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Autore: Aenris    30/01/2016    0 recensioni
Vivere per me è un rischio continuo.
Vivo nella paura che qualcuno scopra il mio segreto e che lo usi contro di me. Vivo nella paura di morire per sempre. Senza ritorno.
E' la cosa più terrificante, soprattutto per un Daeva, che è immortale.
Detto cosi sembra la classica scampagnata su Atreia, ma vi assicuro che non è così. Decidete voi se leggere la vita di Aenris
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Aenris ascoltava da camera sua il litigio di sua madre e suo padre. Era curioso perché non accadeva spesso e quando capitava si sentiva la casetta tremare. "Abbiamo creato un mostro cara!Se lo trovano lo uccideranno!" mormoro il padre in tono grave,"Allora non lo faremo ascendere! Non voglio vedere il mio bambino andare  in guerra”rispose la madre,il ragazzino non capiva niente"mostro?guerra?lo sarei un mostro?"pensava....qualche volta gli capitava qualcosa di strano.....come il cucciolo di worg.
Aenris,con un coltello rubato dalla dispensa,era riuscito ad uccidere il cucciolo!non sapeva come aveva fatto. si era ritrovato dietro l'animale e aveva affondato il coltello nella carne del cucciolo. Quando lo portò dalla madre lei si incupì e disse”Aenris,non è giusto rubare la vita ad un altro essere vivente,non farlo piu.”
"Non puoi negargli l'ascensione......." riprese il padre,"ascensione? che cos'è,cosa centro io in tutto questo?"penso il ragazzo."Allora lo faremo di nascosto !Conosco ancora qualche fattucchiere tra gli elisiani...potremmo chiederlo a lui...."propose la madre,"Ma come faremo ad attrav..."cominciò il padre,"Ci inventeremo qualcosa Hell!"."elisiani?fattucchieri? Chi sono?"penso Aenris.

Il ragazzo tornò a letto con fin troppe domande"chissà cos'ha in serbo per me il futuro..."mormorò prima di addormentarsi.

Qualche mese dopo......

"Mamma!Papà!Ho le ali!!" urlò il ragazzo quando entrò in casa,"Sssssshhhhhh" fecero i genitori. “Aenris,dobbiamo parlarti figlio mio...."disse serio il padre.

qualche ora dopo....

"Non credevo che anche voi foste dei Daeva!" disse sorpreso sorpreso il ragazzo. “Ora potremo volare insieme! Esplorare Atreia ins...”, 
” Aenris, apri le ali per favore." ordinò il padre.  Aenris, tutto eccitato, le aprì al massimo dell'estensione. Una bianca come la neve,L'altra nera come la notte."Oh no.......che cosa ti abbiamo fatto......"lacrime uscirono dai loro occhi,stavano piangendo ma il ragazzo non capiva il perché. Capì solo quando le aprirono anche loro: Il padre nere, la madre bianche  "Cosa?!Ma......Ma.....ma voi siete di razza opposta!Dovreste odiarvi!Dovreste uccidervi a vicenda!Che....CHE COSA SONO IO?” urlò.
Allora che successe......la casa in fiamme........le frecce nel petto del padre.....la madre sotto un asse di legno infuocata che gridava "Scappa Aenris! Scappa! Vola via! Lontano da qui! Subito  o ti prenderanno!".....e il ragazzo che volava via più veloce che poteva,con le lacrime agli occhi e un immensa voragine nel cuore.


