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Autore: Assiage    31/01/2016    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se sul promontorio le cose fossero andate diversamente, e Uncas e Alice fossero sopravvissuti? Con un futuro ancora tutto da scrivere, le cose non saranno semplici per loro. Riusciranno a mettere da parte le loro differenze e vivere il loro amore?
Traduzione di: Eilan21
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chingachgook fissò Uncas per alcuni lunghi momenti. Non disse nulla, non batté nemmeno le palpebre.

Uncas inghiottì nervosamente.

Padre, hai sentito quello che ho detto? Alice è-”

Ho sentito.”

Chingachgook fece un passo verso il figlio, e poi si fermò. Scosse il capo, poi guardò Nathaniel come a cercare una conferma. Nathaniel annuì cupamente, rifiutandosi di guardare il fratello.

Uncas scrutò i lineamenti familiari di suo padre che ora erano trasfigurati dalla tensione.

Eri tu il responsabile di questo? Tu hai sparso il tuo seme dentro quella ragazza Yengeese dal viso pallido?”

Uncas sentì un formicolio di paura sotto la pelle. Sentirlo nella loro lingua lo faceva sembrare molto peggio. E poi non era nel carattere del padre persistere nel fare domande una volta che la verità era stata stabilita, il che di per sé era snervante.

Padre, io-”

Sapevi che era incinta?” Nathaniel interruppe il fratello, alzando le sopracciglia dalla sorpresa.

Chingachgook annuì seccamente. “Quello che non mi aspettavo era che fosse il mio figlio di sangue ad essersi comportato così ignobilmente.”

Uncas indietreggiò.

Padre, so che devi pensare il peggio di me. Che le mie azioni siano state sconsiderate.”

Sconsiderate,” gli occhi di Chingachgook si ridussero a una fessura, la sua voce vibrante di disprezzo, “è una definizione troppo tenera. Quello che hai fatto è vergognoso e inscusabile.”

Uncas e Nathaniel rimasero paralizzati, nella presa della rabbia crescente del padre.

I suoi occhi si posarono su Nathaniel. “Tu. Cosa ha da dire capelli scuri?”

La porta della stalla sbatté aprendosi come una battuta d'entrata in teatro e Cora ne piombò fuori, la mascella che tremava di furia e di frustrazione. Si diresse verso la porta della capanna, a testa alta.

Alice non vuole parlarmi. Radunerò le nostre cose, e lei ed io partiremo domattina. Non provare a parlarmi, Nathaniel Poe. Sono assolutamente seccata con te.”

Spalancò la porta e marciò dentro, con Nathaniel alle sue calcagna.

Uncas riusciva a sentirli litigare mentre la porta si richiudeva lentamente su se stessa, lasciandolo solo con suo padre.

Chingachgook scosse la testa sdegnato. “Figli miei,” mormorò, gli occhi che gli brillavano con lo stesso miscuglio di disprezzo e rabbia.

Cosa farai ora?” chiese dopo una pausa.

Uncas alzò lo sguardo, “Padre...”

Quella parola rimase sospesa tra di loro, e l'aria era densa di dolore e delusione. Uncas voleva che suo padre capisse che non avrebbe mai voluto deluderlo, che sarebbe stato fiero di imboccare il sentiero che suo padre aveva scelto per lui, che onorava il loro popolo. Ora, questi piani così accuratamente programmati erano stati ridotti in pezzi da una perennemente fragile ragazza inglese dagli occhi tristi, e da questa inaspettata rivelazione.

Padre, non posso venire con te all'accampamento Delaware. Non posso sposare una delle loro donne.”

Osservò tristemente la postura rigida di suo padre curvarsi. Dalle spalle alla linea fiera della schiena, fino alla sua bocca, il suo corpo rivelava che duro colpo fosse quello per l'anziano uomo. Per venticinque anni, aveva riposto tutta la sua fiducia e la sua speranza per il futuro sulle spalle del suo unico figlio naturale. Dallo sradicamento della sua tribù, alla perdita della moglie a causa delle malattie dell'uomo bianco, si era sempre aggrappato alla certezza che Uncas sarebbe stato colui che avrebbe mantenuto la discendenza salda.

