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Autore: Vago    29/01/2016    3 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
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Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Quella notte Ardof non riuscì a dormire. Non riusciva a capacitarsi delle notizie assorbite quella sera. Per fortuna la coscienza di Erdost era sempre allerta per tranquillizzarlo ogni volta che la sua testa dava vita a immagini orribili sulla possibile fine di quella guerra.
Non riusciva a far altro che lasciarsi dondolare dall’amaca, lanciando di tanto in tanto occhiate nella direzione delle armi elementari, rese invisibili dalla sua magia. Alla fine la stanchezza ebbe il sopravvento e il ventenne si addormentò nel suo giaciglio sospeso.

La mattina arrivò forse troppo presto e i Cavalieri si alzarono indolenziti dalle ruvide amache.
Vennero portati da Drake a un'uscita secondaria, più piccola ma sicuramente più vicina.
Quando sbucarono dal buco, che poteva essere scambiato per una tana di qualche animale, dovettero socchiudere gli occhi per la luce.
- Ora le nostre strade si dividono. Oh, Nair, se potessi salutare Farionim da parte mia te ne sarei grato.-  
- Certamente. Appena lo vedrò glielo dirò.-
I Cavalieri si fecero un cenno con il capo.
- Drake, – incominciò Codero. – noi non ti abbiamo detto proprio tutto.-  
Ardof cercò mentalmente il suo drago. Lo trovò immediatamente.
- Vedi… – continuò Frida – noi, non ci siamo incontrati proprio come ti abbiamo raccontato...-
- È difficile da spiegare. – concluse Ardof prima che Drake potesse dire qualcosa – Invece di cercare di spiegartelo, noi preferiremmo mostrarti quel che davvero siamo.-  
“Ora!”
- Sappiate che se siete spie del re non mi spaventate. Non farete più di tre passi da vivi.-
Le chiome degli alberi intorno si piegarono e violente folate si abbatterono sulla radura. Tutti chiusero gli occhi. Mentre una pioggia di foglie e ramoscelli pioveva su di loro.
Nella radura atterrarono i quattro possenti draghi.
Drake vacillo un poco e gli si riempirono gli occhi di lacrime.

Giuro che, se avessi ancora potuto, avrei scattato una foto alla faccia di Drake. Unica, davvero. È un peccato che non possiate vederla. Credo rimarrà per sempre nella lista dei miei cento migliori ricordi.

