Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: Red_Coat    29/01/2016    3 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ELABORAZIONE DATI IN CORSO ...
CONNESSIONE...
 
15 Novembre 2011
New York, 1st Avenue
Bellevue Hospital Center
8.13 PM
 
Il sole era tramontato da poco meno di due ore, portando con sé le tenebre e un vento gelido che
imperversava per le strade frenetiche dipinte di luci.
Le previsioni del tempo non erano buone per quell'inizio di settimana, anzi a dire il vero nemmeno per il resto del tempo.
Una tempesta di neve abbastanza consistente era prevista per quello stesso Giovedì, e le autorità avevano lanciato un allarme meteo e invitato tutti i cittadini ad uscire di casa solo se strettamente necessario, per non rimanere bloccati nella neve.
Ad ogni modo, tutti sembravano aver preso molto seriamente questi ripetuti avvertimenti dati per mezzo di radio e tv.
Tutti, tranne Jennifer.
Lei se ne stava rinchiusa nella piccola stanza asettica in cui regnavano il buio e il silenzio, rotto solo dal lento bip delle macchine per la misurazione del battito cardiaco e dal lento frusciare impercettibile dell'apparecchiatura per l'ossigeno a cui era appeso, da ormai due settimane, il suo giovane promesso sposo.
Trent'anni compiuti appena qualche mese addietro, quel ferragosto stesso, muscoli forti da futuro membro delle forze speciali dei Marines quale era, un tatuaggio a forma di cicatrice a croce sulla guancia destra -che non era l'unico, tra le alte cose- e i folti capelli neri acconciati come fossero la criniera di quel leone ch'era anche il suo segno zodiacale, ad imitazione dell'eroe di uno dei videogiochi a cui era praticamente dedito e di cui conosceva ogni più segreto particolare di trama, come se quel mondo fosse la sua seconda casa da sempre.
Si erano conosciuti tramite un social, appena un anno e mezzo addietro, ed era stato lui a fare il primo passo nonostante fosse ancora impegnato con la sua ex, che aveva già deciso di far diventare tale dopo un rapporto durato dieci anni, prima di rimetterci anche quel pizzico di onore e amor proprio che gli erano rimasti.
L'aveva vista interpretare il suo personaggio preferito di quello stesso videogame, tramite un video su youtube, e aveva deciso che sarebbe stata lei la donna della sua vita.
Il giorno stesso le aveva chiesto l'amicizia sul social, e lei ci aveva messo davvero poco a innamorarsi di lui, nonostante anche la sua storia precedente fosse finita in modo alquanto deludente.
Bello, simpatico, intraprendente, romantico e leale. Amava tutto ciò che riguardasse il mondo videoludico, il cinema, lo sport (ne praticava quattro, più gli allenamenti quotidiani per prepararsi alla sua esperienza nell'esercito), i dolciumi e il cibo spazzatura, ma soprattutto prima di ogni altra cosa, la sua famiglia, il suo neonato fratellino minore e ovviamente lei.
Follemente quasi.
La sorprendeva sempre, e sapeva ogni volta come farle tornare il buon umore. Non gli mancavano gli amici, dovunque andasse sapeva sempre come farsi rispettare e mettere a proprio agio le persone di ogni età. I bambini in particolare lo adoravano, e lui adorava loro.
Chi lo conosceva da molto tempo, come i suoi tre migliori amici e la sua famiglia, aveva potuto confermarle che avesse fatto del buon umore una vera e propria filosofia di vita.
Nonostante la sua proverbiale gelosia (che si era dimostrata in maniera molto evidente con la sua ex), non le aveva mai fatto alcun tipo di ramanzina su nessuno dei suoi amici o su qualche sua presunta abitudine "sbagliata", e sebbene non andasse propriamente pazzo per la parola matrimonio, sei mesi addietro le aveva chiesto di sposarlo, dopo una cena romantica a lume di candela e alla fine di una lunga e molto intima passeggiata al chiaro di luna sul lungo mare di Miami Beach, dove aveva voluto portarla prima dei sei mesi da recluta che lo aspettavano.
Era uno dei migliori, anche il suo allenatore (ex Navy) lo diceva spesso. Sarebbe tornato di sicuro, e avrebbero potuto fare le cose con calma.
Ma lui non voleva aspettare. Non ora che l'aveva trovata

