più il collo, e le lacrime non riuscirono più a fermarsi, andando a posarsi sul viso di Light –Perché l’hai fatto, stronzo?! Perché l’hai fatto senza dirmi nulla?!-

-Shira… Hime…- Light ormai cercava di liberarsi con tutte le sue forze e la voce cominciava a diventare soffocata –Ma di che… Stai…-

-Sto parlando del disastro aereo! C’era Frank su quell’aereo!-

Light con tutte le sue forze cercò di liberarsi, cominciando a lottare a terra con una Cassidy impazzita e in preda alle lacrime. Si fermò giusto per riprendere fiato, e le bloccò le mani –Io non ho ucciso il tuo amico! Non conosco il suo cognome!-

-Stai mentendo!-

-Allora tieni!- gli buttò il quaderno in faccia –Guarda coi tuoi occhi se mento o no!-

Effettivamente non c’era scritto il nome di Frank sul quaderno –Però hai sempre i frammenti nel portafoglio…-

-Shirahime, io non ho ucciso Frank- stavolta si stava arrabbiando anche lui.

Vennero interrotti dal suono del telefono di Cassidy. era un messaggio, e quando lo lesse non credeva ai suoi occhi. Era Frank.

 

Non sono arrabbiato. Sono solo molto dispiaciuto. Mi dispiace non essere riuscito a capire quando stavi male e per cosa. Mi dispiace essere scappato così, ma non sono arrabbiato, credimi. Scusami se ti ho fatto disperare col mio modo di fare, ma ti assicuro che non sono arrabbiato e non lo sono mai stato. Cioè, all’inizio un po’ sì, ma è passato ora xp.

Ti voglio bene anche io, Cassy, non dimenticarlo mai. Ci si vede a New York, si spera.

P.S.: Hai visto che incidente pazzesco sull’aereo? Fortuna che ho preso il volo prima, se no chissà dove sarei a quest’ora? Ci pensi? A sguazzare sulla Corrente Orientale Australiana con Nemo! XD

 

Finalmente il cuore debole di Cassidy paté riposarsi un momento. Anzi, no… Era proprio perché l’aveva sforzato troppo, che ora aveva la nausea! Si portò una mano alla bocca, piegandosi si se stessa, in preda al malore.

-Shirahime, che cos’hai?- chiese Light

-Il cuore…- disse affannosamente lei

-Aspetta, stenditi un attimo…-

Solo quando fu certo che si era calmata Light prese a parlarle –Prima era il tuo amico?-

-Sta bene. Non è morto…- nascose la testa nel cuscino –Light… Io… Non voglio più essere il terzo Kira o chi ti pare-

-Cosa?!- Light si alzò di scatto dalla sedia

-Non voglio vivere il resto dei miei giorni con la paura di essere presa o che le persone a cui voglio bene stiano per morire per colpa mia!-

-E al nuovo mondo non ci pensi?!-

-Non mi importa nulla del nuovo mondo! Non voglio più usare quel quaderno!-

Light si sedette accanto a lei –Senti, lo so che è difficile… Cosa credi? Che io abbia cominciato ad uccidere così spensieratamente?- Cassidy lo guardò per un momento negli occhi. Era un sorriso di comprensione sincero o un ghigno fasullo quello che vedeva su Light? –Quando ho usato quel quaderno la prima volta non credevo davvero che avrebbe funzionato. Avevo ucciso due persone, e già mi ritrovavo a vomitare, e a chiedermi se avevo fatto bene o no. In fondo, erano sempre vite umane… Avevo perso quattro chili e la notte ero sempre tormentato dagli incubi. Ti immagini? Ogni notte le facce disperate di quelli che ammazzavo che mi urlavano cose orribili!- fece una risata spenta, priva di emozioni –Però mi dicevo che era necessario. Presto queste persone che ho ucciso verranno appositamente nei miei sogni per ringraziarmi. Shirahime, lo sto facendo per la mia famiglia, le persone come te, le persone per bene, per il mondo intero. E chi non la pensa come me si vede che in realtà non vuole migliorare questo mondo schifoso-

Cassidy era combattuta –Però… Sacrificare mezzo mondo…-

Light tornò ad accarezzarle la guancia –Shirahime, finchè ci sarò io, questo mondo sarà sempre pi vicino al suo completamento-

Cassidy deglutì. Quelle carezze non la convincevano nemmeno un po’. E la convinceva sempre meno il fatto che Light si era alzato per chiudere la porta a chiave, spegnere la luce e sdraiarsi accanto a lei. Alzati, Cassidy, se no la situazione degenera…

-Ti senti meglio?- chiese Light

-Sì… Ogni tanto mi capita. Se il cuore i batte troppo velocemente non riesce a mandare come si deve il sangue per tutto il corpo e mi vengono le crisi…-

-Ma non si riesce a trovare niente per curarti?-

-No… Mi hanno giusto trapiantato qualche organo, ma il cuore rimane comunque debole, e il sangue rimane basso. Comunque, ora sono sotto controllo, non sono contagiosa e posso fare una vita normale… A parte per i capelli, s’intende- fece una risatina.

-Se tu mi aiutassi alla realizzazione di un nuovo mondo nessuno ti direbbe più nulla per i capelli- disse Light sfiorando i capelli con la punta delle dita –E poi a me piacciono-

-Light…- non fece in tempo a dire altro. le labbra di Light ormai erano troppo vicine.

Ormai era arrivata al punto di non ritorno.

