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Autore: LadyFel    16/03/2009    1 recensioni
Cosa è accaduto nell'anno in cui i quattro fratelli Pevensie sono stati lontani da Narnia? E se Caspian avesse una sorella gemella? Cosa succede quando si incontrano con gli antichi Re e Regine? E se alla fine, Peter, Susan, Edmund e Lucy non lasciassero più Narnia? Leggete e lo saprete! ;)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Return of the Kings - 3_Life and Death
Return of the Kings

3_ Life and Death

Narnia

I primi giorni erano stati piuttosto ardui per Alambil. Strenui allenamenti, pesanti privazioni, noiose lezioni di codice cavalleresco avevano accompagnato le settimane successive. I suoi maestri erano tuttavia entusiasti dai suoi continui progressi.
Cavalcava meglio di molto prodi, e aveva una visione strategica con pochi rivali in tutto il regno. Inoltre la sua sete di apprendere era inesauribile, e molto spesso riusciva a disarmare i maestri d'arme incaricati di insegnarle a maneggiare i più disparati tipi di arma.
Portava un corto vestito bianco, con un corpetto in cuoio e alti stivali: nonostante dovesse sembrare un maschio, aveva preteso di distinguersi comunque, portanto quella mise così particolare, più adatta ad un elfo che ad un guerriero. Aveva legato stretti i suoi magnifici capelli fulvi in due trecce, che portava raccolte dietro la nuca, lasciando liberi solo gli ultimi centimetri.
I suoi compagni d'arme, tutti figli di nobili del consiglio, l'avevano eletta capo della loro banda e, anche se Alambil aveva loro chiesto di non inchinarsi, quelli lo facevano comunque, per rispetto non solo al suo essere donna e principessa, ma anche guerriero incredibilmente forte e potente.
Solo due mesi erano passati, ma già il Re dovette convenire che la figlia era davvero molto dotata, tanto che il giorno del proprio compleanno la insignì del rango di Cavaliere, titolo che le consentiva di partecipare ai consigli di guerra e alle decisioni militari.
Anche in questo ruolo Alambil/Tarva si distinse per la saggezza e la lungimiranza delle sue osservazioni.
Ma questa felicità era destinata a finire presto purtroppo.

