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Autore: Vago    02/02/2016    3 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
------------
Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Quando atterrarono, la donna si accasciò a terra urlando e coprendosi gli occhi con le mani magre.
- Che ha ora?-  sbraitò Trado tirando un calcio al terreno, facendo così alzare un ventaglio di sabbia.
- Deve soffrire davvero tanto. -  puntualizzò Frida.

Ma va?

- Deve essere la luce. Avete visto com'era buia quella stanza in cui era rinchiusa. – disse Codero – Inoltre la sua pelle è tremendamente bianca, deve essere stata segregata là dentro per molto tempo. Temo smetterà solo quando si sarà abituata di nuovo ai raggi del sole.-  
Frida posò quattro dita sulle tempie della donna. - Reckiet, radmun dei. “Acqua, guariscila.”-  Un velo d'acqua fasciò la testa della signora, ghiacciandosi prese poi la forma di un elmo.

Per favore, datemi un libro di grammatica della lingua del potere. Voglio tirarglielo sulla testa finché non imparano a parlare.
Acqua? Guarire? Ma provate almeno ad ascoltarvi mentre parlate?
Dovreste ringraziare di essere protetti dal Fato.

La donna in blu si alzò, rivelando tutto il viso bianco incorniciato da capelli corvini pieni di polvere.
Il vestito, alla luce del sole, risultava sgualcito e il blu, una volta probabilmente luminoso, era ricoperto da uno strato di sudiciume.
- Chi è lei?-  chiese Ardof.
- Io... io sono... non riesco a ricordare.-
- Non importa.-

E il premio smemorata dell’anno va a… alla signora in blu! Complimenti! Venga a ritirare il suo premio!
Ok. Ora me ne sto zitto… forse questo non è il momento di scherzare, dopotutto sto per morire, no?

Ci fu uno scossone. La rocca del re implose con un gran fracasso.
Poi un'altra scossa, un'altra, un'altra. Una più forte dell'altra.
Gli ultimi pinnacoli della rocca caddero a terra, sollevando una nuvola di polvere di marmo nero e bianco.
Le scosse continuarono.
- Cosa sta succedendo? La rocca è distrutta dovrebbe essere tutto finito.-  Urlò Trado.
- Oramai la Terra è finita.-
I Cavalieri e la donna si voltarono verso le macerie. Tre uomini e una donna stavano in piedi, ognuno di loro teneva in mano un pezzo di pietra.
- Perché? Abbiamo vinto, no? Il demone è morto, le popolazioni sono salve!-  urlò disperata Frida.
- No. Per proteggervi Terra è morto. Senza di lui il suo elemento è come un gregge senza un pastore. Le terre si disperderanno.-
- Perché si è sacrificato per noi? Non c'è un modo per rimediare? Non può occuparsene il suo servitore?-  
- No, il suo servitore non ha abbastanza potere. Noi non siamo a conoscenza di una soluzione praticabile.-  
- Io ne conosco una… forse.-  Codero si avvicinò alle divinità e prese i pezzi di pietra dalle loro mani. Il Cavaliere si concentrò quindi sulle reliquie del dio scomparso che aveva disposto in cerchio intorno a se.
Terra, o meglio, il suo servitore, gli aveva insegnato un incantesimo, la notte prima della grande battaglia. Non gli aveva spiegato a cosa servisse ma oramai non gli importava più.
Se non avesse funzionato la Terra sarebbe stata spacciata comunque.
Codero si sedette e riportò alla mente il lungo incantesimo.
- Allora… Qwerty greif glerde, dot no greif sefkey tuido fer dogi Merton! “Reliquie del sacrificio del dio, conferite al tempio ciò che era della Terra!-  questo era l'incantesimo più lungo che avesse mai evocato.
I pezzi di pietra cominciarono a levitare, il loro mana venne trasferito nella mazza dell'elemento e da lì nel corpo del Cavaliere verde.
Le membra di Codero vennero ricoperte da zolle di terra, sassi, pezzi della rocca e sabbia, aumentandone così il volume.
Su di lui si andò a creare una seconda armatura compatta.
Al posto del Cavaliere ora c'era una statua grottesca, costituita da diversi tipi di pietra e con alcune parti del corpo ricoperte dal muschio proveniente da chissà quali parti delle Terre. Dal suolo circostante si alzarono piccole scintille gialle e verdi che ricaddero sulla statua come api attratte da un bel fiore.
Per qualche secondo i tre Cavalieri non si mossero.
Avevano perso un altro membro del gruppo. Lo stesso fecero gli dei, perfino loro, nella loro ampia visione della realtà, non capivano cosa stesse succedendo.
“Ardof, Frida. Se questa cosa non funzionerà e la Terra verrà distrutta voglio che sappiate che è stato veramente bello avervi come compagno di viaggio.”
“Lo stesso vale per me, amico.” Ardof diede un buffetto sulla spalla di Trado.
La statua aprì gli occhi, mosse le braccia rigide come una persona che si è appena svegliata da un lungo sonno e si guardò intorno senza capire bene cosa stesse accadendo.
Infine fece una cosa unica. Prese la mazza dell'elemento e vibrò un colpo contro la gamba sinistra, che cadde a terra divisa in tre frammenti.