Chingachgook non volle più incontrare il suo sguardo. “Uncas. Hai fatto la tua scelta. Percorrerai una strada che non avrà la mia benedizione. La strada che stai prendendo condurrà alla corruzione del nostro sangue.”

Chingachgook superò il figlio minore, la sua espressione priva di qualsiasi emozione. “Radunerò i miei averi e andrò ad ovest. Tu prendi la tua donna Yengeese e vai dove ti pare.”

E a quelle parole Uncas sentì il legame che aveva con suo padre spezzarsi. Ha fatto in fretta a fare di me un estraneo.

Porta in grembo tuo nipote,” gli gridò mentre l'uomo entrava in casa.

La sua voce aveva raggiunto la capanna, e Cora e Nathaniel smisero di litigare per fissarlo. Non si era reso conto di aver parlato in inglese. Chingachgook a queste parole si bloccò, ma Uncas non poteva più rimandare. Doveva parlare con Alice.

Mentre si voltava, i suoi occhi incontrarono quelli di arrabbiati di Cora, e lui ricambiò lo sguardo senza vacillare. Comunicò i suoi pensieri con quello sguardo. Lei pensava di potergli portare via Alice. Dovrai ripensarci.

Una volta entrato nell'ombroso, scuro fienile, gli ci vollero diversi minuti prima che riuscisse a persuadere Alice a scendere. Il suo istinto gli diceva di non toccarla o abbracciarla mentre se ne stava lì in piedi, il capo chino, torcendosi nervosamente le mani. Un filo di paglia rimaneva testardamente aggrappato ai suoi capelli e Uncas glielo tolse gentilmente. Alice si tese al mero contatto della sua mano.

Entra in casa. Mangia qualcosa,” le chiese. Le sue mani fremevano letteralmente per toccarla, ma doveva essere prima sicuro che si nutrisse e stesse al caldo. Era davvero troppo magra, gli zigomi più sporgenti di quando l'aveva conosciuta, quando il suo viso era più pieno e in salute.

Vieni,” ripeté lui, con un accenno di sorriso, anche se la sua mente era sconvolta dalla preoccupazione.

Lei alzò lo sguardo, il viso provato. “Sei arrabbiato con me?” sussurrò con difficoltà.

Uncas sentì lo stomaco attorcigliarglisi dolorosamente al rimprovero che Alice rivolgeva a se stessa. Prima di potersi fermare, coprì la distanza che li separava e la strinse tra le braccia. Assorbì il suo tremito, la sua paura, la sua disperazione.

No,” rispose con sicurezza, “Mai.”



—————————————————————————————————————————


Era scesa la notte, e Alice sedeva all'aperto accanto ad un tremolante falò, le cui fiamme illuminavano i visi di tutti di una sfumatura arancione.

Gli uomini stavano arrostendo della carne su uno spiedo, Cora sedeva accanto a Nathaniel (perché Alice l'aveva ignorata), ma manteneva un occhio vigile e preoccupato sulla sorella minore.

Dov'è vostro padre?” chiese Alice esitante.

Gli uomini si fermarono.

Ha deciso di dirigersi ad ovest per trascorrere l'inverno con i Delaware. Albany non è di suo gradimento.” Nathaniel ammiccò ad Alice, girando la carne con attenzione. Come al solito, Alice non riusciva a capire se la stesse prendendo in giro.

Io non sono di suo gradimento.”

Andrai con lui, Uncas?” diresse la sua domanda al fratello minore.

Uncas alzò lo sguardo, perplesso alla domanda.

Mangiamo,” disse Nathaniel in fretta.

Per i successivi minuti, il quartetto fu occupato in quell'attività. Alice lanciò uno sguardo a Cora, che era stranamente silenziosa. Ogni volta che faceva un gesto come a voler parlare direttamente con Alice, Nathaniel le dava una gomitata e borbottava qualcosa. Alice sapeva che avevano litigato, ma sembravano essere giunti ad uno stallo – e riguardava lei, Alice lo sapeva. E la sua... condizione. Sembrava che fossero d'accordo nel non farle domande. Comunque c'era tensione nell'aria. Nathaniel manteneva una cortesia forzata con Uncas, e Cora non si rivolgeva mai a lui.

