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Autore: Elwerien    19/03/2009    3 recensioni
Shikamaru. Ino. E il buio di un sentimento logorato.
“L’amore non soddisfatto non è disposto a perdonare. Si incancrenisce se viene mutilato, e diventa un male mortale”.
[Vincitrice della sfida Angst del forum ShikaIno].
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Il titolo è una strofa dalla canzone “Final Destination” dei Within Temptation

Note: Il titolo è una strofa dalla canzone “Final Destination” dei Within Temptation.

 

Epilogo 

 

 

Feel the hands of fate,

they're suffocating

 

 

Gli abitanti del villaggio dicevano, e ne erano certi, che nel loro castello c’erano i fantasmi.

Sì, lo consideravano una loro proprietà: per secoli ne erano stati i fedeli custodi, senza in realtà veramente sapere che cosa ci fosse al suo interno. Non osavano addentrarsi per indagare: erano loro quelli che sapevano meglio di chiunque altro che il castello non rendeva mai i suoi visitatori. Troppo a lungo l’avevano sorvegliato per non rendersi conto che nessuno tornava mai indietro. Ignoravano se gli incauti esploratori trovassero al suo interno la morte o un’eterna prigionia, ma a loro non interessava sapere altro.

A dire il vero, tutto ciò che sapevano derivava da antiche leggende tramandate di generazione in generazione, fin dall’inizio della storia del villaggio –si vociferava che avessero la medesima origine-, leggende che in qualche modo tentavano di spiegarne l’esistenza e che riferivano qualche aneddoto.

Quello che loro sapevano, però, era ben poco, perché il castello non concedeva che si conoscesse la sua vera natura, e le loro storie erano in gran parte opere di fantasia.

Si ingannavano in ogni loro pensiero, in ogni loro convinzione: perché loro credevano, come avevano ripetuto spesso, che all’interno del castello ci fossero i fantasmi. Ma ciò non era vero: non esisteva alcun fantasma.

Era il castello, semplicemente, ad essere vivo. E loro non l’avevano mai sospettato. Sentivano le urla di notte, e questo era una prova sufficiente a sostegno della loro tesi: cos’altro avrebbe potuto scatenare quelle grida disumane, se non il lamento di anime senza riposo?  

La verità era che si serviva di loro per procurarsi vittime.

Quanto all’origine del castello e alla causa del suo strano potere, questa è una domanda inviolata, la cui risposta si è persa nei secoli.

Forse, la verità attende chi riuscirà a passare indenne attraverso il suo salone ora insanguinato, attraverso il fitto dedalo dei suoi corridoi e delle sue stanze sconvolte. Ma esistono un uomo o una donna senza emozioni? Esiste qualcuno su cui il potere del castello non potrà avere effetto, un individuo vuoto, senza anima?

Magari, semplicemente, non è possibile attraversare il maniero. Chissà, al di là dell’uscita secondaria, al di là di quella porta che si trova alla fine delle trappole mortali, si potrebbe aprire un nuovo mondo, sconosciuto ai più, un mondo fatto di risposte, o di desideri, anche –perché no?- un mondo di anime che riposano in pace.

Il castello è una prova. E gli uomini non possono ancora superarla.

 

Nel castello, adesso, c’è un fantasma che non cessa mai di far udire il proprio grido. Si aggira per le stanze vuote del maniero senza tempo, ferendone la quiete che mai nessuno ha conosciuto. Sembra che stia cercando qualcosa, ma non la trova; brancola come cieco, tendendo le mani avvizzite all’aria scura come un prigioniero che nella cella si spiega verso l’unico raggio di sole che passa dalle sbarre arrugginite. Ha le sembianze di una giovane donna, un tempo forse avvenente, ma di cui adesso il dolore e la pazzia hanno trasfigurato i lineamenti. Voci, al villaggio, dicono che abbia perso il proprio amato, che qualcuno gliel’abbia ucciso; ma nessuno sa, e potrà mai sapere, quella che è davvero la verità.

E il fantasma continua ad urlare, senza mai estinguere la propria voce.

 

Si nasconde fra le nebbie di una landa che è detta deserto e che non trova spazio sulle carte.

 

 

***Fine***

 

 

Note:

E si concluse la storia per la quale mi sono impegnata di più in assoluto xD è stata una faticaccia, ma il risultato non mi dispiace.

Mentre la scrivevo pensavo a tutte le note che avrei dovuto scrivere alla fine, ma adesso non mi viene in mente niente: mi sembra ovvio.

Comunque, nell’epilogo sta il nocciolo centrale di tutta la questione, forse un po’ filosofico o forse no, dipende dai punti di vista. Non aggiungerò altro, in fondo penso che il significato che si può trovare in un testo sia assolutamente soggettivo =)

Ri-ringrazio il forum ShikaIno e i giudici, e anche Coco Lee per avere per avere accettato la sfida, lanciatale ormai mesi fa u_u

 

Celiane4ever: Vale, grazie per aver seguito la storia dall’inizio alla fine, è stato un piacere sapere le tue opinioni! Spero che anche l’epilogo ti sia piaciuto <3

Kaho: carissima! Lieta di essere “una scheggia che ferisce con le parole”, l’espressione mi piace xD  Grazie mille per la recensione e per il passaggio! È sempre un piacere =)

 

 Un bacio,

El*

   
 
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