"Ue, pezz'i scecco. Che mi combini?" urla spazientito il vicino di Carmelo. Oramai lui si è fatto un bel pezzo di picciotto, dopo che era diventato un uomo in tutto e per tutto. Oramai aveva imparato a gestire la sua cara terra. I suoi genitori non avevano più la forza di muovere un solo muscolo per riuscire a gestire la campagna. E c'era anche un problema ancora più grosso.
"Uè, Carmelo, oggi vengono gli esattori". Carmelo non rispondeva: non ha una grossa parlantina, ma si rendeva conto di quanto era stufo di tali signori. Di tali esattori che si facevano chiamare così. Per il puro caso. Era davvero stanco di dovere pagare quei soldi in più. E dove andavano a finire?
Più tardi, si recò nell'ufficio del capo degli esattori, molto arrabiato, Carmelo. Era lì, il boss, intento a fumare una sigaretta. Ma Carmelo lo fissava fermo e immobile.
"Beddu Carmelo" inizia" come stai? Hai pagato? Non hai pagato. Paga, Beddu picciotto" lui è silenzioso.
"Non paghi?" Ed estrae una pistola "allora sarò costretto a fare una cosa cattiva"
"Perchè?" Risponde, senza paura. Perchè, perchè. Non è spaventato, il boss è spaventato dal fatto che lui non lo è.
"Perchè...perchè" non rispose. E Carmelo se ne andò.
Qualche tempo dopo, Carmelo continuava la sua vita felice in campagna, molto più sereno. Tutti gli erano riconoscenti per aver cacciato via quei scialacquatori di soldi. E Carmelo...era felice