Alice prese la carne senza interesse. Era fisicamente e mentalmente davvero troppo provata per fare altro.

Mangia, Alice,” ordinò Uncas che era di fronte a lei.

Sono piena.”

Hai dato quattro morsi.”

Alice sospirò. Le stava contando i morsi? Lui non capiva che anche mangiare quattro piccoli morsi di quell'insipida carne era un vero miglioramento per lei. Difficilmente era riuscita a trattenere qualsiasi tipo di cibo per settimane. E non si sarebbe umiliata rimettendo il contenuto del suo stomaco. Aveva addirittura vomitato un sorso d'acqua il giorno prima.

Questo è tutto ciò che riesco a mangiare al momento. Se mi sforzo, starò male.”

L'espressione di Cora si accese di compassione e preoccupazione. “Sì, mi hanno detto che i primi mesi sono molto difficili.”

Alice mise da parte il suo pasto. Non aveva voglia di discuterne apertamente.

Perché non bevi il tuo tè?”

Quale tè?” mormorò Alice.

L'ho trovato nella stalla. Un pacchettino.”

Alice sussultò. “Oh, quello... bé, non è precisamente adatto al -ehm- consumo.”

Cora era confusa. “Sono foglie di tè, no?”

No. sì. Non lo so.” Alice sospirò, “suppongo che siano foglie di tè. Me le ha date Nell.”

Nathaniel sembrava confuso. “Chi è Nell?”

Sono andata in città quando ho cominciato a sospettare della mia -mia- condizione. È una specie di levatrice. Nella mi ha esaminata e lo ha confermato. Io... non ho preso molto bene la notizia.”

Alice non voleva guardare Uncas, che stava ascoltando attentamente. Lanciò invece un'occhiata a Nathaniel e la sua espressione era gentile.

Così ti ha dato il tè per farti sentire meglio?”

In un certo senso.”

Alice voleva dimenticare l'intera faccenda, ma Cora e Nathaniel continuarono ad insistere.

Emise un debole sospiro e scosse la testa.

Alcune delle foglie servivano per alleviare la nausea. Le altre... ha detto lei... me le ha date per far tornare le cose come erano prima. Ha detto che il tè avrebbe messo fine alla causa dei miei problemi.”

Il silenzio cadde sul gruppo. Uncas fece per avvicinarsi, ma Cora lo precedette.

Alice,” esalò, “non avrai-”

No, non l'ho fatto. Bere il tè mi avrebbe fatto sanguinare. Ma troppo è pericoloso, mi ha detto. Ci ho pensato. Ho deciso di non farlo.” Alice scosse le spalle con noncuranza.

Non disse loro della paura e del panico selvaggio. Non disse loro che aveva effettivamente fatto quell'infuso, da sola, in un accesso di disperazione. Che aveva portato il prodotto finito alle labbra, preso un sorso, e poi lo aveva risputato subito, terrorizzata. Aveva vuotato la tazza nell'erba.

Il suo stomaco si contrasse improvvisamente. Reprimendo un lamento, Alice si alzò in fretta.

Che succede?” chiese Uncas immediatamente.

Sto male,” fu tutto quello che disse prima di correre il più lontano possibile. Aveva superato la linea degli alberi in un attimo prima di cadere sulle ginocchia. Vomitò tutto quello che aveva appena mangiato, anche se in effetti non era molto.

Sentì la mano forte di Uncas sui suoi capelli, sulla schiena. Il suo tocco era insopportabilmente dolce.

Continuò ad avere conati per diversi secondi, dopo che il suo stomaco si fu svuotato. Si fece piccola dall'imbarazzo mentre Uncas l'aiutava ad alzarsi. Catturò il suo sguardo, e notò che l'espressione di Uncas era solcata dalla preoccupazione. Il suo viso era ancora più scuro nel buio della notte.