Sfruttai lo stupore per attaccare.L'elisiano prese quello che doveva essere un cannone e fece fuoco.Evitai il colpo per poco calandomi in picchiata per poi risalire alla precedente quota.Il tiratore sparò un raffica di colpi diretta alla mia testa,tutti i colpi si infransero sui due pugnali che usai come "scudo".Il terrore si fece strada negli occhi del mio avversario mentre mi avvicinavo.Provò un altra rafica che evitai facendo una serie di virate e avvitamenti, un colpo però sfiorò il polpaccio procurandomi un taglio profondo.Trattenni il dolore e lo cacciai in un angolo della mente, ci avrei pensato dopo.Tra gli spari raggiunsi un punto sotto il mio avversario. Ad una velocità che non avrei creduto possibile raggiunsi il tipo e piantai i pugnali nella sua schiena prima che potesse reagire. Lasciai i pugnali nella sua carne e mormorai "Scusa ma cos'hai detto prima?", "Vai a morire schifoso mezzosangue..." Rispose lui con un lamento. Estrassi i pugnali malamente lacerando altra carne e ,con altri lamenti il tiratore precipitò a terra . Passai subito agli altri elisiani, divenni invisibile e dilaniai il petto di un assassino con un pugnale mentre l'altro tracciava un arco diretto alla gola di un guerriero. Parai la lama di una spada con il cuoio del braccio e affondai le lame dei miei nel tronco del assassino, con la magia feci fuori tre uomini che si avvicinavano in contemporanea."Mai sottovalutare l'avversario" dissi e con fendente seccai un altro avversario, feci fuori altri due avversari con combo simili. Rimase viva solo una cacciatrice che stava cercando di fuggire volando. Feci l'unica cosa che potevo,lanciai prima un pugnale poi l'altro, l'arco lo avevo lasciato con lo zaino ad una certa distanza dall'accampamento. Il primo la mancò cadendo nelle profondità dell'abisso, procurandomi una smorfia di fastidio. Il secondo colpì l'ala, facendola precipitare sulla dura pietra dell'abisso,le ali erano una delle parti più sensibili,il dolore è insopportabile quando le colpiscono.
Atterrai vicino alla cacciatrice e, con non poco dolore a causa del taglio sul polpaggio mi sedetti canzonandola "Ma guarda tu cosa mi costringete a fare voi elisiani..ahi ahi ahi...ferire una così bella cacciatrice.","Sei un mostro!"urlò. Odiavo quella parola,gli ficcai i miei artigli nel fianco sinistro,"Bada a come parli,bambina, se ripeti quella parola inizio a smembrarti pezzo per pezzo,già ho perso il mio pugnale a causa tua,mi sto trattenendo  come non mai,quindi bada a quello che dici"mormorai in tono minaccioso."S...Si"fu la risposta della ragazza."Come ti chiami?" ,"Elra",”Bene Elra ora ti scoccherò una freccia addosso,ok?."La ragazza impallidì udendo quelle parole,ma non si ribellò. Alzandomi camminai fino al suo arco e lo raccolsi. Presi una freccia dalla faretra della ragazza,la incordai e mirando al fianco della ragazza tremante scoccai. La freccia trapassò il corpo di qualche centimetro mentre la ragazza urlava di dolore."Per....perché l'hai fatto?"domandò con un filo di voce."Perché nessuno deve sapere che sono un assassino. Un'altra cosa mi cara Elra....se sento delle voci riguardo ad un assassino asmodiano con un ala bianca e l'altra nera vengo a casa tua e ti torturo finché il tuo unico desiderio sarà morire. E, fidati, conosco Elysea molto meglio di quanto pensi”. mormorai vicino al suo orecchio ,"Capito?".
"Certo” rispose terrorizzata, “Quelli che sono morti non si ricorderanno di te? ","No, si dimenticano.Non so come ma si dimenticano sempre.Ora torna a Sanctum o dove vuoi tu e ricorda le mie parole elisiana".La ragazza prese una pergamena e dopo pochi secondi scomparve.
Tornai all'accampamento e trangugiai qualche boccone del cibo di Elysea, non era molto diverso dal nostro. Con piacere notai una grande vasca piena d'acqua,”Fatti un bagno” pensai. Mi svestii di tutto e feci ricomparire le ali sulla schiena, ogni Daeva poteva farle scomparire e comparire quando voleva, e mi immersi. Poche volte potevo tenere le ali visibili perché se gli asmodiani o gli altri me le avessero viste mi avrebbero  sicuramente catturato ed ucciso. Quei pochi momenti me li godevo fino alla fine. L'acqua era davvero deliziosa,mi abbandonai alla piacevo sensazione dell'acqua calda sulla mia pallida pelle e lavai via dalle mie ali il sangue rappreso,poi mi avvolsi in un piumato abbraccio,le mie ali erano tutto cio che mi restava di mio padre e mia madre.
Qualche tempo dopo sentii uno scalpiccio lontano, riconobbi subito gli asmodiani dal suono degli artigli sulla roccia e le loro armature nere lucenti ."Per Aion sono già arrivati?Io rimango dentro."mi dissi.
 Con evidente fastidio feci scomparire le ali e attesi la legione che doveva prendere questo avamposto. Quando entrarono urlanti nell'avamposto pensando che ci fossero ancora degli elisiani, mi misi a ridere aspettando di vedere la delusione sui loro visi,non attesi molto. Mentre mi lavavo gli artigli sentii "Ehi tu! Asmodiano!Dovevamo prenderlo noi questo postaccio!","Allora prendetelo, è ancora elisiano questo forte." risposi indicando la bandiera elisiana,ridacchiando. Il tipo borbottò qualcosa che non riuscii a sentire e andò ad issare la nostra bandiera. Quando tornò giù tutti lo acclamarono come se avesse ucciso un Dragon Lord da solo. Fu preparato un barbecue con della carne di un animale selvatico,Forse Darù,ce n'erano in abbondanza a sud-ovest di Morheim. 
Mentre mi rilassavo notai un movimento in una capanna vicina e intravidi la punta di una freccia puntarsi contro di me,fu un attimo.Scagliai la mia magia contro il sopravvissuto colpendo di striscio pure la freccia, la quale si conficcò nel mio bacino procurandomi un dolore atroce"Sporco bastardo di un elisiano"imprecai tra me e me,se non facevo in fretta rischiavo di morire il che significava che tutti avrebbero visto le mie ali e sarei stato catturato.