-Stai calma, Shirahime… Va tutto bene…- la voce di Light sembrava solo una lontana eco. Ciò che invece Cassidy sentiva fin troppo bene erano le coperte che avvolgevano i loro corpi, sentiva il corpo di Light contro il suo che la toccava in maniera troppo intima, i loro corpi nudi. Dentro di sé sapeva benissimo che la stava solo usando. Meglio aggraziarsi chi ti può aiutare finchè si è in tempo. Era sbagliato, doveva fermarlo, eppure non voleva mettersi contro di lui. Aveva paura di lui, tanto da fargli fare quello che voleva sul suo corpo.

-Non ti preoccupare… Fa male all’inizio, ma vedrai che ti ci abituerai… E ti piacerà…-

Un dolore allucinante la travolse nel momento stesso in cui vide il bacino di Light avvicinarsi a lei. Light le tappò la bocca, continuando a spingere con calma. Appena fu sicuro che non si lamentava più le levò la mano dalla bocca, e riprese a muoversi con ritmo regolare e costante.

La cosa che faceva malissimo a Cassidy non era nel fisico, ma nel suo orgoglio ferito, e nel fatto che purtroppo Light aveva ragione. Per quanto avesse fatto male… Ci si stava abituando e… Le piaceva. Non era possibile. Le piaceva davvero, anche se le veniva da piangere.

Sentì la mano di Light tapparle di nuovo la bocca come ansimava un po’ più forte –Sssh…- disse Light –Altrimenti mia madre ci sente-

E’ questo il tuo dovere, Cassidy. stare zitta e sopportare. Quello era il silenzioso patto che si era instaurato tra i due. Eppure, per quanto potesse darle fastidio, Cassidy annuiva e obbediva. Odiava essere soggiogata da lui, ma aveva paura. E poi… Le piaceva. No, cazzo! no!

Quel giorno i suoi genitori non erano a casa, e doveva pensare lei a cucinare per i fratelli più piccoli. Cassidy era davanti a un supermercato, appena uscita con la busta della spesa. Tutto sommato una giornata tranquilla, ma lei era di pessimo umore ripensando al fatto che era andata a letto con Light Yagami. appena tornata a casa, dopo quell’avvenimento, scoppiò a piangere. Si era messa in un casino assurdo, e non poteva, non riusciva a levarcisi.

Ma che poteva fare, d’altronde?

-Cassidy Marris?- una voce alle sue spalle la spinse a voltarsi sorpresa. Un uomo robusto, in giacca e cravatta, e con un casco in testa. Dove andava conciato così? Non fece in tempo a rispondere che delle mani la afferrarono da dietro e le bendarono gli occhi. E prima ancora che potesse replicare, le tapparono la bocca.

-Lei deve seguirci in quanto sospettata per il caso Kira. Ha il diritto di rimanere in silenzio e ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di lei-

-Un pelo- disse L prendendo la bustina contenente, per l’appunto, un pelo. Ne rese un’altra e la portò in alto come prima –Briciole di uno snack- gli altri membri del quartier generale lo guardavano snervati.

-Ryuzaki, è da stamattina che non fai che guardare quelle bustine-

-E poi Mogi non c’è. Dove l’hai mandato?- chiesero Matsuda e Aizawa, due membri del quartier generale.

L rimase in silenzio, con la busta in mano. Ma sì, tanto valeva dirglielo… -Mogi è andato ad arrestare un possibile complice di Kira-

Si alzarono tutti dalle poltrone, scossi da quelle parole –Cosa?! Stai parlando del secondo Kira?!-

-Oh, no… Possiamo chiamarlo… Un terzo Kira-

-E chi sarebbe?- chiese il sovrintendente Yagami

-Cassidy Marris, nonché sua vicina di casa, signor Yagami. le informazioni che mi ha dato nsu di lei mi sono state molto utili, sovrintendente. La ringrazio-

Non c’era bisogno di aggiungere altro.

-Light…-

-Che c’è, mamma?- chiese Light di ritorno dall’università

-Ecco…-

Una volta in camera, Light gettò la borsa per terra, facendo cadere libri e oggetti più o meno fragili. L’avevano arrestata! Ma quando era successo? Chi aveva sospettato? Eppure, a differenza di Misa, lei stava attenta… Eppure lei non…

Al quartier generale L sorrideva con la tazza piena di caffè in mano.

-Ryuzaki…- chiese Aizawa –Ti ricordi della telefonata anonima…?-

-Sì?-

-Ecco, mi chiedevo se è anche a quello che sei arrivato a Marris…-

L bevve un po’ di caffè –Sì, anche per quello-

-E sei riuscito a scoprire chi è stato a farla?-

-Ovviamente- si girò verso i membri della squadra investigativa –Sono stato io-

Lo guardarono tutti shockati, ma L non tardò a dare spiegazioni –Ho incaricato Watari di fingere di essere un signore qualunque che aveva delle informazioni importanti, dicendo per esempio che Kira aveva un complice. Ciò mi è servito per vedere le reazioni di Kira- bevve un altro sorso –E non mi ha deluso neanche un po’-

Non c’era bisogno di dire che i suoi sospetti su Light Yagami ormai erano una certezza. Quella volta, con la telefonata anonima, Light a stento cercava di nascondere il nervosismo. Era bravo a fingere, L doveva dargliene atto. Ma quello che non sapeva Light era che anche L sapeva raccontare frottole con un certo ingegno. E poi l’amicizia che era venuto a sapere dal sovrintendente con quella Cassidy Marris tornava a suo favore.

Light correva per strada, diretto al quartier generale. Merda, ora sì che rischiava la galera…

E mentre i poliziotti accanto a L osservavano il sovrintendente sedersi combattuto sulla poltrona, L terminava il suo caffè facendo un piccolissimo sorriso.

Eh, sì… Ti ho fregato, Kira!

Grazie mille per i commenti che avete lasciato e che lascerete e per il vostro sostegno! Al prossimo capitolo!

  
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