Vite
parallele
Ninfadora cammina lenta per la
stanza, fra le braccia il
piccolo Ted che non si decide a prendere sonno. Lo stringe dolcemente
contro il
seno e gli accarezza la schiena, è troppo presa da suo
figlio per accorgersi
che fuori dalla camera c'è sua madre.
Andromeda rimane in silenzio e
osserva sua figlia, la sua
goffa e sbadata figlia che culla con estrema dolcezza Teddy, camminare
senza
mettere un piede in fallo, senza inciampare.
Il primo nipote.
Com'è emozionante
pensarlo, la fa sentire felice.
Il suo primo nipote.
Andromeda sorride mentre se lo ripete
come per convincersi
che è tutto vero, che anche in mezzo a quella guerra si
può ancora trovare
qualcosa per cui vale la pena alzarsi dal letto la mattina e vivere,
non
lottare, c'era già abbastanza violenza, solo vivere.
Il suo primo nipote, si ripete ancora
una volta, che ha un
licantropo come padre, aggiunge non senza disappunto.
Ma non si poteva avere tutto nella
vita.
E poi lei non era nessuno per dire a
Ninfadora chi amare e
chi sposare.
Quando aveva detto a lei e Ted di
essersi fidanzata non le
era sembrato vero.
- E di chi si tratta? - le aveva
chiesto Ted pacatamente -
Qualcuno che conosciamo?-
Aveva pensato a tanti nomi, era
pronta a tutto, ma non ad
avere un lupo mannaro in famiglia. Eppure sua figlia lo amava quel
mannaro
squattrinato e decisamente troppo vecchio per lei, e aveva scelto di
sposarlo.
Che decisione folle! Sposare qualcuno
a causa di cui sarai
additata e schernita dalla gente, allontanata da tutti. . . forse anche
dalla
tua famiglia.
A cosa pensava quella sconsiderata?
Se lo era chiesta
spesso, e aveva concluso che i pensieri di sua figlia fossero stati gli
stessi
che avevano attraversato la sua mente quando aveva deciso di sposare
Ted.
Ninfadora sorride con Teddy ormai
addormentato fra le
braccia. È felice, per nulla pentita delle sue scelte.
Adagia il piccolo nella culla e gli
sistema la copertina per
non fargli prendere freddo, poi si allontana cercando di fare il meno
rumore
possibile, ma inciampa sul tappeto vicino alla culla. Subito si volta
per
assicurarsi che Teddy non si sia svegliato, ma lui dorme sereno.
Fuori dalla stanza Andromeda sorride della sbadataggine della figlia, che era riuscita a non cadere fino a quel momento, come se fosse il bambino il suo punto di equilibrio in grado di tenerla in piedi.