Ahia! Ma che…?
Questo è masochismo! Era davvero necessario?
Ma insomma! Ho lo stomaco debole per queste cose, avvertitemi con un po’ di anticipo, almeno mi preparo!

Il nuovo dio della terra riassemblò la parte che si era amputato con nuove pietre e ci fece cadere sopra del terriccio.
Le giunture tra i sassi si saldarono e la gamba ritornò intatta come prima.
Il nuovo Terra sbriciolò la vecchia gamba e, presa in mano la polvere che ne aveva ricavato, al cui interno si potevano ancora vedere pezzi di carne, ossa e ferro, la disperse nell’aria.
Le scosse si arrestarono.
Il dio mosse la nuova articolazione per assicurarsi che funzionasse correttamente.
Calma. Calma piatta. Neppure il vento soffiava più.

Beh, ci credo. La dea dell’Aria era ammutolita di fronte a quello che era successo. È normale che anche il suo elemento se ne stesse zitto…

Né gli dei né i mortali osarono muoversi, in attesa di una qualunque mossa da parte del dio.
Terra si rialzò, appoggiandosi alla mazza di pietra, e si diresse zoppicante verso i Cavalieri. La metà sinistra della faccia gli si sbriciolò lasciando intravedere una porzione del viso di Codero. - Amici, alla fine ho incontrato il mio destino... abbiate cura di voi.-  il dio si spalmò del terriccio sul viso.
Tutto quello che rimaneva di Codero, così, scomparve per sempre.
Il dio della Terra si allontanò, dirigendosi risoluto verso i suoi simili.
- Andate, il vostro esercito vi aspetta.-  disse Acqua poco prima di assumere le sembianze di un cavallo e gettarsi nelle acque del fiume.
I tre Cavalieri e la donna salirono in sella ai loro draghi, ancora scossi da quel a cui avevano assistito.
Quando si girarono verso Marfest il drago li guardò con gli occhi marroni. In pochi secondi si trasformò in polvere. Un lieve venticello lo disperse sulle macerie della rocca.
- Andiamo, per favore. Finiamo al più presto.-  disse piano Trado, senza più voce.
La donna in blu salì sulla sella dietro a Frida, guardando trasognata le squame blu della dragonessa attraverso il ghiaccio che le copriva gli occhi.
Ardof chiamò mentalmente Drake, Farionim e Fariuna. Come d'accordo.
Frida e Trado pensarono a contattare Vroyer, Diana, Foglietta, il governatore e Fasto.
Scoprirono che la tattica era riuscita e, a metà della battaglia, i demoni avevano smesso di combattere. Ora li stavano sterminando davanti alla piccola uscita della base della Resistenza.
I Cavalieri si affrettarono a raggiungerli.
Volevano chiudere quel capitolo della loro vita il più in fretta possibile. Avevano accumulato davvero troppi lutti da piangere per colpa di quell’avventura in cui erano stati costretti ad imbarcarsi.
Ardof diede un ultimo sguardo ai resti della Rocca. Senza la sua presenza incombente il paesaggio sembrò rifiorito, come a voler festeggiare il lieto avvenimento.

Bah… se vuoi chiamarlo lieto… Ci hai rimesso un altro compagno… Ma, in fondo, puoi pensarla come vuoi.
Comunque è finita. Finalmente. Non dovrò più farvi da balia, dopo questo giorno.
Addio!

I draghi presero il volo, puntando verso il mare verde della Grande Vivente. 

   
 
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