Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: jeraiya    18/03/2009    0 recensioni
Gioia e sofferenza. Vita e morte. Vittima e assassino. Nel nostro mondo bene e male si confondono sempre più, mentre l'ingiustizia trionfa.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angela

Angela

 

“Questo gran silenzio quasi fa rumore

Sono ancora sveglio e sto ascoltando il cuore

Fuori nell’immenso domina la notte

Mentre i miei pensieri fanno ancora a botte

Quale strada ha scelto  questo mio destino

Sapere dove andrò…”

 

 

Sono all’Inferno?

Sono quindi giunta alla famigerata dimora di Lucifero?

Una luce bianca mi acceca.

Non riesco ad aprire gli occhi.

Mi duole tutto il corpo.

Non pensavo che anche da morti si sentisse il dolore.

Forse ci sono regole diverse; all’Inferno si prova ancora la sofferenza, mentre in Paradiso solo gioia.

Peccato che io mi trovi sicuramente negli Inferi.

Una voce mi sta chiamando, un angelo oscuro, un demone probabilmente, oppure addirittura lo stesso Lucifero.

“Angela…Angela…” la voce sussurra  al mio orecchio il mio nome “apri gli occhi Angela…”

Lentamente ubbidisco.

Una luce bianca mi sta accecando.

“ben tornata tra noi Angela…”

Tornata tra noi?che significa?sono morta o  no?

“dove sono?”chiedo fissando la luce.

“in ospedale, tesoro…” è la voce di mia madre.

Che ci fa qui?

Ospedale?

Ospedale…allora sono ancora viva…peccato.

Mi volto verso mia madre, la vedo.

Mi sta sorridendo. Gli occhi lucidi.

“tesoro, per fortuna sei viva!!!…hai perso l’equilibrio sul poggiolo e sei caduta…dal secondo piano….ma stai bene!è un miracolo!grazie al cielo!”

mi continua a sorridere.

“sì…per fortuna sono viva”

 

Mia madre è una delle donne più oppressive di questo mondo. Mi vuole bene, mi ama, ma troppo. Ha paura di perdermi come ha perso mio padre, e così mi impedisce di vivere la mia vita.

Mamma era molto affezionata a mio padre, nonostante i vent’anni di matrimonio sembravano ancora una coppia di giovani innamorati. Erano stupendi insieme.

Avevo  otto anni.

Mio padre andò come ogni mattina al lavoro, io a scuola, mamma, invece, svolse il suo abituale ruolo di casalinga. Erano le cinque e mezza di sera quando arrivarono a casa nostra due carabinieri.

Mia mamma andò al cancello ad aprirgli, io rimasi in casa a disegnare. Non so che cosa le dissero, ricordo soltanto l’urlo straziante di lei.

Mio padre finì così ad ampliare la lunga lista di morti bianche.

Una distrazione.

Un incidente.

Un’orribile disgrazia.

Destino, dicono.

Da quel giorno tutto cambio.

Mia madre si chiuse nella disperazione, dimenticandosi di avere una figlia. Non usciva più, non parlava. Non reagiva. Era totalmente sopraffatta dal dolore.

Insieme a mio padre era morta anche lei.

Ricordo che mio zio ci portò da un psicologo, avrebbe dovuto aiutarci a guardare avanti, anche se in realtà non diede molto risultati. Le cose rimasero così per quasi un anno, poi improvvisamente mia madre si svegliò.

Disse di aver parlato con mio padre, le aveva detto che lui stava bene e che noi dovevamo vivere anche per lui, che la vita va avanti.  Il vederlo le ridiede l’energia, la grinta e la voglia di vivere che aveva smarrito.

Divenne super attiva, disperatamente affettuosa, intollerabilmente apprensiva.

La mia vita finì quando la sua ricominciò.

 

“te lo avevo detto che non dovevi andare a vivere in quel quartiere, che la casa non era sicura, ma tu non mi hai voluto ascoltare, appena uscirai da qui tornerai a vivere con me”.

Ho smesso di ascoltarla, farlo sarebbe inutile. Non potrei ribattere,  non mi ascolterebbe, non accetterebbe obbiezioni. Appena sarò fuori tornerò nel mio appartamento, nella mia solitudine, senza nessuna madre che mi circola intorno.

Ogni giorno riceverò infinite sue telefonate, innumerevoli messaggi in segreteria, diverse visite a sorpresa per assicurarsi che sia ancora viva.

Non mi lascerà in pace un momento.

Non potrò respirare, morirò soffocata.

Lei neppure se ne accorgerà.

Nonostante la sua oppressione, la sua apprensione non si accorge delle cose più elementari, non si rende conto di niente.

Ha paura di perdermi, eppure non capisce che mi sta uccidendo.

 

“scusate non volevo disturbare, ma avrei bisogno di parlare con vostra figlia”.

Qualcuno è appena entrato nella stanza, non so chi, pur di non sentire mia madre ho finto di dormire.

“mi dispiace, ma sta dormendo…”

“vorrà dire che aspetterò il suo risveglio qua fuori”

la porta si è richiusa, il silenzio è tornato.

Ho aperto gli occhi. “chi era, mamma?”

“oh cara…mi dispiace, ti abbiamo svegliata”

“chi era?”

“un agente…”

“fallo entrare”.

 

È trascorso un sacco di tempo prima che mia  madre decidesse di uscire come le aveva chiesto il poliziotto. Ora siamo soli.

Silenzio.

Nessuno dei due parla.

Il suo sguardo si sposta da un angola all’altro della stanza, mentre il mio è perso nell’immensità dell’orizzonte.

“i medici dicono che potrà tornare a casa molto presto signorina…ne sarà contenta”

“sì”

sento il suo sguardo su di me, mi volto verso di lui, lo fisso per ritornare subito a fissare il vuoto, non riesco a sostenere quegl’occhi.

Silenzio, di nuovo.

“appena accaduto il fatto ho parlato con sua madre…non ha fatto altro che ripetere che si è trattato di un dannatissimo incedente, ma che era inevitabile visto la bassa qualità del quartiere. dice che là le case cadono a pezzi…ma per me una ventisettenne che cade dal poggiolo non sa molto da incidente”.

Non rispondo.

Solo mia madre può non rendersi conto dell’evidente realtà, solo lei. 

Questo giro di parole è inutile, sappiamo entrambi che cosa vuole dire e qual è la verità.

“penso che lei abbia bisogno di un aiuto. Con noi agenti collabora una psicologa, è una in gamba, questo è il suo numero”.

Mi ha passato un bigliettino. Bianco, formale, per nulla invitante.

“la contatti, le sarà d’aiuto. Il tentato suicidio non è cosa da poco, signorina, non è da sottovalutare”.

 

 

 

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: jeraiya