Tutti stavano mangiando e nessuno si era accorto di ciò che era successo,in un gesto disperato presi il pugnale rimasto,mi immersi e mi pugnalai al cuore. Dopo una scomoda sensazione di freddo metallico nel petto vidi solo nero. Passò qualche secondo in cui mi domandai se mi fossi legato ad un obelisco e poi il mio sguardo si posò sulla cattedrale di Morheim,maestosa,le guglie altissime, del colore della notte,ovviamente coperte di neve.

"Perché sono morto?Ah si la pugnalata" pensai. Speravo di avere in mano l'ultimo pugnale ma quando guardai non c'era,dannazione.

Nel abisso ero riuscito ad accumulare parecchie centinaia di migliaia di kinah e un centinaio di monete d'argento quindi passai dalla cattedrale per scambiare le monete d'argento con un paio di pugnali. Ne individuai uno che era composto da due lame triagolari completamente nere con una spaccatura verticale in mezzo che arrivava fino alla guardia"Ehi a che serve un pugnale spaccato?"dissi al venditore"Quello spazio serve ad incastrarci la lama dell'avversario per bloccarla!"protestò l'asmodiano.
"Mh furbo...ne prendo uno", "30 monete d'argento", "30 monete d'argento ci prendo uno spadone....20 e te lo prendo", "25?", "Azelphumbra amico mio" dissi posando il pugnale sul bancone,"D'accordo d'accordo 20 ed è tuo" concluse in mercante. Poi ne vidi un altro, "Wow e questo?" indicando un pugnale più lungo del solito,era del colore del sangue ed era davvero sottile"Hai beccato la punta di diamante della bottega ragazzo,,è il mio miglior pugnale.", "Lo voglio." annunciai."120 monete d'argento", "ti do 450 monete di bronzo più 500 000 kinah". Era un prezzo esorbitante ma ne valeva la pena"E un piacere fare affari con lei. D'accordo ma voglio anche l'arco."