- Quindi, i Cavalieri... voi... non siete morti...-  balbettò Drake.
Trado fece un sorriso tirato. - Beh, noi in realtà siamo morti, poi per vari motivi siamo stati riportati in vita. Comunque adesso siamo vivi. Per il momento.-  
- Va bene. Non ho capito quel che hai detto, però adesso non mi interessa. Quindi avevamo ragione? Davvero voi siete i predestinati? Le incarnazioni degli dei.-  
- Predestinati, come incarnazioni, è un po' vago. – rispose Frida, tenere Drake sulle spine la faceva stare bene – Diciamo che noi siamo… Gli dei ci hanno detto che noi siamo i loro templi su queste terre. Ecco cosa siamo, templi.-  
- Comunque, – prese la parola Ardof – abbiamo bisogno che la Resistenza sia pronta alla battaglia. Al fronte potrebbero esserci delle svolte e dobbiamo prendere da dietro l'esercito del re. Chiuderlo in una morsa per avere qualche possibilità in più.-  
- Il gruppo a cui vi siete uniti, se così è andata, da quanti soldati è composto?-  
- Mi hanno detto da ventimila soldati. Più quelli che abbiamo radunato e che ora stanno combattendo al fronte.-  fece Ardof.
- Vuoi scherzare? Ventimila uomini non bastano per causare uno stravolgimento. Io l’ho visto con questi occhi l’esercito del re!-  
- Chi ha mai parlato di uomini? – Frida adorava la smorfia di confusione che si dipingeva sul volto dell’insegnate – Sono draghi. I draghi selvatici con cui avete stipulato il trattato sono tornati. Anche se chiamarli selvatici non è poi così corretto, a quanto ho visto sulla loro isola, sono più civilizzati i draghi selvatici che quelli legati agli umani e agli elfi.-  
Drake strabuzzò gli occhi.
- Voi siete pazzi! I draghi vogliono sempre qualcosa in cambio. Sempre! Cosa gli volete dare? Quelli hanno già tutto!-
- Lui ha già risolto tutto.-  disse Codero indicando Ardof.
- Gli ho promesso una terra dalla parte est dei Monti Muraglia.-
- Capisco… ma, ditemi: come stanno gli altri?-
- Altri? Di chi parla?-  chiese Trado.
- Non siete ancor stati sull’isola dei monaci? Voi dovete…-
- Signore, deve scendere. C’è bisogno del suo intervento.-  lo interruppe un ribelle.
Drake salutò con un sospiro i Cavalieri e sprofondò di nuovo nel cunicolo da cui erano usciti.
“Secondo te come l'ha presa?”
“Uh, mi sembra che non fosse proprio convinto riguardo all'ultima parte. Quella sui draghi.” rispose Erdost.
I Cavalieri montarono sui draghi e partirono.
- Come facciamo a trovare l'esercito dei draghi? Potrebbero essere ovunque.-  fece Frida.
- Tranquilla. – la rassicurò Codero. Il ventenne tirò fuori dalla sella di Marfest un foglio spiegazzato. Era la mappa che li aveva condotti alle capitali – Quando abbiamo lasciato i draghi ho usato sulla nostra mappa lo stesso incantesimo che mostra le nostre posizioni: ora oltre a mostrare dove ci troviamo noi, ci fa vedere anche quanto lontana sta volando Fariuna con il suo esercito.-  
Mostrò a tutti il sesto puntino giallo che si muoveva sulla mappa a incredibile velocità.
- Dovrebbero essere... vicini a noi, a qualche chilometro da quella parte.-  Indicò un punto nella direzione dei Monti Muraglia.
- Prima però dobbiamo andare all’isola dei monaci. Come vi ho detto, quando ho trovato l’uovo d’argento e Dimitri, sul muro, c’era una cartina e l’isola era circolata. Dobbiamo andare, l’ha detto pure Drake.-
Codero chiuse gli occhi e le vene si fecero più marcate sulla sua fronte.
Passarono diversi secondi, prima che lui ritornasse a volgere lo sguardo ai suoi compagni.
- Ho detto a Fariuna del nostro ritardo. Aspetteranno il nostro arrivo per attaccare.-
Sulla mappa sgualcita la macchia che rappresentava la regina dei draghi virò verso sud, puntando una piccola montagna che si ergeva sul mare.

Cosa diavolo sta succedendo, ora?
Di questo non ero a conoscenza. Cosa diavolo hanno nascosto su quello scoglio insignificante? Soprattutto dopo quell’incidente con i monaci… Loro conoscevano alla perfezione il risultato della mia missione… sapevano che quel piano non era realizzabile, è per questo che mi sono ritrovato a seguire questa marmocchi!
Spero solo che non si vadano a creare altri problemi.

In un giorno e mezzo di volo serrato riuscirono ad arrivare a destinazione.
Era mattina inoltrata e l’isola era completamente deserta.
- Bene. Per prima cosa dobbiamo capire chi o cosa dovevamo trovare su quest’isola. Dividiamoci. Il primo che scopre qualcosa contatti gli altri. Diana, visto che non sei ancora in grado di espandere la tua mente, vai con Trado.-  Frida aveva preso in mano la situazione.
I cinque si divisero.
Ardof non trovò altro che templi abbandonati e distrutti. Dei monaci a cui l’isola doveva il nome non era rimasta neanche l’ombra. Non erano rimaste nemmeno delle tombe tra i ruderi di quelli che potevano essere degli alloggi.

