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Autore: An13Uta    24/01/2016    2 recensioni
Il prospero e pacifico regno di Hyrule è da tempo al sicuro dalle malvagie forze di Ganondorf grazie a Link e alla principessa Zelda.
Peccato che qualcuno non gradisca questa armonia creata col tempo e con la fatica...
Si parte da una visita inattesa che scuote la sicurezza del palazzo reale e centinaia di dubbi senza risposta per poi ritrovare un oggetto ritenuto perso nei secoli e arrivare finalmente alla vera causa di tutto questo.
Hyrule è minacciata da una forza ben più temibile di quelle affrontate prima,e,in una corsa contro il tempo scandita dal ticchettio di una subdola risata,bisognerà in tutti i modi impedire che distrugga l'intero regno con la sua folle crescita.
Che le maschere tornino a coprire i volti donando il loro potere... Majora non ha certo intenzione di fermarsi.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Link, Majora, Princess Zelda, Skull Kid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giocare, Barare, Singhiozzare...






Tentare di inseguire uno spirito correndo su dei rami, per quanto grandi e fitti siano, non è un gioco da ragazzi.
Link lo stava sperimentando.
A ciò si aggiungeva il fatto che lo Skull Kid andava ad una velocità quasi eccessiva per le sue gambe così magre e gracili, mantenendosi sempre distante da lui mentre si sbellicava dalle risa.
L'hyliano era decisamente più allenato, i suoi muscoli ben più sviluppati, eppure avanzava a fatica. La spada sguainata per recuperare alcuni centimetri di distanza tra lui e l'inseguito, sentiva il legno scricchiolare sotto i piedi.
E la risata si ripeteva, di nuovo, e di nuovo, e di nuovo, incessante, opprimente, cantilenante.
La fatica la rendeva così stridula, non la sopportava.
Alzò lo sguardo per controllare dove il piccoletto fosse, e si meravigliò di non riuscire a vederlo.
Gli era scappato, aveva corso troppo velocemente. Ora non sarebbe più riuscito a prenderlo.
Guardò intorno a sé. Le foglie tenere erano di un bel verde brillante, lo stesso della sua tunica. I rami creavano diversi corridoi sospesi nel nulla.
Forse poteva usarne alcuni per recuperare terreno.
Ora no, però. I polmoni bruciavano, le gambe dolevano.
Doveva fermarsi o sarebbe crollato. La prospettiva di cadere da diversi metri dal suolo e atterrare malamente non era così allettante.
Si appoggiò ad un tronco secolare, riprendendo fiato con lunghi e profondi respiri. Il cuore si dibatteva nel petto come un canarino infilato controvoglia in una gabbietta.
Si riposò per circa cinque minuti. Quanto aveva corso? Un'ora di certo, forse anche di più.
Prese un'altra boccata d'aria, e vide in fondo al corridoio verde fatto da rami e foglie un grosso cappello a punta.
Skull Kid lo osservava con gli occhi arancioni spalancati, laggiù, quasi lo stesse aspettando.
Si mordeva un pezzetto del labbro inferiore, un orecchio si agitava appena sotto il copricapo.
Appariva indeciso.
-Ehi?-gridò, titubante, -Sei morto in piedi?-.
Link non rispose, gli occhi aperti, stupito.
Morto in piedi? Com'è possibile morire in piedi?
-Ehi, sei morto?-ripeté lo spirito, -Guarda che non è divertente. Se sei morto dimmelo,- (“Da quando i morti parlano?” si chiese Link) -perché io lì dove sei non ci vengo. Poi mi prendi.-.
Skull Kid si zittì di nuovo.
Fece un salto, atterrando tre rami più avanti.
Ecco come fa ad essere così veloce, rifletté l'hyliano.
L'altro rimase in silenzio. Fissava il guerriero intensamente. Avanzò di altri due rami, cauto. Le pietre verde acqua attaccate alle orecchie brillavano debolmente alla luce del sole, filtrata dalle chiome degli alberi.
E si sedette. Così, all'improvviso. Irrigidì le gambe e si lasciò cadere pesantemente sul legno, facendo sobbalzare leggermente le prime per il rinculo e divaricandole.