Meglio?” chiese, attirandola a sé. Alice annuì languidamente, appoggiandosi alla sua figura. Profumava sempre di fumo e pino.

Tornati alla radura, Alice batté le palpebre confusa. Cora e Nathaniel se ne erano andati, presumibilmente nella capanna. E l'erba era stata ripulita dallo spiedo e dalla carne.

Parliamo, Alice. Di quello che succederà.”

Alice sedette rigidamente accanto a lui sull'erba, aspettando che parlasse. I suoi lineamenti cesellati erano molto seri.

Vieni con me. Avrò cura di te e di nostro figlio.”

Alice rimase a bocca aperta. Le cose non le mandava certamente a dire.

Io... volevo andare ad Albany.”

Per fare cosa?” ribatté lui, i suoi occhi scuri così intensi.

Bé, non ci ho pensato molto.” La voce di Alice vacillò, e guardò Uncas in fretta, aspettandosi una risposta derisoria. Ma lui non lo fece. Annuì e la invitò con gli occhi a continuare. Com'era diverso da suo fratello, da Cora, e da suo padre.

Cosa pensavi di fare?”

Alice si leccò le labbra secche. Sentì il sapore del sangue.

Sono beneducata. Potrei fare la maestra. O anche solo la cucitrice. Farei qualunque mestiere onesto per mantenere me stessa e... e il bambino.”

Aveva davvero detto quello parole ad alta voce? Non aveva mai pensato a lui come a un bambino fino a quel momento.

L'espressione austera di Uncas si addolcì, e lui allungò il braccio, la mano aperta, poggiandole il palmo sul ventre con delicatezza.

Ad Alice si bloccò il respiro. Il suo tocco era un balsamo per lei. In quel momento poteva sentire quello che lui provava; per lei e per il bambino. Voleva proteggerla. Voleva tenerli al sicuro.

Vieni con me.”

Alice alzò lo sguardo, i suoi sentimenti e le sue paure chiari nei suoi occhi.

Dove andremo? Intendo, se decido di accompagnarti. Tu sei un cacciatore. Io vorrei una casa. Un tetto. Per il bambino.”

Uncas annuì, i capelli irradiati dalla luce del fuoco.

Ti darò tutte queste cose. Tutto ciò che vorrai.”

Alice si scoprì ad avvicinarsi a lui. Aveva pensato solo a se stessa e al bambino negli ultimi giorni. Si era detta che sarebbe stata sola. Che avrebbe sopportato la sua vergogna in silenzio e penitenza.

Tuttavia, Alice resisteva ancora. Erano così diversi. Come potevano?...

Uncas studiò il suo viso intensamente.

Possiamo provare nella valle dell'Hudson. O ad Albany finché il bambino non sarà nato.”

Non hai una casa tua? Una terra? Dove vivremo?”

Uncas scosse il capo. “Ho dell'argento. Sarà sufficiente per comprare della terra. Posso cominciare a costruire una casa questa primavera – una volta che avremo deciso il luogo.”

Alice cominciò a scaldarsi all'idea, specialmente perché lui usava costantemente il termine “noi”. Le avrebbe dato ascolto, avrebbe preso in considerazione i suoi pensieri e le sue opinioni. Ma cosa sarebbero stati? Marito e moglie?

Se...” Alice fece un respiro profondo. “Se vivremo insieme, lontano da qui, cosa accadrà una volta che il bambino sarà arrivato?”

Uncas le mise una ciocca di capelli dorati dietro l'orecchio. “Cosa intendi?”

Ci comporteremo come se fossimo sposati?”

Uncas la fissò. “Io sarò tuo marito. Tua sarai mia moglie.”

Alice era confusa. “Saremo sposati? Come? Da chi?”

Era troppo, ad Alice stava girando la testa. Non ci aveva nemmeno pensato, non aveva pensato all'implicazione che dividere la casa avrebbe significato che sarebbero stati legati.

Le vecchie paure riemersero da un angolo remoto della sua mente.

Ma Uncas, noi siamo così diversi. E lo saremo sempre. E se non riuscissi...” la voce le morì in gola.