 
            << Ti amo, Jen! >> le aveva detto, stringendole le mani tremanti per l'emozione tra le sue,
                 con un sorriso su quelle labbra sottili e perfette << Con te mi sento a casa, al sicuro.
                 Non ho bisogno di preoccuparmi che te ne andrai, un giorno o l'altro, perché so che se
                 anche lo facessi torneresti sempre da me. Io sono tuo e tu sei mia, lo sappiamo bene
                 entrambi fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati. A dire la verità, io lo sapevo
                 anche prima. >> aveva scherzato, ridacchiando e strappandole un sorriso commosso
 
Poi aveva avvicinato le labbra alle sue e l'aveva baciata piano, sfiorandole appena
 
            << Ma non è questo il punto. >> si era ripreso, tornando a guardarla e carezzandole la        
                 guancia destra, semi nascosta dai suoi lunghi capelli castano scuro << Voglio partire
                 con la tua immagine vestita di bianco che mi aspetta all'altare, voglio stare con te fino
                 alla fine dello spazio e del tempo. Voglio farlo, ne sono fermamente convinto. Perciò ...
                Jennifer Addy Collins, vuoi farmi la cortesia ... e il grande onore di diventare mia
                moglie? >>
 
Non avrebbe potuto esserci altro giorno più felice di questo, se non quello appunto delle loro nozze, previste per il 29 di Dicembre.
Le immagini e i suoni di quella serata continuavano a scorrere nella sua memoria, limpide e struggenti, anche adesso, mentre esausta e con addosso gli stessi vestiti da due giorni gli dormiva accanto, seduta su una scomoda sedia di plastica blu, stringendogli la mano dell'anulare su cui svettava argenteo il suo anello di fidanzamento, simbolo di quella promessa.
Non si capacitava ancora di cosa fosse accaduto poi, per arrivare a quel punto.
Aveva avuto una settimana stressante, per via dei preparativi che avanzavano e degli allenamenti che si facevano sempre più pressanti. Inoltre, sua madre non era stata mai molto d’accordo sul volere del figlio di entrare nell'esercito, la sua ex si era rifatta viva sul social chiedendogli ancora una volta di ripensarci, e il nervosismo era salito alle stelle.
L'ultima sera che lo aveva visto in piedi era stato appunto due settimane addietro, di giovedì.
Luci spente, camino acceso e scatoloni ovunque, lo aveva trovato seduto sul divano di pelle nera della loro nuova casa, una bella villetta sul mare che il nonno paterno gli aveva lasciato in eredità, con una sigaretta tra le labbra e una strana luce negli occhi che se n'era andata non appena lei gli si era seduta accanto, poggiando la testa sul suo petto forte e scolpito, coperto appena da una maglietta grigia a mezze maniche.
Erano rimasti così, in silenzio ad ascoltare il lento scoppiettare del fuoco e ad osservare le fiamme che danzavano verso l'alto.
Poi, lui l'aveva stretta con un braccio a sé, e continuando a guardare atono le fiamme aveva mormorato, stanco

 
           << Ti amo, lo sai? >>
 
Lei gli aveva sorriso, guardandolo negli occhi e sporgendosi in avanti per baciargli la guancia col tatuaggio. Lui non si era mosso. Neanche un po'. E, in quello sguardo, all'improvviso Jennifer aveva letto un qualcosa che le aveva fatto tremare il cuore.
 