Mise le mani al centro, ingobbendosi un poco, piegò appena la testa da un lato e disse:-Ora sto qui finché non ti muovi. O finché non mi dici che sei morto, se lo sei.- (di nuovo l'eroe si confuse) -Ma sbrigati che poi ci rimettiamo a giocare, eh! Che io mi annoio sennò.-.
Silenzio di nuovo.
Link voleva cogliere di sorpresa lo spirito ed acciuffarlo prima che avesse la possibilità di scappare. Quella situazione era decisamente svantaggiosa: Skull Kid osservava ogni sua mossa, era impossibile fare qualcosa senza essere visto.
Notò che lo spirito era leggermente impaziente. Ogni tanto una delle orecchie tremava per un secondo, o canticchiava qualcosa agitando il piede a tempo, o uno degli occhi sbirciava il paesaggio sottostante mentre l'altro continuava a controllare l'hyliano.
Forse per lui era sul serio un gioco, e nulla di più, e non vedeva l'ora di riprenderlo.
“Come un bambino...” considerò Link.
In quel momento si ricordò di avere una Noce Deku in tasca. L'avrebbe potuto distrarre per un po' con quella.
La tirò fuori il più lentamente possibile, sperando che l'altro non lo notasse.
Speranza vana.
-Che fai?-chiese subito Skull Kid, all'erta.
Sorrise riconoscendo il frutto. Tirò un pugno contro il ramo su cui sedeva, ed una identica gli cadde in mano.
Link sbatté le palpebre, stupito e nuovamente confuso.
Lo spiritello rosicchiò il guscio, rivelando il gheriglio dorato, e se lo lanciò in bocca, masticandolo allegro.
-Tu non la mangi?-.
L'hyliano la trovò un'occasione perfetta. Con un lancio potente, gettò la Noce Deku ai piedi della creaturina, dando l'idea di volergliela dare. Il frutto urtò il ramo, provocando una piccola esplosione di luce.
Skull Kid gridò, portandosi le braccia agli occhi, abbagliato e spaventato.
Appena le tolse, la prima cosa che vide fu un braccio coperto da una manica bianca che brandiva una spada con la chiara intenzione di abbassarla su di lui.
Fece un balzo indietro, urlando più forte ancora e catapultandosi dieci rami più in là.
La lama di Link si conficcò ramo su cui fino a poco prima era stato seduto lo spiritello.
Aveva sprecato l'opportunità di prendere la canaglia e porre fine al gioco. Alzò lo sguardo verso di lui, e un lungo brivido gli scese per la schiena.
Lo spirito non l'aveva presa per nulla bene.
Fumava di rabbia, la fronte corrugata, la mani strette a pugni, i denti digrignati.
-NON VALE!-strillò, pestando i piedi.
L'intero corridoio tremò violentemente. Link oscillò, piegandosi a destra e a manca per mantenere l'equilibrio e non fare un incontro anche fin troppo ravvicinato col suolo sottostante.
-AVREI POTUTO FARMI MALE!-continuò Skull Kid inferocito, -HAI BARATO! HAI BARATO! E VISTO CHE TU PUOI FARLO, LO POSSO FARE ANCH'IO! E ORA BARO ANCH'IO!-.
Tirò fuori dal nulla la piccola tromba e vi soffiò dentro. Uscì un suono gracchiante, orribile, e dieci marionette scesero in cerchio attorno a Link, assalendolo.
Alcune gli si aggrappavano alla tunica, aprendo la bocca.
L'eroe credeva che quelle labbra maligne fossero solo una specie di disegno, ma vedendole prepararsi a morderlo scoprì denti affilati, serrati in file strettissime, come piccole foreste di aghi argentei e acuminati.
Erano persino più orrende di prima.
Con un fendente le distrusse prima che potessero provocare qualsiasi danno. Ed eccone altre dieci scendere e chiuderlo in uno stretto cerchio, e appena le distruggeva ne arrivavano altre, e altre ancora.
Skull Kid continuava a suonare sgraziatamente la sua trombetta, facendo cadere ad ogni nota stonata una bambola mortale vicino all'hyliano.
Link approfittò di un momento di tregua e si lanciò contro di lui, attento a non cadere di sotto. Lo spirito saltò indietro e cominciò a correre quanto più veloce poteva, alternando alle stonature risate isteriche, prive di gioia, aggressive.
Quelle bambole erano maledettamente noiose.