Uncas la attirò a sé, l'intensità del suo sguardo le provocò un'ondata di desiderio. Abbassò lo sguardo, rimproverandosi per la propria licenziosità.

Ti insegnerò ogni cosa. Non ti mancherà nulla. Credimi.”

Alice si avvicinò, senza volerlo, attratta da lui come lo era stata fin dalla prima volta che lo aveva incontrato. Mentre le loro labbra si avvicinavano, Alice sussurrò che gli credeva.



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Il giorno seguente sorse nuvoloso mentre i quattro si dirigevano al molo; era sia un ultimo gesto di solidarietà per passare insieme qualche ora spensierata tutti insieme in quel posto prima della loro inevitabile separazione, sia una faccenda pratica dal momento che entrambi i gruppo dovevano acquistare delle provviste.

Da parte sua, Uncas avvisò Alice che avrebbe dovuto indossare dei pantaloni, degli stivali, e un cappello durante il loro viaggio. Sembrava un suggerimento perfettamente razionale, perché un indiano che viaggiava con una donna bianca avrebbe causato troppe chiacchiere e potenziali guai. Alice era rimasta scioccata al pensiero e Uncas aveva dovuto convincerla.

Le signore no-” aveva cominciato ad esclamare, scandalizzata.

Lo so,” aveva detto lui con fermezza. “Ma devi confonderti meglio.”

Signora o non signora.

Dove siete diretti, Uncas?”chiese Nathaniel, rivolgendogli un sorriso mentre cercavano della pelle scamosciata. “Qualche idea?”

Uncas assentì. “Alcune. Devo portarla in un posto sicuro in poco tempo.”

Sicuro era un termine soggettivo. Erano nel mezzo di una guerra, e il loro diverso colore di pelle attirava troppo l'attenzione. Senza menzionare il momento in cui la sua gravidanza avrebbe cominciato ad essere visibile.

Congratulazioni per la tua imminente paternità, fratellino.” Nathaniel gli diede una pacca sulla schiena, “credo che con tutto questo trambusto io abbia dimenticato di dirtelo.”

Uncas regalò al fratello maggiore un raro, caloroso sorriso.

Come la sta prendendo Cora?”

Nathaniel ammiccò. “Un giorno alla volta. Le ho parlato.”

Uncas,” continuò Nathaniel, l'espressione di nuovo seria, “Lascia che la porti ad Albany con Cora. Almeno finché il bambino sarà nato. È più sicuro.”

Uncas non disse nulla, lasciando vagare lo sguardo intorno a sé in cerca di Alice. Finalmente la trovò che guardava entusiasticamente alcuni abiti che un'anziana donna tarchiata vendeva. Alice sembrava così felice all'idea di avere degli abiti puliti. Uncas le aveva detto di comprare un vestito e diversi indumenti intimi. Sarebbe stata un sacco di roba da trasportare.

Fratello,” replicò Uncas, “comprale dei pantaloni della sua taglia. La più piccola, credo. Dobbiamo partire presto. Anche un cappello, uno di quei cappelli buffi indossati dai bianchi, con le tre punte. E degli stivali.”

Gli stivali sono costosi.”

Uncas alzò le spalle. “Ti ho dato dell'argento.”

Nathaniel gli diresse un'occhiata divertita, ma fece come gli era stato detto.

C'era un'altra cosa che Uncas doveva fare, e cominciò dirigendosi verso un allampanato uomo bianco. Un'ultima cosa, e potevano partire.

In effetti c'era un'idea che si stava formando nella sua mente, ma non comprendeva Albany, e non comprendeva l'andare ad ovest.

Uncas sorrise, rivolgendo una veloce preghiera a Mannitto.

Quando finirono le loro compere, entrambe le coppie si diressero verso la foresta. Sarebbero rimasti insieme per un giorno circa, accampandosi di notte, e poi si sarebbero separati.

Almeno Cora aveva smesso di piangere.

Pronta?” sussurrò Uncas alla ragazza bionda al suo fianco, i suoi capelli sciolti che ondeggiavano nella brezza autunnale.

Lei annuì.

Sono pronta.”





   
 
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