Sborsai il prezzo e misi sul bancone l'arco,presi i due pugnali e li infilai nelle due fodere,nuove,assicurate alla cintura. Andai dal venditore di armature dove  comprai dei guanti nuovi ad un prezzo stracciato,questi avevano anche due lame sul dorso che servivano a bloccare le spade altrui. Mi fermai da una maga per prendere una pozione di mana nel caso fosse servita.
Poi feci un salto nella taverna di fianco all'obelisco. Anche se avevo mangiato da poco mi era venuto un certo languorino,succedeva spesso dopo la resurrezione. Ordinai un pezzo di carne di tayga e delle polpette offerte dalla casa. Mentre mangiavo ripensai se avevo fatto bene a non uccidere la ragazza,se avesse spifferato tutto la voce sarebbe arrivata ad Asmodae in pochissimo tempo.
Il segreto delle mie ali mi pesava tantissimo da ormai molto tempo. Volevo confidarlo a qualcuno ma non mi fidavo di nessuno da molto tempo. Dopo ore a setacciare le mie vecchie conoscenze mi venne in mente un nome che avevo sotterrato in un angolo della mia memoria "Aud.....". Si perché no? Era una brava tiratrice e sopratutto molto amichevole nei miei confronti .Sapevo dove trovarla, aveva un negozio di pistole a Pandemonium.
Pagai il portale per la capitale e poco dopo mi ritrovai davanti alla Strada dei Mercanti,mi diressi verso il negozio interessato e aspettai che venisse fuori la ragazza."Salve come posso aiutarla Daeva?"cinguettò la ragazza,"Per Aion!Aud ti sei già dimenticata di me?""Mi scusi ci conosciamo?"domandò."Ok,allora ricomincio. Azelphumbra Aud, sono Aenris.""Aenris!!!Per Aion sei cambiato in tutto!" urlò. "Aud ti posso parlare?a casa mia...""Si certo,andiamo subito".
Pagammo il portale per Pernon e in poco tempo fummo davanti casa mia. Il mio shugo servitore mi salutò con gioia quando entrai,cosi con Aud. Prima di chiudere la porta controllai se qualcuno ci avesse pedinato,nessuno.
Un corridoio è la prima cosa che vedi appena entrato, subito a estra vi è la camera dello shugo. poco dopo vi è la camera mia e alla fine del corridoio una rampa di scale porta al secondo piano. A sinistra, dopo qualche metro, la cucina  porta ad una seconda stanza adibita ai pasti. Il bagno si trova a sinistra delle scale. Il secondo piano presenta altre sei stanze dove ci sono vari cimeli di vittorie: armi, armature, pietre varie, manufatti e pergamene mai utilizzate. Un di queste sei stanze invece contine un secondo bagno con una grande vasca da bagno.
"Nemunerk,prepara due tazze di tè,per favore","Si padrone" rispose subito. Invitai Aud,che era rimasta a bocca aperta,in camera da letto. Entrò timida nella mia camera e rimase impalata davanti all'entrata."Non rimanere li come una statua Aud! siediti sulla poltrona!","Non ero mai entrata nella camera da letto di un maschio.....","Tranquilla non ho intenzione di farti niente","Ti ho mai raccontato della mia vita?","No mai." rispose lei con una punta di amaro in bocca.
E cominciai dal inizio,gli raccontai della mia infanzia,del worg,della mia adolescenza fermandomi tremante prima dell'episodio delle fiamme."Padrone il tè è pronto"
"grazie Nemunerk."Dopo averne bevuto un sorso chiesi "Nemunerk, secondo te gliele posso mostrare?","Se il padrone si fida di lei certamente." era l'unico che sapeva delle mie ali.
"Aud,mi devi promettere,mi devi giurare che non ne parlerai con nessuno di quello che ti farò vedere","Certamente Ae","Su Aion", Aion era il dio che aveva creato gli umani, i Daeva e i Balaur,"Giuro su Aion,che non dirò mai una parola" rispose serissima. "Mia madre e mio padre....erano Daeva.....di razza opposta...." e schiusi le mie ali.
Aud rimase esterrefatta,con una espressione di disgusto mista a pietà sul visto"Tu......quelle.....tu.......che cos.......che cosa sei?.....","Un mostro...sono un mostro","Oh Aenris....mi dispiace tanto....mi dispiace cosi tanto....."mormorò  alzandosi e sedendosi accanto a me. Sentì il suo leggero tocco sull'ala chiara come per accertarsi che non fosse un illusione, la lasciai fare. Per la prima volta lasciai libere le mie emozioni piangendo in silenzio. Aud mi abbracciò e con lei le sue ali corvine. 
"Le mie ali...le mie belle ali....l'unico ricordo dei miei genitori....mi rendono....mi rendono un mostro...un abominio" continuavo a ripetere mentre lei cercava di consolarmi ripetendo"No...non sei un mostro...non lo sei mai stato...." ma io non la ascoltavo,rivedevo il fuoco...la casa...i miei genitori morti...per sempre...solo perché si amavano. Di nuovo quella voragine abissale,il peso dei ricordi mi schiacciava sempre di più in fondo a quella voragine finché una mano sconosciuta mi afferrò per le ali riportandomi alla realtà. Mi separai da quel abbraccio tanto dolce come strano,le ali non le nascosi come sempre,bensì le tenni visibili e  la prima volta mi sentii libero da quel fardello.
"Ora sai perché non ho mai aperto le ali in pubblico." sorrisi triste.




Il proseguimento della storia dipende anche dal proseguimento del gioco quindi se non dovessi pubblicare per un po vuol dire che sto andando avanti col gioco.
incoraggio a criticare la storia in modo da migliorarla e come nel precedente mi scuso per gli errori che non ho corretto! il terzo capitolo  è già a buon punto spero di postarlo presto!
   
 
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