Stavano alle calcagna dell'hyliano, il quale doveva lottare contro di loro. In quel modo sprecava sempre più energia, e rischiava di rimanere di nuovo indietro senza poter più raggiungere lo spiritello.
Uno di quei pupazzi infernali si aggrappò con convinzione al suo braccio, facendogli tirare un strattone per liberarlo. Forse per la stanchezza o per le mani sudate, la spada scivolò via dalle dita del guerriero.
Link la guardò cadere per una fessura tra i rami e sparire nel sottobosco. Allora l'attacco cessò.
Le bambole sparirono lasciandosi dietro alcune foglie secche. Skull Kid lasciò cadere al suolo la sua tromba davanti agli occhi dell'altro.
-Se bari tu baro anche io,-mormorò, -Ma se tu non bari non ha senso che io lo faccia, perché è brutto.-.
Rimasero entrambi in silenzio un minuto.
Poi lo spiritello si voltò e, ridendo come un bambino, riprese a farsi rincorrere.
Acchiapparello era il suo gioco preferito, ed era bravissimo.
Prese una scorciatoia, lui ne conosceva tante. Quello non era barare, però: chiunque avrebbe potuto trovare delle scorciatoie lassù, quindi non stava barando affatto.
Non si curò neppure di controllare se l'aveva distanziato.
E non fu solo sorpreso quando sentì qualcosa di morbido e allo stesso tempo duro afferrarlo per i fianchi e alzarlo in aria. Fu anche triste.
E molto, molto spaventato.
Link lasciò andare lo spiritello che si dibatteva gridando tra le sue mani. Notò con sollievo come, per qualche magia, erano tornati a terra e la sua spada era nuovamente nel fodero. La sguainò, nel caso il piccoletto volesse richiamare i suoi amici.
Lo spirito si era allontanato da lui di alcuni metri, con la stessa espressione furiosa di prima. Digrignava i denti a tal punto che sembrava dovesse ridurli in polvere, e aveva pugni tanto stretti che le unghie parevano conficcarsi nella pelle grigiastra.
Contro ogni preavviso, Skull Kid scoppiò in singhiozzi furibondi, ululando amareggiato:-BENE! MI HAI PRESO! BRAVO! ORA VAI VIA! LASCIAMI SOLO!-.
Alla parola “solo” fu scosso da un brivido potentissimo e cadde sul posteriore, piangendo a dirotto:-CHE VUOI CHE M'IMPORTA CHE QUI NON C'È MAI NESSUNO! VAI VIA! TORNA DA QUELLA STUPIDA ZELDA O COME VUOI CHE SI CHIAMA! TANTO NON VOLEVO giocare con te...-.
La voce gli morì con l'ultima frase, riducendolo a singhiozzare silenziosamente, inconsolabile.
Come un bambino che è rimasto malissimo per il tradimento del suo migliore amico, diceva il contrario di quel che pensava, ma non poteva nascondere come si sentiva seriamente.
Link si chinò fino a raggiungere il volto grigio di Skull Kid. Aveva un che di infantile, mischiato a qualcosa che ricordava un piccolo volatile.
-Ti senti solo?-chiese il guerriero.
La creaturina indugiò. Quindi fece un piccolo assenso.
L'hyliano posò la mano sulla spalla dello spirito:-Tu mi hai già visto, prima?-.
Un altro assenso.
-Quante volte?-.
Skull Kid strizzò gli occhi, ricordando.
-Tre... quattro. Due quando eri piccolo, due quando eri più grande. Ma non in quest'era. Prima. Nelle ere... prima.-.
Link gli porse la mano.
Lo spiritello la guardò confuso.
-Se io e te siamo stati amici, mi voglio fidare. E mi devi sempre spiegare la mia “reincarnazione”. Sbaglio o me lo avevi promesso?-.
Skull Kid sorrise. Si asciugò gli occhi con la manica sinistra, tirò un po' su col naso e gli afferrò la mano.
Entrambi si alzarono, pronti a tornare indietro.
Lo spiritello si impuntò un momento, indugiando un attimo su quello che voleva comunicare.
-Non dire a Zelda che ho detto che è stupida.-chiese a Link, -Non è gentile dirlo alla Triforza della Saggezza.-.
Il guerriero sorrise, sospirando.
Già.
Proprio come un bambino.






 

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