"Principessa! Principessa!!"
"Sì, mia cara balia, che succede?"
"Il Re...vostro padre...."
Sul volto della ragazza si dipinse un'espressione terrea. Occhi sbarrati e sudore freddo.
"Avete avvisato mio fratello?" quasi senza pensarci.
La balia annuì, grave.
Alambil gettò a terra quel cha aveva in mano e corse a perdifiato verso le stanze del Re. Mentre correva, fu affiancata da Caspian, anche lui sconvolto.
Giunti alla stanza entrarono senza chiedere il permesso, e trovarono Lord Miraz chino sul corpo del fratello, steso nel letto, apparentemente addormentato.
"Zio....che succede...?" cominciò Caspian avvicinandosi all'uomo, sconvolto come loro.
"Sono venuto a svegliarlo, per il consiglio mattutino...e l'ho trovato così..."
"Ma...non può essere....non può..." sussurrò il ragazzo, che fissava il vuoto, scioccato.
Alambil, dopo un primo momento di smarrimento, si accostò al corpo, ormai senza vita, del genitore. La sua espressione era corrucciata, e tuttavia sembrava sereno, come se davvero fosse mancato nel sonno. Poi scoppiò a piangere, stringendosi all'amato padre.
Intanto erano giunti altri consiglieri, alcuni ancora in tenuta notturna, tra cui Lord Félias.
"Alambil...principessa?" chiamò la ragazza ancora china sul corpo del Re.
La ragazza si voltò, riconobbe il precettore e gli corse incontro, continuando a piangere sulla spalla dell'uomo, che cercava di calmarla inutilmente.
Quel giorno le campane suonarono a lungo, a perenne memoria del gravissimo lutto che il regno aveva subito.
Il suono raggiunse anche i Narniani: ci fu chi se ne rallegrò, e chi se ne dispiacque.
I giorni successivi alla morte del Re, causa la minore età dei due figli del fratello, Lord Miraz divenne Lord Protettore, e regnò in vece del nipote, l'erede designato al trono.
Tuttavia Alambil non era sicura che suo padre fosse morto nel sonno. Mentre era china sul corpo del padre, aveva notato strani segni sul collo e sul viso del genitore. Non ne aveva fatto parola con alcuno, nemmeno col fratello, perchè sapeva benissimo che lo zio aveva troppi sostenitori. I guai non erano finiti purtroppo.
Appena dopo il funerale solenne del Re, lo zio l'aveva chiamata, dicendole che avrebbe dovuto smettere qualsiasi attività che non fosse prettamente femminile, e che si sarebbe occupato personalmente del suo prossimo matrimonio.
Queste decisioni l'avevano convinta che lo zio fosse implicato nella morte del padre, altrimenti perchè tutta questa fretta?
I mesi che seguirono si fecero sempre più bui per lei, tanto che i suoi magnifici capelli rossi pian piano si scurirono, come se perdessero il calore dato dal magnifico rosso.
Il suo futuro marito era un nobile di quindici anni più grande, con già diversi figli avuti dalla prima moglie. Ma più di tutto, era un fedelissimo del Lord Protettore, perciò Alambil sapeva che non avrebbe potuto più muovere un dito senza che lo zio lo venisse a sapere.
Il fratello era trattato molto meglio di lei, e la ragazza se lo spiegò con il fatto che era lui l'erede al trono e che lo zio, nonostante fosse sposato da parecchi anni, ancora non aveva un figlio maschio.
Per fortuna sua, e per sfortuna dello zio, egli non aveva ritenuto di doverle togliere il precettore, così Lord Félias continuava a istruirla, sebbene ormai le insegnasse poco altro apparte il galateo, la danza e la musica.
Per figura, Almabil si applicava con passione a quei compiti; sotto sotto invece studiava ogni possibilità di scappare da quella prigione. Aveva parlato con Lord Félias dei propri sospetti e con sorpresa il precettore si era detto daccordo e aveva avallato i suoi sospetti.
"Ne siete assolutamente sicura?" le aveva detto un giorno, mentre la ragazza suonava una melodia tenue e delicata sulla lira.
"Assolutamente. I segni erano piuttosto chiari. E sono sicura che mio zio centra qualcosa.."
"E questo come fate a dirlo?"
"Analizziamo la situazione: il fratello è re e ha non uno, ma ben due eredi, di cui un maschio, il primogenito. Perciò la discendenza è assicurata. Mio zio invece, pur essendo sposato, non ha figli. Se il re muore, data la minore età del primogenito, mio zio diventa Lord Protettore, un nome altisonante per dire che adesso il re è lui.
Mi impedisce qualsiasi mossa, mandandomi in matrimonio giovanissima, con un uomo molto più vecchio di me, suo fedelissimo.
Mio fratello invece, è ancora vivo. E proprio per il motivo che vi dicevo prima: mio zio non ha eredi. Quando sua moglie avrà un maschio, mio fratello sarà un intralcio, e probabilmente Miraz lo farà uccidere, magari inscenando un incidente di caccia. Con un erede diretto, con un erede di suo fratello morto e con l'altro erede in mano ad un suo fedele, mio zio avrà libero accesso al potere.
Per questo, me ne devo andare. Prima di finire in trappola per sempre, e magari morire di parto a vent'anni..."
Lord Félias aveva ascoltato il ragionamento della ragazza, meravigliandosi una volta di più del suo acume intellettivo. Il Lord Protettore faceva bene a temerla, quella ragazza era un pericolo per le sue ambizioni di potere.
"Principessa, il vostro ragionamento non fa una grinza. E io sarò sempre con voi, qualunque cosa dovesse succedere...Vostro padre, quando vi affidò a me, mi fece il dono più grande che un uomo possa ricevere: qualcuno da chiamare 'figlio'..."
"Grazie, Lord Félias, il vostro appoggio mi fa coraggio..."
"Quando pensate di andarvene?"
"Ancora non lo so..."
Nonostante la sicurezza della sua fedeltà, altri potevano aver ascoltato quel che aveva detto. Quel palazzo aveva mille orecchie e migliaia di occhi, non ci si poteva fidare nemmeno dei muri.
Alambil si affacciò alla finestra, contemplando il tramonto su Narnia, sicura che le cose sarebbero migliorate, o almeno lo sperava.