E pensare che immediatamente dopo il Cambiamento erano nate un’immensità di idee per l’uso di questa isoletta... Se solo quegli imbecilli avessero voluto ascoltarmi, quel giorno, qui ci sarebbe ancora qualcosa…

Solo a tarda serata una voce richiamò l’attenzione del Cavaliere carminio.
“Sono Frida. Ho trovato qualcuno… venite. Seisten sta volando proprio sopra di me.”
Ardof si precipitò nel luogo indicato.

Frida era in piedi, da sola, davanti a una grotta.
- Che succede?-
- Guarda tu stesso.-
Dentro all’insenatura Trado e Diana erano chini su tre corpi.
- Ma che…?-
Due ragazze e un ragazzo nelle loro tute da Cavaliere erano stesi a terra, privi di coscienza.
- Come stanno?-  chiese entrando nella grotta.
- Non lo so. – gli rispose il Domatore bianco – Bene. Credo. Mi sembra abbiano il mana congelato.-
- Congelato?-  ripeté Diana.
- Si, è tipo un termine medico… per i maghi. – rispose Ardof facendo una altro passo avanti – Capita quando il mana di un corpo cala troppo rapidamente ma non si esaurisce completamente. Il corpo rimane congelato finché la riserva di energia magica non si è ricaricata completamente. È tipo un sistema con cui il corpo cerca di sopravvivere a uno sforzo magico eccessivo. Taglia ogni consumo di energia superfluo, così da poter rimanere in questo stato a lungo senza doversi nutrire.-
Un flash colpì il Cavaliere rosso non appena si avvicinò all’umana nell’armatura smeraldina. I capelli lunghi tenuti insieme da una coda di cavallo non gliel’avevano fatta riconoscere. Quelli e due anni trascorsi senza vedersi.
Ma adesso non c’erano dubbi su chi fosse l’umana dai capelli corvini.
Un sorriso nacque sul suo volto.

No! Non ci credo!
Niena? Niena! Sei viva? Ma come? Quando?
Per gli dei! Cosa ci fai qui? Qual era la vostra missione?
Va bene. Ok. Mi rimangio tutto. Grazie.
Grazie a tutti voi, dei.
Non dubiterò più così tanto di voi.
Grazie!

- Cosa ci faranno in questo posto?-  chiese Diana tornando a guardare il viso dell’elfo.
- Non lo so. Ma ce lo diranno presto. Appena arriva Codero proveremo a svegliarli.-  gli rispose ancora Ardof.

Il Cavaliere verde non si fece aspettare per molto.
- Dobbiamo provare a ricaricarli con il nostro mana. – esordì Trado – Ma potrebbero essersi congelati da troppo poco… non penso si sveglieranno se non riusciamo a riempire completamente la loro riserva.-
Frida si fece largo con una spallata per andare dai corpi. - Cosa aspettate? Dobbiamo provare a fare qualcosa. Anche se non si svegliassero almeno velocizzeremo il processo.-
Il mana cominciò a fluire dai tre Cavalieri, mentre Diana cercava disperatamente di fare come suo marito le aveva spiegato.
I tre corpi assorbirono voracemente l’energia magica che gli si gettava nel petto, ma l’ora di terapia non fu sufficiente a farli svegliare.
I Cavalieri si sedettero ansimanti.

No! Dai, guardatela!
Niena si sta per svegliare! Non vedete il movimento delle palpebre?
Dai! Basta ancora poco mana!
Non importa. Vuol dire che ci penserò io.