           << Vittorio ... >> lo aveva chiamato
 
Nessuna risposta. Lo aveva sentito solo tremare. E allora glielo aveva chiesto
 
           << Vuoi ... ancora sposarmi? Cioè, adesso ... ?>>
 
Ancora silenzio. Il giovane non si era mosso, ma qualcosa nel suo sguardo era mutato. I suoi occhi spenti, fissi sul fuoco, avevano scintillato di quelle che -ne era stata certa- erano state lacrime.
Era stanco, gli si leggeva in faccia.
Ma non voleva demordere. Lui non era mai stato il tipo che cambiava idea così facilmente, quando iniziava un progetto lo finiva, e se decideva di amare, lo faceva quasi al limite delle proprie possibilità, donando tutto sé stesso.
Ma, forse, arrivato alla soglia dei trent'anni e con un cuore da eterno bambino che aveva ancora bisogno di crescere, messo di fronte alla realtà all'improvviso si era reso conto che non poteva più fare finta che il tempo non passasse per lui.
Oppure, più semplicemente, aveva paura di perdere di nuovo ogni cosa, di fallire e deludere, anche se non era mai successo.
Laureato in biochimica col massimo dei voti, leader di una cover band di successo che aveva sbancato i botteghini di mezza America e prometteva di raggiungere vette ancora più alte con la prossima uscita del loro primo CD di canzoni inedite, per molto tempo unico figlio maschio e ancora amato nipote di una nonna che non smetteva di ripetergli quanto somigliasse a quel nonno che aveva sempre considerato come un secondo padre, era sempre stato un vanto per la sua famiglia, e continuava ad esserlo.
Ma forse, ed era proprio questo che Jennifer non era riuscita ancora a capire dando la colpa a sé stessa per averlo spinto troppo al limite, non era questo che voleva.
Solo sentirsi libero di essere davvero sé stesso, senza telecamere che invadessero la sua privacy, senza la paura di precipitare da un momento all'altro.
Era stato questo, il vero motivo del suo malore, anche se i medici continuavano a brancolare nel buio.
Dicevano che non c'era nulla che non andasse, né nel suo cuore né negli altri organi.
Solo, all'improvviso il muscolo cardiaco aveva rallentato di molto i suoi battiti, trascinandolo in quel coma profondo e strano, da cui nessuno sapeva come fare per svegliarlo.
Aspettare, ecco ciò che potevano fare. E cercare di capire il misterioso fenomeno che stava coinvolgendo il suo corpo e che, appena una settimana dopo, aveva fatto sì che sulla sua mano destra spuntasse una brutta, bitorzoluta escrescenza dura e ruvida, clinicamente e visivamente molto simile a quella che poteva essere definita una cicatrice.
Lo stesso per cui adesso, riscuotendola all'improvviso dal suo sonno tormentato ed esausto, i battiti del cuore del giovane aumentarono appena per qualche istante, le palpebre dei suoi occhi tremolarono, e dai bordi degli occhi appena appena a mandorla scivolarono lente un paio di lacrime calde, riversandosi sulla stoffa morbida e bianca del cuscino.
Jennifer le guardò precipitare quasi incredula, senza capire. Non gli aveva parlato, aveva passato tutto il tempo a dormire esausta, tenendogli la mano.
Non ... avevano un motivo apparente, pensò, mentre in fretta premeva il pulsante per chiamare gli infermieri. Esattamente come quella cicatrice.
Disse le stesse cose al medico che accorse pochi minuti dopo, e quello sembrò concordare un po' titubante.

 
               << Non possiamo esserne sicuri, però. >> le disse << È possibile che l'abbia sentita
                    stringergli la mano, e che stia lottando per riemergere. >>
 
La ragazza annuì, tormentandosi le mani
 
               << Quindi ... sarà stato per questo? >> chiese, ancora più angosciata, posando di nuovo
                    il suo sguardo su di lui
 
Ora aveva voglia di piangere anche lei.
Il medico annuì, sforzandosi di sorridere. Era il caso più strano che avesse mai seguito in vita sua.
Tecnicamente era un ragazzo sano come un pesce. Eppure, sembrava essere all'improvviso caduto vittima di un sortilegio, come nella favola della bella addormentata nel bosco.
Cosa che, ovviamente, non era scientificamente plausibile.
Non nel mondo reale, almeno.

 
INTERRUZIONE DATI ...

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: Red_Coat