***

Londra, fine inverno

Una mite giornata di sole tiepido scaldava appena i londinesi, in quel giorno di fine inverno. La primavera era alle porte finalmente, con le sue giornate piovose e uggiose che tanto rendevano famosa la città in tutta Europa.
Peter, Susan, Edmund e Lucy aveva ricominciato la scuola, nonostante la guerra e tutto quello che ne poteva conseguire. Ogni giorno predevano la metropolitana per raggiungere la scuola, e ogni volta vedevano decine di ragazzi poco più grandi di loro, infilati dentro divise marroncine e verdi, che si apprestavano a partire per il fronte.
Peter avrebbe voluto partire anche lui, raggiungere il padre, combattere per il suo paese, ma la troppo giovane età non glielo concedeva. A Narnia era diverso, aveva combattuto una guerra, aveva ucciso, era rimasto ferito e nonostante tutto, aveva vinto.
La guerra nel mondo reale era un'altra faccenda, infinitamente più pericolosa e dolorosa.
I quattro ragazzi si stavano abituando alla possibilità di non tornare mai più a Narnia, anche se Aslan aveva accennato alla possibilità di tornare, se Narnia fosse stata in pericolo. Cosa stava succedendo al loro regno? Cos'era successo ai loro amici, al signor Tumnus, ad Oreius, ai centauri, ai fauni e a tutte le altre meravigliose creature di quel mondo fantastico di cui erano ancora a tutti gli effetti Re e Regine.
La più riluttante era Lucy, ma certo gli altri non erano da meno. Edmund aveva lasciato a Narnia Philip, il suo cavallo, uno splendido animale parlante, che gli aveva insegnato molte cose. Susan il suo arco e il suo corno, che molte volte l'avevano salvata e a cui molto teneva. Peter, oltre all'essere Re Peter il Magnifico, aveva lasciato molti amici, tra cui l'Unicorno che lo aveva condotto alla sua prima battaglia, una creatura saggia e intelligente, dei cui consigli non riusciva a fare a meno.
Ma più di tutto, a tutti e quattro mancava moltissimo Aslan, il Grande Leone, custode e dio di Narnia, la cui saggezza e forza avevano illuminato i loro giorni da sovrani di Cair Paravell.
Quella settimana iniziava esattamente come tutte le altre: casa-scuola, scuola-casa. Non c'era granchè da fare fuori, la guerra aveva ridotto drasticamente i divertimenti e le possibilità per i ragazzi della loro età.
Non avevano mai raccontato a nessuno di Narnia, tranne al professor Kirke che, si erano grandemente sorpresi, non solo li aveva capiti, ma aveva raccontato loro delle sue avventure in quella terra fantastica, molti anni prima.
Tuttavia, nei loro occhi la magia di quella terra era ancora viva e presente, vanamente coperta dalla blanda realtà della loro vita londinese.
La sera, si raccontavano ancora storie su Narnia e sulle loro avveture, le epiche battaglie e i grandi avvenimenti.
Proprio quella sera, stavano ripensando alla loro incoronazione a Cair Paravell, alla maestosità del palazzo, a tutti gli ospiti che vi si erano radunati, al signor Tumnus che li incoronava Re Peter, Regina Susan, Re Edmund e Regina Lucy. Ai castori, ai coraggiosi fauni, ai valenti nani e ai maestosi centauri...
"Quanti ricordi..." si lasciò andare per un momento Peter, di solito molto attento alle sue emozioni.
"Peter, sentiamo tutti la mancanza di Narnia...non solo tu..." gli disse Susan, chiudendo il giornale che stava sfogliando distrattamente, mentre Edmund e Lucy giocavano a tris.
"Susan ha ragione Peter...Io penso spesso a Narnia...e a tutto quello che abbiamo lasciato...a tutti quelli che abbiamo lasciato...." continuò Lucy, sistemando l'ultima pedina in modo che Ed non avesse più chance di vittoria, cosa che il ragazzo constatò con un grugnito smorzato.
"Ragazzi vi ricordate quello che ci disse Aslan? Un giorno saremmo tornati a Narnia...e forse quel giorno è vicino, me lo sento...Lu, rivincita?" si espresse Edmund, richiamando l'attenzione della sorella minore.
Peter annuì, tornando a fissare il tramonto, quel poco che si intravedeva dalla finestra chiusa. Narnia era troppo presente nei loro ricordi perchè se ne dimenticassero, anche se non volevano ammetterlo.
Era quella la loro vera casa, l'unica in cui si erano sentiti davvero "a casa". La guerra li aveva strappati alla loro vita tranquilla, e buttati in braccio ad estranei. Ma qui avevano scoperto quel "nuovo mondo" incontaminato, in cui si erano ricostruiti una vita, e a cui sentivano di appartenere completamente.
E ci sarebbero ritornati, un modo lo avrebbero trovato, così almeno speravano.


Spazio dell'autrice
Sarò breve...
Grazie doveroso alle 70 persone che hanno letto il primo capitolo, e alle 27 che hanno letto anche il secondo.
Il quarto arriverà entro domani, e sarà incentrato sulla fuga di Alambil, su quella di Caspian e sull'arrivo dei nostri eroi a Narnia, probabilmente già ci sarà l'incontro tra i figli del re e i fratelli Pevensie, ancora non so di preciso...scrivendoli di getto, invento tutto sul momento...

LeLia_CuLLen_95:  grazie mille per il commento! Alambil è il nome di un pianeta, nel film uno dei centauri ne parla, insieme a Tarva.
Tarva, signore della Vittoria, e Alambil, signora della Pace. Se hai notato, quando lei cambia nome viene chiamata Tarva, appunto. Nel racconto originale è Cornelius che ne parla a Caspian, durante una lezione di Astronomia.
Nel primo capitolo, ho pensato di concentrare un po' le ipotetiche vicende dei re telmarini, nei mille anni trascorsi da quando i quattro fratelli erano "scomparsi"...forse troppo concentrati...
Pe quanto riguarda l'incontro di Peter Edmund Susan e Lucy con Alambil e Caspian, ancora ci devo pensare, ma penso che domani troverai il capitolo...Grazie ancora per i complimenti! Ciao Ciao
  
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