Ecco. Prendi un po’ della mia energia…

Con un colpo di tosse l’umana dai capelli neri si mise bruscamente a sedere. Il petto le tremava vistosamente.
- Niena? Stai bene?-  chiese il Cavaliere scarlatto.
La ragazza si girò di scatto come se qualcosa di caldo l’avesse toccata.
- Aspetta. Tu chi sei? Come fai a conoscermi? Voi… siete Cavalieri e Domatori dei draghi, vero?-
- Davvero non ti ricordi di me? Vabbè, ci siamo visti poche volte, in effetti…-
- Forse… tu sei quello con cui sono partita per l’ultima missione, vero? An… Arol?-
- Ardof. Si sono io. Non pensavo che qualcuno fosse sopravvissuto… degli studenti. Perché siete venuti su quest’isola?-
- È successo poco prima che i draghi atterrassero. Un gruppo si era staccato e viaggiava verso nord e noi tre venimmo chiamati da Drake per una missione. Ci disse che probabilmente quell’assalto non si sarebbe concluso con la nostra vittoria e che il gruppo che si stagliava sull’orizzonte era composto dalle uniche persone che avrebbero potuto uccidere il re. Se però anche quell’offensiva avesse fallito saremmo dovuti intervenire noi. Non credo le abbiate notate, ma sulle pareti di questa caverna sono incise centinaia di rune. Il nostro compito è quasi finito, appena i miei compagni si sveglieranno completerò il sigillo che renderà questa caverna una prigione temporale. L’ultima linea difensiva contro il re.-
- Una prigione temporale?-  chiese Trado passando un dito sulla runa più vicina. Una piccola scheggia di pietra gli rotolò sullo scarpone.
- Si. È un incantesimo complicato, in pratica, una volta lanciato chiunque entrerà in questa caverna rimarrà intrappolato in un tempo che scorre centinaia di volte più lentamente del nostro, senza la possibilità di uscirne. Almeno, questo è quello che c’è scritto sulle istruzioni che ci hanno lasciato.-
- Capisco… Solo un’ultima cosa, – disse Ardof – i vostri draghi?-
- Si sono rifugiati su un’isola più a sud, in attesa di un nostro messaggio. Ma ora dimmi, la vostra missione ha avuto successo?-
Niena venne messa subito al corrente della situazione sulle Terre. Per tutta la durata del racconto la sua fronte rimase corrucciata.
- Ho capito. Va bene. – disse risoluta l’umana dai capelli neri – Voi andate a fare quello che dovete. Io per il momento non potrò seguirvi. I miei compagni devono ancora riprendersi e dobbiamo ancora attivare l’incantesimo. Non appena ci saremo ripresi vi raggiungeremo, è una promessa.-
- Non devi promettere. Ti credo sulla parola.-  le rispose Ardof, accennando un sorriso.
- Si, certo. Comunque sarebbe meglio se richiamaste i draghi. Sareste più al sicuro con loro nelle vicinanze.-  si intromise Frida con tono secco.
- Hai ragione… allora noi ci rivedremo sui Muraglia, vero?-
- Certamente. Ora però voi pensate a terminare la vostra missione e ristabilitevi, al resto proveremo a pensarci noi.-  le rispose sorridendo il Cavaliere rosso.
- Andiamo. Non dobbiamo far aspettare Fariuna.-  lo rimbeccò l’elfa dall’armatura azzurra dall’ingresso della grotta.
- Si, certo. Scusa… Ci rivedremo, Niena!-  disse il Cavaliere uscendo dalla grotta in direzione di Erdost.
- Ci conto! E, Domatrice argento, complimenti per essere diventata una di noi!-
I quattro draghi ripartirono con un poderoso battito d’ali sotto lo sguardo di Niena.

Il Cavaliere verde tornò a voltarsi verso i compagni ancora svenuti. - Sei qui, non è vero? È la prima volta che sento la tua presenza da quando tutto è cominciato a precipitare… stavi aiutando il gruppo di Ardof, vero? Hai fatto la cosa giusta, solo… che in qualche modo mi sei mancato… – Le labbra di Niena si incresparono in un sorriso – Ma forse sono solo io che voglio immaginarti qui…-

Oh, Niena… quanto vorrei poterti dire che sono qua…
Non posso, purtroppo. Ma è meglio così. Mi sei mancata, è vero. Ma non posso lasciarmi ossessionare da te…
Devo andare, ora. Lo devo al Fato.
Mi raccomando, abbi cura di te e dei tuoi compagni… magari ci rivedremo…

Un falchetto spiccò il volo poco lontano, scompigliando i capelli della ragazza con l’aria spostata dal battito frenetico delle sue ali. 

   
 
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